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Il Cielo Di Nadira
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Il Cielo Di Nadira

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«Per Arduin sar? un suicidio anche se interverr? domani… o dopodomani… o fra un mese.» rafforz? un altro appena giunto.

Si trattava di Drogone, per tutti Dreu, fratello minore di Guglielmo. Nella penombra del tramonto, poichе dava le spalle alla luce del crepuscolo, lo riconobbero immediatamente per via del simbolo della casata dei nobili normanni del basso corso della Senna cucito sulla tunica; lo seguivano almeno in cinquanta e la cosa cominciava a sembrare il preludio di una rivolta.

«Gi?, i conterati di Arduin non sono buoni neppure come concime per il campo una volta morti.» rispose Guglielmo.

«Ma per certo Guaimar non se ne star? a guardare quando la notizia arriver? fino a Salerno. Sono sicuro che ci? che decider? per Arduin decider? anche per noi. E allora Maniakes non dovr? vedersela solo con i conterati di Arduin e con i suoi pochi fedelissimi, bens? pure con il temuto contingente normanno… e Dio solo sa quanto siamo temuti!» spieg? Drogone.

«E la guardia variaga? I guardaspalle personali dell’Imperatore Michele da che parte staranno?» chiese Geuffroi.

«Harald Hardrada e i suoi uomini non sono molto diversi da noi e dalle ragioni che ci spingono alla guerra. E non lo dico solo perchе condividiamo gli stessi natali tra le lande del nord, lo dico perchе li ho sentiti parlare. Dio mi punisca se sbaglio! Se Harald sentir? minacciato il suo compenso, Maniakes dovr? vedersela anche con loro.» espose Guglielmo.

«Cosa dobbiamo fare quindi?» chiese confuso Geuffroi.

«Nulla per il momento. Maniakes sar? gi? a conoscenza di questa nostra assemblea improvvisata - i suoi informatori sono dappertutto tra l’esercito, e anche tra i nostri - e per certo star? valutando la peggiore delle ipotesi, ovvero il boicottaggio di questa guerra da parte di tutti i contingenti ausiliari. Attendiamo con cautela quello che succede. Aspettiamo di vedere la reazione di Arduin. Tuttavia non possiamo rischiare di essere presi alla sprovvista da quella volpe greca… perci?, fratelli, non spogliatevi dell’armatura e restate sempre uniti tra voi. Lasciate perdere il vino per questa notte, e all’otre vi si attacchi soltanto chi barcolla pi? da sobrio che da ubriaco. Non scopritevi delle vostre vesti per andare a donne. Dormite a turni e restate sempre aggiornati con le mie disposizioni.» espose le sue direttive Guglielmo, ma per come parlava loro sembrava quasi un consiglio che si d? tra amici.

Poi riprese e disse:

«Questa notte sar? una lunga notte, ma non violeremo le regole d’ingaggio fin quando ci verr? assicurato lo stesso rispetto dall’altro lato. Qualcuno di noi i romei li ha gi? combattuti in passato… sa di cosa sto parlando quando dico che non bisogna dare niente per scontato, in pace come in guerra. Ognuno alla sua tenda, fratelli, ma non dormite profondamente!»

L’assemblea improvvisata, cos? come era stata definita da Guglielmo, si sciolse dopo le sue parole. Sarebbe stata una notte lunga, una di quelle che porta decisioni, una di quelle insonne per guerrieri sempre pronti a tutti. Ognuno afferr? la sua arma da guerra e la pose accanto al suo cuscino, oltre al consueto pugnale nascosto tra le vesti.

In tutto questo Conrad sembrava essere il pi? preoccupato, e non perchе un’arma ancora non la possedeva, e nemmeno perchе alla sua giovane et? tutto sembra pi? grande e pauroso, piuttosto perchе temeva di dover partire di corsa senza poter salutare per l’ultima volta suo padre.

Capitolo 13

Inverno 1060 (452 dall’egira), dentro le mura di Qasr Yanna

Erano passati appena un giorno e una notte da che Mohammed ibn al-Thumna aveva devastato il Raba? e rapito Nadira. I messi di Ali ibn al-?awwas erano scesi dal monte per verificare la natura di quegli incendi avvistati durante il buio notturno, ma non erano stati di nessuna utilit?; nе lo sarebbero stati i dieci uomini del Qa’id che erano partiti subito dopo alla ricerca di Nadira e dei suoi rapitori.

Seppelliti quei poveri dodici uccisi a fil di spada dai tagliagole del Qa’id di Catania, soprattutto uomini di vedetta e di guardia, tutta la popolazione cominci? a fare i bagagli in preda alla psicosi generale. Una lunga processione di uomini, donne e bambini, ma anche di bestie e carretti trainati a mano o con i muli, saliva verso le mura di Qasr Yanna, l? dove avrebbero potuto trovare la protezione che al Raba? era mancata. Giunti oltre le mura cominciarono a sistemarsi dove meglio potevano: chi aveva un parente gli richiedeva asilo in casa, chi non aveva nessuno si sistemava al confine delle abitazioni, costruendo ripari di fortuna. Pure Alfeo segu? la massa e prefer? lasciare la zappa per trovare rifugio a Qasr Yanna.

Corrado, debilitato e non del tutto ripreso, affrontava gli strascichi della febbre. Adesso, persuaso da Apollonia, aveva accantonato il suo desiderio di vendetta per dare la priorit? a tutto ci? che c'era da fare per la nuova sistemazione. Alfeo e i suoi figli, al pari di abili beduini, montavano le tende accanto agli orti coltivati dentro le mura e dirimpetto ad uno dei famosi giardini di Qasr Yanna. Fu proprio qui che nel pomeriggio Corrado ricevette una visita.

Umar si fece avanti tutto borioso e prepotente, e quando si avvicin? alla tenda dei cristiani del Raba? ne demol? una parte per accedervi senza preoccuparsi di chiedere permesso.

«Corrado, vieni fuori!» url?.

L’altro se ne stava intento ad accendere il fuoco, mentre la famiglia lo circondava in attesa di poter scaldare finalmente le mani gelate.

Corrado alz? gli occhi, lo guard? e con calma rispose:

«Il tempo che finisco col fuoco.»

«Vieni fuori... subito!» ordin? di nuovo Umar, questa volta tenendosi la testa l? dove due giorni prima era stato colpito.

«Aspettami ai giardini.»

Umar perci? se ne and? furioso.

«Cosa vorr? ancora da noi?» chiese Caterina tutta in preda all’ansia.

«Ecco quando ti dicevo che col tuo gesto hai distrutto la nostra serenit?.» ribad? Alfeo.

«Evidentemente il fatto che Michele gli abbia salvato la vita non ? stato sufficiente per una bestia del genere!» rispose Corrado.

«Modera i termini, e mostrati sottomesso!» fece Alfeo.

Tuttavia Corrado afferr? il coltello col quale sua madre stava sbucciando un’arancia amara proveniente dalle vallate pi? basse, se lo infil? nella cintura dei calzoni e usc? fuori, divincolandosi da Apollonia, che preoccupata lo tratteneva per un braccio.

«State qui!» intim? a tutta la famiglia prima di uscire.

Umar l’aspettava in piedi vicino ad un mandorlo, mentre dietro, ad una decina di passi di distanza, se ne stava tutto il resto della sua famiglia.

«Non ti ? bastato che mio fratello ti abbia salvato la vita? Che altro vuoi da me?»

«Michele ha pagato i tuoi torti passati, ma il suo gesto non pu? ripagare i tuoi odierni.»

«E quei due giorni a lasciarmi morire appeso ad un palo che cosa hanno ripagato?»

«Quello serviva solo a farti capire a che posto devono stare i maiali infedeli come te!»

Corrado ebbe l’istinto di portarsi una mano alla cintura, ma appena avvert? l’impugnatura sotto le dita lasci? perdere.

«Dimmi perchе mi hai cercato.»

«Gli uomini di un certo Salim hanno portato via mia sorella.»

«Lo sanno tutti, Umar. Pensa... proprio tu che sei cos? geloso di Nadira, te la sei fatta soffiare da sotto il naso… proprio tu che permettevi che lasciasse vedere solo i suoi occhi... Che ti ? saltato in mente quando hai accolto in casa quel criminale? Credevi di far bella mostra di Nadira con un estraneo senza averne conseguenze? Persino io nasconderei mia sorella allo sguardo di un forestiero. Metti la preda davanti alle fauci del lupo e poi ti lamenti che questo se la porti via? Umar… Umar… grande e stupido Umar!»

Umar tir? fuori la scimitarra che teneva appesa alla cintola e fu l? per l? per rispondere alla provocazione.

«Fallo, Umar… fallo! E poi chiederai alle volpi che l’altra notte girovagavano per il Raba? cosa mi ha detto quell’uomo. Perchе sono sicuro che ? per questo che oggi vieni a cercarmi.»

Umar rinfoder? la sua arma e rispose:

«Visto che lo sai gi?, perchе non sei venuto a dirmelo ieri?»

«Credevo che il tuo Qa’id ti avesse gi? detto quello che vuoi sapere. O devo credere che neppure ti ha ricevuto…»

«Ho parlato col Qa’id e far? di tutto per riportare a casa Nadira. Pagher? il riscatto e poi dar? la caccia agli uomini che hanno osato fargli quest’affronto!»

«Ti ha detto cos?? Ti ha parlato di riscatto?» chiese perplesso Corrado.

«Quello che ho discusso col Qa’id non sono affari tuoi. Dimmi solo cosa ti ha detto quel Salim maledetto.»

«Non ti dovrei niente… lo sai.»

«Mi devi la vita, dal momento che se respiri ancora ? grazie alla mia piet?.»

«Per dirti quello che so voglio qualcosa in cambio.»

Umar, spazientito, rimise la mano alla scimitarra, tuttavia Corrado afferr? l’impugnatura insieme al primo, impedendogli di intervenire. Umar quindi port? l’altra mano alla gola di Corrado e tent? di strozzarlo, salvo lasciare la presa quando si accorse del coltello che premeva sul suo addome.

«Ti sbudellerei, Umar… ma non voglio portare la rovina in casa di mio padre.»

Jala, che aveva assistito a tutta la scena, venne avanti correndo.

«No, Umar, non cos?!»

Corrado nascose nuovamente il coltello e Umar fece due passi indietro, consapevole che ci fosse mancato davvero poco.

«Lasciami parlare col cristiano, da sola.» richiese Jala.

«Sei impazzita?»

«Per favore, Umar. Corrado non si rifiuter? di ascoltare la parola di una madre.»

«? armato!»

Ma Corrado intervenne:

«E credi che possa fare del male a tua madre? Mi fossi chiamato Umar, o col nome di uno dei tuoi scagnozzi, forse avrei potuto pure colpire una donna; Apollonia porta ancora i lividi!»

«Umar, va’ per favore vicino a tua moglie.»

Quindi l’esattore del Qa’id si allontan? e, pur se con disappunto, lasci? sola sua madre.

«Ragazzo, mi dispiace per tua sorella… so bene che un vigliacco ha pensato bene di malmenarla. Umar in questo non c’entra niente per?… non ? stato lui. E poi, i lividi di tua sorella tu puoi ancora vederli… avessimo avuto noi una ragazza malmenata da curare!»

«Mi dispiace per tua figlia.»

«La gente comincia a dire che i morti del Raba? siano la conseguenza degli occhi di Nadira, e che la stranezza di quegli occhi inconsueti abbia dato il suo frutto l’altra notte; che Sheitan

(#litres_trial_promo) abbia legato agli occhi di Nadira la brama che conduce all’inferno! Adesso ci guardano tutti con diffidenza.»

«Di che ti preoccupi? Noi ci viviamo da sempre nella diffidenza della gente.»

«Corrado, ti prego! Ti ho visto con i miei occhi mentre quel forestiero ti parlava prima di scomparire nella notte.»

Corrado non avrebbe rifiutato quella verit? ad una madre disperata, tuttavia, consapevole che la sua famiglia fosse stata da sempre socialmente penalizzata, pens? bene di chiedere qualcosa in cambio.

«Dove vi siete sistemati?»

«Il Qa’id ci ha concesso di sistemarci in una piccola casa arredata. Perchе me lo chiedi?»

«Per quello che ti dir? voglio che la mia famiglia trovi alloggio in una casa come la vostra. La notte far? freddo, e non abbiamo abbastanza legna e coperte per scaldarci.»

«Quello che mi chiedi ? impossibile. Cosa ci appartiene tra queste mura perchе concediamo una cosa del genere a qualcuno?»

«Per certo dove il Qa’id vi ha accolto avrete spazio a sufficienza.»

«La legge del Profeta vieta di condividere lo stesso tetto con i dhimmi per pi? di tre giorni.»

«Vada per tre giorni allora… poi chiederai al Qa’id, tuo futuro genero, di trovarvi un altro posto dove stare.»

«Andrebbero bene anche le stalle?» chiese Jala, intendendo comunque se andasse bene per i cristiani una sistemazione del genere.

«Se la vostra legge non dice nulla in merito a condividere lo stesso tetto con i muli, vanno bene anche le stalle.»

Jala rimase senza parole e prese consapevolezza che la tracotanza di Corrado non avesse limiti.

«Desideri umiliarci? Perchе? Non ti basta quello che mi hai fatto?»

La donna adesso aveva gli occhi lucidi.

Corrado fu colpito da una strana vergogna nel vedere quelle lacrime e nell’udire quelle parole. Si volt?, fissando lo sguardo altrove, lontano dal viso di Jala.

«Io non ti ho fatto nulla.» rispose, guardando ancora lontano, verso un gruppo di bambini intenti a giocare a rincorrere una gallina.

«Io so che tu eri l?… e lo sai anche tu che io ti vidi. Incrociammo i nostri occhi; non mentirmi su questo! Da che ti vidi al Raba?, un anno dopo quella prima volta, desiderai ardentemente che tu morissi. Se avessi raccontato cos’era successo sono sicura che i miei desideri sarebbero stati soddisfatti; ma che ne sarebbe stato poi di Nadira e della sua serenit?? E poi avevi l’et? di Umar e pensare del male su un bambino di dieci anni mi faceva vergognare davanti ad Allah pi? della vergogna di incontrare il tuo viso per strada. Ti ho odiato con tutta l’anima, Corrado! E non riesco a non odiarti ancora oggi… Tu rappresenti la mia vergogna!»

«Sono gli occhi di Nadira ci? a cui vi riferite, e sono sicuro che il sospetto su quello strano colore sia venuto a tutti al Raba?.»

«Ma il tuo sangue rappresenta la natura di quella vergogna… dei sospetti non me ne ? mai importato nulla.»

Adesso Corrado trov? il coraggio di guardarla in faccia, accorgendosi che lei piangeva e tremava.

«Jala, mia Signora, ascoltami! La tua vergogna ? come se l’avessi portata io in questi lunghi anni. Forse l’essermi separato dalla mia gente, essermi perso tra queste montagne, ? la pena che pago per questo male.»

«Dimmi quello che voglio sapere, figliolo, e non parliamone pi?… Ma non pormi ricatti e richieste assurde, poichе mi resta solo di chiedertelo in ginocchio e sono sicura che Umar non lo gradirebbe. Far? quello che mi ? possibile per aiutare la tua famiglia, ma non chiedermelo come riscatto alle parole che tieni prigioniere.»

«In questo momento vedo davanti ai miei occhi la parte buona di Nadira, quella pura e incolpevole di ogni male. Bene, ti dico ogni cosa, ma ti chiedo di fidarti di me, perchе quello che sto per dirti potrebbe sembrare assurdo.»

«Per certo tu sai che fine ha fatto mia figlia!» esclam? lei, afferrando d’impulso il braccio di Corrado.

«Il Qa’id vi ha mentito: nessuno chieder? il riscatto per Nadira.»

«Perchе l’avrebbero rapita dunque? Sanno che ? la promessa di Ali ibn al-?awwas e pensano bene di guadagnarci.»

«Lui lo sa benissimo chi e perchе l’ha rapita… e sa pure come liberarla.»

«E perchе ci mentirebbe?»

«Perchе non soddisfer? mai la richiesta di quell’altro; non pu? perchе significherebbe tradire il suo stesso sangue.»

Jala cominci? a singhiozzare e scosse per le spalle Corrado.

«Ti prego; cosa ti hanno detto?»