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Rallenta
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Rallenta

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"Ascolta, posso spiegare" riprese a parlare. "Perché dovresti spiegare qualcosa a me?" lo interruppe pacatamente. "Sono solo qui per la postazione di lavoro".

"Sì, ma..."

"Non hai tempo per flirtare, perdere tempo e tutto quanto" fece un gesto liquidatorio con la mano. "Sei per l'efficienza e la fornicazione pulita".

Greg la fissò, la sua espressione mostrava dolore fisico.

Non poté evitarlo. Scoppiò a ridere. "Oh mio dio! Oh. Non avrei dovuto dire quelle cose, che cos'ho che non va?" rise bevendo un po' d'acqua.

Greg si abbandonò su uno dei suoi divani. "Mi stai prendendo in giro", annuì.

"Scusami. È stato così divertente vederti soffrire!" Imitò la voce di lui, "allevio la tensione".

"Sta' zitta..."

"Oh mio dio. È sempre così divertente qui? O mi sta venendo sottratto ossigeno o qualcosa del genere?" Gal si guardò attorno.

Greg andò in cucina. "Ti prendo un biscotto, forse ti farà tacere".

Ritornò con un enorme biscotto al cioccolato ed un tovagliolo, e Galene ne prese subito un morso, sbriciolando sulla postazione di lavoro di Greg.

"Usa il- Lascia stare" disse gettandosi nuovamente sul divano. "Come sta il mio computer?"

"È così graaande", disse con il biscotto in bocca ridendo. Per un secondo si strozzò con il cioccolato. Le briciole le caddero sulla felpa e si coprì la bocca, continuando a ridacchiare.

Greg si coprì il viso con le mani ed affondò sul divano.

Capitolo 9: Galene, a 0.6 volte la normale velocità umana

"Perché diamine viene convocata nell'attico?" esclamò George verso il capo. Indicava Galene.

"Ehi, calmati" disse il loro capo, e chiuse la porta.

La squadra dell'assistenza informatica stava facendo finta di lavorare ai loro computer, ma continuavano ad alzare lo sguardo sulla finestra dell'ufficio. George, la superstar dell'assistenza informatica stava urlando, Mike stava agitando le mani inventando scuse.

Petros si spostò sulla sedia da ufficio con le rotelle accanto a Galene, reggendo un hard disk ed un cacciavite. "Ehi, ho visto che hai rubato l'osso al cane più grande".

"Non ho rubato niente!" si lamentò Galene.

Petros strinse alcune viti. "Certo, certo".

"Ehi, è stato un caso che mandassero una segnalazione mentre mi trovavo lì. Sono anche tornata a casa tardi".

"Ho capito" annuì. Soffiò sull'hard disk. "Deve essere impressionante lassù. Sai che storie circolano al riguardo, vero?"

"Quali storie?" ribatté Galene.

"Oh, sai...privilegi speciali. Assistenti robotiche con le curve al posto giusto. Cose" fece spallucce, ammirando il proprio lavoro.

Galene aveva visto quei privilegi speciali, ma non voleva alimentare le voci di corridoio. "Non ho visto niente del genere. E l'assistente non ha le curve al posto giusto".

Petros alzò lo sguardo su di lui. "Quindi l'hai guardata per bene? Huh. Non me l'aspettavo da te".

"Petros, per favore va' a mettere il tuo hard disk dove deve stare" disse voltandogli le spalle.

"Con piacere" rispose lui ritornando alla sua postazione e sistemando l'hard disk con una mossa frutto dell'allenamento.

La litigata in ufficio finì, e George uscì di fretta dirigendosi verso la caffetteria, guardando Galene con rabbia.

Che malaka.

"Gal!" esclamò il suo capo.

La ragazza abbassò le spalle con fare afflitto.

Capitolo 10: Gregoris, a 3.2 volte la normale velocità umana

Greg si sentì riprendere nuovamente il ritmo. Aveva avuto alcune sessioni di sonno polifasico, ed era immerso nelle informazioni in merito ad Artemide.

Il suo vero nome era Viktoriya Marchenko, di origine ucraina. Corpo potente, capelli corti, vestiva solo abiti unisex fatti su misura. Attiva femminista. Esclusivamente eterosessuale, uno zero puro sulla scala Kinsey. Non era mai stata sposata, e non aveva intenzione di farlo. Madre surrogata di un centinaio di combattenti.

La sua sola indulgenza sembrava essere la caccia in grande scala. Di sovente prendeva parte ai safari, neutralizzando gli animali da sola. La cosa era malvista, quindi la donna bilanciava il tutto con generose donazioni alle associazioni che si occupavano di clonare e proteggere gli animali selvatici.

La foto della donna più diffusa su internet risaliva al periodo in cui era stata un'atleta olimpionica ed aveva ricevuto una medaglia d'oro. La foto la mostrava mentre arricciava il suo bel naso nel tirare la corda dell'arco, concentrata sullo sferrare il colpo finale che l'avrebbe fatta vincere. Si trovava in una posa così potente ed archetipica, simile a quella del Discobolo di Mirone. Indossava il suo cappello da pesca con delle vignette disegnate sopra, ed uno dei suoi seni era coperto dalla protezione per pettorale.

Tutti conoscevano quella foto.

Oggi non era più così carina. Aveva quasi quarant'anni ma era ancora giovanile, le sue foto recenti mostravano una donna potente ma segnata in un mondo di uomini altrettanto autorevoli. Artemide aveva negoziato con le ditte più importanti nel campo della sicurezza in Israele, proteggendo i ricchi ed i potenti del mondo.

Atene era diventata luogo di frequenti negoziazioni, sia pubbliche che private. E quando le persone importanti si volevano incontrare, il compito di Artemide era quello di far sì che arrivassero a destinazione in sicurezza e facessero ritorno a casa nello stesso modo.


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