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Guard? l'oste.
"Credevo che i vecchi guerrieri non fossero mai abbastanza vecchi".
"L'anca..". si lament? Bermudo, "ormai non posso pi? montare a cavallo.
Ma non avr? problemi a spiccare qualche testa, se ne avr? l'occasione. In un sol colpo" puntualizz?.
E mentre parlava mostr? l'arma che teneva sotto il bancone.
Era un'ascia d'arme, di quelle che chiamano 'ferrate' perchе interamente in ferro, abbastanza pesante da assestare colpi potenti ma abbastanza piccola da poter essere brandita da un uomo a cavallo. Sul lato opposto alla lama presentava uno spuntone usato per colpire le armature dei nemici.
"? ancora affilata?"
Bermudo assent? con orgoglio.
"Speri di averla a tua disposizione quando ci scontreremo con gli albari?"
Il bargello sorrise, si scol? l'ultimo goccio rimasto nel bicchiere e lasci? cadere una moneta sul bancone. Prese la cuffia e i guanti, si aggiust? la cintura e si diresse all'uscita.
Quando si trovava gi? sulla soglia Bermudo gli disse:
"Il Nero ? un tipo coraggioso. ? un dato di fatto". Jimeno si gir? verso l'oste e con un cenno gli fece capire che non sapeva di cosa stesse parlando.
"Forse proprio in questo momento sta pensando di andare alla Carbonera, anche se ci sono gli albari. ? l'unico luogo dove c'? qualcosa che pu? considerare veramente suo" disse con il viso serio. "Lavora duramente, fa il carbone. Poi, con la sua abilit? con le parole, ce lo vende. ? un tipo sveglio. Qui tutti bruciamo il suo carbone. Puoi sentirne l'odore ad ogni passo, per le strade del villaggio. ? come se avessi sempre un braciere sotto il naso".
"Non capisco..". cominci? Jimeno prima di essere interrotto dall'oste.
"? l'unico in paese che si rallegra se l'inverno ? cos? freddo che le palle ti si incollano alle gambe. E non ? che sia meschino" spieg?. "? che se non
facesse freddo, Sancho non avrebbe modo di tirare avanti. E nemmeno Garc?a, suo figlio, che ? un bravo giovane. Se gli albari sono alla Carbonera, non c'? alcun modo per il Nero di fare il carbone da vendere"
spieg? guardando fisso il bargello. "Senza carbone niente denari, e niente cibo. E il Nero muore. Lui lo sa" continu?, "questo ? certo. Eppure, ritiene che sia meglio aspettare che dei veri soldati si occupino di quei briganti bianchi" riflettе battendo sul bancone con le nocche. Alz? gli occhi verso il bargello. "Mi fido pi? del giudizio di un poveraccio coraggioso che fa prevalere il buonsenso alla fame che di un bargello, anch'egli valoroso, che d? per scontato che una banda di contadini potr? far fronte a guerrieri di lungo corso".
Jimeno fece schioccare la lingua. Era seccato al pensiero di essere l'unico in paese a credere veramente che la sua gente avrebbe potuto farsi valere da sе.
Sguain? la spada e la mostr? a Bermudo. Metallo di qualit?. Ben affilata.
"Io non sono nato sapendo gi? impugnare una spada. Mio padre me le ha date con una di queste finchе ho avuto pi? lividi che pelle. E man mano che guarivano, io diventavo pi? abile e beccavo meno botte. Con il tempo, fu lui che cominci? a lamentarsi dei dolori" dichiar? orgoglioso. "? la pratica a fare il maestro".
Jimeno ruot? la lama facendola luccicare e la rinfoder?. Resse lo sguardo dell'oste.
Io insegner? loro a combattere. Spada, scure e mazza. Ci eserciteremofino a quando non ce la faranno pi?. In due giorni saranno miglioratiabbastanza da rendersene conto loro stessi. E al crescere dell'abilit?aumenter? anche la fiducia. Non saranno diventati dei bravi soldati, masaranno buoni per combattere.
Bermudo sapeva bene quali fossero i pensieri del bargello.
"Guarda, Jimeno, ti dir? una cosa" lo avvert? appoggiandosi al bancone.
"Non riuscirai a reclutare truppe per le guerre future. Quelli del villaggio non sono buoni per fare i soldati. Tre o quattro al massimo. Gli altri sono
contadini dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi: non saprebbero lottare neanche se glielo insegnassi tu personalmente. L'unica cosa che potresti ottenere mandandoli contro gli albari sarebbe farli ammazzare. No"
tagli? corto mentre prendeva la scopa e usciva da dietro il bancone per spazzare il pavimento del suo locale. Il vecchio oste non sembrava proprio un guerriero. "Se non dovessero venire, non andare a caccia di problemi.
Chiedi aiuto al re o a chi vuoi tu. Proteggi la tua gente dagli albari e non li coinvolgere. Non ne vale la pena. Accontentati della vita che hai. Dedicati a coltivare la terra, carote, fagioli, cipolle, qualsiasi cosa. Non sei poi cos? giovane come credi" aggiunse stancamente. "Basta con le avventure. Fai altri cinque figli e lascia che combattano loro, se lo vorranno. Non siamo pi? quelli di una volta".
*****
A met? pomeriggio, Jimeno pens? di aver ormai assolto la missione che si era dato fatta di discorsi, spiegazioni e promesse di successo. Da quando aveva fatto sentire la sua voce alla taverna, i compaesani erano venuti da lui in cerca di altri dettagli su quello che intendeva fare. Di quanti uomini abbisognava? In che modo intendeva addestrarli? Avrebbe consentito loro di portare le armi in paese? Don Yеquera li avrebbe accolti nel suo castello? In che modo sarebbe stato riconoscente per il servizio reso?
Avrebbero ricevuto il soldo?
Il bargello era stato felice di constatare che nessuno pi? gli chiedeva quanti fossero gli albari e se fossero davvero pericolosi. Molti erano entusiasti all'idea di combattere. Erano ansiosi di raggiungere Yеquera. E anche Jimeno lo era.
Tuttavia, aveva accettato il consiglio di Bermudo e aveva fatto scrivere a suo cognato una lettera per il re in cui chiedeva aiuto, anche se non aveva molte speranze di ricevere una risposta soddisfacente. O anche solo una risposta.
Alla fine, i preparativi avevano richiesto pi? tempo del previsto; quando infine percorse insieme al figlio minore la discesa che portava alla Fontana
Nuova, l'ora meridiana era ormai passata. I raggi del sole che tramontava a ovest illuminavano la moltitudine accorsa vicino a casa del fornaio. Il viaggio aveva suscitato grandi aspettative e sembrava che mezzo paese si fosse dato appuntamento per vederli partire.
Fermarono i cavalli e osservarono la gente l? riunita.
"Quanta gente!" esclam? Ramiro, evidentemente sorpreso. "Credo che i vicini siano dalla vostra parte, padre".
"Non perdere tempo a chiacchierare con loro" ordin? Jimeno al figlio, smorzando il suo entusiasmo. "Dobbiamo partire al pi? presto".
"S?, padre" rispose obbediente mentre spronava il cavallo per non fermarsi.
Jimeno vide suo figlio avvicinarsi baldanzoso al gruppo di compaesani e si concesse un sorriso orgoglioso, vedendo come la gente lo guardava.
La maggior parte degli abitanti del villaggio indossava una camicia e delle braghe. Alcuni avevano una giubba e la maggior parte di loro si proteggeva dal freddo con una ruvida cappa di lana. Ramiro invece indossava un'elegante tunica color verde chiaro a maniche lunghe, ottimi stivali da monta del miglior cuoio che si fosse visto in paese e un mantello con la chiusura d'argento. I capelli neri erano coperti da un basco rosso, simile a quello usato dai nobili della Navarra.
"Ecco qui un bel signorino" aveva detto Arlena dopo avergli sistemato il mantello sulle spalle. "Al cospetto di don Yеquera comportati con educazione. Dimostra che sei un gentiluomo e non limitarti a sembrarlo".
Sua madre si era data molto da fare affinchе Ramiro si distinguesse dai villici che sarebbero andati a incontrare il signore del castello.
Il piano di Jimeno prevedeva che i suoi figli facessero visita a don Yеquera; l'allegria della giovent? era quel che c'era di meglio per far tornare le forze a un vecchio. Desiderava che l'anziano cavaliere si sentisse a suo agio con i ragazzi mentre Jimeno esaminava l'arsenale del castello. Se quello che conteneva fosse stato di suo gradimento avrebbe fatto richiesta di poterlo portare con sе per addestrare i villici; lo avrebbe portato via comunque. E
don Yеquera avrebbe accettato molto pi? facilmente di cedere le sue armi se fosse stato di buon umore.
Arlena non dimenticava neanche per un attimo quello che era successo a suo figlio Alfonso, e per andare al castello non si poteva non passare nelle vicinanze della Carbonera. Aveva accettato obtorto collo che Ramiro accompagnasse il padre, e solo dopo che Jimeno le aveva giurato pi? e pi? volte che non avrebbe permesso che a suo figlio accadesse niente di male.
Qualcuno alle sue spalle si schiar? la voce e Jimeno vide dietro di sе sua sorella a cavallo di Roccia. Il mulo non sembrava felice di avere Jimena in groppa. E nemmeno quelle grosse bisacce.
"Vieni al castello?" chiese Jimeno, indicando le bisacce.
"No, ? solo che avevo voglia di fare un giretto su questo mulo puzzolente"
sospir? rassegnata mentre si risistemava sulla cavalcatura. "Ho parlato un po' con tua moglie. Abbiamo preparato una torta per don Yеquera, qualche liquore e della biancheria, di ottima qualit? naturalmente". spieg?.
Jimeno volse di nuovo lo sguardo verso le bisacce che probabilmente contenevano la biancheria. Prodotta nel vecchio capanno vicino alla chiesa, trasformato da sua sorella in un laboratorio che fruttava dei bei soldi. Grazie alla lana di Guillеn e con la benedizione di padre Ruderico, che si teneva una parte degli incassi per la cessione di quello spazio.
Se non puzzano quanto quel pollaio dove sono stati tessuti, sono sicuroche finiranno per prendere l'odore disgustoso di questo mulo.
"E cos?... dei regali, eh?" indag? il bargello.
"Qualcuno in questa famiglia deve assumersi il ruolo di testa pensante, un forte braccio non basta" gli rimprover? Jimena. Poi si volse verso i suoi compaesani. "Sembra che siano venuti tutti a salutarci" osserv?, "neanche fossimo destinati a morire lungo la strada..".
Jimeno grugn? e guard? tutta la gente riunita davanti al forno. Pi? persone di quante lui riuscisse a contare ronzavano intorno ad un carretto trainato da due asini, guidato da padre Ruderico. I suoi folti baffi si agitavano di qua
e di l?, evidentemente era nervoso all'idea di cosa avesse in serbo per loro quel viaggio. Il bargello fu lieto che il sacerdote si fosse aggregato al gruppo, e anche del fatto che si fosse portato dietro il carro. Su quel carro Jimeno sper? di poter portare in paese le armi custodite al castello.
A giudicare dal fumo che usciva dal camino, il fornaio doveva aver acceso il forno per vendere i suoi prodotti appena sfornati alla gente in attesa davanti alla sua bottega. Ad averci pensato prima, Jimeno avrebbe potuto fissare il luogo di ritrovo a casa sua, cos? Arlena avrebbe potuto vendere qualche liquore.
Non si pu? pensare a tutto, si lament?.
Raddrizz? la schiena e spron? il cavallo affinchе avanzasse con portamento fiero, dando ad intendere che aveva tutto sotto controllo. Sua sorella lo seguiva con Roccia.
L'ambiente profumava di pane caldo e di aria fredda. La gente si era suddivisa in capannelli e si scambiava opinioni, e un otre di sidro mezzo vuoto passava di mano in mano. I villici sembravano oziosi e Jimeno guard? verso il sole calante.
Non gli sorrideva per niente l'idea di dover cavalcare cos? di fretta fino a Yеquera con le notti che arrivavano cos? presto in quel periodo e gli albari che infestavano i paraggi. Meglio partire al pi? presto.
Jimeno e Ramiro erano gli unici a cavallo. Jimena aveva il mulo. Gli altri viaggiavano a piedi o sul retro del carretto.
Il corpo del bargello ebbe un piccolo brivido a causa del freddo. Raddrizz? le spalle facendo finta di niente e si sistem? il pesante mantello di lana. Da Lacorvilla al castello di Yеquera c'era solo un miglio di distanza, ma dovendo girare intorno alla Punta del Paco la strada si allungava diventando tre volte tanto.
"Cosa stiamo aspettando?" volle sapere guardando i suoi vicini dal cavallo.
La risposta non gli giunse gradita.
L'uomo che era tutto ossa usc? dalla bottega del fornaio a lunghe falcate.
Proteggeva dal vento una grossa pagnotta, appena fatta. Il nero se la passava da una mano all'altra quando il calore diventava insopportabile. Si avvicin? al carretto a passo lesto e con un salto sal? sulla parte posteriore, che il suo modesto peso non spost? neanche di mezzo pollice.
"Che cosa ci fa qui Sancho, padre?" chiese Ramiro. Come suo fratello maggiore, condivideva l'astio del genitore nei confronti del Nero.
"Anch'io vorrei saperlo".
"Vado a trovare mia madre" spieg? Sancho. Jimeno schiocc? la lingua ricordando che la madre di quel miserabile era la fantesca del castello. Per ragioni che lui non riusciva a capire, don Yеquera aveva accettato che la vedova dell'assassino servisse alla sua tavola. Adesso quel pezzente del carbonaio aveva una scusa per accompagnarli nel loro viaggio. "E poi anch'io voglio aiutare la mia gente".
Allo sguardo adirato di Jimeno, aggiunse che il bargello non poteva impedirgli di andare a trovare sua madre nе di aiutare i suoi compaesani.
No di certo, se il bargello era quel brav'uomo che al mattino, alla taverna, aveva detto di essere.
Ramiro mise mano con impeto all'impugnatura della spada ma suo padre lo ferm?.
"Non vale la pena di discutere con lui" disse con disprezzo.
Il Nero parve soddisfatto del suo piccolo trionfo e si sistem? meglio sulla parte posteriore del carretto.
Senza ulteriori perdite di tempo, partirono. Quelli che rimasero augurarono loro buon viaggio.
Saremo a Yеquera prima che il sole tramonti. Non capisco il motivo di tuttaquesta preoccupazione.
Facevano strada alcuni abitanti del villaggio che procedevano a piedi. Il bargello e suo figlio seguivano il carretto. Jimena cavalcava Roccia
accanto a loro. Soffiava nella loro direzione un forte vento che sollevava molta polvere; Jimeno era spesso costretto a chiudere gli occhi con forza, e li sentiva umidi. Ogni volta che li apriva, Jimeno vedeva il carbonaio seduto nella parte posteriore del carretto che canticchiava qualcosa di inintelligibile. Sembrava felice.
A quella vista Jimeno stava perdendo la calma.
Vedeva Sancho viaggiare come un re. Godersi un viaggio che non gli costava il minimo sforzo. Jimeno sapeva che era un uomo indebolito dalla fame, e ammetteva che aveva una grande volont? di vivere e grande abilit? nell'affrontare le avversit? della vita. Ma la cosa non sarebbe durata a lungo.
Non appena si fosse insediato il nuovo signore, il vecchio don Yеquera non aveva pi? molto da vivere, avrebbe convinto il nuovo arrivato ad esiliare Sancho. Quando fosse andato via non sarebbe pi? stato una vergogna per il villaggio. Non c'era posto per i ladri nel paese di Jimeno.
Tutti sappiamo che ? un ladro, le piccole cose non spariscono da sole eanche se muore di fame non si decide mai a morire. Bisogna scacciarloappena ce ne sar? l'occasione, decise. Ma la cosa migliore sarebbe chemorisse una buona volta. Cos? non avrei problemi con la gente delvillaggio. Me l'ha detto Bermudo che in paese si mormora che abbiamorubato le sue terre. Non bisogna continuare a buttare legna sul fuoco.
Quello che si prospettava era un inverno di carestia, e nessuno pensava che il Nero potesse superarlo. Non era malato, ma presto lo sarebbe stato.
Chiunque si ammala se non mangia abbastanza, e Jimeno sperava che il carbonaio non fosse un'eccezione.
"Perchе sei venuta, zia?" chiese Ramiro.
La domanda di suo figlio riscosse Jimeno dai suoi pensieri.
"Per assicurarmi che facciate le cose come si deve" rispose Jimena.
"La guerra non ? roba da donne" precis? Jimeno.
Sua sorella alz? un sopracciglio.
"Chi ha parlato di guerra? Vedi perchе non si pu? lasciarvi soli? Stamane parlavi di una banda di briganti e al pomeriggio li hai gi? trasformati in un esercito" argoment? con un grande sorriso. "Vista la situazione, ? meglio che qualcuno vi tenga d'occhio".
"Pochi o tanti, quando gli uomini combattono ? sempre come se fossero in guerra. Non ? roba da donne, ma da uomini. Da guerrieri. La spada vuole affondare nella carne. Ci sono sempre dei morti e il sangue inonda il terreno" raccont? Jimeno descrivendo immaginari colpi di spada. "E quelli che non hanno avuto il buonsenso di prepararsi sono i primi a cadere sulla fredda terra. Sar? meglio per voi che, quando sar? tutto finito, siamo noi i vincitori".
Una promessa funesta si nascondeva nel modo di parlare del bargello, e il gruppo tacque.
Uomini e cavalli scendevano lungo il sentiero che attraversava campi e macchie di boscaglia. Le montagne cos? generose di selvaggina quando la mira era favorevole sembravano inquietarsi al passaggio del vento tra gli alberi, e proprio tra quelle montagne gli albari potevano aver trovato rifugio, forse intenti ad osservare la piccola comitiva che viaggiava verso Yеquera.
Jimeno temeva la possibilit? di un'imboscata, ma il terreno era troppo aperto perchе potessero prenderli alla sprovvista.
"Anche noi possiamo aiutare" dichiar? Jimena interrompendo le elucubrazioni del bargello. "Come fecero le donne di Jaca".
"Bah!"
Dietro una curva apparve il castello di Yеquera. Il colore sabbioso delle pietre di cui erano fatti i muri spiccava sul verde umido dei terreni circostanti. Sembrava ancora pi? alto di quanto fosse in realt? perchе era costruito sopra una collina.
Una costruzione solida, malgrado sia sorvegliata da poche guardie.
"Che cos'? questa storia delle donne di Jaca?" Ramiro era curioso.