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Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security
Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security
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Le Campane Dell'Inferno – Un Romanzo Della Serie Justice Security

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“Le persone uccise da Donna erano apprendisti e gente di servizio come lavoratori della mensa e addetti alle pulizie,” aggiunse Misty. “Non ci aspettavamo un attacco da ‘dentro’, per così dire.”

“Il legame di Donna con Fernandez era così profondo, non credo avremmo potuto scoprirlo senza scavare così tanto da renderlo ovvio per tutti,” disse Louie. “E, comunque, chi sospetterebbe di una famosa modella?” Scosse la testa. “Amici, vorrei che questi incubi finissero! Non riesco a dormire e questo mi sta rendendo veramente di cattivo umore!”

Tutti annuirono.

Joey disse, “Bene, tornando alla guerra con Fernandez…”

Fu interrotto dall’ingresso di Turk Wendall. Turk sembrava scosso.

Turk disse a Joey, “Una telefonata, capo. Farebbe meglio a prenderla e a metterla in viva voce. I registratori stanno andando.”

Per Turk, questo significava una questione di vita o di morte, visto che Turk non aveva detto “merda” ogni due parole e aveva pronunciato parecchie frasi. Inoltre, aveva fatto partire gli apparecchi di registrazione.

Nessuno dei soci disse una parola. Joey prese il telefono e premette il pulsante del vivavoce. La chiamata arrivò attraverso i discreti altoparlanti che erano stati posti nella stanza.

“Sono Joey Justice. Come posso aiutarla?”

“Salve Joey Justice,” rispose un uomo con un forte accento del Sud. “Mi chiamo Gary McGee.”

“Cosa posso fare per lei, Signor McGee?”

“Beh, per iniziare, può seguire le istruzioni per essere in un certo luogo e lasciare che le mie persone la prendano e la portino da me.”

“Capisco. E perché vorrebbe che io venissi portato da lei?”

“Beh, facile,” rispose McGee “In questo modo io posso portarla tranquillamente dall’uomo con i soldi.”

Joey sogghignò. “E quell’uomo è…?”

“Esteban Fernandez.”

Gli occhi di Joey si spalancarono per lo stupore. Poi guardò i suoi amici intorno al tavolo.

“Signor McGee, temo dovrò declinare la sua gentile offerta. Quando mi incontrerò di nuovo con Fernandez, sarà in un posto e in un momento di mia scelta.”

“Questa è proprio una sfortuna, signor Justice.”

“Per quale motivo, signore?”

La voce sembrò rattristarsi. “Perché quei poveri bambini, tutti e trentasette, moriranno.”

“Che bambini, McGee?”

“Si sintonizzi su un notiziario, signor Justice. È tutto in TV.” Poi si udì il rumore di una linea telefonica disconnessa.

Misty aveva già acceso i monitor della sala operativa e li aveva sintonizzati su Channel 7 la tv locale.

“…e non sappiamo dove i bambini, o l’autista dell’autobus, siano in questo momento,” diceva Miriam Apple, una reporter conosciuta come amica della Justice Security. “Ripetiamo, uno scuolabus con trentasette bambini, e l’autista dell’autobus, sono stati rapiti. Parecchi testimoni hanno affermato che quattro persone, i volti coperti da maschere da sci, in possesso di armi automatiche, hanno attaccato l’autobus e caricato i bambini e l’autista in due furgoni neri. I furgoni sono partiti e la polizia non ha…aspettate un attimo…”. Miriam premette la mano sull’auricolare. Guardò di nuovo in camera. “Mi è stato detto che abbiamo uno dei rapitori al telefono proprio in questo momento. Signore, può sentirmi?”

La voce che rispose a Miriam era la stessa voce che i soci avevano appena sentito al loro telefono. “Sì signora, certo che posso.”

“Signore, può dirci se i bambini sono al sicuro?”

“Beh, per ora lo sono.”

“E l’autista dell’autobus?”

“Lei è con i bambini, certo.”

“Ha detto che sono al sicuro ‘per il momento’. Questo significa che potrebbero essere in pericolo?”

A Channel 7 si udì un sospiro provenire dal telefono. “Lasci che le spieghi cosa sta succedendo, cara. Abbiamo preso quell’autobus pieno di bambini…e la loro autista, certo…e li abbiamo messi da qualche parte al sicuro, ma lontano da chiunque. Il luogo è conosciuto solo a me e ai miei…collaboratori, chiamiamoli così. Tuttavia, abbiamo installato una sorta di…assicurazione…per essere sicuri che noi, e solo noi, possiamo aprire il luogo sicuro in cui li abbiamo nascosti. Se qualcuno trova il loro nascondiglio e cerca di aprirlo senza sapere come farlo, parecchie centinaia di chili di esplosivo C-4 esploderanno, uccidendo chiunque fino a un isolato di distanza.”

Gli occhi di Miriam si spalancarono sullo schermo mentre ascoltava. “Tutto questo è terribile!”

McGee ridacchiò. “Non è tutto, signora. Se noi…o chi ci ha istruiti sul come aprire il posto…non disconnetterà correttamente gli esplosivi prima delle cinque di questo pomeriggio, il timer farà scattare gli esplosivi.  A meno che non otteniamo quello che vogliamo, chiaramente.”

Joey parlò velocemente. “Turk, chiama Marcus Moore al telefono. Digli di venire qui il prima possibile.” La sua compagnia spesso aveva dei contratti con il governo degli Stati Uniti e Marcus Moore era il capo della sezione dell’FBI della città ed era anche il loro contatto. Attualmente avevano un contratto ufficiale per perseguire Esteban Fernandez come nemico degli Stati Uniti di America…ed era per questo motivo che stavano discutendo i modi per proseguire la lotta contro il signore della droga.

“Sì, capo.” Andò al telefono della sua scrivania per chiamarlo.

“Cosa vuole esattamente, signore?” chiese Miriam.

“Voglio Joey Justice. C’è una bella somma sulla sua testa offerta da una certa persona, e io voglio quella taglia. Il mio scopo è consegnarlo a Esteban Fernandez, e prendere la taglia che posta su di lui.”

“Porca merda!” urlò Louie. “Un altro maledetto imitatore! Sapevo che quegli stronzi nel parco non sarebbero stati gli ultimi! Ma questa maledetta buffonata non finirà mai?” Colpì il tavolo della sala con un pugno mentre si sfogava.

Misty diede un colpetto al braccio di Louie. “Calmo, grand’uomo…nessuno ha ancora Joey.”

Louie la guardò con furore. “Metti l’enfasi sull’ ‘ancora’, piccola donna. Temo che sarà solo questione di tempo.”

Turk entrò nella sala operativa. “Marcus è per strada, capo.”

Joey annuì “Grazie, amico. Potresti stare qui per alcuni minuti, Turk…e Tony è ancora qui?”

Turk annuì.

“Chiamalo. Anche lui deve essere qui. “A tutti gli altri disse stancamente, “Merda. Spero nessuno abbia altro da fare oggi.”

Sugli schermi, Miriam Apple stava proseguendo a far domande a McGee.

“Signore, vorrebbe dirci il suo nome?” chiese Miriam.

“Ragazza, credo che tu stia cercando di fregarmi ma non vedo nessun problema nel dirtelo. Il mio nome è Gary McGee. Ho già chiamato Joey Justice, e gli ho spiegato la situazione.”

“Può dirci la risposta del signor Justice, signor McGee?”

“Mhmm…come era la battuta di quel film di pirati? Non riesco a ricordarla…ma, il signor Justice ha scelto di rifiutare il mio invito. Gli ho detto che era un vero peccato e che avrebbe dovuto accendere la TV. Poi ho riappeso.”

“Considererebbe l’ipotesi di svelarci il luogo dove sono nascosti i bambini?”

La telefonata venne interrotta. Miriam si tenne l’auricolare e poi cominciò a ricapitolare i dati salienti del rapimento per i nuovi telespettatori.

TONY ARMSTRONG, L’ADDETTO in uniforme incaricato degli altri operai non specializzati della Justice Security, e incaricato del front desk, entrò nella sala operativa.

Joey e gli altri lo aggiornarono velocemente della crisi in atto, poi Joey gli diede le istruzioni.

“Usa il canale criptato delle nostre nuove radio, e mettiti in contatto con più persone possibile. Turk e il resto di noi comincerà con il personale in borghese. Abbiamo bisogno di tutte le informazioni possibili su questi rapitori, e ci servono entro mezzogiorno. Chi sono, dove sono, come sono armati…dobbiamo saperlo, e dobbiamo saperlo ora. Tutti usino, soldi, minacce, anche percosse per ottenere le risposte. Capito?”

Tony sorrise. “Ricevuto, Joey.” Tony uscì per andare al front desk.

“Turk?”

“Vado, capo.” Lasciò la stanza per andare nella sua scrivania in corridoio.

Due minuti più tardi il telefono della sala operativa vibrò. Joey rispose.

“Sì, Turk?”

“Marcus Moore sulla linea uno, capo.”

“Grazie,” disse Joey. Premette la linea uno sul vivavoce.

Si sentirono in sottofondo i rumori del traffico.

“Ciao, Marcus,” disse Joey. “Sei in viva voce e tutti i soci ti stanno ascoltando. Sei completamente al corrente della situazione?”

“Sì e ascolta, Joey, ho un suggerimento,” disse Marcus. “No, in realtà è un ordine come tuo collegamento e Capo di Sezione incaricato delle indagini sul rapimento. Volevo aspettare di arrivare lì, ma sono bloccato nel traffico di questa maledetta statale.”

Proseguì, “Ci serve uno specialista di bambini per questo caso, Joey. Voglio che chiami Nicholas Turner, e che tu lo faccia venire lì. Lo chiamerei io ma devo chiamare l’Agenzia e prepararli alla rottura di qualche procedura. Offrigli un migliaio di dollari al giorno con un gran bonus. L’Agenzia è d’accordo.”

Joey guardò i suoi soci. “Marcus, sei sicuro?”

“Questa cosa è troppo grossa per gestirla da soli amico mio. Ci serve qualcuno specializzato in casi che coinvolgono bambini e questo è Nicky…in questo campo non c’è veramente nessun altro, perché ha un talento…speciale, diciamo così, per trovare i bambini scomparsi. Quindi fallo venire lì, lo fai per favore?”

Capitolo 3

Nicholas arrivò in ufficio alle otto e quarantacinque quella mattina. Cindi lo stava già aspettando in corridoio.

“Buon giorno signor Turner,” disse a Nicholas.

“Oh! Giusto! Buongiorno Cindi!” rispose.

“Non è una mattinata stupenda, signore?”

Nicholas sorrise mentre apriva la porta. “Sì, molto…e non si era detto che mi chiamava Nicholas?”

Cindi sorrise timidamente. “Sì, signore.”

Nicholas aprì la porta e lasciò entrare Cindi per prima. La seguì e chiuse la porta dietro di sé. Guardò l’ufficio. Aveva in realtà due scrivanie, ma una era coperta con un computer, il telefono e altre cose…ed era la scrivania dove solitamente lavorava. L’altra scrivania aveva un computer e un telefono…e una vasta gamma di dipinti che Meredith aveva dipinto e gli aveva dato per abbellire un po’ il suo ufficio. Questa scrivania era anche più vicina ai raccoglitori dei documenti. La indicò.

“Credo che lei possa usare quella scrivania, se le va bene,” disse a Cindi.

“Andrà benissimo, signore,” rispose lei.

Cindi si diresse verso la scrivania, si tolse la borsetta dalla spalla e la mise in uno dei cassetti della scrivania. Controllò gli altri cassetti e tirò fuori penne, matite, blocchi per appunti e altro materiale di cui poteva avere bisogno.

“Ora va meglio,” disse. “Pronta a tutto. Da dove vuole che cominci?”

Timidamente disse Nicholas, “Le dispiacerebbe appendere quei dipinti per me?”

Cindi sorrise “Ne sarei lieta!”

“Grazie. Questo mi risparmierebbe un sacco di tempo.”

Mentre Nicholas si sedeva alla sua scrivania e cominciava a controllare il suo computer, Cindi cominciò a guardare i quadri.

“Li ha dipinti sua moglie?”

“Mm? Oh…sì.”

“Molto brava.”

“Grazie. Riferirò il complimento.”

Il telefono suonò e Cindi rispose.

“Investigazioni Turner. Come posso aiutarla?”

Nicholas sorrise.

“Solo un momento, signore, vedo se è disponibile.” Cindi mise in attesa e disse a Nicholas. “Signore, Joey Justice in linea per lei. È disponibile?”

“Certo. Prenderò la chiamata.”

Cindi riprese la linea di nuovo. “Ora le passo il signor Turner, signore.”  Rimise di nuovo in attesa.

Nicholas alzò il telefono e prese la linea. “Ciao Joey! Come va?”

“Ciao, Nicholas. Non troppo bene, temo.”

“Che succede?”

Nicholas poté sentire Joey fare un grosso sospiro. “Marcus Moore mi ha chiesto di chiamarti, ma preferirei non discutere il problema al telefono. Puoi venire subito alla Justice Security?  È urgente e mi è stato detto di offrirti mille dollari al giorno più le spese.”

“Wow. Allora è urgente! Marcus deve essere disperato.”

“É una situazione disperata, Nicholas. Puoi venire?”