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Cose Pericolose
Cose Pericolose
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Cose Pericolose

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Con le lacrime agli occhi, Damon indietreggiò sapendo di essere ormai dannato. La voce di Syn cominciò a risuonare nella sua mente facendolo urlare. Si afferrò la testa e urlava forte per mettere a tacere la voce, ma non si può far tacere Syn.

In quel momento tutto ciò che c’era in Michael tornò in vita di colpo. Sentendo il dolore straziante del palo ancora nel suo petto, lo prese e lo estrasse dal cuore. Estrarlo faceva male come riceverlo.

“Damon!” gridò Michael mentre si sforzava di alzarsi e cercò suo fratello. Ogni briciolo di dolore valse la pena per vedere lo sguardo sul volto di Damon quando capì che Michael era vivo.

Michael fece scivolare il bastone sanguinante dalla sua manica e in un istante pugnalò Damon. “Prova questo, fratello!” urlò mentre gli restituiva il favore. Uccise una parte di sé ma tutto questo doveva finire in qualche modo.

Quando Damon resuscitò, Michael era seduto a terra cercando di riprendere fiato. Michael capì ciò che Syn aveva fatto...quelle che erano state le parole nelle catacombe. Era un incantesimo che solo Syn poteva lanciare, che avrebbe reso impossibile per Michael e Damon uccidersi a vicenda...o forse avrebbe reso impossibile per loro morire del tutto. Oh, potevano uccidersi a vicenda...ma avrebbero provato soltanto dolore.

Morirono più volte dopo quella notte, sempre l’uno per mano dell’altro. Michael aveva finalmente rinunciato ed era tornato a casa, lasciando suo fratello da qualche parte nel mondo. Sapeva che era inutile inseguirlo e anche se il suo cuore gli gridava che non tutto era perduto, Michael non era ancora sicuro.

Kane tenne saggiamente la bocca chiusa quando Michael sussultò durante il suo incubo di ricordi. Sbatté le palpebre chiedendosi se andare così in profondità nella mente di Michael gli avesse fatto rivivere i ricordi in modo così chiaro. Se era così...allora si dispiacque quando sentì odore di lacrime nell’aria. Sparì prima che Michael si girasse a guardare la croce appena il sole cominciò a sorgere.

*****

Alicia applicò altro rossetto cercando di sbarazzarsi del viso innocente che la fissava allo specchio. Era arrabbiata, non per Kane che le aveva sottratto il libro degli incantesimi...dopotutto, era il libro di Kane. Ma era arrabbiata con tutti gli altri perché la trattavano come una bambina. Viveva in un night club, per l’amor del cielo!

Poteva anche essere stata in collegio ma non era una scuola materna. Lei era una femmina puma dopotutto, ed era perfettamente in grado di badare a se stessa. A causa delle rigide regole e degli occhi vigili degli insegnanti, Alicia aveva imparato l’arte del fare tutto di nascosto per avere la propria libertà. Al suo lato animale non era mai piaciuto stare in gabbia.

Adesso che era a casa e la sua famiglia aveva bisogno di protezione, non era giusto che tutti si riunissero lasciandola fuori. Se Micah fosse stato lì, avrebbe capito le sue necessità e, protettivo com’era, non avrebbe mai cercato di privarla della sua libertà. Era sicuramente qualcosa che apprezzava di Kane...oggi l’aveva supportata come se avesse capito cosa stava attraversando.

E quello era il problema più grande. Micah era scomparso e lei sarebbe andata a cercarlo a costo di ingaggiare ogni essere paranormale della città per farlo...a cominciare dai vampiri e dai licantropi.

Si accigliò allo specchio, sapendo di aver rovinato tutto cercando di usare un incantesimo al cimitero. Fino a quel momento, non aveva capito che c’erano due tipi di vampiri completamente diversi.

Durante le brevi visite a casa non aveva mai incontrato Michael, né nessun altro vampiro per dirla tutta, e l’unico che andava a trovarla regolarmente a scuola era Micah. Era solito andare a scuola e firmare per farle passare fuori il weekend e le festività. Fu quando andarono nella foresta che le insegnò a combattere con e senza armi.

Quando non si allenavano, si trasformavano e correvano, godendosi la libertà. Grazie a Micah, lei era più intelligente, più veloce e più tosta della maggior parte delle femmine mutanti. Micah era sempre stato il suo eroe ed era l’unico della famiglia a non pensare che una ragazza fosse uno svantaggio.

Ricordava ancora la prima volta che Micah l’aveva portata fuori per il fine settimana. Erano andati nelle foresta e allestito il campeggio prima che Micah le dicesse di fare una corsa. Alicia non aveva mai avuto una tale opportunità prima ed era così eccitata che, quando si trasformò, corse alla massima velocità e fece tre giri completi intorno al campo.

Quando si fermò, guardò Micah con le mani sui fianchi che rideva. All’inizio pensò che stesse ridendo di lei, ma in realtà stava ridendo per quanto fosse stupido il resto della famiglia. Nessuno di loro aveva avuto il tempo di parlarle del retaggio dei puma, né le permettevano di correre. Guardare la sua dimostrazione di libertà gli ricordò un gattino che esce fuori per la prima volta.

Lei era cresciuta pensando che tutti i vampiri fossero mostri perché quello era stato ciò che Nathaniel aveva insegnato ai suoi figli. Nathaniel si sbagliava. Se Kane non fosse stato liberato dalla tomba in cui suo padre l’aveva relegato, allora lei di certo sarebbe stata uccisa l’altra sera al cimitero.

Era grata che Kane fosse lì per salvarla ma non avrebbe smesso di cercare il suo amato fratello. Questa volta sarebbe stata più attenta. Poteva ringraziare Kane anche per un’altra cosa...grazie a lui Michael l’aveva baciata. Si chiese se Michael l’avesse vista solo come una bambina quando l’aveva guardata. In qualche modo ne dubitava. Sorrise a se stessa nello specchio. Era stato un bacio mozzafiato.

Si girò davanti allo specchio, assicurandosi di non sembrare la bambina che tutti credevano. La gonna di pelle nera aveva una chiusura lampo che andava dall’orlo fin su a metà coscia e lei la lasciò aperta a metà. La camicetta nera era di una leggera stoffa velata con un piccolo top di seta di seta al di sotto.

Nascose un paio di ciocche bionde spettinate sotto la parrucca da Cleopatra che aveva trovato in un baule di costumi per Halloween in soffitta. Dovette ammettere che quegli abiti aderenti la facevano sembrare dannatamente sexy.

Avrebbe scommesso che se Quinn o chiunque lei conoscesse la vedessero ora, non avrebbero neanche immaginato che fosse lei. Quinn era così occupato a seguire Kat e a fingere di non farlo, che non avrebbe comunque prestato attenzione ad Alicia. Adesso che lui e Kat stavano insieme...rivolgeva tutta la sua attenzione alla sua compagna. Il massimo che aveva fatto era piantonare due guardie mutanti su Alicia e ordinarle di stare lontana finché non avrebbero deciso che era abbastanza sicuro per lei uscire.

Le sue guardie del corpo erano stupide come pietre, tutte muscoli e niente cervello. Non ci volle molto per raggirarle e fuggire dalla sua piccola prigione. Sarebbe andata a cercare Micah quella sera, con o senza la loro approvazione.

Quinn le disse che Micah se n’era andato volontariamente e conosceva la strada se voleva tornare a casa, ma sapeva per certo che Micah non se ne sarebbe andato...almeno non senza portarla con lui. Micah era nei guai...lo sentiva. Alicia raddrizzò le spalle e alzò il mento in sfida.

Con tutta quella pelle scoperta, sperava di sembrare una prostituta per essere rapita dai licantropi o per nutrire un ignaro vampiro. Era certa che se avesse potuto combattere corpo a corpo, allora sarebbe riuscita a farlo parlare prima di ucciderlo.

Aveva spiato abbastanza per capire cosa stesse succedendo e non biasimava affatto Kane. A meno che il vampiro non fosse Michael o Kane, allora poteva ucciderlo. Per quanto riguarda i licantropi...se erano coinvolti nella tratta degli schiavi o se avevano rapito Micah, allora non erano migliori dei vampiri senz’anima.

Fece scorrere il piccolo cristallo a forma di cuore intorno al suo collo. Era più di un semplice ciondolo. Aveva studiato la magia per molto tempo e stavolta questo cristallo avrebbe impedito di farla cadere sotto l’incantesimo di un vampiro...anche un vampiro potente come Kane o Michael. E ricordava anche alcuni semplici incantesimi del libro che Kane le aveva portato via.

Stasera avrebbe scoperto com’era davvero far parte di quella famiglia...stava per combattere questa guerra, che ai suoi fratelli e ai giaguari piacesse o no.

*****

Damon si appoggiò alla poltrona e fissava il camino, osservando le fiamme che si accoppiavano con le ombre gettate nel recinto di mattoni. Prendendo il bicchiere di vino rosso, lo fece roteare e sentì la propria calma scivolare via. Sentiva di nuovo Syn sussurrare.

Quando il bicchiere si frantumò contro i mattoni, premette le dita sulla tempia sinistra, sapendo di aver appena svegliato il suo spuntino notturno.

La sensuale brunetta si sedette sul letto alla sua sinistra e si accorse di essere da sola tra le lenzuola. Uscendo dalle coperte, si mise a strisciare sensualmente verso di lui sul materasso, ma lui non le diede il tempo di pensare che stesse funzionando. Più veloce di quanto l’occhio umano potesse rilevare, Damon si avvicinò al letto con le dita avvolte saldamente attorno alla sua gola.

Non voleva guastare la sua bellezza o farle del male, ma soltanto tenerla ferma, mentre le proprie pupille si ingrandirono e la mise completamente sotto incantesimo. Fino a quel momento non aveva avuto bisogno di farlo. Era stata una partner più che disponibile, ma adesso era il momento di porre fine alla loro bella amicizia. Aprendo lentamente la bocca, mostrò le zanne affilate. Non sapeva perché lo faceva, le ragazze reagivano sempre allo stesso modo.

Gli occhi di lei si spalancarono per il terrore e lui soffocò rapidamente l’urlo che si stava facendo strada attraverso nella sua mente oscurata. Le ragazze mortali erano inutili...proprio come lo era stata Katie. Poteva ancora sentire il rumore di metallo e questo peggiorò il suo umore.

“Ti farò un favore, piccola.” Un angolo della bocca accennò un sorriso sarcastico. “Sei venuta a Los Angeles per fare la modella, ma questa città è piena di altre ragazzine che vogliono la stessa cosa, quindi ecco cosa farai tu. Fidati...è per il tuo bene.”

La tirò più vicino e guardò più profondamente nei suoi occhi. “Tu odi questo posto. Odi LA e vuoi tornare nella piccola città da cui sei venuta. Se resti qui, i mostri ti useranno proprio come ho fatto io. Vai a casa e cerca il ragazzo a cui hai spezzato il cuore lasciando la città e chiedigli perdono perché nessuno ti vorrà mai, qui.”

Le lasciò il collo vedendola respingere le lacrime mentre cadde sul materasso. Non era dell’umore adatto per sentirla piangere. “Devi andartene...adesso.” Si voltò di spalle e attraversò la stanza per guardare fuori dalla finestra. Per quanto lo riguardava, aveva appena fatto la propria buona azione quotidiana. Quella città era un disastro comunque.

Con la coda dell’occhio vide un paio di giovani vampiri che svoltavano l’angolo di un edificio diretti in un vicolo. Si chiese da dove fossero spuntate tutte quelle creature senz’anima, visto che LA ne sembrava invasa.

Aveva dimenticato completamente la ragazza sul suo letto finché non sentì la porta dell’attico sbattere...Sì, le aveva fatto un favore. Era stata fortunata ad essere trovata da lui invece che dai mostri che affollavano le strade di LA al momento...e non si riferiva solo al paranormale. Aprì il balcone e uscì nell’aria notturna inspirando profondamente.


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