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Il Cielo Di Nadira
Il Cielo Di Nadira
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Il Cielo Di Nadira

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«Non voglio lasciare mio padre.» avanz? Conrad.

«E se qualche infedele profanasse questo luogo?» rafforz? la sua tesi.

«Lo punir? il buon Dio, ma a tuo padre non possono ammazzarlo due volte. Oggi festeggeremo insieme, e poi, compenso in tasca, torneremo a Siracusa per dar manforte a quelli di noi che sono rimasti, in modo da completare l’assedio. Si ? fatto un grande bottino in questi giorni… Dio solo sa quanti villaggi sono stati predati nell’inseguimento e sulla strada di ritorno! Ognuno avr? la sua parte e a te spetter? quella di tuo padre.»

«Non me la sono guadagnata.»

«Cosa ti sei guadagnato di tutto ci? che tuo padre ha fatto per te? Ragazzo, comincio a stancarmi dei tuoi capricci! Oggi quasi stentavo a credere che te ne fossi stato quass? per pi? di una settimana. Ma io non sono tuo padre, e se non potr? onorare la promessa che ho fatto a lui allora ? tanto meglio che ti stacchi la testa con due dita piuttosto che averti tra i piedi!»

«Cosa volete da me?» chiese dunque Conrad alzando la voce.

«Che ti convinci che tuo padre ? morto e che la smetti di frignare. E che tu sappia che io ero amico di Rabel, non tuo, per cui non mi far? scrupoli ad appenderti allo stendardo se non farai quello che dico.»

«Prendetevi la parte del bottino di mio padre e lasciatemi in pace.»

Quando dopo questa frase Conrad si volt? per andare a rintanarsi dentro la grotta, Roul l’afferr? per la nuca e lo iss? ad oltre due metri d’altezza. La mano del guerriero abbracciava quasi tutto il collo del ragazzino, quindi la strinse a tal punto che gli occhi del pi? giovane parvero schizzare fuori.

«Mi chiamano Pugno Duro e dovrei farmi insultare da te, lurido moccioso? Non ci star? un niente a sfracellarti su queste rocce!» url? che pareva il Diavolo.

Dunque lo fece cadere scompostamente lasciando la presa.

«Se qualcuno dovesse vedere come cerchi di calpestarmi, la mia reputazione verrebbe messa a repentaglio. Ho ucciso uomini per molto meno! Ringrazia tuo padre e il mio onore se oggi non ti strozzo. Adesso alzati e vieni all’accampamento!»

Conrad era ferito, pi? che nel corpo nell’anima, ed evitava di guardare l’altro negli occhi, standosene ancora rannicchiato sull’erba secca. Neppure suo padre l’aveva mai disciplinato in tale modo.

Ad un certo punto vide la gigantesca mano di Roul avvicinarsi al suo volto; strinse perci? gli occhi immaginando il concretizzarsi di quella minaccia.

«Alzati e vieni con me. Ti far? vedere come viveva tuo padre, ti far? conoscere i suoi amici, ti far? bere quello che lui beveva e ti far? andare con le donne che lui preferiva.» lo invit? Roul con un inusuale tono gentile, porgendogli la mano.

Conrad l’afferr? e si rimise in piedi, quindi si asciug? le lacrime che bagnavano le sue lentiggini e forz? un’espressione di durezza.

«Cos? mi piaci!» si compliment? l’energumeno prima di voltargli le spalle e cominciare a scendere dall’erta.

«Roul!» chiam? invece Conrad.

«Che altro c'??» rispose spazientito l’adulto tra i due.

«Voglio che mi portiate con voi nella prossima battaglia.»

Roul rise, era compiaciuto che i suoi mezzi portassero risultati, ma rise di gusto.

«Moccioso, che cosa vorresti tu?»

«Volete insegnarmi a vivere come viveva mio padre… bene, portatemi anche a combattere. Mio padre mi insegna la spada da che cammino. So farlo!»

«Me ne darai una dimostrazione non appena sar? possibile. Per quanto riguarda la guerra… beh, figliolo, prima devi preparare il tuo cuore… devi imparare ad odiare!»

«Io so gi? odiare! Mettetemi qui davanti un infedele e vedrete come lo riduco a brandelli.»

«Non basta, non sei abbastanza forte.»

«Datemi la vostra ascia e abbatto quest’ulivo in tre colpi.»

Roul rise ancor pi? forte e rispose:

«Tu non sapresti neppure sollevarla la mia ascia! Verrai con me in battaglia, ma non adesso. L’esercito regolare di Costantinopoli ? composto da uomini che abbiano compiuto almeno diciotto anni. Noi non siamo certo al loro scarso livello, ma lascia che ti spunti almeno qualche pelo prima di venire.»

«Il prossimo anno?» chiese innocentemente Conrad.

«Il prossimo anno… va bene.» accord? Roul per toglierselo davanti.

«Vendicher? mio padre!»

Roul questa volta non rispose, piuttosto mise una mano sulla spalla dell’altro e riprese a scendere.

L’accampamento era un brulicare di gente; prima di allora a Conrad non era sembrato cos? grande. L’aria era quella della festa e tutto intorno i soldati ridevano e scherzavano, questa volta senza mostrare quella diffidenza che intercorreva tra stirpi diverse. Un tizio a lato della strada, presso le grandi tende, aveva una cassa piena di strani oggetti metallici con punte su pi? lati. Roul ne prese uno, lo mostr? a Conrad e gli spieg?:

«Vedi questo arnese, ragazzo? ? cos? che Abd-Allah intendeva sconfiggerci, disseminando il terreno con centinaia di questi cosi. Ma i nostri cavalli sono ferrati con piastre larghe e i pungoli non ci hanno fatto un bel niente. Comincia ad imparare qualcosa sulla guerra.»

Carri carichi della roba del bottino continuavano ad arrivare scortati dai soldati regolari e confluivano presso il largo spiazzo antistante la tenda del comando, quella di Giorgio Maniace; ovviamente anche i carri e i buoi facevano parte del bottino. Su qualcuno di questi carri vi erano anche uomini e donne presi prigionieri nelle scorrerie: si trattava dei malcapitati civili mori che non erano riusciti a nascondersi. Molte di quelle donne avrebbero fatto parte dei festeggiamenti come iniziale atto di servit?, prima di essere mandate in Terraferma come bottino da recapitare alle famiglie dei nuovi padroni. Le donne avrebbero fatto parte delle corti nei palazzi nobiliari e gli uomini sarebbero diventati servi della gleba, oppure, sia uomini che donne, sarebbero finiti in mano ai mercanti di schiavi giudei, i quali li avrebbero sparsi nei mercati di tutto il Mediterraneo. Ai cristiani era infatti teoricamente proibito commerciare direttamente esseri umani ridotti in schiavit?, ma la verit? era che il traffico dei prigionieri rendeva bene a tutti, cristiani e non.

Una delegazione degli abitanti di Rametta arrivava con carichi di provviste da destinare alle truppe. Rametta, arroccata in posizione formidabile sulle Caronie, era caduta in mani saracene solo nel 965, l’ultima tra tutte le citt? di Sicilia, ed era considerata il baluardo della cristianit? siciliana e dell’eroismo mostrato per la difesa della fede. Giorgio Maniace l’aveva ripresa poco dopo il suo passaggio oltre il Faro, ingaggiando una sanguinosa battaglia in cui i guerrieri normanni avevano pagato il maggior contributo di sangue. Adesso i suoi abitanti sostenevano la riconquista cristiana in ogni modo a loro possibile, inviando uomini e vettovaglie. Lo stesso facevano i cittadini di Rinacium

(#litres_trial_promo) - nome della citt? negli atti ufficiali - a poche miglia ad ovest da l?, essendo il centro abitato di una certa consistenza pi? vicino all’accampamento.

Dopo poco tempo si present? Tancred, il quale portava un otre di vino.

«Alcuni ne hanno gi? prosciugati tre!» disse questi, porgendo al suo commilitone l’oggetto a cui si riferiva.

«To’, fatti un sorso!» invit? Roul, passando il vino a Conrad.

Il ragazzino afferr? l’otre e ne ingurgit? un boccone, quindi stran? in viso e lo mand? gi? a fatica. Gli altri due risero di gusto vedendo la difficolt? del figlio di Rabel a comportarsi da adulto.

«Mi sa che per le donne c'? ancora tempo!» esclam? Roul, sottolineando il fatto che se Conrad avesse ancora difficolt? col vino, figuriamoci con le donne.

«Cosa ti aspetti? Ha solo nove anni.» fece notare Tancred.

«Io a nove anni andai con la mia prima baldracca!» rispose Roul, pur se la cosa sembrava assurda.

Quella fu l’ultima frase che Conrad ascolt? con lucidit?. Al secondo sorso di vino cominci? a vedere annebbiato e a non discernere pi? le singole voci dall’enorme e nebuloso vociare di migliaia di bocce parlanti in decine di lingue differenti.

«Pugno Duro, mi sa che il tuo figlioccio l’abbiamo perso...» comment? Geuffroi, un nobile normanno loro amico.

«? il figlio di frate Rabel, non il mio… Il figlio di Pugno Duro saprebbe bere il fuoco di questo monte.» si vant? Roul, speculando su un erede mai avuto e indicando il Jebel.

«Donne, dadi e vino… fuori dalla tenda della guardia variaga se la spassano alla grande!» s’intromise un altro, arrivando tutto eccitato e col fiatone.

Si diressero al luogo interessato, sennonchе, una volta giunti presso lo spiazzo della tenda del comando, dovettero desistere da ogni proposito. Conrad se ne stava ancora rimbambito e seguiva i vecchi amici di suo padre senza capire alcunchе. Decine e decine di persone, soldati di ogni genere, religiosi e persino alcune donne non ancora del tutto ricomposte l? dove si erano lasciate scoprire, se ne stavano tutte attorno al centro dello spiazzo, intente ad assistere a qualcosa. Regnava il silenzio e l’apprensione era tipica di quando sta per succedere qualcosa di terribile. Pure gli uomini della guardia variaga, coloro che avrebbero dovuto spassarsela, se ne stavano attenti a fissare il centro della scena. Roul perci? si fece largo spostando gli individui davanti a lui; Tancred, Geuffroi e Conrad ne approfittarono per avanzare.

Dalla tenda di Giorgio Maniace vennero fuori quattro uomini, quattro stratioti

(#litres_trial_promo) di Costantinopoli, riconoscibili dall’armatura e dall’aspetto mediterraneo. Tutt’attorno alla scena che stava per concretizzarsi, altri soldati romei

(#litres_trial_promo)… calabresi, macedoni e pugliesi, si schierano a protezione, temendo la reazione di qualcuno tra la folla.

A questo punto Tancred rivolse la parola ad un compagno d’armi l? vicino, il quale probabilmente aveva assistito alla scena sin dall’inizio.

«Amico, che diamine succede qui?»

E quello, a bassa voce e mettendo una mano sulla bocca:

«Maniakes

(#litres_trial_promo) e Arduin… pare che sia nata una discussione tra loro.»

«Per cosa?»

«Parlavano in greco, non ho capito tutto… per?…»

«Per? cosa?»

«Pare che l’alterco sia scoppiato per un cavallo.»

I carri col bottino erano stati in parte svuotati e degli uomini fidati smistavano la roba secondo la tipologia a cui essa apparteneva. Effettivamente un bellissimo purosangue arabo, nero come la pece e dal pelo lucidissimo, stazionava davanti ai carri. A questo punto i quattro stratioti fecero presto a tirare la bestia verso il luogo da cui erano usciti. Si fecero avanti anche alcuni longobardi

(#litres_trial_promo), ma le picche dei soldati a protezione li fecero desistere dall’intervenire.

Venne allora fuori Giorgio Maniace, con le mani ai fianchi e tutto furioso. Questi col suo occhio buono cominci? a fissare in cagnesco ogni presente. Poi url? nella sua lingua, ma tutti compresero:

«Qualcun altro ha intenzione di sfidare lo Strategos

(#litres_trial_promo)?»

Questa domanda introduceva ci? che stava per concretizzarsi.

I quattro che avevano portato dentro il cavallo adesso tiravano fuori di forza, peggio di come si farebbe con una bestia, Arduino, capo del contingente longobardo. Afferrarono questi per la barba, affinchе si assoggettasse alla prossima volont? di Maniace, e lo legarono al pennone posto all’angolo della tenda del comando, quello con su issata la bandiera con l’aquila bicefala di Costantinopoli. Infine Giorgio Maniace strapp? una sferza di corde dalle mani di un suo servitore l? accanto e, dopo aver fatto denudare la schiena e il fondoschiena del malcapitato Arduino, lo prese a colpire personalmente. Ovviamente quell’altro non emise suono, duro e testardo com’era.

Comandare altra gente non ? mai stato cosa facile, si rischia di far contento uno e scontento un altro, tuttavia Giorgio Maniace non faceva contento nessuno, ed eccetto la gente del popolo che lo vedeva come il liberatore della cristianit?, per il resto lo odiavano tutti.

Ci? che era accaduto sotto gli occhi dell’intero esercito era qualcosa di incredibile: un capo… un capo delle truppe ausiliarie, era stato umiliato al pari di uno schiavo. Maniace contava sul pezzo pi? grosso dell’esercito, quello regolare affidato al suo comando diretto, per cui gli era facile far valere le sue pretese. Arduino controllava invece i conterati, uomini armati di scudo e lancia reclutati con la forza in Puglia; ? chiaro che, eccetto per qualche fedele nobile longobardo, nessuno l’avrebbe difeso.

Il nocciolo della questione aveva poi dell’assurdo:

Per farla breve Arduino si era rifiutato di consegnare quel bellissimo purosangue arabo al suo generale, lo Strategos, ed era nata una discussione in cui nessuno dei due aveva voluto cedere. All’ennesimo rifiuto di Arduino, Maniace aveva deciso che dargli una lezione esemplare avrebbe ammansito la sua indisciplinatezza.

Tuttavia non sempre la forza risolve le contese, anzi spesso le conseguenze derivate dal suo uso e abuso risultano pi? spiacevoli della causa per cui si era deciso di attuarla. Ci? che quel gesto scaten? non poteva immaginarlo neppure Maniace, il quale, a dire il vero, spinto da un pessimo carattere, spesso agiva d’impulso e senza badare ai risultati delle sue azioni. Per di pi?, mentre l’esercito dava importanza alla vittoria sul campo e intendeva spassarsela, lui valutava la riuscita fuga di Abd-Allah un insuccesso. Tutta colpa della flotta che aveva permesso all’emiro saraceno di imbarcarsi al di l? dei monti e di raggiungere la capitale Balarm. Chi comandava la marina, il quale avrebbe dovuto fornire supporto alle truppe di Maniace, era Stefano il Calafato, tuttavia l’abilit? militare di quest’ultimo non poteva minimamente paragonarsi alla capacit? del generale. Stefano comandava la flotta soltanto perchе era il cognato dell’Imperatore, e a causa di questa considerazione che non teneva conto del merito, Giorgio Maniace non lo sopportava.

«Cos? finisce chi sfida Geоrgios Maniаkis!» concluse il generale, guardando gli astanti nella loro interezza e stendendo verso di loro il braccio con la sferza.

La folla a quel punto inizi? a diradarsi, ma era chiaro che la festa fosse finita l?, nella visione della schiena sanguinante di Arduino. Il longobardo perci? venne raccolto dai suoi fedelissimi e riportato nella sua tenda. Non sarebbe finita l? e tutti lo sapevano...

Roul e i suoi compagni d’armi si ritirarono mestamente verso la sezione di accampamento in cui si erano sistemati; perfino il vino e le donne persero il loro ascendente per quella sera.

Una volta ritiratisi in disparte, ed era gi? il tramonto, Roul, appoggiandosi al palo a cui era legato il suo cavallo, esord?:

«Ci? che abbiamo visto oggi ha dell’assurdo!»

«Io dico che saremmo dovuti intervenire.» avanz? Tancred.

«Noi rispondiamo a Guaimar di Salerno, non ad Arduin.» rispose Roul.

«Anche Arduin risponde a Guaimar. Ci ha assoldati lo stesso signore.»

«Allora che gli ristabilisca l’onore il suo signore! Non ? anche Guaimar un longobardo?» fece notare Geuffroi, d’accordo con Roul.

«Non ? questione di sangue o di fratellanza, ? questione che nessun nobile, per giunta di buona stirpe, sia meritevole di subire quel trattamento. Non saremmo intervenuti se al posto di Arduin ci fosse stato Willaume de Hauteville?»

«Willaume gli avrebbe strappato il cuore con un morso!» esclam? Roul.

«Ma Willaume si guarda bene dal contraddire quel maledetto cane rabbioso di un macedone!» afferm? qualcuno… bens? non era chiaro chi avesse parlato.

Il fatto che i tre soldati fecero un gesto di riverenza la dice lunga su chi fosse il tizio sopraggiunto.

«Willaume, noi parlavamo solo perchе il fiato fa parte del compenso.» si giustific? Tancred con un filo di ironia, proprio colui che metteva in dubbio il non intervento da parte di tutti.

«Tancred Lunga Chioma, un giorno mi spiegherete perchе vi chiamano cos?.» rispose Willaume, ovvero Guglielmo d’Hauteville.

«Lunga Chioma era mio nonno… io ho solo ereditato il nome.»

Poi guard? il pi? grosso fra tutti e subito dopo Conrad l? accanto.

«Roul Pugno Duro, ? onorevole quello che fate per questo fanciullo.»

«Willaume, qualcosa pi? forte del sangue mi lega a mio fratello Rabel.»

«Ci? dimostra che dietro quell’ascia c'? un cuore…»

Dunque riprese fiato e disse:

«Ad ogni modo voglio che sappiate che provengo dalle tende della guardia variaga… e la cosa non ? piaciuta neppure ad Harald.»

«Credo che la cosa non sia piaciuta a nessuno. Non si pu? umiliare un capitano a quel modo!» ribad? Tancred.

«Sono sicuro che se fossi stato io al posto di Arduin voi non sareste rimasti a guardare.»

«Puoi dirlo forte, Willaume!» sostenne Geuffroi.

«Ma sarebbe stato un suicidio! Pure Arduin oggi lo sapeva.»