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Cose Pericolose
Quello che molti di loro non avevano mai capito era che i bambini spesso erano più aggressivi dei loro âgenitoriâ adulti, e finiva con gli adulti che uccidevano loro o loro uccidevano gli adulti. Doveva ammettere che una donna che aveva scritto libri di vampiri ci aveva visto giusto.
Sperava che chiunque fosse lâesperto di demoni menzionato da Trevor sapesse cosa stava facendo...ma ne dubitava.
Il ricordo del demone era quello che lo aveva spinto a fare da babysitter a Michael...il che gli avrebbe impedito di perseguitare Tabatha adesso che era tornata in città . Ci voleva unâimmensa forza di volontà per non farlo. Il solo stare nella stessa stanza con lei era un dolore fisico...un dolore che sapeva di non poter sopportare tanto a lungo. I suoi occhi tornarono sul suo amico e lui si appoggiò più pesantemente alla croce.
Doveva ammettere che se voleva stare da solo ma ancora circondato da esseri umani, allora il tetto della più grande chiesa della città era un luogo interessante in cui farlo.
Stranamente, sapeva che Michael non era andato lì per la serenità e la tranquillità . Lì era dove il vampiro pensava e rimuginava. Non importava che fossero allâaperto perché Kane aveva la sensazione che se Misery volesse trovarli, allora quattro mura non li avrebbero salvati. Non si era mai nascosto da un nemico prima dâora e non avrebbe iniziato a farlo adesso. Ovviamente, Michael la pensava allo stesso modo.
Sorrise quando uno strano pensiero attraversò la sua mente. Appena avrebbe rivisto Dean, avrebbe chiesto un favore al caduto. Voleva una manciata di quelle piume con lâincantesimo che Dean aveva usato sulla piuma nelle catacombe. Alla stronza non era piaciuto molto. Si mise una mano sulla spalla ricordando tutta la carne strappatagli via, che era in qualche modo riapparsa mentre era privo di sensi. Michael gli aveva detto che Dean lâaveva guarito.
Kane non ricordava molto dopo la caverna. Ricordava di aver sentito la voce di Michael che lo chiamava nel buio, ma non molto altro. Lâaltra cosa che ricordava era lâessersi svegliato in una chiesa piena di gente e Michael chinato sopra di lui come una chioccia.
Il viso di Tabatha gli balenò nella mente. Aveva passato le ultime due ore cercando disperatamente di non pensare a lei, ma per buona parte di quelle ore non aveva dato ascolto a se stesso.
Michael sentiva la presenza di Kane da qualche parte dietro di sé, ma invece di essere infastidito dallâintrusione indesiderata, si sentì confortato dallo sguardo vigile del suo amico. Almeno se Kane si fosse preoccupato per lui, si sarebbe allontanato per un poâ dalla sua paranoia. E poi amava Kane come un fratello...la parola âfratelloâ echeggiò nella sua mente mentre i suoi pensieri si oscurarono e si rivolsero a Damon. Come potevano dei fratelli comportarsi così male lâuno con lâaltro?
Cercando di sgombrare la mente dai ricordi inquietanti, Michael si rilassò e si lasciò andare. Sapeva che dormire era sicuro al momento... Kane lo sorvegliava.
Kane pensava al pensiero sussurrato di Michael. Non sapeva che Michael avesse difficoltà a dormire. Cosa aveva sentito il suo amico di così minaccioso da avere paura di chiudere gli occhi? Sapeva che la mancanza di sonno fa impazzire lentamente...ma poi aveva scoperto anche che dormire troppo era ancora più dannoso.
Guardò la strada della casa di Michael, immersa tra gli altri edifici della città . A giudicare dal tetto circolare, era in stile vittoriano. Aveva accettato di trasferirsi da Michael, ma adesso sembrava dover dire a Michael di entrare in casa, invece di dormire sul tetto per strada.
Alzò un sopracciglio verso il suo strano amico. La casa aveva tutti i comfort moderni che una persona datata come loro potesse chiedere, comprese le protezioni per tenere lontani i demoni, quindi perché questa improvvisa necessità di aria fresca che odorava di pioggia?
Sapeva che Michael si sentiva ancora colpevole per non essere stato lì quando lui si era fatto seppellire vivo. Anche se Kane aveva cercato di non entrare nella sua testa, non aveva ancora detto a Michael che se ci avesse provato, sarebbe riuscito a leggergli la mente. à qualcosa che un amico non vorrebbe sapere...e poi, aveva la sensazione di essere lâunico con quel potere.
Averlo abbandonato non era tutto quello a cui Michael stava pensando quella sera...fu il motivo per cui aveva lasciato il paese a richiamare la sua attenzione...Damon, il fratello di Michael. Kane non vedeva Damon da quando aveva ripreso i sensi...o quello che era rimasto di loro, ma i ricordi che aveva erano abbastanza buoni. Damon aveva unâindole selvaggia ed entrambi davano a Michael dei gran mal di testa nel tentativo di tenere il passo.
Kane diede unâocchiata e notò che Michael giocava con lâanello al dito mentre pensava a Damon. Non ci volle molto prima che il sonno sopraffacesse Michael e che i sogni vividi iniziassero. Quanto più duravano i sogni, più Kane scopriva ciò che Michael stava nascondendo. Chiuse gli occhi, escludendo la città e concentrandosi per la prima volta sul dolore di qualcun altro.
Fu sorpreso di ritrovarsi non solo ad ascoltare i sogni, ma anche a captare dei flashback di quarantâanni fa. Vide tutto svolgersi da una prospettiva esterna come se stesse guardando un film tragico.
Michael aveva sentito il bisogno di andare da Damon per la prima volta dopo oltre un secolo. Quando trovò suo fratello, tutto sembrava andare bene. Damon se la spassava nella ribalta sociale di Londra e Michael rimase con lui per un poâ. Andavano alla grande finché non incontrarono una ragazza... Katie.
Tutti gli scapoli più ambiti erano stati invitati alla festa del suo diciottesimo compleanno, compresi i due fratelli. Lei era davvero la reginetta del ballo. Quella che era iniziata come una semplice rivalità tra fratelli si trasformò in un pericoloso gioco di gelosia. Sembrava che tutto fosse diventato una competizione. Avevano trascorso settimane a farsi una guerra silenziosa a vicenda per ottenere il suo affetto.
Damon gli disse di andarsene...di tornare oltreoceano, ma Michael non poteva farlo. Non voleva che Damon vincesse allontanandolo. Quando la rivalità aumentò, si lanciarono uno alla gola dellâaltro per la stessa ragazza. Lei non era la loro anima gemella né altro, anche se entrambi erano affascinati da lei. Il destino volle che Katie avesse lo stesso problema...era innamorata di entrambi e non voleva scegliere.
Ma la cosa ancora più contorta del triangolo amoroso, era che Katie pensava che i due fossero umani...non le avevano mai dato un motivo per pensare il contrario.
Una sera avevano portato Katie a ballare, ma fu un errore fatale. La tensione tra i due era troppo alta. Dopo soltanto unâora di lenta agonia interiore mentre ballavano a turno con lei, i fratelli alla fine arrivarono alle mani. Non si erano resi di conto di quanto avessero perso il controllo fin quando i loro occhi non cambiarono colore, mentre stringevano le mani uno attorno alla gola dellâaltro e i loro piedi si alzarono da terra.
Non avevano visto che lei era scappata. Michael e Damon rinsavirono dalla propria rabbia quando sentirono uno stridio di gomme e un rumore di metallo fuori dalla discoteca. Quando la raggiunsero...lei era morta.
Quando Damon corse verso di lei con lâintento di provare a resuscitarla con il proprio sangue di vampiro, Michael lo fermò perché era già arrivata molta gente. Damon ce lâaveva con lui da allora, incolpando Michael di non essere andato via quando lui glielo aveva chiesto.
Avevano combattuto per mesi...dandosi tregua ogni tanto con parole di affetto, ma finiva sempre con unâaltra lite. Michael sapeva che Damon stava diventando sempre più oscuro e che voleva ucciderlo. Se ci avesse provato, allora Michael si sarebbe difeso e uno di loro sarebbe morto.
Fu allora che Michael fece qualcosa che aveva giurato di non fare... andò da Syn. Syn era il primo vampiro. Dormiva da secoli senza svegliarsi ma Syn non era morto perché non poteva morire...almeno così dicevano. Non ne erano sicuri perché aveva scelto di dormire un paio di secoli prima, ma sembrava che Syn stesse aspettando qualcosa che non era ancora accaduto.
Michael girava intorno alla statua che indicava il luogo di riposo di Syn allâinterno del mausoleo. Sapeva che Syn era sotto di lui. Parlò alla tomba vuota, sentendo le proprie parole echeggiare intorno a sé...talvolta in sussurri, talvolta in assordanti urla.
Combattere con Damon lo stava facendo impazzire, non voleva che arrivassero a tanto. Non era nemmeno sicuro che uno di loro avesse amato davvero la ragazza. Si sentiva il cuore uscire dal petto per il dolore che aveva causato a suo fratello...e a Katie. Non sapeva se Syn stesse ascoltando, ma gli bastava raccontare la verità a qualcuno, almeno.
Gli occhi della statua si girarono a guardarlo. Somigliava a Syn ma era incolore. Le candele accese intorno a lui vibrarono e si affievolirono, poi avvamparono verso lâalto mentre la statua si mosse. Parole bisbigliate provenivano dal suolo in una lingua dimenticata.
Il silenzio che ne seguì fu come un calmante e Michael capì che Syn lo aveva perdonato anche se Damon non lo aveva fatto. Si strofinò le braccia cercando di scacciare i brividi. Syn era un uomo di magia e Michael si chiese quale fosse lâincantesimo che era appena strisciato in lui.
Si allontanò dalle catacombe e dal mausoleo solo per scoprire che Damon era lì ad aspettarlo. Ancora una volta, ci furono dolci le parole affettuose ma non passò molto tempo prima che si surriscaldassero. Michael voleva solo che tutto finisse...voleva abbracciare suo fratello e ricominciare daccapo.
Damon aveva preso alla lettera la prima parte della sua frase e, prima che Michael potesse fermarlo, estrasse un paletto di legno dalla giacca. Michael sentì il legno penetrare nel proprio cuore e cadde in ginocchio. Guardando Damon, aprì la bocca per dire qualcosa, ma tutto quello che ottenne fu un gorgoglio.
Michael cadde su un fianco, sentendo il sangue fermarsi nelle vene e divenire cenere mentre la sua visione si oscurava lentamente.
Con le lacrime agli occhi, Damon indietreggiò sapendo di essere ormai dannato. La voce di Syn cominciò a risuonare nella sua mente facendolo urlare. Si afferrò la testa e urlava forte per mettere a tacere la voce, ma non si può far tacere Syn.
In quel momento tutto ciò che câera in Michael tornò in vita di colpo. Sentendo il dolore straziante del palo ancora nel suo petto, lo prese e lo estrasse dal cuore. Estrarlo faceva male come riceverlo.
âDamon!â gridò Michael mentre si sforzava di alzarsi e cercò suo fratello. Ogni briciolo di dolore valse la pena per vedere lo sguardo sul volto di Damon quando capì che Michael era vivo.
Michael fece scivolare il bastone sanguinante dalla sua manica e in un istante pugnalò Damon. âProva questo, fratello!â urlò mentre gli restituiva il favore. Uccise una parte di sé ma tutto questo doveva finire in qualche modo.
Quando Damon resuscitò, Michael era seduto a terra cercando di riprendere fiato. Michael capì ciò che Syn aveva fatto...quelle che erano state le parole nelle catacombe. Era un incantesimo che solo Syn poteva lanciare, che avrebbe reso impossibile per Michael e Damon uccidersi a vicenda...o forse avrebbe reso impossibile per loro morire del tutto. Oh, potevano uccidersi a vicenda...ma avrebbero provato soltanto dolore.
Morirono più volte dopo quella notte, sempre lâuno per mano dellâaltro. Michael aveva finalmente rinunciato ed era tornato a casa, lasciando suo fratello da qualche parte nel mondo. Sapeva che era inutile inseguirlo e anche se il suo cuore gli gridava che non tutto era perduto, Michael non era ancora sicuro.
Kane tenne saggiamente la bocca chiusa quando Michael sussultò durante il suo incubo di ricordi. Sbatté le palpebre chiedendosi se andare così in profondità nella mente di Michael gli avesse fatto rivivere i ricordi in modo così chiaro. Se era così...allora si dispiacque quando sentì odore di lacrime nellâaria. Sparì prima che Michael si girasse a guardare la croce appena il sole cominciò a sorgere.
*****
Alicia applicò altro rossetto cercando di sbarazzarsi del viso innocente che la fissava allo specchio. Era arrabbiata, non per Kane che le aveva sottratto il libro degli incantesimi...dopotutto, era il libro di Kane. Ma era arrabbiata con tutti gli altri perché la trattavano come una bambina. Viveva in un night club, per lâamor del cielo!
Poteva anche essere stata in collegio ma non era una scuola materna. Lei era una femmina puma dopotutto, ed era perfettamente in grado di badare a se stessa. A causa delle rigide regole e degli occhi vigili degli insegnanti, Alicia aveva imparato lâarte del fare tutto di nascosto per avere la propria libertà . Al suo lato animale non era mai piaciuto stare in gabbia.
Adesso che era a casa e la sua famiglia aveva bisogno di protezione, non era giusto che tutti si riunissero lasciandola fuori. Se Micah fosse stato lì, avrebbe capito le sue necessità e, protettivo comâera, non avrebbe mai cercato di privarla della sua libertà . Era sicuramente qualcosa che apprezzava di Kane...oggi lâaveva supportata come se avesse capito cosa stava attraversando.
E quello era il problema più grande. Micah era scomparso e lei sarebbe andata a cercarlo a costo di ingaggiare ogni essere paranormale della città per farlo...a cominciare dai vampiri e dai licantropi.
Si accigliò allo specchio, sapendo di aver rovinato tutto cercando di usare un incantesimo al cimitero. Fino a quel momento, non aveva capito che câerano due tipi di vampiri completamente diversi.
Durante le brevi visite a casa non aveva mai incontrato Michael, né nessun altro vampiro per dirla tutta, e lâunico che andava a trovarla regolarmente a scuola era Micah. Era solito andare a scuola e firmare per farle passare fuori il weekend e le festività . Fu quando andarono nella foresta che le insegnò a combattere con e senza armi.
Quando non si allenavano, si trasformavano e correvano, godendosi la libertà . Grazie a Micah, lei era più intelligente, più veloce e più tosta della maggior parte delle femmine mutanti. Micah era sempre stato il suo eroe ed era lâunico della famiglia a non pensare che una ragazza fosse uno svantaggio.
Ricordava ancora la prima volta che Micah lâaveva portata fuori per il fine settimana. Erano andati nelle foresta e allestito il campeggio prima che Micah le dicesse di fare una corsa. Alicia non aveva mai avuto una tale opportunità prima ed era così eccitata che, quando si trasformò, corse alla massima velocità e fece tre giri completi intorno al campo.
Quando si fermò, guardò Micah con le mani sui fianchi che rideva. Allâinizio pensò che stesse ridendo di lei, ma in realtà stava ridendo per quanto fosse stupido il resto della famiglia. Nessuno di loro aveva avuto il tempo di parlarle del retaggio dei puma, né le permettevano di correre. Guardare la sua dimostrazione di libertà gli ricordò un gattino che esce fuori per la prima volta.
Lei era cresciuta pensando che tutti i vampiri fossero mostri perché quello era stato ciò che Nathaniel aveva insegnato ai suoi figli. Nathaniel si sbagliava. Se Kane non fosse stato liberato dalla tomba in cui suo padre lâaveva relegato, allora lei di certo sarebbe stata uccisa lâaltra sera al cimitero.
Era grata che Kane fosse lì per salvarla ma non avrebbe smesso di cercare il suo amato fratello. Questa volta sarebbe stata più attenta. Poteva ringraziare Kane anche per unâaltra cosa...grazie a lui Michael lâaveva baciata. Si chiese se Michael lâavesse vista solo come una bambina quando lâaveva guardata. In qualche modo ne dubitava. Sorrise a se stessa nello specchio. Era stato un bacio mozzafiato.
Si girò davanti allo specchio, assicurandosi di non sembrare la bambina che tutti credevano. La gonna di pelle nera aveva una chiusura lampo che andava dallâorlo fin su a metà coscia e lei la lasciò aperta a metà . La camicetta nera era di una leggera stoffa velata con un piccolo top di seta di seta al di sotto.
Nascose un paio di ciocche bionde spettinate sotto la parrucca da Cleopatra che aveva trovato in un baule di costumi per Halloween in soffitta. Dovette ammettere che quegli abiti aderenti la facevano sembrare dannatamente sexy.
Avrebbe scommesso che se Quinn o chiunque lei conoscesse la vedessero ora, non avrebbero neanche immaginato che fosse lei. Quinn era così occupato a seguire Kat e a fingere di non farlo, che non avrebbe comunque prestato attenzione ad Alicia. Adesso che lui e Kat stavano insieme...rivolgeva tutta la sua attenzione alla sua compagna. Il massimo che aveva fatto era piantonare due guardie mutanti su Alicia e ordinarle di stare lontana finché non avrebbero deciso che era abbastanza sicuro per lei uscire.
Le sue guardie del corpo erano stupide come pietre, tutte muscoli e niente cervello. Non ci volle molto per raggirarle e fuggire dalla sua piccola prigione. Sarebbe andata a cercare Micah quella sera, con o senza la loro approvazione.
Quinn le disse che Micah se nâera andato volontariamente e conosceva la strada se voleva tornare a casa, ma sapeva per certo che Micah non se ne sarebbe andato...almeno non senza portarla con lui. Micah era nei guai...lo sentiva. Alicia raddrizzò le spalle e alzò il mento in sfida.
Con tutta quella pelle scoperta, sperava di sembrare una prostituta per essere rapita dai licantropi o per nutrire un ignaro vampiro. Era certa che se avesse potuto combattere corpo a corpo, allora sarebbe riuscita a farlo parlare prima di ucciderlo.
Aveva spiato abbastanza per capire cosa stesse succedendo e non biasimava affatto Kane. A meno che il vampiro non fosse Michael o Kane, allora poteva ucciderlo. Per quanto riguarda i licantropi...se erano coinvolti nella tratta degli schiavi o se avevano rapito Micah, allora non erano migliori dei vampiri senzâanima.
Fece scorrere il piccolo cristallo a forma di cuore intorno al suo collo. Era più di un semplice ciondolo. Aveva studiato la magia per molto tempo e stavolta questo cristallo avrebbe impedito di farla cadere sotto lâincantesimo di un vampiro...anche un vampiro potente come Kane o Michael. E ricordava anche alcuni semplici incantesimi del libro che Kane le aveva portato via.
Stasera avrebbe scoperto comâera davvero far parte di quella famiglia...stava per combattere questa guerra, che ai suoi fratelli e ai giaguari piacesse o no.
*****
Damon si appoggiò alla poltrona e fissava il camino, osservando le fiamme che si accoppiavano con le ombre gettate nel recinto di mattoni. Prendendo il bicchiere di vino rosso, lo fece roteare e sentì la propria calma scivolare via. Sentiva di nuovo Syn sussurrare.
Quando il bicchiere si frantumò contro i mattoni, premette le dita sulla tempia sinistra, sapendo di aver appena svegliato il suo spuntino notturno.
La sensuale brunetta si sedette sul letto alla sua sinistra e si accorse di essere da sola tra le lenzuola. Uscendo dalle coperte, si mise a strisciare sensualmente verso di lui sul materasso, ma lui non le diede il tempo di pensare che stesse funzionando. Più veloce di quanto lâocchio umano potesse rilevare, Damon si avvicinò al letto con le dita avvolte saldamente attorno alla sua gola.
Non voleva guastare la sua bellezza o farle del male, ma soltanto tenerla ferma, mentre le proprie pupille si ingrandirono e la mise completamente sotto incantesimo. Fino a quel momento non aveva avuto bisogno di farlo. Era stata una partner più che disponibile, ma adesso era il momento di porre fine alla loro bella amicizia. Aprendo lentamente la bocca, mostrò le zanne affilate. Non sapeva perché lo faceva, le ragazze reagivano sempre allo stesso modo.
Gli occhi di lei si spalancarono per il terrore e lui soffocò rapidamente lâurlo che si stava facendo strada attraverso nella sua mente oscurata. Le ragazze mortali erano inutili...proprio come lo era stata Katie. Poteva ancora sentire il rumore di metallo e questo peggiorò il suo umore.
âTi farò un favore, piccola.â Un angolo della bocca accennò un sorriso sarcastico. âSei venuta a Los Angeles per fare la modella, ma questa città è piena di altre ragazzine che vogliono la stessa cosa, quindi ecco cosa farai tu. Fidati...è per il tuo bene.â
La tirò più vicino e guardò più profondamente nei suoi occhi. âTu odi questo posto. Odi LA e vuoi tornare nella piccola città da cui sei venuta. Se resti qui, i mostri ti useranno proprio come ho fatto io. Vai a casa e cerca il ragazzo a cui hai spezzato il cuore lasciando la città e chiedigli perdono perché nessuno ti vorrà mai, qui.â
Le lasciò il collo vedendola respingere le lacrime mentre cadde sul materasso. Non era dellâumore adatto per sentirla piangere. âDevi andartene...adesso.â Si voltò di spalle e attraversò la stanza per guardare fuori dalla finestra. Per quanto lo riguardava, aveva appena fatto la propria buona azione quotidiana. Quella città era un disastro comunque.
Con la coda dellâocchio vide un paio di giovani vampiri che svoltavano lâangolo di un edificio diretti in un vicolo. Si chiese da dove fossero spuntate tutte quelle creature senzâanima, visto che LA ne sembrava invasa.
Aveva dimenticato completamente la ragazza sul suo letto finché non sentì la porta dellâattico sbattere...Sì, le aveva fatto un favore. Era stata fortunata ad essere trovata da lui invece che dai mostri che affollavano le strade di LA al momento...e non si riferiva solo al paranormale. Aprì il balcone e uscì nellâaria notturna inspirando profondamente.
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