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Entrarono nel suo ufficio e Tosh avvicinò la sua sedia al computer.
Quinn era in piedi dietro di lui, e guardava il monitor.
* * * * *
Quarantacinque minuti dopo, quando i due uomini uscirono dall’ufficio, le tre sorelle e George erano impegnati in una conversazione riguardo i computer ed Internet.
“Tienimi aggiornato.” Tosh diede una pacca sulla spalla a Quinn per mandarlo via.
Quando la porta si chiuse dietro Quinn, Ambra si mise una mano sul fianco. “L’ho per caso vista dare dei soldi a quel vecchio?”
Tosh guardò verso il suo ufficio e si rese conto del fatto che lei avesse visto loro due in piedi davanti alla finestra, discutere dell’Area 64. “Sì.”
“Perché?”
“Perché ne aveva bisogno.” La preoccupazione di Tosh per i problemi che aveva visto sulle foto satellitari dell’Amazzonia aveva messo i suoi nervi a dura prova. Non era pronto a fornire una spiegazione dettagliata. Qualcosa avrebbe dovuto essere fatto, e presto, ma non avrebbe fatto cadere le sue frustrazioni su Ambra o sugli altri.
“Si rende conto che prende compresse di nitroglicerina, vero?”
“E come fa a saperlo?”
“Quando eravate al suo computer,” disse Ambra, “ha fatto un passo dietro di Lei e si è premuto una mano sul petto. Poi ha preso una pillola da una bottiglia e se l’è fatta scivolare sotto la lingua.”
“Perché dovrebbe prenderle in questo modo?” Chiese Dominique.
“Per far sì che la medicina sia immediatamente assorbita nel flusso sanguigno,” rispose Ambra. “Le persone assumono nitroglicerina per problemi cardiaci.”
“Oh.”
“Ha occasionali attacchi di angina,” disse Tosh, “ma non sono gravi, e il suo medico la tiene sotto controllo.” Si rivolse a George. “Stava cercando della cancelleria d’ufficio.”
“Sì, non ho niente. Se il suo telefono squilla, non posso nemmeno prendere un messaggio per Lei.” Si mise le mani in tasca e si guardò attorno, osservando le scrivanie vuote. “È solo a me che sembra, o è davvero strano che un’azienda con persone reali e vive come noi non abbia nulla con cui lavorare? Né una fotocopiatrice né una caffettiera?”
Ambra sorrise e gli altri seguirono il suo sguardo su Tosh.
“Non penso sia affatto strano,” rispose Tosh. “Stavamo solo aspettando che il segretario della compagnia venisse assunto e organizzasse le cose. Cosa possono saperne i manager della gestione di un’azienda?”
“Non scherziamo,” sussurrò George, guardando Ambra.
“Ora,” disse Tosh, “le suggerisco di trovare qualcosa su cui scrivere e fare un elenco di tutto ciò di cui ha bisogno.”
“Ho bisogno di un computer.”
“Lo metta sulla lista. Ogni scrivania, infatti, dovrebbe avere un computer. Quindi, il suo primo compito è capire ciò di cui tutti hanno bisogno e scriverlo. Poi scriva, in alto ‘Ordine d’acquisto’ e lo consegni alla nostra responsabile di reparto.” Sorrise e mise una mano sulla spalla di Ambra.
Ambra fissò gli occhi sulla sua mano, ma non fece nulla per rimuoverla. “Sarebbe meglio che quell’ordine d’acquisto sia firmato da un amministratore dell’azienda.” Guardò Tosh.
“Sapevo che sarebbe diventata un’ottima responsabile.”
Ambra tolse la sua mano dalla spalla e la tenne stretta nelle sue. “Mi farà un grande favore?”
“Certo.”
“Se ha intenzione di dare dei soldi a qualcuno,” sorrise dolcemente, “mi dica di scrivere un assegno.” Gli lasciò la mano e questa cadde al suo fianco. “In questo modo, posso tenere traccia di tutti i soldi che butta via.” Marciò verso la sua scrivania.
“Bene,” disse alle sue spalle, poi si rivolse a George. “Non appena trova qualcosa con cui scrivere, prenda un promemoria.”
George aprì la mano e fece finta di scrivere sul palmo della mano.
“A tutto il personale,” cominciò a dettare Tosh. “Avvisate il reparto contabilità prima di respirare. Tutto deve essere tenuto sotto controllo all’Andalusia Publishing.”
Tutti risero, tranne Ambra.
“Certo.” Gli fece un mezzo sorriso mentre sedeva alla sua scrivania. “E George, assicurati che una copia di quel promemoria vada al capo. Sembra che stia usando molto più della sua quota di aria.” Fece un sorriso malizioso a Tosh e prese il telefono.
Tosh ridacchiò e si diresse verso il suo ufficio.
“Signor Scarborough?”
“Sì...” lanciò un’occhiata alla targhetta della donna, “Madeleine?”
“Potrei parlarle?”
“Certamente. Si accomodi.” Si fece da parte, facendole segno di entrare. Appena entrata nel suo ufficio, chiuse la porta.
“Deve essere una cosa seria.” Tosh le fece segno di sedersi.
Madeleine si sedette sul divano e lui scelse una sedia.
“Signor Scarborough–”
La fermò, alzando una mano. “Se non mi chiama Tosh, la chiamo signorina Bravant.”
“Va bene, mi dispiace. Vorrei parlarle di Ambra.”
“Perché?” Si sporse in avanti. Ora era preoccupato. “C’è qualcosa che non va?”
“No, sta bene. È solo che...ha buone intenzioni lei.”
“Oh.” Tosh mandò via le sue preoccupazioni e si appoggiò allo schienale della sedia. “Non mi preoccupa.”
“A volte è così diretta da sembrare dura. Fa impazzire la gente.”
“Non la vorrei in nessun altro modo.”
“Però so che la fa impazzire, e non voglio che si arrabbi con lei e...” Si fermò, esaminandosi le unghie, grattandosi lo smalto color corallo.
“E cosa?”
“Non vogliamo essere licenziate.” Madeleine prese un filo che trovò sull’orlo della gonna.
“Devi star scherzando. È solo ieri che tu e le sue sorelle siete venute a lavorare per me. Non licenzio mai nessuno prima che sia passata una settimana.”
Si voltò e lo guardò ad occhi spalancati, però quando vide il suo sorriso, sorrise anche lei.
“Ora, voglio che non pensi ad Ambra, così possiamo parlare del tuo lavoro.”
“Ve bene.” Si avvicinò al bordo del divano e si lisciò la gonna gialla. “Qualè il mio lavoro?”
“Penso che dovresti essere la responsabile del nostro dipartimento di marketing. Che cosa ne pensi?”
“Adoro il marketing. È stata la mia materia complementare all’università.”
“Lo so; l’ho letto sul tuo curriculum.”
“Comprende anche la pubblicità? Mi riferisco alle pubblicità che inseriremo nella rivista?”
“Sì, sarà una tua responsabilità vendere la rivista e trovarci inserzionisti.”
“Ottimo.”
“Probabilmente aggiungerò altri compiti in seguito, ma prima di tutto voglio che organizzi queste due operazioni. Va bene?”
“Sì, Tosh.” Gli sorrise per un momento, poi chiese bruscamente: “Posso abbracciarti?”
“Perché no, Madeleine, non ricevo un abbraccio decente da quattordici anni.”
Si alzarono in piedi e Madeleine fece il giro del tavolino. Lo abbracciò, poi fece un passo indietro. “Posso chiederti un altro favore?”
“Certo.”
“Parlerai con Dominique? Anche lei è un pochino preoccupata.”
“Certamente.”
Quando uscirono dall’ufficio, Madeleine lo ringraziò ed andò alla sua scrivania.
“George,” disse Tosh,” facciamo una prova questa cosa del segretario.”
“Sono pronto, signor Scarborough.”
“Prima di tutto, chiamami ‘Tosh’.”
“Va bene. Sono pronto per fare il segretario, ma non mi faccia scrivere, pinzare, scrivere al computer o fotocopiare nulla.” Sorrise al suo nuovo capo e agitò una mano verso la sua vuota scrivania.
“Innanzitutto, voglio che Dominique venga nel mio ufficio. Dopo, vedi se riesci a trovare del caffè.”
“Perfetto,” disse George, poi urlò, “ehi, Dominique, il capo ti vuole. Ehi, Contabilità, avrei bisogno di soldi per il cibo. Qualcun altro vuole qualcosa?” Lanciò un’occhiata a Tosh. “Com’è andata?”
“Alla perfezione.” Tosh sospirò ed andò nel suo ufficio. Si sedette al suo computer ed aprì il file con le ultime foto satellitari che Quinn aveva scaricato. Le osservò tutte, poi ingrandì quella dell’Area 45. Si appoggiò allo schienale, facendo una smorfia a causa di quello che vide.
Dominique bussò alla sua porta già aperta. “Volevi vedermi, Tosh?”
“Ciao, Dominique. Accomodati.”
“Vuoi che chiuda la porta?”
“No, a meno che tu non lo voglia,” le rispose.
“No, mi va bene che rimanga aperta.”
“Ho appena parlato con Madeleine...” Tosh cominciò mentre andava alla sua sedia dietro la scrivania.
“Lo so. È responsabile del marketing e della pubblicità.” Dominique si sedette sulla sedia davanti alla sua scrivania.
Tosh annuì. “Era un po’ preoccupata per l’effetto che Ambra ha su di me.”
“Madeleine mi ha detto tutto. Mi ha anche detto che ti ha abbracciato.”
A differenza di Madeleine, i cui occhi si allontanavano nel momento stesso in cui la guardava, Dominique resse il suo sguardo.
“Madeleine parla in fretta,” disse.
“Beh, questo ci fa risparmiare un sacco di tempo, no?”
“Sì.” Lei sorrise ed attese.
“Sei preoccupata riguardo qualcosa?”
“No,” rispose Dominique. “Ma ci piaci.”
“Davvero?”
“Sì. Anche ad Ambra piaci.”
“Veramente?”
“Sì, ma ha un caratterino a differenza di Madeleine e mia.”
“Senz’ombra di dubbio,” rispose Tosh. “Ora, parliamo del tuo lavoro.”
“Ve bene.”
“Quanto ne sai dei computer?”
“Tutto.”
“Ottimo, questo è rassicurante. Ti vorrei incaricata dei nostri sistemi informatici. Avrai bisogno di un server e–”