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Le Follie Di Olivia
Le Follie Di Olivia
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Le Follie Di Olivia

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Olivia si prese un momento per osservarlo. Doveva ammettere che era cambiato molto dall’ultima volta che lo aveva visto. Il suo viso non sembrava più cicciottello e la sua parte centrale non sporgeva. Inoltre, era molto più alto, anche se c’era da aspettarselo. Ma quello che l’aveva veramente colta di sorpresa, era quanto fosse diventato attraente.

I capelli color sabbia tagliati all’ultima moda gli incorniciavano il viso e una ciocca ribelle che gli accarezzava la tempia attirò l’attenzione di Olivia sui suoi occhi. Aveva dei luminosi occhi blu, del colore del cielo d’estate, che la attiravano e nello stesso tempo le facevano sentire un campanello di allarme.

Per amor del cielo, non avrebbe dovuto trovarlo attraente.

Di malavoglia, posò la mano sul braccio che le veniva offerto. Olivia fu nuovamente sorpresa dalla massa di muscoli che scoprì nel farlo. Sembrava che fosse cambiato veramente molto. Sarebbe stato veramente difficile negare che lui fosse diventato un bell’uomo.

Eppure, non voleva sposarlo.

Non avrebbe mai voluto diventare sua moglie.

Incrociò lo sguardo di sua madre mentre il duca la conduceva fuori dalla stanza. Sicuramente sua Madre non aveva intenzione di lasciare che lui la trascinasse via senza un’accompagnatrice, eppure…”Madre?”

“Sì?”

Olivia le rivolse un sorriso amichevole. “Non dovrei avere un’accompagnatrice?”

“State per sposarvi, cara. In queste situazioni non c’è bisogno di una chaperonne.” Sua madre scosse la testa, come se Olivia avesse detto una vera stupidaggine.

Olivia trasse un sospiro di frustrazione nel varcare la soglia.

Il duca la condusse lungo il corridoio prima di chinarsi e portare la bocca vicino al suo orecchio. “Vi prometto di non rapirvi…a meno che voi non lo vogliate.”

Un brivido di piacere la percorse, mentre il calore del respiro le solleticava l’orecchio. Ignorando quella strana sensazione, mantenne il passo fermo e l’attenzione sul sentiero di fronte a lei. Cosa diamine non andava in lei? Non voleva trovare piacevole niente di lui. Né il suo calore, né il suo corpo muscoloso, certamente non il suo flirtare osceno ed assolutamente non il suo bell’aspetto peccaminoso.

Forse una delle sue amiche avrebbe potuto invaghirsi di lui? Follia, quell’unica parola le attraversò la mente. Madame Zeta aveva detto che lei avrebbe trovato l’amore sulle ali della follia. Forse se avesse cercato di fare unire una delle sue amiche con il duca, si sarebbe liberata di lui.

L’idea aveva senso, visto che Juliet sembrava desiderare abbastanza diventare una duchessa. Inoltre, era bella. Sicuramente, se avessero avuto l’opportunità di incontrarsi ed un po’ d’incoraggiamento, quei due avrebbero potuto innamorarsi. In quel momento Olivia decise di farlo realizzare.

Con quell’idea in testa, si sentiva molto più rilassata, mentre il duca la conduceva in giardino. Non aveva ancora un piano, ma sarebbe arrivato al momento opportuno. Per ora, si sarebbe aggrappata a quella decisione ed avrebbe trovato un modo. Se si fosse sforzata abbastanza, era sicura che avrebbe funzionato.

Rivolse un’occhiata al duca mentre passavano oltre una siepe, con il sole che brillava luminoso su di loro. “Perché ora?” Quella domanda le uscì dalla bocca prima che avesse il tempo di riflettere. Nel momento in cui le sfuggirono quelle parole, desiderò potersele rimangiare.

Cosa le importava del perché era venuto, se tutto quello che voleva era liberarsi di lui? Ciò nonostante, non poté fare altro che attendere la sua risposta, rivolgendo l’attenzione ad una siepe vicina.

“Mi trovo ad avere la necessità di una moglie.”

Quella semplice risposta le fece sorgere nuove domande nella mente, e all’improvviso desiderò delle risposte. Le meritava, dopotutto… l’aveva lasciata ad aspettare per un periodo considerevole. Non aveva il diritto di conoscerne il motivo? Certamente. Molte altre donne avrebbero rotto il fidanzamento già da molto tempo. Eppure lei non lo aveva fatto ed ora aveva il diritto di sapere cosa lo aveva tenuto lontano.

Lo guardò, quindi si chiese perché non lo avesse annullato. Avrebbe potuto rivolgersi a suo padre. Cercare di ragionare con lui. Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio che starsene seduta tranquillamente ad aspettare…sperando che lui non arrivasse.

Che assurdità, Olivia sapeva perfettamente perché non aveva agito. Il duca di Thorne sembrava tranquillo, visto che la ignorava completamente. Lei non aveva alcuna ragione di pensare che avrebbe tenuto fede all’accordo, mentre ne aveva molte per sentirsi libera. Se avesse rotto il fidanzamento, suo padre si sarebbe aspettato che lei trovasse un marito e quella era l’ultima cosa che Olivia desiderasse.

Ma sembrava anche essere l’ultima cosa che il duca avesse desiderato. Cosa gli aveva fatto cambiare idea? Gli rivolse una domanda con lo sguardo e disse, “Prima non avevate bisogno di una moglie?”

Lui aggrottò le sopracciglia prima di parlare, come se lei stesse mettendo a dura prova la sua pazienza. “Prima non avevo la responsabilità di tre giovani signore di cui occuparmi.”

Si girò verso destra mentre parlava, costringendo Olivia a distogliere gli occhi. Rivolse l’attenzione ai cespugli in fiore che stavano oltrepassando in quel momento. Forse non era Olivia a metterlo alla prova. Sapeva molto poco delle sue sorelle- nulla, in verità- ma poteva ben immaginare che lui non si trovasse a proprio agio ora che si era ritrovato a far loro da tutore.

“Come stanno?” Incontrò il suo sguardo, mentre una brezza leggera le soffiava sul viso.

“Sono abbastanza grandi da darmi preoccupazioni.” Lui ridacchiò.

Picchiettandogli il braccio con una giocosità che la sorprese, disse, “Siate serio.”

“E’ valsa la pena scherzare per vedervi sorridere.” I suoi occhi blu brillavano e le rivolse un ampio sorriso. “Siete abbastanza sbalorditiva quando sorridete.”

Olivia trovava quasi impossibile non essere affascinata dalla sua allegria. Tuttavia, voleva una risposta. Alzò il mento, sperando di dare un aspetto severo al proprio viso. “Desidero una risposta, Vostra Grazia.”

Lui allora svoltò lungo un altro sentiero, circondato da campanule. “Molto bene. Elizabeth è la più giovane ed ha sedici anni. Poi c’è Louisa che ne ha diciotto e Catherine diciannove. Hanno entrambe l’età per la Stagione. Tutte e tre richiedono la guida di una signora.”

Quell’uomo maledetto non la voleva per altre ragioni che occuparsi delle sue sorelle. Che nervi le dava! Non riuscì a trattenere il cipiglio che le si dipinse in volto mentre chiedeva, “E mi ritenete capace di lanciarle in società?”

La fece fermare e le si mise di fronte. “Vi credo capace di moltissime cose.” Le accarezzò il viso con il palmo della mano. “Siamo stati fidanzati fin dall’infanzia. Abbiamo sempre saputo che sarebbe venuto il momento di sposarci. Non riesco a capire il problema.”

Lei rabbrividì sentendo il tono freddo della sua voce. “Un tempo pensavo che sarebbe stato così, comunque, quando sono diventata maggiorenne e voi non mi avete scritto neppure una lettera, ho stabilito che voi non foste interessato all’accordo. Mi ritenevo libera.”

“E adesso?” Lui inarcò un sopracciglio biondo, mentre il suo sguardo brillava di curiosità.

“Ed ora non ho alcun desiderio di sposarmi.”

“Quindi siamo ad un bivio, perché io desidero sposarvi.”

Un sogno lieve e lontano tornò alla vita. Lui desiderava sinceramente passare la vita con lei? Voleva avere una famiglia con lei? Condividere le sue sfide ed i successi? Il cuore prese a batterle più veloce mentre valutava quelle possibilità.

Sospirando, ricacciò la poca speranza che aveva nel profondo della sua anima. Se qualcosa di tutto ciò fosse stato vero, lui non avrebbe avuto così fretta. Per amor del cielo, non la conosceva neppure. I gentiluomini non desideravano sposare le donne che non conoscevano.

Oppure sì?

Incrociò i suoi occhi, con quella domanda sulla punta della lingua. Le importava veramente che lui fosse sincero? I suoi progetti non prevedevano un matrimonio-né con lui, né con nessun altro- quindi cosa importava?

Eppure doveva saperlo, perché proprio ora? E ancora più importante, perché lei? Raddrizzò le spalle e disse, “Molto bene. Sono corretta se dico che avete scelto questo momento perché avete bisogno dell’aiuto di una donna con le vostre sorelle?”

Ogni traccia di scherzo svanì dai suoi occhi. “Non significa proprio questo, ma sì.”

Una rabbia a stento contenuta infiammò Olivia nel profondo. Al diavolo il significato. Le importava molto. Anche se non tanto come l’altra domanda.

Respirò lentamente e si spostò per passare le dita su un bocciolo lì vicino. Trattenendo la rabbia e facendosi coraggio, disse, “Non sapete niente di me.”

“So tutto quello che devo sapere.” Le si avvicinò.

Lei si voltò verso di lui, con il cuore che batteva impazzito, e gli pose l’unica domanda veramente importante, “Perché me? E non osate usare il fidanzamento come scusa.”

Lui sollevò un angolo della bocca, come se volesse mettersi a ridere, poi pensò che era meglio non farlo. “Non desidero andare a caccia di una moglie, non ho tempo per corteggiare una signora. Voi siete adatta”, disse.

“Che gentile.” Olivia si irrigidì e la sua voce divenne piatta. “Strano che io non svenga tra le vostre braccia con dei sentimenti così romantici.” Aveva la voce colma di sarcasmo.

Il duca le si avvicinò e le mise le mani sulle spalle. “Voi trarrete un grande vantaggio dall’affare. Non solo diventerete una duchessa, ma godrete anche di una generosa rendita oltre alla vostra dote. Inoltre, avrete tutta la libertà concessa ad una moglie.”

Olivia non poté fare altro che rimanere a bocca aperta dall’orrore. Non scorgeva alcun calore nei suoi occhi, non sentiva alcuna tenerezza nelle sue parole. Il duca non l’amava. Una cosa che aveva capito bene fin dal momento in cui era arrivata la sua lettera- un evento che lei aveva atteso per anni.

La sua mancanza di riguardo non la colse impreparata, ma certamente la sua freddezza la colse di sorpresa. Era un uomo freddo e calcolatore, incapace di amare qualcuno. Considerava il loro incombente matrimonio come nient’altro che un accordo d’affari.


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