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Lo Scricciolo
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Lo Scricciolo

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«E la creaturina più dolce che esistesse» aggiunse Matt. «Mi chiedo chi le abbia suggerito di rubarti i vestiti.» Il suo sguardo era puntato su Molly.

«Non puoi dare la colpa a me» si difese lei. «Fu un’idea sua. Anche se, forse, Joey o Cale le diedero un piccolo aiuto.»

Susanna rise. «E poi?»

«Alla fine, la signora Hart s’impietosì e mi lanciò un lenzuolo» rispose Logan.

Molly si schiarì la gola. «Adesso che ci penso, però, forse Emma lo fece per un’altra ragione. Avevamo sentito dire entrambe che… che avevi un segno in un certo posto del corpo. Una voglia? Penso che Emma fosse un po’ troppo curiosa.»

Susanna sorrise. «Sì, ce l’ha sin dalla nascita. Ne ha una anche Matthew» aggiunse in tono discorsivo.

Molly vide i visi dei due fratelli incendiarsi e, sebbene non provasse interesse per la voglia di Logan, non poté fare a meno di chiedersi, arrossendo quanto loro, come fosse quella di Matt e in quale punto preciso si trovasse.

Spingendo da parte la curiosità, si ricordò d’un tratto che voleva chiedere a Jonathan e Susanna della morte dei suoi genitori.

«Hai avuto modo di parlare con mamma della notte in cui gli Hart morirono?» chiese Matt, che doveva aver intuito i suoi pensieri.

«Sì.» Jonathan posò la tazza del caffè con espressione severa e guardò Molly. «Vorrei poterti dire qualcosa di più preciso ma… in verità ciò che accadde ci sconvolse tutti quanti. Non ci fu ragione di sospettare qualcuno in particolare.» Fece una pausa, poi sospirò. «E tanto meno Davis Walker. Anche se, a suo tempo, mi sembrò strano che non indagasse con noi l’accaduto, né si offrisse di aiutarci a rintracciare te. D’altro canto, però, c’era già Matthew a cercarti giorno e notte.»

«Davvero?» L’attenzione di Molly si spostò su di lui. «Pensavo avessi detto che era stato Cale a trovare la ragazza uccisa.»

«Vero» disse Jonathan. «Matthew si sfinì a tal punto che fui quasi costretto a legarlo perché si fermasse a riposare. Fu allora che Cale trovò il corpo che pensammo fosse tuo.»

La tenacia di Matt non avrebbe dovuto sorprenderla e invece… I suoi occhi, il cui colore sembrava alternarsi tra il celeste e il grigioverde, incontrarono quelli azzurri di lei. Doveva essere stato davvero difficile per lui, tutti quegli anni prima, sforzarsi di trovarla senza riuscirci. Avrebbe voluto dirgli qualcosa ma le mancavano le parole.

«Vi ha mai confidato nulla mia madre?» chiese invece a Susanna, che le sedeva accanto.

La donna esitò. «Beh, no, non proprio. Matthew ci ha detto della lettera che Davis le scrisse e... Non credo tu lo abbia mai saputo ma, prima di sposare tuo padre, tua madre era fidanzata con Davis.»

«Non ne avevo idea» mormorò Molly, sbalordita.

«Perché nessuno ha mai detto niente?» chiese Matt.

«Ecco, non è mai sembrato il caso di parlarne» rispose Susanna. «Dopotutto era acqua passata. Quando vivevamo in Virginia, Davis e Robert erano buoni amici. Poi Rosemary s’innamorò di Robert e quell’amicizia subì un brutto colpo. Ma tutto sembrò sistemarsi per il meglio quando Davis sposò Loretta. Col senno di poi, naturalmente, trovo strano che una volta arrivati tutti qui in Texas Davis sia andato a vivere tanto vicino agli Hart.»

Molly ripensò alla lettera che aveva recuperato dalla scatola. Era possibile che nel Texas sua madre avesse ripreso a frequentare Davis? Che provasse ancora qualcosa per lui? La verità su quanto era accaduto tutti quegli anni prima era ormai sepolta con lei.

Ma Davis Walker era ancora vivo. Era il caso di rivolgerle a lui, quelle domande? Se necessario non avrebbe esitato, decise.

«E qui, in Texas?» chiese a Susanna. «Si vedevano ancora?»

Susanna scosse piano la testa. «Non lo so. Spero proprio di no.»

«Chiederò un po’ in giro» disse Matt. «Chissà che non riesca a scoprire qualcosa.»

«Anch’io» dichiarò Jonathan. «Nel frattempo, voi due, giovani donzelle, sarete le benvenute finché vorrete. Di dove sei, Claire?»

«Territorio del Nuovo Messico, signore.»

«Certo che ne avete fatta di strada da sole. Hai una famiglia che ti aspetta?»

«In un certo senso» rispose Claire dopo una breve esitazione.

Jonathan annuì. «Bene, quando vorrai tornare a casa, troveremo la maniera di fartici arrivare.»

«Vi ringrazio. Ma non voglio arrecare disturbo a nessuno.»

«Sciocchezze. Tra qualche giorno avrà inizio il raduno primaverile del bestiame, ma a qualcosa penseremo.» Jonathan si alzò, gettando il tovagliolo sul piatto ora vuoto. «Forza, ragazzi, all’opera. Questo ranch non si gestisce da solo.»

«Dillo a me» borbottò Logan, levandosi anche lui da tavola. «Signorine.» Lanciò un sorrisino a Claire e lasciò la stanza.

Matt esitò.

«Tranquillo» lo rassicurò Susanna. «Baderò io a loro due. Pensavo che stamattina potremmo scrivere alle sorelle di Molly.»

«Grazie, signora Ryan» rispose lei con un sorriso riconoscente.

«Allora, mi faccio vivo più tardi» disse Matt. E con un’ultima occhiata nella sua direzione, si girò e uscì dalla stanza. La gamba destra era più rigida e la zoppia che aveva notato il giorno prima più pronunciata, osservò Molly.

Pensò di cercare risposte da Susanna ma poi decise di aspettare e chiedere direttamente a Matt. Se non altro avrebbe avuto una scusa per parlargli. Avevano un sacco di cose da raccontarsi, loro due.

E lei era sempre più curiosa di sapere che cosa gli era accaduto in quei dieci anni.

Sì. La sua non era che semplice curiosità.

O così continuava a ripetersi.


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