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Lo Scricciolo
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Lo Scricciolo

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«Come l’hai avuta?»

«Davis venne qui un pomeriggio. Io giocavo fuori e quando lo vidi mi nascosi. Era arrabbiatissimo, bussava e bussava alla porta, ma mia madre aveva portato Mary ed Emma a far visita a Sarah e suo marito. Ti ricordi di Sarah? Aiutava mamma a occuparsi di noi. Alla fine, Davis smise, ma prima di andarsene spinse questa sotto la porta.» Piegò la pergamena con cura. «So che non avrei dovuto, eppure entrai dal retro e la lessi. Ero giovane, ma neanche tanto, questa lettera significava guai. Decisi di seppellirla così che nessuno, e men che meno papà, potesse mai trovarla.»

«Non pensi che abbiano continuato a vedersi di nascosto, vero?»

Molly si strinse nelle spalle. «Non lo so. Ma c’è dell’altro. Quando mi portarono via, quella sera, ricordo chiaramente che gli uomini nominavano Davis Walker.»

«In che senso?»

«Non so bene, ero così confusa. Ma…»

«Pensi che dietro l’attacco alla tua famiglia ci sia Davis?» concluse Matt nel vederla esitare. «Perché non tollerava il rifiuto di tua madre?»

«Da quando ho saputo della morte dei miei genitori, qualche settimana fa, mi sono tornate in mente così tante immagini dell’infanzia che… sì, l’ho pensato.»

A Matt quell’ipotesi non piaceva. Davis Walker era amico di suo padre, così come lo era stato di Robert Hart. Il pensiero che dieci anni prima potesse essere stato responsabile della distruzione di tutte le loro vite lo avviliva.

«Devo trovare Claire» disse lei, alzandosi. «Ieri, per farmi un favore, è andata a dare un’occhiata al Walker Ranch.»

«E dopo che cosa intendi fare?»

«Scoprire se dietro questa faccenda c’è davvero lui» rispose in tono risoluto.

«E se così fosse?»

«Gliela farò pagare.»

Capitolo Cinque

Accovacciata com’era in un lieve avvallamento nel terreno pianeggiante, a circa cinque miglia a sud dai resti del ranch degli Hart, Matt non si accorse di Claire Waters finché non le furono quasi addosso. Aveva legato il cavallo in un posto nascosto alla vista e si era rannicchiata accanto a un gruppo di arbusti di quercia.

Molly smontò e andò subito da lei.

Due donne sole che fanno del proprio meglio per nascondersi e non farsi notare.

Il pensiero non migliorava il suo atteggiamento già sgarbato – anche per via di quanto Molly gli aveva detto a proposito di Davis Walker – ma l’umore nero iniziava e finiva proprio con lei, la cui presenza gli ricordava gli ultimi dieci anni e la propria incapacità di proteggerla.

Esitante, Claire si alzò dal suo nascondiglio e puntò gli occhi verdi su di lui. Matt imprecò sottovoce: aveva un viso giovane e grazioso e non poteva avere molti più anni di Molly. Una rivelazione che lo sorprese. Si era aspettato una donna un po’ più matura.

Invece, Molly si era avviata verso il Texas con una ragazza che avrebbe potuto essere sua sorella. Indifese e vulnerabili, erano chiaramente inconsapevoli dei numerosi pericoli che avrebbero potuto correre. E questi solo dall’ambiente circostante, tipo il tempo e le creature del deserto. A un loro eventuale destino per mano degli uomini, soprattutto in una terra in cui le donne scarseggiavano, non voleva neanche pensare.

«Claire» la salutò Molly sorridente. «Stai bene?»

Sotto il cappello a tesa larga, con la treccia bionda che scendeva su una spalla, la giovane fece cenno di sì, ma lo sguardo era carico di diffidenza.

«Questo è Matt Ryan. Non preoccuparti, sa tutto. Matt, ti presento Claire Waters.»

Lui smontò da cavallo con un gesto fluido. «Signorina» disse, sollevando appena il cappello.

«C’era anche lui al ranch» proseguì Molly. «Pensarono tutti che fossi morta.»

«Ma davvero?» ribatté Claire in tono pacato. «È per questo che nessuno provò mai a cercarti?»

Nonostante i tratti del viso rivelassero null’altro se non calma esteriore, Matt percepiva la rabbia per conto di Molly. Il senso di lealtà che mostrava verso l’amica lo indusse a riconsiderare l’opinione che si era fatto di quella giovane donna.

«Sì» rispose Molly. «Dieci anni fa ci fu un po’ di confusione e scambiarono il corpo di un’altra bambina per il mio.» Fece un lieve sorriso, lanciando uno sguardo oltre la spalla, all’indirizzo di Matt. «Era un amico di famiglia, lo conosco sin da piccola. Ma quando gli ho detto chi ero non voleva credermi.»

«Me lo avevi nominato» rispose l’amica.

Matt ricordava il racconto di Molly sulle condizioni di Claire quando l’aveva trovata: tutta lividi e sangue. Sembrava si fosse ripresa, ma un segno rosso e frastagliato le marcava ancora il collo.

Ombre inconfondibili attraversavano gli occhi di entrambe e lui aveva il sospetto che la vita le avesse invecchiate, rapidamente e senza sforzo, ben oltre i loro anni; un fatto tutt’altro che inusuale da quelle parti ma che cionondimeno lo infastidiva.

«Gli ho detto di Walker e si è offerto di aiutarci.»

Lo sguardo di Claire sembrava voler chiedere: Ne sei proprio sicura? Molly annuì.

«Davis Walker è ancora vivo» dichiarò l’altra «ma non era al ranch. Una donna anziana, la signora Owens, mi ha detto che si trovava a Fort Worth per qualche settimana e mi ha permesso di passare la notte lì per via della tempesta. Dei tre figli c’era solo T.J. Non sono riuscita a cavargli granché a parte che voleva dormissi con lui.»

«T.J. non brilla certo per delicatezza» intervenne Matt. «Non ti ha importunata, vero?»

«No» rispose Claire. «Joey Walker sarebbe tornato oggi, ma non volevo arrivare tardi al nostro appuntamento e perciò non l’ho incontrato. Il maggiore dei tre, Cale, non si fa vivo al ranch da parecchio tempo. Con tutta probabilità ricorda più degli altri i fatti di dieci anni fa.»

«Fu lui a trovare il corpo» disse Matt a Molly. «Del padre non fece mai parola a suo tempo, ma subito dopo partì.»

«Andasti via anche tu?»

«Sì.» A malincuore ma determinato ad allontanarsi da tutto quanto non esitava a ricordargli il destino di Molly, e purtroppo lo circondava, era partito.

La guardò. Nonostante tutte le traversie degli ultimi dieci anni, appariva risoluta e sicura di sé, con i capelli nuovamente raccolti sotto il cappello. Ricordando la sua passione per le marachelle, quale estensione di una natura curiosa, si chiese se in lei fosse rimasta traccia di quella bambina. Molly era forte, era sopravvissuta, ma… a quale costo?

Nel tentativo di schiarirsi i pensieri, spostò lo sguardo a est e disse: «Cale si arruolò nell’esercito più o meno quando lo feci io, ma dopo qualche anno lasciò perdere e si mise in proprio.»

«In proprio?» ripeté Molly.

«Mi è capitato d’incrociarlo qualche volta. Un giorno da mercenario, un altro da cacciatore di taglie. È sempre in giro. Sono sicuro di poterlo trovare.»

«Non rimase nessuno dei giovani Ryan o Walker?»

«Questo posto non ha molto da offrire a un uomo.» A parte interminabili giornate cariche di ricordi che preferiresti dimenticare. «Cale è in gamba. Ha una vista acuta, la testa sulle spalle e spara meglio di chiunque altro. Anche Joey è un gran tiratore. Si arruolò come noi, ma dopo qualche anno tornò a casa per aiutare il padre a gestire il ranch. T.J. invece, per quanto ne so, è un problema. Beve troppo, gioca spesso d’azzardo… Davis l’ha dovuto tirare fuori dai guai parecchie volte.»

«E Logan?»

«Chi è?» s’intromise Claire.

«Mio fratello minore» rispose Matt. «Per quanto incredibile possa sembrare» proseguì con un sorriso «un giorno si ritrovò vicesceriffo. Ma l’anno scorso è tornato anche lui per dare una mano al ranch. La salute di mio padre inizia a deteriorare.»

«È per questo che sei rimasto?»

La voce intensa di Molly lo scaldava, come whisky vellutato in una notte fredda. Senza invito e con prepotenza, visioni dei loro corpi uniti s’impossessarono della sua mente.

«In buona parte» rispose, a disagio per il filo dei propri pensieri e la consapevolezza di quanto scorretti fossero: lei lo aveva sempre considerato un fratello maggiore. Inoltre, se un prigioniero bianco – le donne in particolar modo – riusciva a tornare dalla propria famiglia, veniva spesso marchiato come corrotto. Molly avrebbe già avuto abbastanza difficoltà anche solo a riadattarsi che Matt dubitava avrebbe gradito un interesse tutt’altro che fraterno da parte sua.

L’unica cosa da fare era assicurarsi che ci fosse qualcuno a prendersi cura di lei. Doveva trovarle il marito giusto, ecco, un uomo che non le rinfacciasse gli ultimi dieci anni.

«Penso che dovremmo andare al ranch dei miei.» Guardò il sole alto nel cielo. «Manca ancora qualche ora a cavallo da qui. Ma sarete entrambe al sicuro. Potrete restare quanto volete e avrete un letto in cui dormire.»

«La terra non è poi così male» commentò Claire, raccogliendo le redini e montando in sella.

«Si può vivere meglio» ribatté Matt.

«Una vita migliore…» Molly scosse la testa. «A volte, il meglio è semplicemente restare in vita.»

C’era pura verità in quelle parole. Chiunque avrebbe dato per scontata la loro morte.

«Non devi preoccuparti, Matt, sappiamo badare a noi stesse» concluse in tono fermo, quindi montò a cavallo.

Mettendosi alla testa, Matt si avviò, subito seguito da Molly prima e Claire dopo. Aveva già deciso: si sarebbe preso cura di lei. Punto e basta. Era il minimo che potesse fare. Ormai senza padre, necessitava di qualcuno che avesse a cuore il suo benessere, che proteggesse la sua reputazione e si assicurasse che l’uomo che avrebbe sposato la trattasse bene. Qualcuno che la difendesse, se davvero era intenzionata a dar la caccia agli assassini dei suoi genitori. Che poi lei non volesse tutto ciò da lui era irrilevante.

Dieci anni fa non era stato in grado di salvarla ma, forse, la possibilità di aiutarla a creare una nuova vita adesso avrebbe alleggerito il suo senso di colpa, regalando a lei la felicità di cui aveva tanto bisogno.

La sua attenzione era già concentrata su quell’obiettivo, quando l’inquietudine si destò, tornando a ribollire sotto la superficie.

L’avrebbe semplicemente ignorata.

Capitolo Sei

Quando le tre figure a cavallo giunsero al ranch dei Ryan, il sole al tramonto gettava un’ombra dorata sul terreno. Passando sotto un arco in ferro battuto, Molly lesse: SR Ranch.

«Che cosa significa SR?» chiese.

Matt rallentò l’andatura e si portò al suo fianco. «Sono le iniziali di mia madre, Susanna Ryan» rispose. «E il marchio del nostro bestiame. Non eri mai stata qui?»

Molly scosse la testa. «A mamma non piaceva allontanarsi troppo. Credo che la sua regola fosse dieci miglia o meno perciò, no, non ricordo di essere mai stata qui.» Fece una breve pausa, quindi aggiunse: «O al ranch dei Walker.»

«Quella proprietà è cresciuta negli ultimi anni» disse Matt. «Adesso Davis gestisce circa trentamila capi di bestiame su cinquantamila acri di terra.»

«Si fa fatica a immaginare» intervenne Claire. «Quanto è grande questo ranch?»

«Contiamo quasi cinquantamila capi. Mio padre ha esteso gli acri dell’SR fino a quasi ottantamila.»

«Come fate a gestirlo?» chiese Molly.

Matt sorrise, scrutando tutt’intorno. «Tra allevatori si discute la possibilità di segnare i propri confini con un nuovo tipo di recinzione chiamata filo spinato, ma il mio vecchio non è convinto. Impedirebbe il furto degli animali e terrebbe alla larga occupanti abusivi, ma c’è qualcosa di particolare negli spazi aperti che proprio non ti va di limitare.»

Sullo sfondo apparve una grande casa a due piani, gli esterni di legno imbiancato in luminoso contrasto con il nuovo prato primaverile che cresceva intorno alla porzione principale. Alti pioppi circondavano la veranda panoramica, nonché l’edificio dei mandriani sulla destra. Accanto a un enorme granaio c’erano poi un ampio recinto per il bestiame ed uno più modesto con una dozzina di cavalli. E più a sud altri recinti e parecchi edifici in legno.

Molly osservò il tutto, leggermente turbata da quella vista. Il ranch dei Ryan sembrava immenso e animato, con uomini a cavallo e a piedi che si davano da fare. Lei era solita stare con se stessa. Era abituata alla solitudine.

Una brama improvvisa le gonfiò il petto. Voleva delle radici, una casa vera, sentirsi al sicuro. E da qualche parte, nei recessi più bui della mente e tra i desideri celati nel cuore, voleva anche una famiglia.

Lanciò un’occhiata a Matt, la cui presenza lì di fianco era una distrazione, e comprese che non voleva più essere sola. Voleva dei figli. Ma per averli le sarebbe servito un marito, giusto?

Quel pensiero la sorprese. Se ne avesse voluto uno non avrebbe dovuto far altro che pregare Corre Coi Bisonti di lasciarla restare con i Comanche e sposare Mangiaserpenti. Vero, lei non sapeva molto di quanto accadeva tra un uomo e una donna, ma di una cosa era certa: il mondo della moglie di Mangiaserpenti sarebbe stato più piccolo di quello che lei aveva già abitato. E poi, nonostante lo stuolo di ammiratrici che i bei lineamenti del suo viso avevano richiamato nel campo, il guerriero Comanche non aveva suscitato alcuna attrazione fisica in lei.

Matt.

Da piccola aveva accarezzato il pensiero di sposarlo. Fantasie semplici e innocenti nate tanto dall’affetto che provava per lui quanto dalle canzonature di sua sorella Mary. Ma essendo allora una bambina e lui quasi un uomo, aveva accettato l’impossibilità di quel destino.

E adesso? Sebbene l’idea di sposarlo sembrasse del tutto improbabile, non poteva fare a meno di sperare che tornassero amici. Ma in tutti quegli anni lui l’aveva creduta morta e Molly non era tuttora sicura che fosse finalmente convinto della sua identità. Dubitava che le circostanze tra di loro sarebbero mai state le stesse di un tempo.

D’improvviso le lacrime le bruciarono gli occhi. Nulla sarebbe mai stato uguale. Imponendosi di non piangere, sbatté decisa le palpebre.

«Tutto bene?» s’informò Matt. Smontando dalla sella si era girato a guardarla e adesso camminava tenendo per le redini il cavallo di lei.

Molly tossì e si guardò le mani. «Sì. Solo un po’ di polvere negli occhi.»

Stava smontando a sua volta, imitata da Claire, quando un uomo tarchiato con barba e baffi grigi spuntò da dietro la casa.

«Ehilà, Matt. Ci si chiedeva dove fossi finito ieri sera.»

«Mi ha sorpreso la tempesta, Dawson. Mio padre?»

L’uomo lanciò una sbirciatina alle due giovani e sorrise. «È andato a controllare la mandria sul pianoro a nord. Tua madre è in casa.»

«Grazie. Molly e Claire, questo è Randall Dawson, il nostro caposquadra.»

«Piacere d’incontrarvi, signorine. Chiamatemi pure Dawson.»

Lieta per la distrazione, Molly sorrise.

«Matthew?» Una donna uscì dalla porta d’ingresso. «Mi sembrava di aver sentito la tua voce…» Si fermò di scatto. «Non mi ero accorta avessi portato ospiti.» Un’espressione deliziata le attraversò fugace il viso.

Non avendola vista che una manciata di volte, Molly aveva solo un vago ricordo della madre di Matthew.

Alta, snella e sorprendentemente femminile per una donna che viveva in una terra tanto selvaggia, aveva gli stessi lineamenti del figlio: naso lungo e sottile, occhi leggermente a mandorla e capelli scuri, sebbene i suoi fossero spruzzati di argento e raccolti in un nodo sulla testa.

«Te le presento subito» disse Matt, facendo segno a Molly e Claire di precederlo in casa. «Ma prima entriamo.»

«C’è qualche problema?» chiese la madre.

«No, ma forse è meglio che ti sieda.»

Lei increspò lievemente la fronte, quindi si rivolse alle due giovani. «Nonostante lo strano comportamento di Matthew, siete entrambe le benvenute qui.»

«Grazie, signora Ryan» rispose Molly.

La donna le sorrise. «Mi ricordate qualcuno...»