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I pugnali gemelli apparvero e Toya li incrociò rapidamente proprio mentre i detriti volavano verso di lui, per trasformarli in cenere appena toccavano la barriera creata dalle lame. Guardando attraverso il turbinio blu elettrico della barriera, restrinse lo sguardo sul tirapiedi di suo zio, chiedendosi che cosa volesse.
Il ragazzo era un enigma, a volte, e in quel momento Toya sapeva che stava solo giocando, invece di attaccarlo davvero. «Sputa il rospo, Amni… o giuro che ti rimanderò da Hyakuhei a pezzi.».
Gli occhi azzurri di Amni s’illuminarono mentre inviava un altro soffio di vento pericoloso verso Toya. «Tuo zio ha trovato più della metà dei talismani.». Si librò di nuovo in aria per sfuggire al ghiaccio che si stava formando sul terreno sottostante a causa del pugnale di ghiaccio di Toya. «I guardiani hanno l’altra metà. Non ne restano molti altri da trovare.».
«Dimmi qualcosa che non so già, dannato sbruffone!» ringhiò Toya attaccando Amni, ma il vento allontanò il ragazzo per poi riavvicinarlo quando le fiamme svanirono.
Vedendo che Toya stava perdendo la pazienza, Amni gli inviò un potente soffio e gridò: «Toya, fa’ attenzione!». Era già abbastanza terribile che Hyakuhei lo avrebbe ucciso se avesse saputo che era lì a svelare segreti al nemico, ma sarebbe stato ancora peggio se Hyakuhei avesse ottenuto il potere del Cuore di Cristallo Protettore.
Se il suo padrone avesse ottenuto un tale potere… Amni sapeva che non sarebbe mai stato libero dalle catene che lo tenevano schiavo del mostro che il signore dei guardiani era diventato. «Hyakuhei ha un piccolo problema.» sogghignò Amni in modo ingannevole. «Ha bisogno di una sacerdotessa che lo aiuti a riunire di nuovo i talismani.».
Toya osservava Amni, cercando di capire a cosa si stesse riferendo e poi capì. «Kyoko!».
Si voltò per andarsene, ma la voce di Amni lo fermò con un ultimo avvertimento.
Uno sguardo solenne balenò sul volto di Amni, «Toya, se Hyakuhei ottenesse il potere del Cuore di Cristallo Protettore… tu perderesti la sacerdotessa.».
*****
Kyoko decise di comportarsi come se niente fosse. “Andrà tutto bene finché nessuno proverà a baciarmi di nuovo.” pensò tra sé. Estraendo una soda dalla borsa e poggiandola accanto a sé, si allungò di nuovo e tirò fuori un sacchetto di patatine, poggiandolo accanto alla bevanda. Rise quando Kamui aprì la propria bibita e quasi se la versò addosso.
Toya sentì la risata di Kyoko mentre si avvicinava al campo. Amava sentire la sua risata. Era un suono che solo lei poteva emettere. Entrò nel campo e li vide mangiare le cose portate da Kyoko. Guardandola, i suoi occhi s’intenerirono quando lei indicò il sacchetto di patatine e la soda accanto a sé.
«Ecco, ti ho conservato questi.» gli sorrise, decidendo di ignorare cos’era accaduto poco prima.
Toya si avvicinò lentamente, sedendosi accanto a lei per prendere le patatine e la bibita, non sapendo se fidarsi di quel sorriso oppure no. I suoi pensieri erano ancora fissi sulle parole che Amni aveva detto. “Se Hyakuhei ottenesse il potere del Cuore di Cristallo Protettore… tu perderai la sacerdotessa.”. Riportò l’attenzione su Kyoko quando sentì il suo battito cardiaco cambiare e iniziare ad accelerare.
Kyoko si alzò facendo cadere la bevanda a terra, diventando pallida mentre si girava verso il villaggio più vicino. Sapeva di essere quasi sempre debole e indifesa, ma quello era un potere che aveva acquisito nel momento in cui aveva toccato le mani della statua vergine nel suo cortile. Li sentiva… i demoni… il male, ovunque.
«Il villaggio… Sennin…» sussurrò, poi iniziò a correre. «Dobbiamo salvarli!».
Toya la afferrò, facendola salire sulla propria schiena, e in pochi minuti raggiunsero il ciglio della scogliera che si affacciava sul villaggio. Vedendo una nuvola minacciosa incombere su di esso, tutti fecero una pausa prima di scattare di nuovo.
«Presto, Toya!» insisté Kyoko con ansia, poi si voltò verso gli altri. Kaen si era già trasformato in drago e Suki e Shinbe lo cavalcavano. Suki pregò silenziosamente di arrivare in tempo per salvare il villaggio e suo padre. Le labbra di Shinbe si assottigliarono, stringendo Suki in un braccio protettivo mentre si dirigevano verso un pericolo sconosciuto.
Toya accelerò e Kyoko si aggrappò saldamente a lui. «Quanti talismani riesci a sentire?». Aveva un brutto presentimento, ma questa volta avrebbe tenuto Kyoko con sé in modo da poterla proteggere. Per un attimo serrò le mani sotto le ginocchia di lei mentre volava tra gli alberi, avvicinandosi al villaggio.
Kyoko chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi. «Ne sento un paio proprio davanti a noi. Ma sono più grandi del normale e molto potenti. Ne sento altri a destra e si muovono molto velocemente verso gli altri.». Si accigliò, notando la differenza. Una serie di talismani era oscura, ma l’altra no.
Kyoko aprì gli occhi e si trovò davanti al villaggio. Sennin era lì con alcuni uomini, cercavano di difendere il villaggio da un demone gigante che aveva demoni simili a serpenti attaccati al corpo.
La creatura lanciava i serpenti agli abitanti del villaggio, ridendo follemente quando essi si attaccavano agli umani e gli facevano fare ciò che volevano come se fossero marionette. Con orrore, vide che gli abitanti del villaggio cominciavano a combattere tra di loro.
Toya fece sedere Kyoko ai suoi piedi mentre Suki e Shinbe saltarono giù da Kaen. Kamui rimase con il drago per affiancarlo e creare una linea di difesa. Kyoko afferrò la balestra e la puntò quando il feroce demone rivolse la propria attenzione sui nuovi arrivati.
Tutti erano al proprio posto finché Toya non balzò in avanti, cercando di tagliare il corpo del demone a metà. Il demone si scansò, girandosi e facendolo cadere con un folle ruggito. Il guardiano d’argento finì a terra con un rumore di ossa rotte.
Quando Kyoko urlò il nome di Toya, fece girare l’enorme demone verso di lei. Tese subito una freccia eterea contro la balestra, cercando i talismani che sapeva erano nascosti da qualche parte nel suo corpo massiccio. Vedendone uno nel suo braccio sinistro, prese la mira ma lo mancò quando lui avvolse il braccio attorno a Toya.
Toya si liberò ma il demone, vedendo la freccia magica sfiorargli il braccio, si girò verso Kyoko con occhi rosso rubino. Con una orribile voce roca ringhiò: «Dunque sei tu la sacerdotessa che può vedere i talismani.». Poi si diresse verso di lei, lanciando un gruppo di serpenti verso Toya per tenerlo occupato.
Suki e Shinbe si misero tra Kyoko e il demone. Suki prese la sua baionetta e Shinbe usò il suo bastone per distruggere i serpenti che il demone lanciava, ma la creatura orrenda non si placava.
Kyoko puntò un’altra freccia eterea quando il demone colpì Suki e Shinbe con un solo movimento della sua enorme mano. Vedendo i suoi amici sbalzati in aria, una scossa di rabbia la pervase, facendole scoccare la freccia che sibilò in aria e colpì il talismano nella parte superiore del braccio, facendo infuriare il demone.
Urlando di rabbia, il mostro si voltò verso Kyoko. Proprio mentre le lanciava almeno due dozzine di serpenti dagli occhi rossi, una sagoma afferrò Kyoko per la vita e la allontanò dalla traiettoria. Quando mise a fuoco, Kyoko vide Kotaro che la teneva tra le braccia, sorridendole. Ricambiò il suo sorriso con gratitudine. Le aveva appena salvato la vita… ancora una volta.
Guardando dietro di lui, Kyoko vide Toya con i pugnali in mano e l’argento negli occhi. Con un urlo vibrante, lui lanciò fuoco e ghiaccio verso il mostro.
Tutti i rumori della battaglia cessarono. Tutti guardavano a bocca aperta mentre i movimenti del demone si fermavano. Sulla sua pelle verdastra si formarono cristalli di ghiaccio che poi divennero fiamme mentre il suo corpo si frantumava. I pezzi ricadevano colpendo il suolo come vetro scintillante. Toya entrò in azione, afferrando i talismani in modo che la bestia non potesse recuperarli.
Quando distrusse il demone, i serpenti strisciarono via lasciando la gente del villaggio che si guardava intorno confusa. Toya non rimase a guardare cosa successe dopo. Una gelosia fulminante lo attraversò come una freccia. Corse dritto verso Kotaro, che teneva Kyoko in modo così fastidiosamente dolce.
«Mettila subito giù!» la tempra di Toya esplose. Aveva evitato a stento di essere sbalzato via da quel demone, ma non aveva intenzione di lasciare che Kotaro toccasse Kyoko. La prossima mossa di quello sbruffone sarebbe stata baciarla di nuovo, ovviamente.
Sentendo la rabbia scorrergli nelle vene per l’ingratitudine di Toya, Kotaro urlò: «Tu non sei in grado di proteggerla, quindi lo farò io! Un giorno sarà la mia compagna e io sono stanco di te che la metti continuamente in pericolo! Idiota!». I suoi occhi blu di ghiaccio si scontrarono con le scintille argentate che ancora imperversavano nelle iridi dorate di Toya.
Toya cercò di sottrarre Kyoko dalle braccia di Kotaro, ma l’altro si mosse in fretta come un lampo e sparì. «Giù le mani dalla mia donna, idiota di ghiaccio!». Kotaro gli sorrise a distanza.
Inutile dire che Kyoko si sentiva ironicamente a disagio. Guardò Kotaro cercando di sdrammatizzare. «Kotaro, puoi mettermi giù ora. Grazie per avermi salvata.». Gli rivolse un sorriso cordiale, sapendo che l’avrebbe assecondata.
Kotaro la guardò, un po’ divertito dalla sua richiesta, ma la mise in piedi per poi farla girare verso di sé, attirandola in un abbraccio stretto. «Kyoko, mi dispiace di averti lasciata nelle mani di “respiro di ghiaccio”. Se avessi saputo che non era in grado di prendersi cura di te, ti avrei portata con me.».
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