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Raji: Libro Uno
Raji: Libro Uno
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Raji: Libro Uno

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“Sì.”

“Mmm. Non sarà sufficiente. Conosci qualcuno al country club?”

“Si, certo.Nei miei sogni.Comunque,” Fuse indicò le ragazze con la testa, “vedo che oggi è arrivata la tifoseria.”

Cameron guardò le tre ragazze e si fermò per far loro un esagerato inchino, tenendo la racchetta di lato e la mano libera in vita. Questo le fece scatenare in un culmine di risate e sussurri.

"Quella tua stalla", disse Cameron a Fuse mentre proseguivano verso la palestra, "ha un posto libero, dove non ci siano recinti per maiali o altro?".

“Certo,” disse Fuse. “Il lato sud è libero.”

“Sai quanto è alta quella rete?”Guardarono indietro verso il campo da tennis mentre Cameron puntava la racchetta verso la rete.

“Circa ad altezza bacino.”

“Esatto. Dipingiti una linea bianca in quel tuo fienile, altezza vita e lunga sei metri. Servi e colpisci al volo sul lato del fienile. Non preoccuparti di dove rimbalza la palla, basta che la porti un paio di centimetri oltre la linea bianca e poi corri verso il muro.”

“Pensi davvero che questo mi aiuterà?”

"Devi lavorare sui colpi a terra, sulla schiacciata sopra la testa, sui rovesci e su tutto il resto. Ma ti dico, padroneggia il servizio e la volée, e vincerai a tennis. Forza, dobbiamo lavarci prima della lezione di algebra del signor Anderson".

Si diressero verso lo spogliatoio maschile in fondo alla palestra.

"Grazie per avermi aiutato", disse Fuse.

"Non preoccuparti, ti sdebiterai. Ho ancora bisogno di aiuto con la geometria solida".

* * * * *

Fuse era seduto nell'ultima fila dell'aula del signor Anderson estava leggendo un grosso libro illustrato.

"Signor Fusilier".

Fuse sussultò e alzando lo sguardo vide il signor Anderson dirigersi verso di lui. Gli altri studenti guardavano l'insegnante in silenzio.

"Ti andrebbe di partecipare alla lezione di oggi?

"S-sì, signore." Fuse chiuse il libro e lo fece scivolare sotto quello di matematica.

"Bene, allora. Puoi dirmi cosa vedi sulla lavagna?"

"È un'equazione quadratica."

"Sì!E per gli altri studenti che hanno prestato attenzione nell'ultima mezz'ora senza capire niente della mia spiegazione, qual è la tua definizione di equazione quadratica?

"Un'equazione quadratica è un'equazione polinomiale di secondo gradocon una singola variabile, in questo caso, X".

"Corretto, ancora una volta". Il signor Anderson tenne il suo libro di testo contro il petto e guardò gli altri. "E ora, le dispiacerebbe darci la formula quadratica?"

Fuse studiò la lavagna per un momento, poi rispose: "X è uguale a meno B, più o meno la radice quadrata di B alla seconda, meno quattro AC, tutto fratto due A".

Il signor Anderson aprì il suo libro di matematica per guardare una pagina. "Molto bene, signor Fusilier". È tornò in cima alla classe.

"Secchione", qualcuno sussurrò dalla sinistra di Fuse.

Si girò e vide Monica Cuddlestone che gli sorrideva. Era una brunetta dagli occhi blu intenso, arricciò in modo carino solo il lato destro della bocca. Mentre si leccava il labbro superiore con la punta della lingua, lui si soffocò e girò la testa verso l'insegnante. Lei ridacchiò.

“Può tornare aGrey’s Anatomy, signor Fusilier,” disse l’insegnate cancellando la lavagna per iniziare una nuova equazione. “La chiamerò di nuovo se avremo bisogno di aiuto.”

Fuse afferrò il libro di anatomia e lo aprì dove la matita aveva tenuto il segno. Non era un libro di nessuna materia del liceo, ma del college, che aveva preso in prestito dalla biblioteca. Voltò un paio di pagine e cominciò a leggere della spina dorsale e del midollo spinale dell’uomo.

* * * * *

Fuse appoggiò la sua bicicletta contro una quercia torreggiante accanto al portico. Raggiunse a grandi passi la porta d'ingresso e la spalancò.

"Ciao papà", salutò mentre gettava i libri e la racchetta da tennis vicino alla porta d'ingresso. Aggirò la sedia a rotelle del padre e gli si mise di fronte. "Hai fatto tutti i tuoi esercizi oggi?".

Suo padre non rispose.

Fuse prese la posta da sopra il caminetto, dove la signora Smithers la lasciava sempre. Vide una lettera della banca, una fattura del negozio di mangimi da sei dollari e cinquanta centesimi per dodici balle di erba medica e un assegno di cinque dollari per il latte della settimana scorsa. Ma nulla da parte di sua madre o da Octavia Pompeii. Lasciò cadere la posta sopra la mensola e guardò il fuoco per un attimo, poi tirò il tavolo davanti al padre.

"Va bene se dipingo una linea bianca sul lato del fienile? Cameron dice che mi sarebbe d'aiuto per la partita di tennis se mi allenassi contro il muro".

Guardò suo padre sbattere le palpebre e notò che indossava un cambio d'abito pulito ed era appena stato rasato. Fuse non sapeva cosa avrebbe fatto senza l'infermiera Smithers. Poteva cucinare, dar da mangiare al padre e metterlo a letto la sera, ma occuparsi di un invalido senza aiuto era troppo per lui. Il dottore veniva due volte alla settimana, ma era la signora Smithers che lo teneva in vita e in salute. Non aveva idea di quanto costasse avere un'infermiera lì tutto il giorno – la banca si occupava di tutte le spese mediche – ma era grato del suo aiuto.

Quando Fuse raggiunse il set di scacchi, gli occhi di suo padre si mossero ma rimasero indietro rispetto al movimento della mano del figlio, come se ci volesse molto tempo prima che l'azione si registrasse nella sua testa.

"Ho pensato a una nuova mossa d'apertura oggi in classe di storia". Fuse sistemò i pezzi. "Voglio vedere cosa ne pensi".

Posizionò gli scacchi per entrambe le parti, eseguendo le prime quattro mosse della partita. Suo padre inclinò il mento leggermente verso il basso per seguire i movimenti.

"Ok, tu studia questo mentre io vado a controllare Stormy. Potremmo già avere un nuovo puledro. Dopo essermi preso cura degli animali, vado a friggere del prosciutto e delle uova per cena. Ti sembra una buona idea?"

Fuse indossò il cappotto e uscì dalla porta sul retro trovando Ransom ad aspettarlo. Il cavallino nitrì, fece una dozzina di passi veloci verso la stalla, poi corse indietro verso Fuse.

"Ransom, come sei uscito?" Allungò la mano per dare una pacca sul collo al cavallo. "Quel recinto non si può saltare, e il chiavistello è all'esterno. Hai dato un calcio a qualche tavola? Dopo aver controllato Stormy, andiamo a riparare la recinzione".

Il cavallo attraversò veloce la stalla, e Fuse gli corsedietro.

Quando arrivarono da Stormy, il cancello era aperto. Fuse sbatté gli occhi e scosse la testa.

"Ho le visioni, Ransom, o quel cancello si stava muovendo quando siamo entrati? Si guardò intorno nel fienile silenzioso vedendo i piccioni tubare. Loro agitarono la testa da un lato all'altro, guardandolo. Lui scrollò le spalle. "Forse ho bisogno di un paio di occhiali".

Stormy era in piedi accanto al suo abbeveratoio, con la testa bassa e il respiro affannoso.

"Ciao, Stormy, tesoro. Ancora niente cucciolo, eh?"

Le accarezzò il collo, e lei alzò la testa verso di lui, con gli occhi socchiusi.

Si inginocchiò nel fieno e le portò la mano lungo il ventre. "Lo sento muoversi. Non ci vorrà molto ormai". Controllò la sua mangiatoia; era mezza piena. "Oggi non hai mangiato niente".

Anche Ransom guardò nella mangiatoia, poi iniziò a sgranocchiare l'avena di Stormy.

"E c'è ancora acqua in abbondanza. So che ti senti triste, ma non puoi stare tutto il giorno senza mangiare e bere". Vide che aveva ancora molto fieno. "Bene", disse, poi si fermò un attimo. "Non c'è molto da fare qui. Mi occuperò dei maiali e mungerò le mucche. Poi tornerò a vedere come stai".

* * * * *

Dei forti colpi svegliarono Fuse. Lui afferrò il cuscino e si coprì la testa. Dopo un attimo, di nuovo quel rumore. Si tolse le coperte e si sedette sul letto.

Potrebbe essere la mamma? Ma perché avrebbe dovuto bussare?

Con solo il pigiama addosso, si precipitò giù per le scale. Quando raggiunse la porta d'ingresso e accese la luce, sentì di nuovo quel suono, ma dal retro della casa.

Guardò l’orologio sul muro: 3:45.

Chi diavolo bussa alla porta sul retro a quest’ora?

Mentre Fuse si affrettava attraverso la cucina buia, bussarono di nuovo, con più insistenza. Accese la luce della cucina e aprì la porta.

“Tu!”

Era la ragazza che aveva trovato a dormire nel loro fienile il giorno prima. Ransom saltellava sotto i gradini del portico, quasi quanto lei.

La ragazza balbettò qualcosa gesticolando verso il fienile.

"Cosa stai dicendo?” Fuse tremava per l'aria fredda. "Non ti capisco".

Blaterò un'altra serie di parole agitate e pestò il suo piccolo piede sul pavimento. Poi cullò le braccia avanti e indietro come se stesse tenendo un bambino.

"Stormy!” Fuse gridò e corse verso il fienile.

Capitolo Quattro

Fuse sentì le grida di Stormy non appena attraversò la porta del granaio.

Corse verso la stalla e trovò la cavalla che scalpitava a terra, tremante per i dolori del travaglio. Lei si volse verso di lui e con gli occhi spalancati lo fissò.

Una lanterna appesa a un piolo emise una fievole luce gialla. Fuse si chiese come mai fosse accesa. Quando la ragazza entrò dietro di lui, realizzò che doveva essere stata lì tutta la notte.

Stormy piagnucolava e saltellava in semicerchio, guardando verso le sue zampe posteriori.

“Oh, no”, sussurrò Fuse quando controllò l'andamento. “Parto podalico”.

Percorse la mano lungo il fianco di Stormy, poi guardò la ragazza. Lei spostò lo sguardo da lui alla cavalla, evidentemente preoccupata.

“Il puledro sta cercando di uscire al contrario.”

Scosse la testa.

“Ransom!” Fuse quasi inciampò sull'altro cavallo, che stava con gli occhi spalancati accanto a Stormy. “Levati di mezzo”.

Spostò Ransom col ginocchio mentre cercava di confortare Stormy. La ragazza afferrò il cavallo dalla criniera per trascinarlo fuori dalla stalla. Una volta fatto uscire, fece retromarcia, chiudendo la porta.

“Grazie.”

Mentre Fuse si inginocchiava vicino al secchio dell'acqua per lavarsi le mani e le braccia, guardò la valigia malconcia sulla paglia. Era contento che lei fosse lì, altrimenti Stormy e il suo cucciolo sarebbero potuti morire prima che arrivasse mattino.

“Devo trovare le zampe posteriori”, disse mentre si sciacquava le mani nell'acqua gelida.

La cavalla si sdraiò, si contorse e poi si rialzò. Fuse prese il secchio da dietro le sue zampe e le tenne la coda per lavarla. A Stormy non piaceva l'acqua fredda. Cercò di morderlo.

“Non l'ho mai fatto da solo”. Fuse si schivò dai denti del cavallo. “Ma ho aiutato papà a farlo con le mucche”. Si sciacquò di nuovo le mani nel secchio. "Tienile la testa".

La ragazza disse qualcosa che Fuse non comprese, e quando lui la guardò, lei scrollò le spalle. Improvvisamente lui capì: non parlava inglese.

“La sua testa!” le disse indicando Stormy, toccandosi la propria per farle capire cosa intendesse.

La ragazza annuì con uno sguardo di assenso, ma prima che potesse tenere Stormy, la cavalla cercò di nuovo di mordere Fuse sulla gamba. Lui balzò all’indietro, quasi rovesciando il secchio dell'acqua. La ragazza avvolse le braccia attorno al collo di Stormy, tenendole la testa stretta contro il suo fianco.

“Ecco, così. Tienila stretta.”

Stormy diede un calcio a Fuse, ma lo mancò e colpì il secchio di metallo, facendolo volare contro il muro.

“Le zampe posteriori del puledro sono fuori, ma non i suoi zoccoli”. Fuse si pulì le mani sui pantaloni del pigiama. “Abbiamo solo pochi minuti prima che inizi a cercare di respirare. Non ce la farà mai in questo modo. E potrebbe uccidere anche Stormy”. Sapeva che la ragazza non lo capiva, ma parlandone rese più chiaro nella sua mente ciò che doveva fare.

Quando Fuse cominciò a spingere il puledro all'interno, Stormy cadde in ginocchio e si rotolò su un fianco. Cercarono di tenerla ferma mentre lottava contro di loro. Fuse spinse il puledro e infilò la mano accanto a lui. Stormy urlò e si alzò, cercando di allontanarsi dal ragazzo. Lui la trattenne e introdusse il braccio fino al gomito, raggiungendo gli zoccoli del puledro.

La ragazza perse la presa, e prima che potesse di nuovo mettere le braccia attorno al collo della cavalla, Stormy addentò la coscia di Fuse. Lui gridò e le diede uno schiaffo sul naso con la mano libera, facendole mollare la presa.

La ragazza finalmente tornò a stringere Stormy spostandole la testa. Fuse trovò gli zoccoli del puledro, ci avvolse la mano intorno e li tirò verso l'esterno. Stormy cadde sul letto di paglia, con il fiato corto. Cercò di allontanarsi, ma la ragazza la teneva stretta.

“Ho le zampe.”

Fuse cercò di posizionare correttamente le zampe posteriori del puledro – dovevano uscire per prime. Stormy lottò contro di lui mentre tirava, ma lui si aggrappò a lei e tirò fuori l'avambraccio, portando con sé le zampe, attento a non rompere il sacco amniotico.

Stormy riuscì ad allontanarsi alzandosi in piedi. La ragazza urlando le afferrò nuovamente la testa.

“Adesso, spingi forte Stormy,” disse Fuse.

Le zampe posteriori uscirono, e Fuse lasciò riposare Stormy per un po’. Dopo un paio di minuti, tirò delicatamente. Il resto del corpo del puledro cominciò ad affiorare.

Stormy inarcò la schiena, gemette, e si sforzò molto. Il resto del corpo uscì rapidamente, Fuse lo afferrò mentre scendeva da Stormy. Il cordone ombelicale si spezzò e Fuse mise il puledro sulla paglia.

“È una piccola puledra”, disse.

Le pulì la bocca e iniziò a strofinarla con manciate di paglia. La ragazza lasciò la presa e Stormy fissò il cucciolo.La neo-mamma si scrollò dalla testa alla coda, poi cominciò a leccare il suo puledrino. Gli occhi della piccola si aprirono e guardò selvaggiamente il nuovo mondo che la circondava. Fuse si spostò per permettere a Stormy di pulirla. Era esausto, ma euforico nel vedere i grandi occhi marroni ammirare il mondo per la prima volta.

“Credo che staranno entrambi bene”.