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Dopo La Caduta
Dopo La Caduta
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Dopo La Caduta

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“Beh, non so se gli angeli si sposino o celebrino qualche forma di unione formale. Voglio dire, non so se una cosa come il matrimonio abbia lo stesso significato qui che sulla Terra.”

Le sue labbra si piegarono in un sorriso. “Ce l’ha. Molte coppie di angeli fanno voto di dedizione reciproca. Ad esempio, Uri e Rachel l’hanno fatto.” Le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “É questo che vuoi?”

Naomi lo guardò dritto negli occhi. “Sì. Voglio essere legata a te, per sempre.”

Le prese il viso fra le mani. I suoi occhi erano talmente pieni di amore da toglierle il fiato. “Non esiste niente che io voglia di più che essere legato a te. Parlerò con Michael domani per i preparativi.” Poi si avvicinò e le diede un bacio.

Lentamente, Lash la fece ricadere sul letto, e le sue mani cominciarono ad accarezzarle le cosce.

Lei gemette, e il senso di colpa tornò ad affacciarsi. “Lash, forse è meglio che aspettiamo che sia ufficiale.”

Lui grugnì e si rimise sulla schiena. “Mi stai uccidendo, Naomi.”

“Mi dispiace. É solo che, beh, sarebbe meglio se facessimo le cose nel modo giusto.”

“Ma perché adesso? Abbiamo fatto così senza fermarci da quando sei arrivata.” Si sedette e le rivolse uno sguardo bollente. “E, se ricordo bene, il tuo entusiasmo rumoroso è stato uno dei motivi per cui ho costruito la nostra casa sulla montagna, lontano da occhi e orecchie indiscreti. Anzi, credo che tu abbia spaccato i timpani a Gabrielle, a giudicare dagli sguardi osceni che mi lancia ultimamente.”

Le cadde la mascella e arrossì violentemente. A parte una vista ed una forza superiori, gli angeli possedevano anche un udito amplificato. La maggior parte delle volte, questo era considerato un plus. Ma quando si vive in stretto contatto e vuoi un po’ di privacy? Non tanto.

“Io . . . tu . . . beh . . .” Era così imbarazzata.

Lui fece una risata e le baciò la punta del naso. “Sei così carina quando arrossisci.”

“Argh!” Saltò giù dal letto e si mise una vestaglia. “Parlo sul serio.”

Lash si appoggiò alla testiera del letto, le braccia dietro alla testa. “Dimmi: qual è il vero problema?”

Lei sedette sul bordo del letto. Lash sapeva leggerla come un libro aperto. “É quello che ha detto Rachel su di lei e Uri. Non voglio che succeda a noi.”

Il suo sguardo si fece serio, e tese una mano per accarezzarle una guancia. “Non succederà. Io sono qui con te. Non vado da nessuna parte.”

“E se finissimo nei guai per tutte queste attività al di fuori del matrimonio? Non voglio correre rischi.”

“Naomi, questo non succederà.”

“Mi sentirò meglio una volta che avremo ufficializzato la nostra relazione.” Si avvicinò e lo baciò dolcemente.

Lash la guardò e scosse la testa, ridendo. “Se veramente ti farà sentire meglio . . .”

“Lo farà” gli disse con un grosso sorriso. “Raccontami come si svolge la cerimonia.”

“Beh, non è molto diversa da quelle a cui sei abituata. Michael celebra un rito e le coppie si scambiano voti di dedizione reciproca davanti a dei testimoni.

“Ne hai vista qualcuna?”

“Uri e Rachel hanno fatto la loro cerimonia un po’ di tempo fa. Era il 1987 o l’88. Non ne sono certo. Erano sicuramente gli anni ’80, però. A quei tempi lui seguiva quella strana moda dei capelli ad ala di gabbiano.”

Naomi fece una risata pensando ad Uri con i capelli pettinati come un paio di ali per fare pendant con le ali vere sulla sua schiena. Questo stile era diffusissimo negli anni ’80. L’amore del padre per gruppi musicali alternativi le aveva fatto conoscere molteplici tipi di pettinature e mode strane. “Sì, me lo posso proprio immaginare.”

La risata di Naomi si calmò, e tornò seria pensando alla cerimonia. Non si era mai immaginata che si sarebbe sposata o che si sarebbe legata a qualcuno fino a quando non aveva incontrato Lash. Sapeva che era una cosa che a Welita sarebbe piaciuto tanto vedere. E suo padre avrebbe adorato poterla scortare lungo la navata tenendola a braccetto. Gli occhi le si riempirono di lacrime al pensiero che la sua famiglia non ci sarebbe stata.

“Credevo che questo pensiero ti rendesse felice” le disse Lash a bassa voce.

Lei lo guardo e si sforzò di sorridere. “Sono felice. Mi sto legando a te per la vita.” Gli diede un leggero bacio.

“Sii onesta. Non vogliamo iniziare la nostra eternità con dei segreti, non credi?”

Lei sospirò. “É solo che a volte mi manca la mia famiglia. Non potranno vedere la cerimonia. E mio padre, non potrò mai fare questa esperienza con lui.”

Sgranò gli occhi quando si accorse che Lash era impallidito. Senza parole, lui uscì dal letto, andò in cucina, e si versò un bicchiere d’acqua.

Lei osservò i suoi muscoli che si tendevano mentre le dava la schiena, in silenzio. “Lash?”

Svuotò il bicchiere di un fiato prima di riportare l’attenzione su di lei. Le parlò con le labbra ancora bagnate. “Vorrei tanto poter fare qualcosa per sistemare questa situazione.”

“Oh, Lash. Non è colpa tua se mio padre se n’è andato o se io mi trovo qui. Mi devo solo ricordare continuamente che, essendo qui, posso occuparmi meglio della mia famiglia.”

“Uh, Naomi.” Si asciugò le labbra con il dorso della mano. “C’è qualcosa di cui ti devo parlare a questo proposito.”

“Di cosa si tratta?”

Lash si passò la lingua sulle labbra nervosamente e aprì la bocca per dire qualcosa, per richiuderla subito dopo.

“Lash?” Naomi sentì sopraggiungere il panico. C’era qualcosa che non andava. Perché si stava comportando in maniera così strana?

Lash scosse la testa e la guardò con un sorriso che però non si rifletteva nei suoi occhi. “Hai assolutamente ragione. Insieme, possiamo vegliare su Welita e sugli altri. Sai cosa? Andiamo a dar loro un’occhiata domattina.”

“Mi piacerebbe tanto!” Sorrise e poi d’un tratto fece una smorfia. “No, aspetta. Penso che non dovremmo farlo. Gabrielle è stata abbastanza chiara sul fatto che dovessi restare lontana dal ponte per un po’.”

“Ah, non preoccuparti di lei. Sarà una cosa veloce.”

Naomi era combattuta fra il desiderio di seguire gli ordini di Gabrielle e quello di vedere Welita. Avrebbe voluto così tanto poterle dire della cerimonia con Lash. Era la cosa più vicina ad averla effettivamente lì con lei. “Magari è meglio se vado da sola.”

“Voglio venire con te.”

“Non voglio che tu abbia dei guai. Sei appena tornato!”

“La smetti di preoccuparti? Andrà tutto bene. E poi, a me non è stato detto di rimanere lontano dal ponte.” Sorrise. “Mi piacerebbe vederli. Saranno anche la mia famiglia molto presto.”

Lei gli buttò le braccia al collo. “Lash, mi hai reso la donna più felice al mondo. Ti amo.”

Lui si staccò per guardarla dritto negli occhi. “Qualunque cosa succeda?”

Lei sbatté gli occhi, sorpresa. “Naturalmente. Perché mi fai una domanda così stupid—”

Fece un salto sentendo che bussavano alla porta. “Chi può essere? Le uniche persone che vengono a casa nostra sono Uri e Rachel.” Naomi strinse al corpo la vestaglia e andò alla porta.

Lash le prese la mano. “Non andare.”

Lei rise. “Cosa c’è che non va oggi in te? Sei così agitato.”

“Vado io” le disse.

Naomi scosse la testa mentre lui indossava velocemente un paio di jeans. “Ti comporti come se vivessimo nella zona più pericolosa di Houston.”

Lash corse alla porta e la spalancò. Serrò la mascella e strinse le mani a pugno.

“Fratello!” gridò Jeremy entrando in casa e dandogli una pacca sulla spalla. “Sono troppo in ritardo per la tombola?”

4

Lash venne assalito da un tumulto di emozioni mentre osservava Jeremy entrare in casa. Fece un respiro profondo, ricordando a se stesso che questo era suo fratello, e il suo migliore amico di sempre. Cercò con tutte le sue forze di cancellare la visione, no, la memoria di Jeremy con Naomi.

Era un ricordo che continuava a ripresentarsi alla sua mente, anche dopo che Jeremy era partito per la sua cosiddetta pausa e Lash era andato a vivere sulla montagna con Naomi. Era il ricordo di Jeremy che offriva un anello di matrimonio al padre di Naomi, un simbolo dei vecchi tempi, quando il primogenito di una famiglia si recava dal padre di una donna per chiederla in sposa. Raphael non aveva negato che fosse effettivamente un ricordo.

E Jeremy? Non aveva bisogno di parlare—il suo sguardo diceva tutto. Lash si ricordò dell’espressione sul suo viso quando aveva visto Naomi per la prima volta. Lash non riusciva a togliersi quello sguardo dalla mente. E ora eccolo qui, che si comportava come se niente fosse.

Sebbene Naomi insistesse nel dirgli che tutti i suoi ricordi riguardavano solo lui, non poteva fare a meno di chiedersi se in passato, un passato che lei non poteva ricordare, avesse amato Jeremy. Le cose sarebbero cambiate adesso che Jeremy era tornato e lei avrebbe imparato a conoscerlo meglio? Sembrava che tutti lo amassero, persino Gabrielle.

No. Doveva credere che Naomi sarebbe stata dalla sua parte, sempre e comunque.

Stava quasi per parlare, quando Raphael entrò volteggiando dalla porta, perdendo il sorriso quando si accorse dell’espressione sul viso di Lash.

“Siamo venuti in un brutto momento?”

Puoi dirlo forte, pensò Lash. Seguì Jeremycon lo sguardo mentre l’angelo dai capelli dorati si avvicinava alla persona che Lash voleva tenere tutta per sé. Quando Naomi gli sorrise, Lash lottò contro l’istinto di prenderla e portarla il più lontano possibile dal fratello.

“Certo che no” gli disse Naomi e poi, rivolta a Jeremy: “Allora, vuota il sacco.”

Jeremy impallidì e una strana espressione gli attraversò il viso. “Uh, cosa devo dire?”

“Gli stivali. Rachel ha detto che ne hai un paio” gli disse, guardandogli i piedi con aspettativa.

Jeremy espirò rumorosamente, e il suo sorriso onnipresente riapparve. “Ci puoi scommettere!” Mise avanti un piede. “Dimmi se questi stivali non sono fighissimi.”

Lei rise. “Hai sicuramente effettuato dei cambiamenti mentre eri lontano. Mi mancano i tuoi completi, sebbene mi piaccia molto la giacca di pelle. È per questo che sei sparito per così tanto tempo? Stavi facendo shopping?”

“Perché? Ti sono mancato?” le chiese Jeremy facendole l’occhiolino.

Lash fece un passo avanti. Non gli piaceva la direzione che stavano prendendo le cose—neanche un po’.

Raphael si mise immediatamente davanti a Lash, bloccandogli il passaggio. “Sei mancato a tutti noi, Jeremiel” gli disse.

“Te ne sei andato così di corsa il giorno dopo che tu e Lash . . .” Naomi si morse il labbro e guardò nervosamente Lash. “Beh, avevo sperato che ne avreste parlato.”

“È per questo che siamo qui” disse Raphael. “Mi è stato concesso il permesso di divulgare alcune informazioni sul nostro passato. Che ne dite se ci sediamo?”

Mentre si raggruppavano in sala, Lash mise la mano in quella di Naomi con determinazione. Osservò Jeremy, seduto di fronte a loro con Raphael. C’era qualcosa di strano in lui. Sebbene stesse sorridendo, non sembrava felice. Quella scintilla speciale che attirava tutti verso di lui era sparita. In tutti gli anni in cui lo aveva conosciuto, Jeremy non aveva mai avuto l’aspetto che mostrava in questo momento. Era sempre stato il contrario: era sempre lui quello pensieroso e Jeremy quello che al suo fianco cercava di distrarlo da quale che fosse la sua preoccupazione. Lash lottò fra il desiderio di consolare il vecchio amico e quello di restare arrabbiato con lui.

Guardò gli occhi di Jeremy che zoomavano sulla mano di Naomi stretta nella sua, e poi si allontanavano di botto quando si accorgevano che Lash lo aveva beccato.

È più facile rimanere arrabbiati, pensò.

“Prima che Jeremiel se ne andasse per il suo”—Raphael guardò verso Jeremy e si schiarì la gola—“incarico prolungato, gli avevo riferito le stesse informazioni condivise con te, Lahash.”

“Hermano!” Jeremy gli presentò il pugno, ridendo. “Non lasciarmi qui come uno scemo, Fratello.”

Lash sentì che Naomi gli dava una gomitata. Da dove le viene ‘sto gomito così appuntito?

Sospirò e batté il pugno su quello di Jeremy.

Naomi sorrise. “Questo spiega perché siete stati così tanto amici per tutti quegli anni.”

“Siamo stati” sussurrò Lash sotto i baffi.

Jeremy fece una smorfia tornando a sedersi. “Sai che ti avrei parlato del mio incarico se me l’avessero permesso.”

“Sì, certo. Come dici tu.”

“Lash” lo sgridò Naomi.

Le lasciò andare la mano, offeso. “Pensavo che tu non ti fidassi di lui, e adesso sei tutta ‘facciamo la famigliola felice.’ Non so. Forse sto meglio quando non me lo ricordo, il passato.”

“Come può essere meglio per te non avere memoria della tua famiglia? Fa parte di ciò che sei” gli disse.

“Queste sono parole sagge, Naomi” le disse Raphael, con voce bassa e autorevole. Poi si girò verso Lash e lo guardò dritto negli occhi. “La persona che sei oggi scaturisce da ciò che eri ieri. Il tuo passato influenza il presente, ed è la famiglia che forma la tua crescita.”

“Vedi, è proprio questo che intendo. Sappiamo tutti che sono un fallito.” Lash si alzò in piedi e cominciò a passeggiare per la stanza. “Mi sono stati mostrati solo pochi ricordi, ma sono bastati perché io capissi che, anche allora, ero la seconda scelta—rispetto a te” disse rivolto a Jeremy.

“Lahash.” Raphael si alzò e gli posò una mano sulla spalla. “Lucifero ti ha mostrato solo ciò che va a suo vantaggio.”

Lash si scostò. “No, Raphael. È più di questo. Anche prima dei ricordi, lo sentivo. Sapevo che eri deluso dal fatto che io fossi ancora un serafino e venissi rimproverato dopo quasi tutti gli incarichi. Anche Jeremy ha iniziato da serafino come me, ma nel giro di un anno gli è stata assegnata una posizione come arcangelo. Ed io, beh . . .”

“Sii giusto, Lash” disse Jeremy. “Tu hai cominciato a sfidare Gabrielle fin dal primo giorno.”

Lash si girò di scatto. “Tu, taci!”

Naomi sussultò. “Lash!”

“No, Naomi. Tu non eri lì, e non sai di cosa si tratta” disse ansimando. Era stufo che tutti prendessero le parti di Jeremy. “A quei tempi non me ne rendevo conto. Ma adesso sì. Venivo messo in discussione ad ogni passo che facevo. E Jeremy? Mai. Facevamo le stesse cose, ma a Jeremy veniva perdonato tutto. E io invece finivo nei guai. Era come se lui non potesse sbagliare mai.”

“Questo non è vero!” Jeremy saltò in piedi.

“Potresti aver ragione” disse Raphael sottovoce.

Jeremy si immobilizzò, e Lash spalancò la bocca.

Per un momento nella stanza si fece un silenzio teso prima che Raphael continuasse. “Per favore sedetevi e lasciate che vi spieghi.”