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Night Light
Li aveva cacciati via lentamente negli anni e quando câera un problema, spuntava sempre qualcosa e si allontanavano o sparivano. Mafia irlandese, italiana, russa, membri dellâIRA, ex KGB, Yakuza, e addirittura chiacchierati membri dei leggendari Illuminati... Steven se ne sbatteva. Erano fatti tutti dalla stessa pasta, per quanto lo riguardava. Ma a volte non fa male averne un paio dalla propria parte.
âChiamala e dille di non venire stasera.â Spinse il telefono verso il vecchio ed incrociò le braccia in attesa, per assicurarsi che il prete facesse come gli aveva chiesto.
Le labbra del vecchio si assottigliarono. Se avesse chiamato a casa sua e avesse risposto suo padre, Jewel sarebbe finita in guai seri e magari stesa in qualche vicolo. Essere un prete probabilmente non lo avrebbe salvato. âLei non verrà .â disse esitando, poi ripeté più deciso mentre guardava lâorologio appeso al muro. âAltrimenti sarebbe già qui.â
Steven sentiva che la delusione nel non vederla e il sollievo nel sapere che fosse al sicuro da qualche parte si scontravano nel suo petto. Avendo bisogno di una distrazione, si alzò e rimise la sedia nel modo in cui lâaveva trovata. âTornerò per avvisarti quando avremo finito.â
âAspetta!â disse il sacerdote quando Steven aprì la porta. âSe dovessi vederla...â
âLa manderò dritta da te.â promise Steven e se ne andò.
Chiudendo la porta, Steven scosse la testa e si avviò lungo il corridoio. Questo piano era pulito e doveva recuperare Nick prima che qualcosa andasse storto. Scendendo al piano di sotto, si guardò intorno ma non vedeva Nick da nessuna parte.
âDâaccordo, dove diavolo sei finito?â mormorò Steven e cominciò a guardare dietro le porte chiuse.
Vide la porta del seminterrato socchiusa e si sarebbe preso a schiaffi quando si rese conto delle intenzioni di Nick. âLuoghi bui, sotterraneo... Bah!â
Assicurandosi di fare parecchio rumore, Steven scese le scale e arricciò il naso per lâumidità . âCavolo, che puzza qua sotto.â
Si avvicinò ad unâaltra porta aperta ed entrò. Nick era in piedi davanti alla caldaia con il portello spalancato e rimestava qualcosa nel fuoco con una spranga di ferro.
âTrovato qualcosa?â chiese Steven.
In risposta, Nick estrasse il ferro dal fuoco infilato nella cavità oculare dei resti bruciati di un teschio. âPossiamo dire con certezza che alcuni umani sulla lista degli scomparsi non verranno ritrovati presto.â
âPenso che questa chiesa sia il luogo in cui di solito alcuni mafiosi locali sbrigano i loro affari.â dichiarò Steven.
âIn una chiesa cattolica?â chiese Nick. âNon è rimasto niente di sacro?â
Steven strinse le spalle. âUn poâ come il detto, non câè niente di sicuro, tranne la morte e le tasse.â
Nick lasciò cadere il teschio di nuovo nella caldaia e chiuse il portello. âO nel nostro caso, tranne la pelliccia e i gatti.â
I due uomini sorrisero divertiti prima che Steven tornasse lucido. âOkay, siamo seri.â
Si separarono, ognuno ispezionando un lato diverso della grande sala, finché Steven non vide qualcosa dietro uno dei cassonetti della spazzatura pieni di assi di legno. âEhi Nick, dammi una mano.â
Nick si avvicinò ed aiutò Steven a spostare il cassonetto quel tanto che bastava per dare unâocchiata, il che non fu difficile. Una piccola, angusta galleria era stata scavata nella pietra direttamente nel terreno. Era buio pesto e i due felini facevano difficoltà a vedere allâinterno.
âTanto vale controllare.â dichiarò Nick e fece per infilarsi nellâapertura.
Steven allungò la mano, afferrò il braccio di Nick e scosse la testa. âNo, torniamo indietro e diciamo a Warren e Quinn cosa abbiamo trovato. Un puma è scomparso e, a mio parere, è un puma di troppo. Non voglio aggiungere anche un giaguaro alla lista.â
âAh però.â Nick sorrise e avvolse le braccia attorno ad uno scioccato Steven. âTu...â tirò su col naso in modo esagerato e continuò con voce esitante. âCi tieni davvero.â
Steven allontanò freneticamente Nick, mandando il giaguaro contro il muro. âDeficiente.â mormorò mentre Nick rideva. âAndiamocene di qua.â
Arrivando in cima alle scale, Steven era convinto che Nick avesse perso la testa da qualche parte lungo il tragitto. Nella chiesa câera un silenzio di tomba e Steven guardò verso il corridoio che portava nellâufficio al piano di sopra, dove il prete stava aspettando.
âAspetta un attimo qui.â disse Steven. âDevo parlare con il prete.â
Nick strinse le spalle e si appoggiò ad uno dei banchi in attesa.
âCiao, Steven.â Una voce spuntò dal nulla.
Nick saltò e Steven gridò sorpreso prima di inciampare nei suoi stessi passi e cadere. Nick sbatté le palpebre quando un uomo con i capelli scuri uscì dalle ombre ridendo allâimpazzata verso Steven.
âDannazione, Dean!â urlò Steven mentre si alzava da terra. âPiantala di cercare di spaventarmi a morte.â
Dean sorrise e si appoggiò ad uno dei pilastri accanto ai banchi e incrociò le braccia sul petto. âPer tua sfortuna non ho bisogno di fare tentativi.â
âFanculo!â ringhiò Steven. âVado parlare con il prete, torno subito.â
âAssicurati di restituire la tunica da corista che hai preso in prestito.â Dean lo prese in giro. âMi dispiacerebbe vedere un povero ragazzo che non può vestirsi per andare in chiesa.â
Steven si bloccò quando Dean pronunciò quelle parole e si voltò per fissare il caduto.
âTunica da corista?â chiese Nick e sollevò le sopracciglia quasi fino allâattaccatura dei capelli. âTu hai indossato una tunica da corista?â
âMi ero trasformato, era unâemergenza. Ho dovuto farlo per evitare che la ragazza venisse dissanguata da una maledetto vampiro.â si difese Steven.
âGià .â cinguettò Dean. âLa stessa ragazza che ti ha visto mentre ti facevano il culo.â
âCome se qualcuno non ti avesse mai fatto il culo.â ribatté Steven.
Dean si fermò e pensò per un attimo. âNo, mai successo, però mi hanno inculato.â
âDaaah.â ruggì Steven, alzando le braccia e dirigendosi verso unâaltra stanza.
Nick guardò Dean. âHai idea di dove sia nascosta la tunica?â
âSotto il suo letto.â rispose Dean.
Nick sorrise. âMateriale perfetto per un ricatto, grazie.â
âFigurati! Mi piace vederlo agitato... e poi è convinto che voglio costantemente prenderlo a calci in culo o una roba del genere.â
âSadico.â disse Nick con una risatina.
âSono un caduto.â disse Dean. âNon abbiamo granché per divertirci.â
Steven si avvicinò alla porta dellâufficio del prete e alzò la mano per bussare quando sentì delle voci dallâaltro lato. Riconobbe che una apparteneva al prete, lâaltra era di una donna. Abbassando la mano, premette lâorecchio sulla porta per ascoltare.
Jewel camminava avanti e indietro cercando di restare concentrata, ma era difficile. La prima cosa che le era venuta in mente entrando nellâufficio fu quando era stata attaccata dai vampiri e aveva visto un uomo nudo o un mutante... o qualunque cosa fosse. Aveva passato gli ultimi cinque minuti a rispondere alle domande del prete riguardo lâaltra sera, ma in questo momento aveva problemi peggiori.
âNon dovresti girare di nascosto di notte.â disse il prete. âà pericoloso. E se tuo padre o il tuo fidanzato ti scoprono?â
Jewel andò dritta alla scrivania e praticamente sbatté il palmo su di essa. âNo, sono loro che lo rendono pericoloso... costringendomi a sgattaiolare fuori dalla mia finestra, a sfuggire alle guardie armate che mi tengono prigioniera e a cercare di sgattaiolare di nuovo dentro senza essere scoperta.â
âTuo padre sta solo cercando di proteggerti.â Lui cercò di calmarla, ma sapeva che quello che lei diceva era vero. Suo padre andava a confessarsi ogni settimana... per lavare via il sangue dalle sue mani e dalla sua coscienza.
âNo, sta cercando di costringermi a sposare il suo socio in affari per ripagare un debito! Un debito con cui non ho niente a che fare. Non câè una legge contro la schiavitù in questo paese?â
âMa quando tu ed Anthony siete venuti allâincontro, hai detto di amarlo con tutto il cuore.â sottolineò il prete. âNon è una cosa su cui dovresti mentire. à un peccato agli occhi di Dio.â
âSì beh, le due guardie del corpo in piedi dietro le nostre sedie... se le ricorda? Quello dietro di me teneva la canna della pistola affondata nella mia schiena. Non potrei mai amare un egoista barbaro oppressivo come Anthony. Ha promesso di uccidere me e mio padre, se non accetto il matrimonio. E poco fa, quando ho cercato di dire a mio padre che non volevo avere niente a che fare con Anthony, mi ha colpita così forte che ora so dove sono le stelle, perché le ho contate.â
Sia Jewel che il prete rimasero sorpresi quando la porta dellâufficio si spalancò così forte da sbattere contro il muro facendo cadere alcuni quadri e un crocifisso dâoro.
Steven rimase sulla soglia a fissare i due. Tuttavia, il livido scuro sulla guancia di Jewel lo fece infuriare. âDovete venire con me, tutti e due.â
Le ginocchia di Jewel sâindebolirono nel vedere che lâuomo misterioso era ancora vivo. Da quando era fuggita da lui, aveva pensato così tante volte che fosse stato ucciso dai vampiri. Più volte se nâera addirittura dispiaciuta fino alle lacrime. Adesso che riusciva a respirare meglio, avrebbe voluto urlare.
Perché ogni volta che veniva a confidarsi con il prete, câera unâemergenza? Aveva meno paura di questo mutante che del proprio fidanzato armato di pistola, e finché non avesse sentito un allarme antincendio o visto un vampiro, non sarebbe andata da nessuna parte.
âNon questa volta.â lo informò Jewel incrociando le braccia sul petto.
âNon posso lasciare la chiesa incustodita.â Il vecchio iniziò ma Steven lo interruppe allâistante.
Si avvicinò con cautela alla scrivania mentre parlava. âHai fatto un patto col diavolo e hai deciso di dare la parrocchia in pasto ai vampiri? Sei tu che bruci i loro corpi nel vostro vano caldaia?â Quando il prete aprì la bocca ma non disse nulla, Steven continuò âO sono stati i peccatori a cui fai la predica ad aver commesso un omicidio di massa in cantina e scavato un tunnel per fuggire?â
âOddio.â il vecchio lanciò a Steven uno sguardo truce. âSe lascio la chiesa, quanto tempo mi ci vorrà poi per tornare?â
âDammi il tuo numero di cellulare. Ti chiamerò entro un paio dâore. Non tornare finché non diamo il via libera.â Sospirò sapendo di aver vinto il duello quando il vecchio cominciò a frugare nei suoi cassetti per prendere ciò che riteneva abbastanza importante da portare con sé.
Jewel cercò di restare perfettamente calma mentre si avviava verso la porta ancora aperta. Libertà ... perché si era sempre ritrovata a fuggire da uomini pazzi?
âNon costringermi ad inseguirti.â disse Steven a denti stretti girando la testa di scatto e fissando il suo sguardo in quello di lei. âHo detto che lui può tornare a casa... non tu.â
Le labbra di Jewel si aprirono mentre lei si bloccò a metà . Come osava darle un ordine? Strinse i denti rendendosi conto che gli avrebbe obbedito comunque. Alzò il mento in segno di sfida e giunse ad una conclusione. Nel momento in cui se ne sarebbe andata, avrebbe continuato a correre... via da tutti, compreso suo padre.
âChe cosâhai intenzione di fare con lei?â chiese il prete indignato.
âFarò quello che non puoi fare tu... tenerla al sicuro.â urlò Steven non volendo discutere oltre. Il livido sul volto di Jewel gli aveva letteralmente dato sui nervi e che fosse dannato se lâavesse riportata dallâuomo che glielo aveva procurato.
âNon mi serve un altro protettore.â Jewel si voltò per andarsene, ma si fermò vedendo che due uomini dallâaspetto pericoloso bloccavano la porta.
Dean aveva sentito lâangoscia di Steven fin dal piano di sotto e ora che stava guardando la ragazza che ne era la causa, poteva capirne il perché. Leggendo la sua anima, intravide unâimmagine fugace dello sfuggente angelo della morte.
âTi sbagli.â Si mosse così in fretta che neanche i due mutanti nella stanza se ne accorsero. âTu hai bisogno di un protettore.â
Jewel soffocò un urlo quando il palmo della mano dellâuomo premette sulla sua guancia e gli occhi di lui divennero color mercurio. La mano fredda che per così tanto tempo si era stretta attorno al suo cuore con dita ghiacciate, si sciolse. Improvvisamente, ricordò sentimenti di cui aveva dimenticato lâesistenza... il calore, la sicurezza... lâamore.
Il prete si appoggiò alla scrivania quando unâombra di ali spuntò dalla schiena dellâuomo, guizzò luminosamente, poi svanì.
âAspetterò al piano di sotto.â dichiarò Dean mentre il vento si precipitò a riempire il vuoto che lui aveva lasciato.
Steven non capì perché Dean avesse scelto quel momento per rivelare il proprio potere, ma era contento che il caduto lâavesse fatto. La guancia di Jewel guarì e il prete sembrava aver appena visto la luce.
âDobbiamo andare... adesso.â disse Nick sulla porta.
Steven afferrò la mano di Jewel e si avviò verso la porta, contento che lo shock avesse interrotto la sua lotta, per il momento.
âAspetta.â disse il prete, facendo fermare Steven e Nick per guardarlo. âQuello era...?â balbettò, indicando il punto in cui si trovava Dean poco prima.
Steven sorrise genuinamente allâemozione negli occhi del vecchio prete. âSì...lo era.â
Il prete sorrise quando Steven e Nick lasciarono la stanza con Jewel al seguito. Annuì e cominciò a raccogliere il necessario. Nella sua mente, Dio stava preparando la terra per il Suo ritorno.
Steven e Nick uscirono dalla chiesa, ma Steven fermò Jewel per dare unâocchiata verso la finestra dellâufficio. Tirò un sospiro di sollievo quando vide la luce dellâufficio spegnersi.
âSembra che il vecchio stia seguendo il tuo consiglio.â disse Nick.
Steven scosse la testa. âPiù che altro ha visto Dean per ciò che era e sta vivendo una sorta di esperienza mistica. Mi ha dato il suo numero di telefono, lo chiamerò quando la via sarà libera.â
âNon penso che un paio dâore basteranno.â lo informò Nick.
"Quello che sia sia.â rispose Steven. âAdesso torniamo al club per aggiornare Warren e Quinn.â
Dean era seduto sul tetto della cattedrale e sorrise verso il trio che lasciava la chiesa. Aveva dato a Steven tutto lâaiuto possibile, ma lâincantesimo calmante che aveva lanciato sulla ragazza non sarebbe durato per sempre. Sentiva lâoscurità sotto lâedificio iniziare ad accumularsi mentre i vampiri iniziavano ad uscire dal loro tunnel.
A differenza di quelli dellâaltra sera, questi erano influenzati da qualcosa di addirittura più oscuro, più sinistro, che Dean avesse mai visto.
Dean aggrottò le sopracciglia chiedendosi perché non lâaveva percepito quando avevano eliminato il primo gruppo che si nascondeva lì. Questo influsso era molto antico e molto potente. Così improvvisamente come lâaveva percepita, lâoscurità svanì e si sentiva solo la presenza dei vampiri.
Il caduto tornò di nuovo in chiesa per controllare il vecchio e assicurarsi che fosse vivo.
Capitolo 4
Trevor e Kat seguivano il vampiro che avevano rintracciato in città .
âChe diavolo sta facendo?â sussurrò Kat, iniziando ad insospettirsi.
âSembra che stia facendo shopping.â rispose Trevor quando il vampiro si fermò davanti ad una vetrina e guardò nel buio.
Questo vampiro era giovane, appena diciottenne a prima vista. Aveva i capelli neri e lisci e portava occhiali da vista dalla montatura rotonda. Con i capelli tirati indietro, sarebbe sembrato quasi presentabile tranne che per la sua pelle pallida.
I due ripresero il cammino quando il vampiro si allontanò bruscamente dalla vetrina e ricominciò a camminare per strada. Anche con i negozi chiusi, i marciapiedi erano affollati a quellâora della notte.
Avevano scoperto il corpo dellâultima vittima del vampiro su un prato ben curato. Con il loro senso dellâolfatto, erano stati in grado di raggiungere il succhiasangue proprio mentre il vampiro imboccava la Rodeo Drive. Da lì, Trevor dovette frenare un poâ Kat spiegandole che in giro câerano troppe persone per poter correre allâimpazzata.
Adesso erano lì, a seguire un vampiro a piedi e nessuno dei due era in vena di conversazione. La mossa successiva fu salire su un autobus senza preoccuparsi della destinazione. Alla fine, il vampiro allungò la mano e tirò il cavo per scendere. Kat e Trevor scesero alla fermata successiva e sbuffarono prima di riprendere la loro ricerca. Il vampiro continuò a camminare e Kat ringhiò per la frustrazione.
âInizio a pensare che questo vampiro sia drogato. Abbiamo quasi fatto un giro in tondo.â si lamentò. âSiamo solo a pochi isolati dal clubâ.
âEccolo!â esclamò Trevor e corse verso un vicolo in cui il vampiro scomparve allâimprovviso.
Le scarpe da ginnastica di Trevor fecero un rumore stridente quando lui raggiunse di corsa lâentrata del vicolo e diede unâocchiata. Kat era accanto a lui, si abbassò un poâ in modo che potessero sbirciare entrambi dietro lâangolo.
âDannazione.â imprecò Trevor ed estrasse la sua 9 mm.
âNon ho ancora capito perché hai portato la pistola.â disse Kat anche se sapeva che Nick ne portava sempre una. Non era sulla pistola che Nick contava... ma sugli speciali proiettili di legno di cui era carica. âQuelle cose sono inutili contro i vampiri.â
Trevor sorrise. âDimentichi per chi lavoro. Questi proiettili sono fatti apposta per esplodere allâimpatto, sono stati scavati allâinterno e riempiti con un poâ di acido muriatico. Quella roba corroderà qualsiasi cosa.â
âPerché lâacido non corrode il proiettile, allora?â chiese Kat, raccogliendo segretamente informazioni con cui corrompere Nick.
âCâè un bossolo interno nel proiettile scavato che lâacido non può corrodere. Adesso non mi ricordo il nome esatto.â spiegò Trevor. âà abbastanza forte da non essere danneggiato dallâacido ma abbastanza fragile per rompersi quando urta qualcosa.â
Kat si alzò lentamente in piedi. âVogliamo andare?â
Trevor strinse la presa sulla pistola e si avviò per primo, seguito da Kat che aveva un pugnale affilato in ogni mano; una gentile concessione di Trevor. Perlustrarono lâintero vicolo prima di rendersi conto che il vampiro era sparito.
Trevor si rilassò e abbassò il braccio armato. âSe nâè andato!â
Kat emise un sospiro di frustrazione âBeh, dal momento che siamo così vicini, possiamo anche tornare al locale.â
âPer quanto stasera mi sia divertito a portare voi due idioti a spasso per la città ,â disse una voce alle loro spalle, âdevo insistere perché rimaniate per cena.â
Kat e Trevor si girarono di scatto in direzione della voce e si bloccarono quando videro il vampiro che avevano seguito, insieme ad altri cinque.
âIl figlio di puttana sapeva che lo stavamo seguendo.â ringhiò Trevor mentre riprendeva la pistola e la puntò.
Con muri su tre lati e i vampiri davanti a loro, Kat sapeva che lei e Trevor avrebbero dovuto lottare per uscire da lì. Si accovacciò quando i vampiri li circondarono rapidamente. Uno con i capelli rosso fuoco balzò in piedi sperando di avere la meglio su di loro, quasi letteralmente.
Kat subito si rialzò e affrontò il vampiro a mezzâaria. Le sue unghie lunghe ora sembravano artigli anche se non avevano subito mutazioni. Colpirono il suolo con il vampiro steso di schiena sotto di lei.
Il succhiasangue le afferrò il polso destro così forte che lei sentì le ossa cominciare a frantumarsi dolorosamente. Ingoiando il dolore nauseante, lei fece scattare il polso verso il basso, infilzando il pugnale nel polso del vampiro come vendetta. Liberandosi, Kat non esitò ad infilare la mano destra nel petto del mostro ed estrargli il cuore.
Trevor prese la mira e sparò al vampiro che avevano seguito per tutta la sera. Il proiettile colpì la creatura alla gola e, per un attimo, lui fissò Trevor con unâespressione incredula prima di iniziare ad urlare e a graffiarsi la gola. Lâurlo sâinterruppe bruscamente quando lâacido liberato dal proiettile raggiunse la laringe del vampiro.
In realtà Trevor non vide cosa successe dopo, poiché fu subito attaccato da un altro vampiro.
Il suo corpo fu gettato contro il muro del vicolo e scivolò a terra. La sua 9mm volò mentre cercava di ignorare le stelline che vedeva davanti agli occhi. Lâaltro vampiro si avvicinava quando Trevor sentì qualcosa vicino la gamba. Guardando in basso, vide la testa ancora fumante del vampiro a cui aveva sparato e la afferrò.
Prendendo per i capelli la testa mozzata, Trevor la lanciò contro il succhiasangue che si avvicinava. La creatura la schivò e ringhiò contro di lui, pronta a saltare. Qualcosa di luccicante balenò davanti ai propri occhi e Trevor vide un lungo pugnale spuntare fuori dal suo petto. Girando la testa, Trevor vide Kat in piedi sporca di sangue.
âAttenta!â urlò Trevor.
Kat sollevò lâaltro pugnale e rimase a bocca aperta quando il vampiro le afferrò la mano e portò la lama verso il basso, direttamente nel suo interno coscia. Il dolore da solo le diede la forza per respingere il vampiro. Barcollò allâindietro verso Trevor e riuscì ad estrarre il pugnale dalla propria coscia. Liquido caldo fuoriuscì rapidamente e le scese lungo la gamba.
Trevor sapeva di dover fare qualcosa. Erano entrambi feriti ora. Poteva sentire il dolore alle costole e alla spalla con cui aveva colpito il muro e non riusciva a respirare. Alzando gli occhi verso Kat, che era in piedi davanti a lui con fare protettivo, pensò alla loro prossima mossa.
Doveva trasformarsi in qualcosa di abbastanza grande e forte da combattere contro i vampiri e sopravvivere. Lâunico problema era che se si fosse trasformato, avrebbe rivelato la sua vera natura a Kat. La sua specie non era mai andata dâaccordo con le altre tribù di mutanti a causa delle loro diversità . Essi erano in grado di fondersi con qualsiasi clan e scomparire senza lasciare traccia, anche per decenni. Erano le armi ideali in una guerra.
Per questo, qualsiasi animale avesse scelto sarebbe stato sempre dieci volte più forte dellâanimale vero. Nella sua forma umana valevano le stesse regole, ma non gli era stato di grande aiuto finora. Tuttavia, se non si fosse dato una mossa, sarebbero stati spacciati.
Improvvisamente Kat lasciò cadere la sua arma e si piegò. A causa delle sue ferite, la trasformazione fu più lenta del normale. Il suo corpo si trasformò finché non si trovò a quattro zampe. Gli abiti caddero a terra e un bel mantello maculato di pelliccia marrone e nera prese il loro posto.
Uno dei vampiri rimasti attaccò e Kat si alzò sulle zampe posteriori, bloccandolo con una sorta di mossa di wrestling. Gli artigli scavarono nelle spalle della creatura e lei gli mostrò le sue lunghe zanne. Senza pensarci due volte, Trevor decise di trasformarsi.
I due vampiri rimasti sibilarono furiosi quando lâumano che stavano accerchiando si trasformò in un orso Kodiak. Trevor mosse una zampa gigante verso quello più vicino e tranciò il suo corpo a metà , facendo ricadere le gambe senza vita. Sapendo che il vampiro non era morto, Trevor avanzò verso di lui e gli schiacciò la testa con le sue potenti mascelle.
Si alzò in piedi per aiutare Kat quando gli ultimi due vampiri lo attaccarono con forza. Trevor barcollò indietro di qualche passo prima di ruggire forte e ne afferrò uno, lanciandolo nel vicolo. Ruggì di nuovo quando lâultimo affondò i denti nella sua scapola. Udì lâurlo da giaguaro di Kat e sentì il muro di mattoni colpire la sua tempia prima di cadere per lâimpatto.