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Salire In Alto
Salire In Alto
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Salire In Alto

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e Cristo ne sorride mitemente.

SALIRE IN ALTO

Lungo Po nell'estate in mezzo a un prato

rotto che s'apre più lontano al colle

e il cuore vi disperde,

hai sentito la brama di giacere

nel bell'ampio del verde:

salire in alto alla collina, avere

nulla da dire; il vento che discende

lasciar correre via

che porti qualche atomo con sé

colto dal viso;

posare in un sorriso come cosa

che vede e si riposa, farsi verde

come stelo lanciato a toccar nuvole,

se dal basso lo miri,

e sull'erba che docile scomponi,

fare canzoni.

A FIANCO DEL BIMBO IMMOLATO AL DIO

Carthago ignara d'ombra nella chiara

luce dell'ampio sole,

con le stanche sue forme che riduce

il vento e interra alle deserte rive,

mi si pronuncia che dal molo vivo

vengo al sepolto. Da proteso nodo

di lingue mercatanti mi sviluppo

altalenando un falso antico lume

nell'aria e nel sospeso

tempo mi annodo,

là dove Baal piega sotterra il corpo

al peso d'impetrati dèi latini.

A fianco del fenicio

mite bimbo votivo

m'indoro e cresco

PARENTESI

Sfatta la notte, l'ora

più non ombreggia seta.

L'alba nascente è una presenza, quieta

Essenza docile

pare vi posi

languore trepido

che tesse luce.

Subito cangia e ancora non comprendi

l'impossibile aurora moltiplicata;

e ti respira l'anima, incantata

vacanza della pena del tuo tempo,

tempo perduto nell'infinità.

SUBITO DOPO UNA STRAGE

“Dov'è, mamma, dov'è il mio volto tondo

i miei riccioli belli,

il corpicino che cresceva forte?

Dove i giochi d'estate e il fratellino

che tenevo per mano?

C'è solo fumo, mamma, e le macerie;

e tu, dove sei tu dal viso chiaro

dolcissimo ridente?

Ti sento qui e non vedo la tua grazia”.

“Vieni, cara, Giannino ho già vicino.

Saliamo insieme in sempre più elevate

e ämpie spire

e cerchiamo chi sia

che ci troncò nel nome di contorti

mondi di morte:

s'egli dorme stanotte, nell'amore

gli scoccheremo al cuore il suo rimorso;

poi saliremo al Posto del Vittime

senza guardare al babbo; attenderemo:

non potremmo piegarci a un solo soffio

di pena più di questa.

Torneremo più avanti a rimirarlo,

a rallegrarci che il passare amico

dei giorni l'abbia almeno un po' placato,

e attenderemo nell'eterna estate

che, finito il suo tempo, ci ritorni”.

LA LUNA SI VOLTA

(effetto ottico)

O mossa luna assolta dall'angoscia,

al viavai delle nuvole

pare tu volga al firmamento

il faccione ridente.

Che! Non è un’illusione?

In questa sera rorida di sangue

il tuo sorriso scenderebbe tragico

su noi fragili umani?

Pensi forse non torni

– È chimera? Chimera?! –

il tripudio di vivere?

...e tu provaci ancora:

nel nuovo plenilunio

rivolgici il sorriso,

e noi l’aperto viso

leviamo in alto alla speranza,

ancora;

a Dio piacendo,

e al cuore.

PERSONA

Come fu che la bussola impazzì

e l’ago più non mira

al settentrione dell’uomo?

Se ne vanì il diritto, il tanto amato