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Cose Pericolose
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Cose Pericolose

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“No, siete in tempo.” disse Envy. “In realtà non abbiamo ancora iniziato.”

Tabatha si unì alle donne al bar e si sedette, mentre Kriss si fermò accanto a Chad.

Il cuore di Kane gli saltò in gola quando Tabatha entrò e dovette combattere l’impulso di prenderla in braccio e portarla via da lì. Fece un passo fuori dall’ombra, in modo che la sua sagoma si vedesse a malapena. I suoi occhi si volsero verso il caduto e si sentì sprofondare per lo sguardo che gli stava lanciando.

“Dobbiamo sapere di più su questo demone che era intrappolato nel cimitero.” continuò Warren. “Dobbiamo sapere com’è fatto e, dal momento che Dean è assente, Kane è l’unico ad averlo visto.”

Kane prese una sigaretta e accese il suo accendino. La luce gli illuminò il viso per un attimo e tutti videro i suoi occhi turbati.

Tabatha smise di respirare mentre il suo sguardo si posava sulla piccola fiamma e vide Kane. Le sue labbra perfette erano leggermente curve mentre accendeva la sigaretta e i suoi occhi erano adombrati da ciglia scure. Adombrati o no, poteva sentire i suoi occhi toccarla come se fossero mani che le accarezzavano la pelle. Sentendo la distrazione di qualcosa che le strofinò il braccio, si guardò intorno per trovare Kriss in piedi proprio accanto a lei.

“Il suo nome è Misery.” disse Kane dopo un po’. “Il problema é che... Non sono come sia veramente.”

“Come fai a non sapere com’è?” chiese Kriss con un’espressione accigliata sul viso. “Sei stato laggiù con Dean per chissà quanto tempo.”

“Mi lasci finire, pennuto?” chiese Kane in tono sarcastico.

Kriss strinse gli occhi offeso dall’insulto.

“Bene.” ribatté Kane. “Il motivo per cui in realtà non so com’è è che continuava a trasformarsi. Un attimo era una bella bambina con una personalità orribile, quello dopo un cadavere in decomposizione, una nuvola di fumo nero e infine una bellissima donna. Quelle sembravano essere le sue forme preferite. È estremamente potente se è in grado di intrappolare contemporaneamente due caduti in quella caverna.”

Kriss fece un respiro profondo e annuì “Alcuni demoni sono noti per avere quel tipo di potere.”

“Abbiamo un esperto di demoni che sta per arrivare qui.” intervenne Zachary. “Il suo volo dovrebbe arrivare tra un paio di ore più o meno. Quando sarà qui, sarebbe meglio se tutti lasciassero Misery a lei.”

Kane sollevò un sopracciglio “Lei?”

“Sì.” disse Trevor. “Il suo nome è Angelica. È informata su ogni leggenda, mito e fiaba del mondo. Se c’è una storia su Misery, allora sarà nel suo computer.”

Alicia sospirò con frustrazione “Bene, il demone è tutto suo. Voglio sapere cosa faremo per trovare Micah.”

“Micah sa badare a se stesso.” la informò Quinn.

La verità era che, durante l’ultima lite con Micah, lui aveva ordinato a Micah di cedere ma suo fratello non aveva obbedito e ciò poteva significare solo una cosa...adesso c’erano due maschi alfa nel clan dei puma e non era mai successo prima. In passato, questo aveva sempre scatenato una lotta all’ultimo sangue.

Quinn amava Micah ed era orgoglioso che fosse così determinato. L’ultima cosa che voleva era che una delle loro solite liti degenerasse.

“Ma non sa niente di quello che è successo.” esclamò Alicia cercando qualsiasi motivo che li spingesse a cercarlo. “Cosa succede se si imbatte in Misery e viene ferito...o ucciso? Sparito o no, fa parte del clan.”

“Non puoi contestare il suo ragionamento, vecchio mio.” intervenne Kane dopo aver letto i pensieri di Quinn.

Alicia lo guardò nell’ombra e arrossì prima di distogliere lo sguardo. Era bello sentire qualcuno che prendesse verbalmente le sue difese per una volta. Quello che Alicia non sapeva era che tutta la sua famiglia pensava a Micah e all’ultima volta in cui lo avevano visto; cioè subito dopo la lite con Anthony.

Kane le ricambiò il sorriso anche se lei non poteva vederlo. A quanto pare, lei era l’unica del gruppo ad avere fegato.

“L’ultima volta che abbiamo visto Micah, stava facendo a gara di urla con Anthony Valachi e poi lo ha buttato fuori dal club.” disse piano Steven. “Proprio prima che scomparisse.”

“Il lupo mannaro?” chiese Trevor inclinando la testa.

“Sì, e come se non bastasse, Steven si è accoppiato con la fidanzata di Anthony.” disse Quinn, rivolto a lui e a chiunque altro che non lo sapesse.

Jewel si accigliò realizzando che Steven le aveva raccontato la verità sui legami che forse collegavano il fratello scomparso ad Anthony. Si morse il labbro, chiedendosi silenziosamente se non fosse l’unico motivo per cui Steven l’aveva aiutata. No, si sbagliava. Quando Steven l’aveva portata via dalla chiesa, non sapeva nemmeno che Anthony fosse il suo fidanzato.

Sentì il tono accusatorio nella voce di Quinn e raddrizzò le spalle. Un istinto protettivo la inondò e lei gli dette voce.

“Steven non sapeva chi fosse il mio fidanzato e io non sospettavo che Anthony fosse un lupo mannaro.” dichiarò Jewel con voce ferma. “Quando mi ha marchiata gli ho detto di Anthony. Quindi, se vuoi biasimare qualcuno per questo, allora prendi me.”

Quinn sembrò un po’ mortificato e Kat le fece un cenno con il pollice in su.

Jewel si appoggiò al bancone e iniziò a mordersi di nuovo il labbro inferiore. Tenere testa al fratello maggiore di Steven, l’alfa della tribù dei puma, l’aveva un po’ spaventata.

Guardò Steven e si rilassò quando vide nei suoi occhi l’orgoglio che brillava per lei. Qualcosa dentro di lei si addolcì e lottò con tutte le sue forze per alzare un muro protettivo attorno ad esso. Il suo cuore prese a battere più velocemente e si chiese se non si stesse innamorando di lui.

“Anthony Valachi è sospettato da un po’.” disse Chad. “La polizia ha motivo di credere che sia coinvolto non solo in tratta di esseri umani, ma anche in schiavitù. Si vocifera che i suoi uomini abbiano anche preso delle prostitute, le abbiano rapite e vendute come schiave del sesso.”

“Allora perché la polizia non ha fatto niente?” chiese Kat.

“Ci hanno detto di starne fuori, perché l’FBI aveva preso il controllo dell’indagine.” rispose Chad. “Purtroppo, quando arriva l’FBI non abbiamo giurisdizione e non possiamo far altro che lasciargli campo libero, a meno che non vogliamo finire in prigione come i cattivi.”

Steven annuì realizzando che era il momento di raccontare tutto. “Il padre di Jewel è stato indagato dall’FBI tempo fa. È il motivo per cui Jewel era promessa ad Anthony.” Sorrise dolcemente a Jewel prima di tornare al gruppo.

“Suo padre era il direttore del Palm Springs Resort ed Anthony non era contento del loro mandato di perquisizione, né che Arthur avesse permesso loro di vagare per la proprietà. Ammesso il proprio errore, Arthur uccise l’agente e fu arrestato per omicidio. Per salvare la propria pelle, Arthur consegnò Jewel ad Anthony come ricompensa per averlo ripulito dall’accusa di omicidio.”

“È lui che ha ucciso mio padre. Ne sono sicura.” disse Jewel, stringendo il pugno lungo il fianco. “Perciò, quando andiamo a prenderlo?”

“Non dobbiamo andare a prenderlo.” la informò Chad. “Studieremo un piano e poi gli faremo sapere che sei sotto la protezione dei Wilder. Appena farà una mossa...lo prenderemo.”

“Penso che questo sia un po’ al di sopra della legge.” lo corresse Trevor. “Teniamo Jewel nascosta per un paio di giorni, io e Zackary ci assicureremo che l’FBI non arrivi e mandi tutto a puttane.”

“Perché dovrebbero interferire?” chiese Kat. “Fai parte di quella organizzazione paranormale ... …non siete al di sopra dell’FBI?”

“Solo in determinate zone.” rispose Trevor. “Buona parte dell’FBI non sa che esistiamo. Cavolo, neanche il presidente degli Stati Uniti sa di noi. Li scavalchiamo, e per questo dobbiamo avere la prova che qualcosa di paranormale stia realmente accadendo.”

“Significa che almeno una parte del governo sa di noi?” chiese Nick; non gli piaceva la sensazione di disagio che provava.

Trevor scosse la testa “Non sa proprio di tutti voi...ma conoscono i più...particolari. Siete protetti come gli esseri umani...forse anche di più e con regole più indulgenti, e da un piccolo ma potente governo all’interno e al di sopra del governo stesso.” Si grattò la testa sperando che tutti potessero fidarsi di quella vaga versione della verità.

“La mia preoccupazione è che l’FBI scavi più a fondo e scopra troppo tardi che si tratta di licantropi, e non di esseri umani.” Chad si accigliò comprendendo, e non gradendo, ciò che Trevor aveva appena detto. Avrebbe dovuto accettare che i paranormali avessero più diritti degli esseri umani? Forse era un po’di parte, ma lui era uno di quei piccoli esseri umani.

Trevor scosse la testa “La mafia non attaccherà di colpo l’FBI. Inoltre, se il mondo sapesse dei lupi mannari, sarebbero prossimi all’estinzione e i licantropi lo sanno. L’ultima volta che sono usciti allo scoperto, sono stati perseguitati quasi fino all’estinzione.”

“Fatemi fare un paio di telefonate per vedere se abbiamo piena giurisdizione sul caso Valachi.” propose Zackary. “Se è così, allora abbiamo libero accesso e possiamo reclutare chiunque pensi di essere qualificato.” Guardò il gruppo sapendo che avrebbero arruolato quasi tutti nella sala, e dato loro l’immunità a prescindere da come sarebbero andate cose.

“Qualcuno sa cosa guidava Micah il giorno in cui è sparito?” chiese Chad. “Posso eseguire una ricerca dalla mia auto di pattuglia e diramare una segnalazione.”

“La sua moto.” intervenne Alicia, poi i suoi occhi si spalancarono ricordando che aveva detto a Warren di aver guidato la stessa moto nella tempesta la sera prima. Guardando verso di lui, fece un sospiro in sollievo quando lui le fece l’occhiolino.

Nick disse la sua “Sono d’accordo a stare lontano da Misery, ma i vampiri sono il suo nutrimento e non possiamo permetterlo.”

“Siamo tutti pronti per la disinfestazione.” concordò Warren.

“Non tutti, spero.” Trevor guardò Envy.

Zackary si mise con discrezione davanti a Trevor per bloccare lo sguardo infuocato che Devon stava lanciando al suo amico. “Penso che dovremmo chiedere qualche favore e avere rinforzi in questa zona.”

“Vuoi dire che ci sono altri come te in giro?” chiese Steven.

Zachary infilò le mani nelle tasche e inclinò leggermente la testa. Il bagliore soffuso delle luci illuminò i suoi capelli biondi a spazzola mentre lui sorrise “Mi dispiace deluderti, ma io sono l’unico. Volevo clonare me stesso ma il capo fifone, qui, non me lo ha permesso.” disse, puntando il pollice verso Trevor.

“Sta’ zitto e fai quelle telefonate.” esclamò Trevor. “Se ci fosse un altro te in giro, Angelica lo ucciderebbe solo per dire di averlo finalmente fatto.”

L’espressione di Zachary divenne di ghiaccio. “Ooh, verrei calpestato da quelle meravigliose Doc Martens che tiene nascoste nel suo armadio.”

Trevor fece nervosamente un passo verso il suo partner e Zachary corse subito nell’area bar nascondendosi dietro Kane.

“C’è un motivo per cui mi stai usando come scudo?” chiese Kane.

“Sì.” esclamò Zachary. “Dammi un minuto e te lo dico.”

Kane sorrise “Dammi un minuto e tornerò a casa per trovare le mie..Doc Martens.”

Zachary si allontanò da Kane con le mani alzate. “Ehi amico, sono etero.”

“Zachary!” urlò Trevor.

“Va bene, va bene.” disse Zachary e tirò fuori il suo cellulare. “Cavolo, sono circondato da gente senza senso dell’umorismo... ad Angelica piaceranno un sacco.”

Capitolo 4

Kane si appoggiò alla croce parecchi metri dietro Michael e guardò la città chiedendosi dove si nascondesse Misery e se fosse ancora in città. C’era un mondo intero da terrorizzare, ma il karma era bastardo, così come l’istinto che gli diceva che non era andata molto lontano.

Fece una smorfia immaginandola camminare lungo il marciapiede come un cadavere in decomposizione, poi represse un brivido all’immagine della strana bambina e concluse che il cadavere era meno raccapricciante. Nel corso dei secoli aveva visto vampiri adulti trasformare bambini.

Quello che molti di loro non avevano mai capito era che i bambini spesso erano più aggressivi dei loro ‘genitori’ adulti, e finiva con gli adulti che uccidevano loro o loro uccidevano gli adulti. Doveva ammettere che una donna che aveva scritto libri di vampiri ci aveva visto giusto.

Sperava che chiunque fosse l’esperto di demoni menzionato da Trevor sapesse cosa stava facendo...ma ne dubitava.

Il ricordo del demone era quello che lo aveva spinto a fare da babysitter a Michael...il che gli avrebbe impedito di perseguitare Tabatha adesso che era tornata in città. Ci voleva un’immensa forza di volontà per non farlo. Il solo stare nella stessa stanza con lei era un dolore fisico...un dolore che sapeva di non poter sopportare tanto a lungo. I suoi occhi tornarono sul suo amico e lui si appoggiò più pesantemente alla croce.

Doveva ammettere che se voleva stare da solo ma ancora circondato da esseri umani, allora il tetto della più grande chiesa della città era un luogo interessante in cui farlo.

Stranamente, sapeva che Michael non era andato lì per la serenità e la tranquillità. Lì era dove il vampiro pensava e rimuginava. Non importava che fossero all’aperto perché Kane aveva la sensazione che se Misery volesse trovarli, allora quattro mura non li avrebbero salvati. Non si era mai nascosto da un nemico prima d’ora e non avrebbe iniziato a farlo adesso. Ovviamente, Michael la pensava allo stesso modo.

Sorrise quando uno strano pensiero attraversò la sua mente. Appena avrebbe rivisto Dean, avrebbe chiesto un favore al caduto. Voleva una manciata di quelle piume con l’incantesimo che Dean aveva usato sulla piuma nelle catacombe. Alla stronza non era piaciuto molto. Si mise una mano sulla spalla ricordando tutta la carne strappatagli via, che era in qualche modo riapparsa mentre era privo di sensi. Michael gli aveva detto che Dean l’aveva guarito.

Kane non ricordava molto dopo la caverna. Ricordava di aver sentito la voce di Michael che lo chiamava nel buio, ma non molto altro. L’altra cosa che ricordava era l’essersi svegliato in una chiesa piena di gente e Michael chinato sopra di lui come una chioccia.

Il viso di Tabatha gli balenò nella mente. Aveva passato le ultime due ore cercando disperatamente di non pensare a lei, ma per buona parte di quelle ore non aveva dato ascolto a se stesso.

Michael sentiva la presenza di Kane da qualche parte dietro di sé, ma invece di essere infastidito dall’intrusione indesiderata, si sentì confortato dallo sguardo vigile del suo amico. Almeno se Kane si fosse preoccupato per lui, si sarebbe allontanato per un po’ dalla sua paranoia. E poi amava Kane come un fratello...la parola ‘fratello’ echeggiò nella sua mente mentre i suoi pensieri si oscurarono e si rivolsero a Damon. Come potevano dei fratelli comportarsi così male l’uno con l’altro?

Cercando di sgombrare la mente dai ricordi inquietanti, Michael si rilassò e si lasciò andare. Sapeva che dormire era sicuro al momento... Kane lo sorvegliava.

Kane pensava al pensiero sussurrato di Michael. Non sapeva che Michael avesse difficoltà a dormire. Cosa aveva sentito il suo amico di così minaccioso da avere paura di chiudere gli occhi? Sapeva che la mancanza di sonno fa impazzire lentamente...ma poi aveva scoperto anche che dormire troppo era ancora più dannoso.

Guardò la strada della casa di Michael, immersa tra gli altri edifici della città. A giudicare dal tetto circolare, era in stile vittoriano. Aveva accettato di trasferirsi da Michael, ma adesso sembrava dover dire a Michael di entrare in casa, invece di dormire sul tetto per strada.

Alzò un sopracciglio verso il suo strano amico. La casa aveva tutti i comfort moderni che una persona datata come loro potesse chiedere, comprese le protezioni per tenere lontani i demoni, quindi perché questa improvvisa necessità di aria fresca che odorava di pioggia?

Sapeva che Michael si sentiva ancora colpevole per non essere stato lì quando lui si era fatto seppellire vivo. Anche se Kane aveva cercato di non entrare nella sua testa, non aveva ancora detto a Michael che se ci avesse provato, sarebbe riuscito a leggergli la mente. È qualcosa che un amico non vorrebbe sapere...e poi, aveva la sensazione di essere l’unico con quel potere.

Averlo abbandonato non era tutto quello a cui Michael stava pensando quella sera...fu il motivo per cui aveva lasciato il paese a richiamare la sua attenzione...Damon, il fratello di Michael. Kane non vedeva Damon da quando aveva ripreso i sensi...o quello che era rimasto di loro, ma i ricordi che aveva erano abbastanza buoni. Damon aveva un’indole selvaggia ed entrambi davano a Michael dei gran mal di testa nel tentativo di tenere il passo.

Kane diede un’occhiata e notò che Michael giocava con l’anello al dito mentre pensava a Damon. Non ci volle molto prima che il sonno sopraffacesse Michael e che i sogni vividi iniziassero. Quanto più duravano i sogni, più Kane scopriva ciò che Michael stava nascondendo. Chiuse gli occhi, escludendo la città e concentrandosi per la prima volta sul dolore di qualcun altro.

Fu sorpreso di ritrovarsi non solo ad ascoltare i sogni, ma anche a captare dei flashback di quarant’anni fa. Vide tutto svolgersi da una prospettiva esterna come se stesse guardando un film tragico.

Michael aveva sentito il bisogno di andare da Damon per la prima volta dopo oltre un secolo. Quando trovò suo fratello, tutto sembrava andare bene. Damon se la spassava nella ribalta sociale di Londra e Michael rimase con lui per un po’. Andavano alla grande finché non incontrarono una ragazza... Katie.

Tutti gli scapoli più ambiti erano stati invitati alla festa del suo diciottesimo compleanno, compresi i due fratelli. Lei era davvero la reginetta del ballo. Quella che era iniziata come una semplice rivalità tra fratelli si trasformò in un pericoloso gioco di gelosia. Sembrava che tutto fosse diventato una competizione. Avevano trascorso settimane a farsi una guerra silenziosa a vicenda per ottenere il suo affetto.

Damon gli disse di andarsene...di tornare oltreoceano, ma Michael non poteva farlo. Non voleva che Damon vincesse allontanandolo. Quando la rivalità aumentò, si lanciarono uno alla gola dell’altro per la stessa ragazza. Lei non era la loro anima gemella né altro, anche se entrambi erano affascinati da lei. Il destino volle che Katie avesse lo stesso problema...era innamorata di entrambi e non voleva scegliere.

Ma la cosa ancora più contorta del triangolo amoroso, era che Katie pensava che i due fossero umani...non le avevano mai dato un motivo per pensare il contrario.

Una sera avevano portato Katie a ballare, ma fu un errore fatale. La tensione tra i due era troppo alta. Dopo soltanto un’ora di lenta agonia interiore mentre ballavano a turno con lei, i fratelli alla fine arrivarono alle mani. Non si erano resi di conto di quanto avessero perso il controllo fin quando i loro occhi non cambiarono colore, mentre stringevano le mani uno attorno alla gola dell’altro e i loro piedi si alzarono da terra.

Non avevano visto che lei era scappata. Michael e Damon rinsavirono dalla propria rabbia quando sentirono uno stridio di gomme e un rumore di metallo fuori dalla discoteca. Quando la raggiunsero...lei era morta.

Quando Damon corse verso di lei con l’intento di provare a resuscitarla con il proprio sangue di vampiro, Michael lo fermò perché era già arrivata molta gente. Damon ce l’aveva con lui da allora, incolpando Michael di non essere andato via quando lui glielo aveva chiesto.

Avevano combattuto per mesi...dandosi tregua ogni tanto con parole di affetto, ma finiva sempre con un’altra lite. Michael sapeva che Damon stava diventando sempre più oscuro e che voleva ucciderlo. Se ci avesse provato, allora Michael si sarebbe difeso e uno di loro sarebbe morto.

Fu allora che Michael fece qualcosa che aveva giurato di non fare... andò da Syn. Syn era il primo vampiro. Dormiva da secoli senza svegliarsi ma Syn non era morto perché non poteva morire...almeno così dicevano. Non ne erano sicuri perché aveva scelto di dormire un paio di secoli prima, ma sembrava che Syn stesse aspettando qualcosa che non era ancora accaduto.

Michael girava intorno alla statua che indicava il luogo di riposo di Syn all’interno del mausoleo. Sapeva che Syn era sotto di lui. Parlò alla tomba vuota, sentendo le proprie parole echeggiare intorno a sé...talvolta in sussurri, talvolta in assordanti urla.

Combattere con Damon lo stava facendo impazzire, non voleva che arrivassero a tanto. Non era nemmeno sicuro che uno di loro avesse amato davvero la ragazza. Si sentiva il cuore uscire dal petto per il dolore che aveva causato a suo fratello...e a Katie. Non sapeva se Syn stesse ascoltando, ma gli bastava raccontare la verità a qualcuno, almeno.

Gli occhi della statua si girarono a guardarlo. Somigliava a Syn ma era incolore. Le candele accese intorno a lui vibrarono e si affievolirono, poi avvamparono verso l’alto mentre la statua si mosse. Parole bisbigliate provenivano dal suolo in una lingua dimenticata.

Il silenzio che ne seguì fu come un calmante e Michael capì che Syn lo aveva perdonato anche se Damon non lo aveva fatto. Si strofinò le braccia cercando di scacciare i brividi. Syn era un uomo di magia e Michael si chiese quale fosse l’incantesimo che era appena strisciato in lui.

Si allontanò dalle catacombe e dal mausoleo solo per scoprire che Damon era lì ad aspettarlo. Ancora una volta, ci furono dolci le parole affettuose ma non passò molto tempo prima che si surriscaldassero. Michael voleva solo che tutto finisse...voleva abbracciare suo fratello e ricominciare daccapo.

Damon aveva preso alla lettera la prima parte della sua frase e, prima che Michael potesse fermarlo, estrasse un paletto di legno dalla giacca. Michael sentì il legno penetrare nel proprio cuore e cadde in ginocchio. Guardando Damon, aprì la bocca per dire qualcosa, ma tutto quello che ottenne fu un gorgoglio.

Michael cadde su un fianco, sentendo il sangue fermarsi nelle vene e divenire cenere mentre la sua visione si oscurava lentamente.