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Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security
Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security
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Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security

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Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security
T. M. Bilderback

La Justice Security va all'inferno. Trentasette bambini, insieme all'autista dell'autobus, sono stati rapiti mentre andavano a scuola. Sono stati nascosti in un luogo conosciuto solo ai rapitori, e sono stati circondati da trappole esplosive che esploderanno alle cinque del pomeriggio, a meno che i rapitori non ricevano quanto chiedono. Quello che vogliono è semplice: Joey Justice. Vogliono scambiare Joey con Esteban Fernandez in cambio della taglia sulla sua testa oppure uccideranno i bambini. Il capo dell'FBi della città, Marcus Moore, ordina alla Justice Security di chiamare uno specialista in rapimenti di bambini per aiutarli a trovare i bambini…Nicholas Turner. Marcus sa anche che Nicholas porterà con sé la sua arma segreta – la sua figlia mezza-angelo, Madeline. La Justice Security trova i rapitori in tempo per salvare i bambini. Ma quando uno sfortunato incidente uccide i rapitori prima di scoprire il luogo dove sono nascosti i bambini, tutto sembra perduto. Tuttavia, Joey pensa a una soluzione in cui solo Madeline potrà aiutarli. Perché non andare all'Inferno e chiederlo ai rapitori? Andare all'Inferno è pericoloso e c'è sempre un prezzo molto alto da pagare quando qualcuno suona le campane dell'Inferno. Chi vivrà? Chi morirà? Scoprite cosa accade alla Justice Security quando va all'Inferno nell'undicesimo libro della serie Justice Security di T. M. Bilderback – Le Campane dell'Inferno!

T. M. Bilderback

Le Campane Dell`Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security

LE CAMPANE DELL`INFERNO

UN ROMANZO DELLA SERIE JUSTICE SECURITY

di

T. M. Bilderback

Traduzione di

Alberto Favaro

Copyright 2017 di T. M. Bilderback

Progetto della copertina di Christi L. Bilderback

Foto di copertina © Can Stock Photo / sjhuls

Tutti i diritti riservati

Questo è un lavoro di fantasia. Ogni somiglianza a persone reali è frutto della vostra fantasia

Nessuna parte di questo romanzo può essere usato senza il permesso diretto dell’autore

Nota dell’autore

Ciao lettore e grazie per il tuo interesse per questo libro.

Se non avete letto il mio primo romanzo, Se potessi leggere la mia mente – Un romanzo su Nicholas Turner, fermatevi ora. Trovatene una copia. Leggetelo.

Questo romanzo è una prosecuzione di quel romanzo e ci sono cose in questo romanzo che non capirete se non avete letto quel romanzo.

È sempre stata una mia idea far sì che Nicholas Turner e la sua “arma segreta” interagisse con la Justice Security. Ci è voluto parecchio tempi per riuscire ad arrivare a questa inclusione.

I romanzi della Justice Security, se siete un fan della serie, sono diventati sempre più cupi con il progredire della serie. Uno dei miei principi personali di questa serie è che nessun personaggio è al sicuro…nessun personaggio è immune dall’essere ucciso, o menomato o ferito al punto da far uscire quel personaggio dalla serie. Se la storia lo richiede, quel personaggio finirà nell’oscurità.

Con questo romanzo il buio arriva. Duramente. Fatevi forza e godetevi il viaggio!

T. M. Bilderback

Capitolo 1

“Mamma! Madeline ha fatto scomparire ancora le mie cose!”

“Non è vero! É solo che non le hai ancora trovate!”

“No, non è vero! Stai mentendo! Non devi dire bugie!”

“Non sto mentendo, Karen!”

“Invece sì! Stai mentendo, Madeline!”

“NON STO MENTENDO!” La voce arrivò contemporaneamente da tutte le direzioni.

“Non è giusto! Non ti è permesso di discutere con la tua voce da angelo! Lo ha detto papà!”

“Papà ha anche detto di non far svanire più le tue cose e non l’ho fatto! Perciò, zitta!”

“Ragazze, ora basta!”

“Ma mamma!” disse Karen.

“Meredith!” disse Madeline.

Meredith Turner sollevò la mano con il palmo aperto. “Non voglio sentire più una parola o vi metterò in castigo tutte e due. Capito?”

Il silenzio accolse le parole di Meredith fino a quando riabbassò la mano.

“Mamma?” disse Karen.

Meredith sospirò. “Sì, Karen?”

“Come metti in castigo un angelo?”

Dannata voce dell’innocenza, pensò tra sé Meredith. Poi, ad alta voce, disse, “Voglio che voi due finiate di pulire questa stanza e che poi scendiate. Vostro padre sarà a casa presto e dobbiamo cominciare a cenare.”

“Sissignora” dissero entrambe le ragazze all’unisono.

Meredith si girò e uscì dalla stanza che le due ragazze condividevano. Alle sue spalle sentì Karen dire, “Mi dispiace, Madeline.”

Madeline disse, “Nessun problema, Karen – l’ho solo dimenticato.”

“Testa alata.”

“Cervello di gallina.”

Meredith sorrise mentre le due ragazze ridacchiavano. Stavano crescendo unite come vere sorelle…e si stavano comportando di conseguenza. Wow…far svanire le cose di Karen era iniziato come uno scherzo. Madeline trasformava le cose di Karen in modo che la mano di Karen ci passava attraverso, qualunque cosa stesse prendendo. Era stato divertente fino a quando Madeline aveva fatto “svanire” il letto di Karen. Meredith iniziò a scendere le scale. In fondo, nell’ingresso principale della casa, girò per andare verso la porta di ingresso e controllare gli operai che stavano sistemando la casa. La casa era stata danneggiata dagli spari in un tentativo fallito di ucciderla, quando sua figlia, Karen, era stata rapita da una coppia di poliziotti corrotti poco tempo prima. Dopo aver discusso con la compagnia assicuratrice, Nicholas aveva chiesto all’ufficio locale dell’FBI…beh, a Marcus Moore…di indagare sul motivo per cui la compagnia stesse rallentando il risarcimento dei danni. Le indagini aveva avuto l’effetto desiderato: la compagnia aveva accettato di riparare la casa. Rimpiazzare le finestre era stato il lavoro più problematico.

Era veramente passato così poco tempo?  Che periodo strano e felice!

Meredith aveva, su suggerimento di un uomo dell’FBI, assunto un detective privato, Nicholas Turner, per aiutarla a trovare Karen. L’uomo dell’FBI era Marcus Moore, il miglior amico di Nicholas. Quando lo aveva incontrato era un ex poliziotto dall’aspetto trasandato che di tanto in tanto si prendeva delle sbronze per dimenticare le morti di sua moglie e della figlia mai nata, accadute dieci anni prima.

Poi era accaduto il miracolo che aveva completamente rivoluzionato le vite di tutti loro.

Un angelo vero aveva scelto di rinascere sotto forma di bambina per riprovare cosa significava vivere come un essere umano. La bambina che aveva scelto apparteneva a Nicholas e Janie Turner. Dopo che la sua anima si era unita ai contributi biologici di Nicholas and Janie, la bambina era morta perché Janie aveva sviluppato un cancro uterino rapido e devastante. Janie aveva perso la bambina e lei stessa era morta poco dopo. La piccola, che avrebbe dovuto chiamarsi Madeline Louise, scelse di crescere come una normale bambina umana vicino a sua madre nel “Paradiso”. Quando ebbe dieci anni, Madeline aveva esercitato la sua libera volontà di fare quello che pochi angeli o anime rinate avevano fatto in precedenza…scelse di tornare sulla Terra per aiutare suo padre a riportare la sua vita sul binario giusto. Madeline, tuttavia, aveva alcune sorprese in serbo per suo padre.

Madeline poteva, come dicevano Nicholas, Meredith, e Karen “svanire”. Questo significava che poteva essere vista attraverso gli oggetti e gli oggetti passavano attraverso lei. Poteva anche diventare solida se lo decideva. Tuttavia, se sceglieva di diventare solida era anche vulnerabile e poteva essere ferita o uccisa come qualsiasi essere umano normale. Madeline poteva anche far svanire gli oggetti, toccandoli quando era solida per poi svanire insieme all’oggetto. Poteva essere invisibile quando decideva di esserlo. Poteva anche far svanire altre persone e trasportarle con la velocità del pensiero. Poteva portare le persone nei reami più alti dell’esistenza, e poteva sparare dalle sue mani dardi di pura potenza. Questi dardi erano innocui per le creature di buon cuore, ma potevano immobilizzare o anche uccidere coloro che erano cattivi.

Madeline poteva anche comunicare telepaticamente con suo padre.

Entrambi i padri.

Perché, anche se Madeline aveva scelto di vivere come una bambina umana con poteri angelici, era ancora un mezzo angelo e rispondeva anche a un padre che non era Nicholas. Ma, visto che Madeline aveva il libero arbitrio, poteva restare con il suo padre terrestre per tutto il tempo che voleva…e avrebbe proseguito a invecchiare come se fosse stata una ragazza normale.

Meredith talvolta lo trovava ancora difficile da credere. Quando accade qualcosa nella tua vita che conferma letteralmente che esiste una vita ultraterrena, che gli angeli esistono, che le anime esistono, che Dio esiste…beh, tutto questo può essere schiacciante.

Schiacciata o meno Meredith ora era la matrigna di un angelo.

E le piaceva!

Meredith aprì la porta principale proprio mentre uno degli operai all’esterno gettava una persiana rovinata del primo piano dalla cima di una scala. Quando raggiunse terra fece un rumore simile a uno sparo e, per questo, Meredith urlò e fece un salto per la sorpresa.

Quasi istantaneamente, Madeline comparve vicino a lei in piena modalità “angelo”, o “battaglia”. Il suo corpo brillava di una non luce bianca e i suoi occhi erano di un brillante blu penetrante. Scintille provenivano dalle sue mani e la sua forza usciva dalle sue spalle con una forma che ricordava un paio d’ali. I suoi occhi cercarono la minaccia che aveva fatto urlare Meredith.

Meredith aveva visto Madeline in modalità “battaglia” solo un’altra volta, quando la bambina aveva aiutato a sconfiggere George Parker, il poliziotto corrotto responsabile del rapimento di Karen. La vista era confortevole e paurosa…e non adatta per altri occhi umani!

“Madeline!” sibilò Meredith “Non è nulla! Torna dentro prima che qualcuno ti veda, tesoro!”

Madeline si girò verso Meredith, concentrando i suoi occhi blu luccicanti su di lei. Vedendoci la verità, Madeline fece un passo indietro, riprendendo gradualmente il suo aspetto normale.

“Mi dispiace Meredith,” sussurrò “pensavo ci fosse qualcosa che non andava.”

Meredith sorrise e l’abbracciò. “Oh, tesoro, va tutto bene. Non hai fatto nulla di sbagliato! Ti ringrazio per tenermi d’occhio!”

“Va tutto bene, signora Turner?” disse una voce dalla soglia.

Meredith e Madeline fecero un balzo a quel suono. Il caposquadra dei lavori era in piedi sulla soglia.

“L’ho sentita urlare…la persiana l’ha spaventata?” chiese imbarazzato. “Mi dispiace…cercheremo di stare più attenti.”

“No, va tutto bene,” rispose Meredith. “Ero sovrappensiero e il rumore mi ha spaventata.”

“Dovremmo finire per domani sera,” disse il caposquadra. “Poi non la disturberemo più.”

“Grazie,” disse Meredith.

Il caposquadra sorrise a Madeline. “Prometto che la casa sarà bella come se fosse nuova, signorina.”

Madeline restituì il sorriso. “Grazie signore.”

Il caposquadra si mise sull’attenti mentre Meredith chiudeva la porta. Meredith, con la schiena appoggiata alla porta guardò Madeline, che la stava guardando. Improvvisamente entrambe iniziarono a ridacchiare e poi a ridere.

Karen, sentendo le risate, iniziò a scendere le scale. “Cosa c’è di così divertente? Cosa mi son persa?”

Chiaramente non erano in grado di spiegare a Karen cosa ci fosse di divertente e questo le fece ridere ancora più forte. Karen incrociò le braccia e si accigliò ma dopo poco si unì alla risata contagiosa. Ben presto tutte e tre si stavano agitando sul tappeto dell’ingresso facendosi il solletico. Alla fine, distrutte, si misero distese una vicino all’altra, con Meredith tra le due ragazze, tutte alla ricerca di riprendere fiato.

“Meredith?”

“Sì, Madeline?”

“Grazie.”

“Per cosa?”

“Per non chiamarti testa alata?” chiese Karen.

“No, stupida” rispose Madeline. “Per amarmi, e per volermi bene.”

Meredith, confusa, disse, “Perché non dovrei amarti o volerti bene Madeline?”

Madeline rimase in silenzio per un momento, poi disse, “Perché ero figlia di papà. Da prima, E perché sono una una…anom…”

“Anomalia?”

“Già,” replicò. “Non è realmente previsto che io sia qui, Meredith…non nel modo in cui lo sono.”

Karen si appoggiò a un braccio davanti a Meredith per poter sentire meglio Madeline “Cosa significa come sei?” chiese.

Madeline sorrise. “Angeli…o quello che gli umani chiamano angeli…sono rinati in precedenza. Nella maggior parte dei casi i loro ricordi sono stati ripuliti e i loro poteri sono stati sop…sop…”

“Soppressi?” le venne in aiuto Meredith.

Madeline annuì “Già. O hanno usato il loro libero arbitrio per smettere di essere un angelo e cadere sulla terra per poter vivere una vita normale come essere umano.”

“Perciò perché sei una an an…anom…anemania?” chiese Karen.

Meredith sorrise. “Anomalia, Karen.”

Madeline si girò sul suo lato, verso Meredith. “Perché ho usato il mio libero arbitrio per venire sulla terra e viverci…ma ho anche tenuto i miei poteri.” Sorrise. “Con la benedizione di mamma…e Sua.”

Meredith disse, “Mi piaci, dolce Madeline. E ti voglio bene come se fossi mia figlia. Non sapevo che c’era la benedizione di Dio, Madeline. Perché ti ha dato la sua benedizione?”

Madeline rotolò di nuovo sulla schiena. “Nel regno che gli umani chiamano ‘Paradiso’, io sono una dei suoi guerrieri più potenti,” disse semplicemente. “Solo Michele, gli altri arcangeli e forse un paio di altri angeli normali sono più potenti. Ci sono però due regni…e l’altro è buio, doloroso e cattivo. Gli umani lo chiamano ‘Inferno’, ed è dove vanno le anime cattive. Anche loro hanno guerrieri…alcuni forti come Michele. Il capo lì è il Suo nemico ed è forte quasi quanto lui. ‘Dio’, come lo chiamate voi, mi ha mandato qui perché sta per succedere qualcosa di grande, e io non so cosa sia, non so quando accadrà ma papà ci sarà proprio in mezzo.” Una lacrima silenziosa scese dal suo occhio. “Mi è stato detto che avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile…e potrà anche non vincere. E io potrò non vincere. Però non è ancora qui.” Mosse la testa per accomodarla sul braccio di Meredith. “Questo, però, non mi impedisce di preoccuparmi…”

“STOP!” URLÒ NICHOLAS Turner. “Non muoverti!”

“Beh, sai, non lo avevo previsto, Nicky,” disse Snickers, programmatore di computer, informatore ed ex tossicodipendente. “Sai, quando mi hai chiesto di venire a darti una mano, cioè, non mi avevi detto che si sarebbe trattato di appendere dei quadri alle pareti.”

Nicholas rise sotto i baffi mentre segnava il punto dove poteva mettere il chiodo. “Saresti venuto comunque, Snick…non mi incanti.”

“Lo sai, Nicky? Mi conosci troppo bene.”