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Rallenta
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Rallenta

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"Ilsuolivellodiautorizzazioneèverificato,seèciòchelapreoccupa".

"D'accordo.Fallaentrare".

Galene armeggiò con la spada laser, e la fece cadere a terra.

Melpomene ritornò, la guardò mentre sistemava l'oggetto, e le sorrise. "Mi segua nella stanza accanto per favore".

"Uhm. Certo". Galene la seguì.

L'uomo aveva quarant'anni. Agli occhi di Galene sembrava vecchio. Bello, ma vecchio. Aveva le basette brizzolate, un dettaglio che rendeva un uomo molto attraente per qualche anno nella sua vita, come se la Natura gli stesse dando un'ultima possibilità di diffondere i propri geni prima di appropriarsi della sua erezione.

"Salve. Beh, il problema è che...in realtà non so quale sia il problema, George ha isolato qualcosa...mi chiami Greg, ridotto" disse in modo incoerente porgendogli la mano.

Galene la strinse. "Salve. Sono Galene. Mi chiami Gal, ridotto".

"Ridotto è bello".

Galene ridacchiò, "Non si starà per caso riferendo alla nostra differenza d'altezza, vero?" La donna era troppo bassa per la media femminile, e l'uomo era 1 metro e 80, quindi c'era una bella differenza tra i due.

"Hah! No, stavo parlando della rapidità". Controllò il suo orologio. Non si trattava di uno smart-watch, era uno di quelli digitali vecchio stile, con i pulsanti e i dettagli sportivi. Strano. "Beh, devo fare una telefonata, per favore prosegua con la risoluzione dei problemi al computer". Indicò uno dei computer alla sua postazione di lavoro. La sua attrezzatura era ben fornita, non inusuale per gli analisti, con quattro monitor, due torri con tastiere meccaniche separate, cuffie, audio surround (non holosound, il che era strano), ed una fibra ottica dedicata all'IA dell'Ermes. L'ultima che Gal conosceva, perché aveva lavorato altrove, intenta a sistemare dei problemi tecnici insieme al suo collega George.

Sullo schermo era presente un video, bloccato, con i sottotitoli generati automaticamente sulla parte inferiore dello schermo. Il programma mostrava un 'x3.0' in un angolo.

Gal fece spallucce e gettò la borsa del suo computer sulla scrivania. Si avventurò sotto la scrivania ed accedette alla torre. Era divertente, nessuno sapeva quanto i tecnici dei computer dovessero raggomitolarsi sotto le scrivanie. Dovrebbe essere stato nella descrizione del lavoro: Tecnico Informatico, dovrai strisciare sotto le scrivanie.

Oh beh, almeno lì sotto era pulito.

Greg parlò al telefono nella stanza accanto, mentre Mel si aggirava nei pressi. "Greg ha accennato al fatto di avere dei problemi con la riproduzione dei video, dicendo che a volte sono lenti nel buffering".

"Okay, vediamo". Gal effettuò i classici controlli del caso, cavi, periferiche scollegate, resettò il computer. Poi si sedette alla scrivania e avviò alcuni video. Sembrava funzionassero, niente fotogrammi scartati, niente artefatti sull'immagine. Affidò la riproduzione del suono alle cuffie, in modo da non far rumore, ed ascoltò. L'audio funzionava correttamente, era in sincrono con il video.

Ignorando il fatto che il video veniva riprodotto a tre volte la normale velocità, funzionava tutto nel modo corretto. Gal non comprendeva. "Non capisco quale sia il problema".

"Beh, c'è un ritardo di cinque secondi quando si passa da un video all'altro".

Gal annuì lentamente serrando le labbra. "Cinque secondi? Beh, chiaramente non è ammissibile!" Sta calma, Gal. Adesso sai perché il capo ti ha mandata.

"Eccellente" disse Mel, e la lasciò lavorare in pace.

Gal sospirò ed esplorò le impostazioni. Modificò alcuni settaggi del programma video in modo che utilizzasse più di un processore, fece dei test e riuscì a ridurre il ritardo ad un secondo.

Il suo lavoro era praticamente finito, fece riprodurre il video e cercò di stare al passo, guardandolo con tutta la concentrazione che riuscì a radunare. Si trattava di un newsfeed riguardo alle zone di gas naturali a Cipro. Gal si assicurò che nessuno la stesse guardando, e strinse lo sguardo, per riuscire ad assimilare quante più informazioni possibili a tale velocità. Ci provò, afferrò il bordo della scrivania come se stesse per sbalzare in avanti durante una gara, fissò lo sguardo sullo schermo, allontanando tutti i pensieri dalla sua mente. Cercò di leggere i sottotitoli, associando le parole al relativo significato, ma le lettere semplicemente lampeggiavano davanti ai suoi occhi, troppo velocemente affinché le leggesse, figurarsi comprenderle.

In. Cre. Di. Bi. Le. Cazzo.

Com'era possibile che qualcuno guardasse un video così accelerato?

Non era possibile. Si fermò prima che le scoppiasse una vena in testa o qualcosa del genere.

Greg la raggiunse, terminando la conversazione al telefono. "Dan, dobbiamo riagganciare, pensa di che problemi vuoi discutere la prossima volta e mandami un'email. No, è il tempo che ho assegnato a questa telefonata. Sì, davvero. Ciao".

Gal inarcò un sopracciglio. Aveva appena congedato in quel modo un socio? Bello e sfacciato. Comunque strano.

"Allora, si può fare qualcosa per quel ritardo?" le domandò.

"Sì, ho sistemato le impostazioni ed ora è ridotto ad un secondo". S'interruppe facendo librare un dito sulla barra spaziatrice. "O non è accettabile?"

Ridacchiò. "Certo. Mi faccia vedere".

Avviò alcuni video, ed il ritardo era limitato ad un secondo ogni volta.

"Perfetto" unì le mani portando la propria attenzione sui fogli. Fogli! Chi usava più i fogli, oltre al governo?

Ritenendosi congedata, Gal si alzò in piedi e si portò la borsa del computer sulla spalla. Esitò. "Uhm..."

"Sì?" Lo sguardo di lui analizzarò i documenti. Teneva il segno con una penna.

"Ho notato che in quei video i sottotitoli sono generati automaticamente. E sono accelerati a tre volte la velocità normale, per qualche motivo".

"Sì".

"Forse sarebbe più semplice leggere i sottotitoli se ci fosse un ritardo sullo schermo, in modo che quelli nuovi venissero raggruppati sotto". Perché gli stava suggerendo qualcosa? Non aveva imparato in anni di lavoro nella Compagnia che chiunque suggeriva qualcosa veniva risucchiato dal lavoro?

L'uomo sollevò lo sguardo rivolgendole finalmente la propria attenzione. "Davvero?" Ci rifletté. "Sì, penso che sarebbero più facili da leggere. Mi faccia vedere".

Gal si accomodò della scrivania, e Greg si avvicinò a lei. Perché diamine stava arrossendo? Si era fatta la doccia? Doveva averlo fatto, vero? Scosse il capo e si concentrò sul computer. Avviò un kit da sviluppatore per il programma video, e realizzò velocemente uno script che avrebbe fatto in modo che i sottotitoli restassero sullo schermo un po' più a lungo, aggiungendo quelli successivi appena sotto. Avviò lo script e lo testò.

Il video venne riprodotto tre volte più veloce del normale, ma i sottotitoli restarono sullo schermo più a lungo. Per un secondo Galene cercò di tenere il passo con le informazioni come aveva fatto prima, ma si arrese. Rivolse un'occhiata a Greg, il quale incombeva su di lei.

L'uomo si concentrò per un minuto, poi si sporse in avanti ed utilizzò le scorciatoie da tastiera. Greg sapeva di fresco ed aveva un odore mascolino. Aumentò la velocità a x3.1, poi x3.2, poi x3.3. Lasciò riprodurre il video per qualche minuto, guardando gli esperti che parlavano del gas naturale. Poi aumentò la velocità a x3.4, e poi saltò all'avanzamento a x4.0. Lo guardò per un minuto, le parole e le informazioni erano sfocate alla vista di lei. L'uomo ridusse poi la velocità a x3.3.

Guardò il video per qualche altro secondo e poi annuì. "Geniale. Un miglioramento del 10%. Come ha detto che si chiama?"

Capitolo 4: Gregoris, a 3.1 volte la normale velocità umana

Greg giocherellò con le nuove impostazioni. Guardò mezzo documentario sulla Nuova Corsa allo Spazio, poi riprese a studiare gli annunci di Artemide su internet. Un'IA aveva aggregato tutte le pubblicità in formato video di proprietà dell'Artemide Automotive, e li stava guardando in ordine cronologico ed in sottogruppi tematici.

Avevano realizzato annunci per le spedizioni, diretti ai clienti Business to Business (B2B). Avevano anche prodotto quelli relativi alla sicurezza, diretti ai milionari ed ai pezzi grossi delle Compagnie. Nel corso degli anni il loro slogan si era evoluto, ma sembravano essersi adattati al 'Ti portiamo da A e B in sicurezza'. Non era molto orecchiabile, ma il narratore faceva vacillare la voce in modo tale che ti restasse in mente.

Dopo averlo sentito per la seicentesima volta in tutte le variazioni, Greg aveva un nuovo motivetto in testa da dimenticarsi. Smise di fare ricerche e riposò gli occhi.

Si coricò sul suo comodo divano, e rifletté sul suo progetto. Artemide in persona. Un incarico da parte da Ermes in persona. Abbastanza semplice, in teoria. Cerca di capire che cos'ha in mente, Greg.

Ceeerto.

Facile come bere un bicchiere d'acqua.

Cerca di capire che cos'ha in mente la donna più intelligente di questo secolo, Greg. Che cosa potrebbe mai voler fare, con dalla propria parte la potenza di una mega corporazione self-made, una pila di soldi e profondo rancore nei confronti del resto degli Amministratori Delegati olimpionici?

Poi perché provava risentimento nei loro confronti? Greg l'aveva chiesto direttamente alla Ermes, ma non aveva ottenuto una risposta chiara.

Non fraintendetemi, facevano tutto sottobanco, perdonando le alleanze temporanee, chiudendo un occhio nei confronti di un tradimento e liquidando la cosa come 'solo affari, amico'. Tutti e dodici gli olimpionici erano pomposi, intelligenti, infinitamente megalomani e puramente psicopatici.

Ma Artemide era diversa. Prima di tutto era onesta. Onesta nei confronti dei competitor, onesta nei confronti dei suoi impiegati, onesta anche quando puniva qualcuno di essi.

Inoltre non possedeva un grattacielo, e non aveva nemmeno in programma di farne edificare uno, nonostante facesse parte degli olimpionici.

Partecipava a cambiare la legge in modo da rendere possibile l'adozione da parte delle Compagnie di centinaia di ragazze orfane, di cui Artemide divenne patrona (e madre in senso lato, suppose Greg).

Queste ragazze erano molto interessanti. Ora erano cresciute, ma quando erano appena adulte si radunavano in gang di strada controllando Atene. E non lo facevano in segreto. Video e motovlog, un termine composto da moto, video e blog, in cui le ragazze mostravano a tutti su internet la loro rabbia, guidando le loro moto e filmando le loro imprese. Non si avventuravano semplicemente nelle notti di Atene, ne ricostruivano meticolosamente anche la mitologia.

Paura e stupore. Nessuno sano di mente avrebbe fatto un torto alle Amazzoni.

Così dannatamente interessante. Greg lo trovava affascinante. Non era asociale, ma negli ultimi anni era stata una routine per lui. Non era molto al passo con la vita notturna della città. Qualcuno aveva dovuto assegnargli un progetto affinché l'uomo prendesse appunti riguardo a ciò che stava succedendo sotto ai suoi piedi, 80 piani sotto.

Si alzò ed abbassò lo sguardo dall'attico. Atene brillava, dando sfoggio della propria vita notturna. Ad esclusione degli altri tre grattacieli accanto a quello in cui si trovava, si sentiva così in alto rispetto al resto. Gli sembrava di essere al di sopra della media, che in qualche modo fosse qualcosa di più di un mero mortale.

Aveva accesso ai migliori trattamenti medici del mondo, alle informazioni da qualsiasi parte del mondo, ed un'indennità che gli permetteva di ordinare qualsiasi cosa desiderasse.

Allora perché si sentiva così vuoto dentro?

Non è che non ne fosse grato, sapeva di essere fortunato di possedere tutto ciò. Gli piaceva spingere la propria mente al limite, trovare delle connessioni, scoprire delle opportunità dove gli altri non ne vedevano.

"Ti portiamo da A e B in sicurezza" mormorò. Perché nel mondo di oggi non potevi semplicemente prendere la tua auto e guidare fino al tuo ristorante preferito in fondo alla strada. Non nel caso in cui eri qualcuno di importante in cima alla scala della Compagnia. No, dovevi essere scortato in un'auto blindata, con dei droni che volavano sopra al mezzo, il guidatore che ti accompagnava doveva essere stato addestrato, doveva seguirti un convoglio di Amazzoni sulle motociclette, ed un hacker doveva essere operativo, al fine di fermare ogni tentativo di hacking che avrebbe potuto metterti in pericolo. Era una cosa assurda. Poi, come valore aggiunto, ovviamente ad un costo importante, potevano essere aggiunti dei filtri biologici di protezione, l'evacuazione medica prioritaria (Assicurati però che l'unica luce che vedi è il Cavalletto di Apollo!) o agenti attivi (ovvero quelli armati pesantemente).

Com'era possibile che qualcuno vivesse in tal modo? A Greg piaceva salire sulla sua moto tre volte alla settimana e andare a Romvis Street per i suoi ristoranti. Gli piaceva percorrere quel tratto, faceva parte della sua routine di rilassamento. Non era possibile lavorare assiduamente a lungo, era necessario rilassarsi regolarmente. Era adulto, e sapeva quando fermarsi. Spingeva il proprio cervello al limite ogni giorno, ma sapeva di non sovraccaricarsi.

Greg fissò le file di luci sotto di lui, e le auto che si spostavano. Gli piaceva guardare le trame che descrivevano. La città era coperta da un sottile strato di smog, quindi non vedeva direttamente fino a terra.

Mel lo raggiunse in silenzio. "Quella", indicò con un dito storto. Le sue proporzioni erano tutte sbagliate.

"Guida autonoma" disse Greg un secondo più tardi.

"Esatto" sorrise Mel. "E quella macchina, la bianca?"

"Guidatore umano. Andiamo, forse è ubriaco".

"Quella berlina rossa?"

"Hm. Ancora umano. Ha rallentato per guardare le ragazze alla sua destra".

"Esatto".

Era un gioco stupido quello con il quale si intrattenevano. Greg non ricordava chi l'avesse inventato, se lui o la sua Musa. Non aveva comunque importanza, poiché lo rilassava.

"Ne ho una per te" disse stringendo lo sguardo su di lei.

"Certo. Dimmi".

"La ragazza dei computer che è venuta prima, che ne dici?"

"È sicuramente umana".

Greg ridacchiò. "Sì, lo sapevo, grazie. No, voglio dire, che cosa pensi di lei? Qual è stata la tua opinione quando l'hai vista oggi?"

Mel s'interruppe. Greg sapeva che si era interrotta meramente per apparenza, il suo cervello non aveva bisogno di una tempistica degna di nota per riflettere. "Penso che dovresti chiederle di uscire".

Greg provò imbarazzo. "No, uhm...Non è ciò che-"

"È ciò che ti preoccupa. E no, non penso che ti sarà da ostacolo per i tuoi progetti, è la mia opinione ufficiale in quanto tua Musa. Le persone necessitano di interazioni sociali per restare in salute, le relazioni romantiche ricadono in tale categoria" disse dolcemente, ma il suo viso rimase immutato nella sua espressione che ricordava quella di una maschera.

Greg riportò l'attenzione sulla città sotto di lui. "Okay. Come dovrei chiederle di uscire? Voglio dire, è trascorso così tanto tempo..."

"Non ti posso aiutare", disse la sua Musa. "In realtà posso, ma penso che sarà meglio se non lo farò".

"Che amica che sei" scherzò.

"Sono tua amica, Greg. Fra l'altro sono responsabile della tua salute mentale e fisica. Servirti una fidanzata su un vassoio come le ragazze a chiamata che ordini da un catalogo non ti aiuterà sul lungo termine".

"D'accordo, d'accordo!" ribatté allontanandola. L'androide non si mosse. "È ora che tu dorma per resettarti. Sai di non poter mantenere il sonno polifasico a lungo".

"Sì, vado a dormire. Lasciami solo per un minuto, okay?"

"Kalinixta", disse Mel in greco dando la buonanotte a Greg, e se ne andò.

Capitolo 5: Galene, a 0.6 volte la normale velocità umana

"Fa' che non sia morto, fa' che non sia morto" Gal annaspò con le chiavi per accedere al suo appartamento. Corse sul balcone e si guardò attorno in cerca di Simba. Sì, aveva chiamato il suo gatto arancione Simba. Il micio miagolò e la raggiunse, strusciandosi sulle scarpe di lei.

"Oh, eccoti. Scusa se mi sono dimenticata di darti da mangiare stamattina, Simba. Non ho sentito la sveglia, e poi non avevo tempo di vestirmi, e c'era traffico, come al solito..."

Il gatto l'ignorò. Fortunatamente era ancora dotato dei suoi istinti, e si era fatto praticamente selvatico, dandosi alla caccia di uccelli e ratti per mangiare. Altrimenti sarebbe morto di fame molto tempo prima.

Per un momento fissò i suoi vasi di fiori. Più precisamente, la donna guardò i vasi con all'interno della terra secca e delle piante morte. Voleva avere dei bei fiori ma...

Galene gettò le chiavi e la borsa sul tavolo della cucina e si abbandonò su una sedia. Il frigorifero tecnologico le mandò un messaggio sul cellulare comunicandole tutte le cose che avrebbe dovuto comprare e portare a casa.

"Wow, grazie per avermelo ricordato in tempo".

Allungò lentamente la gamba ed aprì il frigorifero con il piede. Si diede un buffetto sulla fronte. Si era dimenticata di comprare il latte, di nuovo. E la pasta. E tutto ciò che assomigliava a cibo. Controllò l'orario, le otto di sera. I negozi erano già chiusi.

Diamine. La giornata era volata.

Le era sfuggita dalle dita.

Reggeva ancora in mano il sacchetto dei croccantini di Simba, quindi diede un'alzata di spalle ed assaggiò qualsiasi cosa fosse.

Huh. Sapeva di pesce. Niente male.