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Rallenta
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Rallenta

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"È così", disse il suo capo sorseggiando il caffè con fare trionfante.

Scorse il touchpad, appoggiando il portatile sull'avambraccio teso. "Non conosco nemmeno questo set-up, non è competenza di George?"

Il suo capo si guardò attorno teatralmente. "Vedi George in giro?"

"No" rispose lei.

"Ascolta" sospirò il suo capo. "Aiutami e io ti aiuterò. Risolvi questa segnalazione urgente e domani mi farò perdonare. Ti cambierò il turno e non dovrai vedere quel coglione al 31° piano".

Galene strinse lo sguardo. "D'accordo", sbottò. "Ma è meglio che il cambio sia permanente, o domani berremo un caffè alle risorse umane". Gli puntò contro la pistola spaziale verso di lui per enfatizzare il concetto.

"Ehi. Sono dalla tua parte, Gal! Ma le cose vanno fatte da queste parti", supplicò il suo capo.

"Sto per fare questa cosa", sospirò Galene trascinandosi verso la porta.

"Grazie! Sei la miglior impiegata di sempre" esclamò il capo in risposta. "E per favore va' di sopra prima che faccia buio, è abbastanza urgente".

Galene fermò il proprio impulso appoggiando la fronte sulla porta dell'ascensore. Chiuse gli occhi, "Sì, capo".

Si prese il proprio tempo prima di premere il pulsante indicante il piano. Nessuno poteva privarla di quei preziosi secondi in cui si spostava in ascensore verso il piano dal quale era partita la richiesta d'intervento. L'assistenza tecnica della Ermes Informatica si trovava nel seminterrato del grattacielo. Era un luogo bello fresco e tranquillo, a confronto con il caos che regnava ai piani superiori sembrava un'oasi. Non si poteva imprecare quando si stava trattando una segnalazione, bisognava essere imposti e professionali. Bisognava fare silenzio e sorridere quando una testa calda ti faceva un complimento non voluto sul tuo corpo. Per questo Galene indossava jeans e felpe più grandi di due taglie, per limitare al minimo tale trattamento. Al di là di quello, fornire assistenza tecnica non era difficile. Ogni nerd informatico era in grado di abituarsi ai tempi in una settimana e riuscire a gestire le segnalazioni come un esperto. Ogni nerd aveva scomposto e realizzato il proprio computer prima di venire a conoscenza di che cosa fosse il sesso opposto. Ma la cosa richiedeva una certa quantità di calma, e Galene ne aveva molta. Ci voleva pazienza quando un manager idiota pensava di poterti trattare di merda solamente perché il suo trimestre economico era in negativo. Ci voleva pazienza quando gli azionisti non potevano aspettare cinque minuti affinché la presentazione in slide fosse accessibile. Ci voleva pazienza quando gli impiegati si dimenticavano le loro password e dovevano essere ripristinate per la milionesima volta.

Galene poteva sopportare tutto ciò.

Aprì gli occhi cadenti e premette il pulsante dell'ascensore.

Il mezzo raggiunse il piano immediatamente. Le porte si aprirono. L'ascensore la stava aspettando. Con ansia.

Uffa.

A volte lavorare in un edificio con 7 diverse intelligenze artificiali predittive faceva veramente, veramente schifo.

Capitolo 2: Gregoris, a 3.2 volte la normale velocità umana

Gregoris controllò i dati per l'imminente apertura del mercato azionario. Rilesse velocemente i sommari inerenti il nuovo business in Asia che gli aveva fornito l'intelligenza artificiale, ed aprì due interviste intrattenute con un paio di importanti Amministratori Delegati della regione.

I video impiegarono del notevole tempo per caricarsi. Gregoris premette e premette sullo schermo, l'icona del caricamento vorticava, prendendolo in giro.

Accidenti!

Quando avrebbero sistemato questo stupido computer?

Cinque secondi per caricare un dannato video?

Cinque secondi interi?

Gregoris riportò la propria attenzione sui sommari. I suoi occhi analizzarono il testo, assicurandosi di tenere sia l'inizio che la fine nella sua visione periferica. Controllò il testo ad un ritmo sostenuto. Dovette imporsi di non saltare delle righe, come faceva sempre. La dislessia era una stronza in un tal senso. Era facile che il suo sguardo si spostasse, dando un'occhiata ad interi paragrafi, senza che lui se ne accorgesse.

Quando succedeva doveva tornare indietro e rileggerli.

Perdita di tempo.

Quando i video decisero finalmente di caricarsi, Gregoris aveva assimilato metà pagina delle informazioni distillate.

Perfetto.

Li guardò. Erano stati tradotti dal Mandarino e dal Coreano tramite l'intelligenza artificiale. Il video era stato modificato, anch'esso dall'intelligenza artificiale. Era stato tagliato riducendolo alle sezioni importanti, non c'erano pause, niente parti in cui i partecipanti si sedevano e si guardavano attorno, niente presentazioni. Solo informazioni.

Ed era anche riprodotto a 3.2 volte la normale velocità dei fotogrammi.

Gregoris mandò avanti veloce con la tastiera, arrivando alle domande importanti, ed osservando con attenzione le espressioni facciali dell'uomo mentre leggeva il testo tradotto.

Andò avanti e indietro nel corso del video, riguardando alcune parti e saltandone altre.

Poi comprese.

Il sotto-testo, il significato, il concetto, chiamatelo come volete. Comprese ciò che le difficili informazioni non erano in grado di esplicitare. Ciò che gli algoritmi per l'estrazione dei dati non erano in grado di riesumare.

La Shijie stava per lanciare sul mercato un nuovo prodotto tecnologico. Il suo Amministratore Delegato stava facendo del proprio meglio per non rivelare tale informazione.

Voleva dire che era ancora troppo presto.

Prese il telefono e contattò tramite la chiamata rapida la sezione di azionisti della ditta.

Nella finestra temporale utilizzata dall'individuo dall'altra parte della linea per rispondere al telefono, Gregoris assimilò altre due pagine delle informazioni riguardanti la regione.

"Sì?"

Niente convenevoli. Gregoris era stato chiaro al riguardo con i suoi colleghi. "Comprate 320 milioni in valore azionario sulla Shijie".

Ci fu una pausa. "Trecentoventi? Ho capito bene? Accidenti amico, avrò bisogno del permesso per quel genere di-".

"Allora fattelo dare" disse Gregoris, monotono.

"Okay, okay! Posso avere qualche informazione a sostegno di questa cosa..." l'uomo temporeggiò. Al suo indirizzo email aveva già ricevuto le informazioni in questione, si trattava degli indizi subdoli che avevano condotto Gregoris a tale decisione in particolare.

"Leggilo, ottieni l'autorizzazione e mandami la conferma" disse Gregoris prima di riagganciare.

Suonò la sveglia, il promemoria di andare a dormire. L'uomo si accomodò alla sua postazione del sonno, un mobile futuristico inclinabile e con un'enorme bolla di plastica in corrispondenza della testa. Si mise in posizione, e presto stava russando durante il suo pisolino rigenerante.

Precisamente venti minuti più tardi Gregoris si svegliò, si risciacquò il viso e si rimise in postazione di lavoro.

Controllò le notifiche della segreteria. Aveva chiesto alle persone di mandargli le loro domande in tal modo, così da poterle accelerare ed ascoltarle mentre digitava le relative risposte.

Cancellò tutti i quattro messaggi provenienti dal Direttore Finanziario della Ermes senza nemmeno ascoltarli. Quel tizio era un buffone al quale piaceva il suono della propria voce. Obbiettava ogni cosa e non leggeva nessun report che gli veniva dato. Rappresentava una completa perdita di tempo. Un buco nero di scambi epistolari, e non c'era nulla che nessuno potesse farci poiché occupava una posizione di potere nella Compagnia.

Gregoris rispose con generalità ai suoi messaggi, senza nemmeno ascoltarli. 'Le Sue preoccupazioni sono comprensibili. Le informazioni dimostrano che ecc ecc. Sono mesi che la Compagnia lavora ad una grande rivelazione ecc ecc".

Gregoris sospirò e mandò l'email. Accelerò il resto dei messaggi. Il messaggio del direttore della sua stessa sezione poteva essere ascoltato a velocità aumentata di 4.2 poiché l'uomo si esprimeva come qualcuno che aveva appena avuto un infarto. Durante le conversazioni con il direttore, nei frangenti in cui era il turno dell'uomo di parlare, ci sarebbe stato il tempo di bollire un uovo. Gli rispose con un'email.

Irma, la direttrice del dipartimento azionario era veloce. Il suo messaggio poteva essere ascoltato a velocità aumentata di 2.3. Rispose anche a lei. 'No, Signora, è improbabile che le espressioni facciali dell'Amministratore Delegato della Shijie fossero dovute al fatto che fosse stato costipato. Sono ormai dieci anni che riceve perfetti trattamenti di salute e che gli vengono sostituiti degli organi'. Allegò i documenti a sostegno della sua affermazione. Erano stati ottenuti illegalmente, procurati dalla divisione non esistente di spionaggio della Ermes, ma poteva condividerli liberamente con Irma. Era tutto comunque codificato, e la donna possedeva le giuste autorizzazioni, inoltra le sue mani erano già più sporche di quelle di un idraulico intento a sistemare un water.

Esitò. La risposta da parte dell'Amministratore Delegato della Ermes durava mezzo secondo.

Mezzo secondo.

Sarebbe potuto essere semplicemente un 'procedi'.

Sarebbe anche potuto essere un 'no'.

E no significava no, quando proveniva dal capo della Compagnia.

Tamburellò le dita sulla scrivania, una vecchia abitudine che pensava di aver perso anni fai. Ma non riusciva a contenere la sua ansia.

Così tanto tempo perso se alla fine la sua iniziativa sarebbe stata bloccata dai piani alti! Era una tempesta perfetta di eventi internazionali, ed era riuscito a raccogliere un nastro di informazioni dall'etere; avrebbe fatto fare una mossa vincente alla sua Compagnia, se i codardi a capo avessero approvato la sua strategia. Era qualcosa che non era in grado di riuscire a fare nessun algoritmo, nonostante ciò che pensavano i nerd al cinquantunesimo piano. Certo, gli algoritmi erano in grado di effettuare migliaia di transazioni al secondo, potevano riportare alla luce decenni di informazioni al fine di realizzare schemi e prevedere cambi nel mercato. Ma erano anche molto stupidi. Estremamente stupidi. Erano così stupidi che il mondo del mercato era quasi collassato già diciassette volte in questo millennio perché un operatore automatico aveva avuto un glitch, mandando tutto il resto in un ricorsivo circolo frenetico. Le persone, gli esseri umani in carne ed ossa, dovettero intervenire e spegnere il sistema, congelando il mercato e revisionando le transazioni a mano in mesi di lavoro.

Ma anche Gregoris, il quale odiava profondamente gli algoritmi di trading, a malincuore era d'accordo sul fatto che funzionassero. Offrivano incremento di profitti in piccole percentuali. Ma piccole percentuali ogni giorno con milioni di dollari di euro o yen, significava centinaia di migliaia di essi di profitto. Soldi che l'impiegato medio poteva solamente sognare dopo vent'anni di duro lavoro, e che venivano transati elettronicamente nel mondo un centinaio di volte al secondo.

Non aveva importanza, la metà del mercato azionario mondiale di oggi era comunque automatizzato.

Ma il capo aveva fede in lui, nella sua abilità di vedere oltre l'estrazione di dati, nel suo intuito.

Di prevedere.

Gli vennero i brividi. In ufficio non faceva freddo, ovviamente. C'era una temperatura ottimale. Era psicologico. Ascoltò il messaggio dell'Amministratore Delegato. Il messaggio della Ermes.

Lo riprodusse a velocità normale, il capo era comunque sempre rapido ad arrivare dritto al punto.

La voce era fin troppo giovanile per una posizione così importante. Se non si sapeva quanti anni aveva poteva sembrare si trattasse di uno scherzo telefonico di un adolescente.

Ma la cosa importante era che la parola pronunciata era stata, "Fallo".

Riprodusse il messaggio tre volte prima di prendere un altro respiro.

Il mercato asiatico aprì in tempo.

Gli hasthtag sui social media, Twitter, Facebook, Agora, riportavano tutti l'annuncio del gigante tecnologico Shijie. Riguardava un gioco in cui le persone dovevano catturare dei Pokemon o qualcosa del genere, ma il dispositivo proiettava il gioco direttamente nel loro campo visivo. Non era necessario utilizzare lenti.

Le persone sarebbero state in grado di vedere i mostriciattoli saltellare sui loro divani e catturarli, in un gioioso contesto di Realtà Aumentata condivisa.

La Ermes aveva acquistato tutte le azioni disponibili appena in tempo, appena prima dell'annuncio.

Gregoris aveva procurato alla sua Compagnia un profitto di 98 milioni di euro.

Prova a battermi, stupido algoritmo.

Capitolo 3: Galene, a 0.6 volte la normale velocità umana

L'ascensore emise un ding, e le porte si aprirono. Era la prima volta in cui Galene metteva piede nell'attico. Non c'era un motivo particolare, il capo aveva assegnato ai tecnici informatici gli stessi piani, in modo che prendessero confidenza con le stranezze del sistema in ogni ufficio, e che facessero lo stesso con le bizzarrie umane.

Quassù si respirava un'aria chiaramente privilegiata. C'era un'area reception impreziosita da costosi divani di pelle, porte sottili ma sicure, e dispositivi elettronici integrati nel design dei locali. Galene aveva visto gli uffici dei dirigenti, questo era simile, ma certamente di un gradino superiore.

Quando parlò qualcuno, Galene strillò dallo spavento. "Oddio, mi ha spaventata a morte!"

La donna sorrise dolcemente. "Salve, Galene. Mi spiace averla colta di sorpresa. Deve essere stata colpa del tappeto, attutisce così tanto i passi. La prossima volta mi assicurerò di tossire".

Galene giocherellò nervosamente con la borsa del computer. "Già. Che tappeto spesso". Aveva forse visto quella donna da qualche parte? Il viso a riposo di quest'ultima sembrava strano, in qualche modo. Forse era il suo trucco. La sua bocca aperta. Era come, una maschera? No, una maschera di una tragedia greca! Ecco cos'era!

Strano.

"Che maleducata, non mi sono presentata. Sono Melpomene. Piacere di conoscerla". Le porse la mano.

Galene la strinse. "Si chiama come un bug di un computer?"

"Da questa parte. Per favore mi segua".

Melpomene utilizzò il suo pass, ed avanzarono all'interno. Galene sapeva che ma in base alla pianta tecnica dell'attico che aveva visionato, lo stesso occupava l'intero piano. Era strano, perché era abituata alla disposizione dei piani del resto del grattacielo, ovvero una pianta aperta per gli impiegati, ed uffici ad angolo riservati ai manager. Questo piano era realizzato in modo diverso.

Gli arredi erano moderni e sembravano costosi. Entrarono nel vero e proprio appartamento, che sembrava più vissuto dell'ingresso. Non era disordinato, Galene non pensava che chi vi risiedeva fosse pigro, ma c'erano chiari segni di qualcuno che viveva qui in modo permanente.

Un uomo, precisamente.

"Per favore attenda qui un momento" disse Melpomene prima di accedere alla stanza accanto.

Galene mormorò qualcosa in risposta e si guardò attorno. Vide molte belle cose, i gadget da nerd erano sparsi ovunque. Oh, forte! Una spada laser giocattolo. Osservò le mensole, su praticamente ogni muro erano presenti delle librerie stipate di file e file di libri, mentre su altre si trovavano diversi hard disk. Erano tutti etichettati, si trattava di vecchie serie TV, stagioni complete di esclusive Netflix, e film. Su un'intera libreria piena di hard disk si trovavano titoli di libri.

Un attimo, duecento titoli su ogni SSD? Non poteva essere giusto, ogni unità esterna poteva ospitare milioni di libri.

Galene si morse il labbro e toccò la spada laser. L'afferrò, e l'oggetto produsse il famoso suono, il quale fu molto forte e la spaventò. Stava per riporla, ma si distrasse.

Sentì Melpomene parlare con un uomo in corridoio.

Un attimo.

La sua voce era divertente. Persino strana.

"OvviamentehannomandatoleiperchéGeorgenoneradisponibile".

Stava parlando più velocemente?

L'uomo non le rispose.

"Vuolechecontattiilcapodeldipartimento?"

Porca puttana! Stava parlando molto velocemente.

L'uomo sospirò? Qualcosa del genere. "Sachecosastafacendo?"

Che stronzo!