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Il Clan Del Nord
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Il Clan Del Nord

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“Suppongo che allora ti devo la mia vita.”rispose lui.

Lei si voltò a guardarlo.

“Suppongo...”

“Te lo assicuro”

Dayrsenne non rispose.

“Non sei di queste parti, vero?”insistette Jaren.

Lei alzò lo sguardo in direzione della foresta che circondava il fiume sui ripidi pendii. Il suo gesto allertò Jaren, che scrutò l'oscurità dell'ambiente.

“Che succede”chiese.

Dayrsenne si staccò da lui e zoppicò fino a riva.

“Devi andare.”disse soltanto.

“Cosa?”

“Dai, devi allontanarti da qui.”

“Perchè?”Jaren camminò lentamente dietro di lei; quando arrivò, Dayrsenne gli diede uno strattone sul braccio e lo tirò fuori dall'acqua; poi gli tirò la camicia, strappandogli un pezzo di stoffa con cui si avvolse la coscia, tappando la ferita. “Hey, in cosa ti sei cacciata?Ti stanno inseguendo? Ti posso aiutare.”

“Non ti importa. Vattene.”

“A Vianta è morta una donna per l'attacco di qualche animale, probabilmente un lupo. Non è sicuro stare in giro nel cuore della notte. Se qualcuno ti sta cercando, ti offro protezione.”

“E chi sei tu per offrirmi qualcosa, contadino?Vattene subito da qui!”Jaren non poté negare di essere felicissimo che lei non sapesse chi fosse, e questo confermava solo che non era di lì. Eppure come poteva una ragazza essere arrivata da sola in quel luogo remoto?Cercando di dissipare quei dubbi, Jaren guardò su per il pendio, quando sentì il nitrito di Donko, che vide scomparire nella boscaglia.

“Troppo tardi.”mormorò Dayrsenne”Non hai la sana abitudine di legare il tuo cavallo?”

“Donko non scappa mai.”

“Donko è appena scappato.”

La giovane donna prese la mano di Jaren e iniziò a correre zoppicando, portandolo con sé. Corsero il più velocemente che potesse, avendo lei una gamba ferita, e sebbene lui cercasse di aiutarla, non poteva negare a se stesso di essere agitato senza sapere da cosa stava scappando. Un lupo? I suoi inseguitori?Nonostante quanto gli costasse quell'avanzata, l'abilità con cui lei si muoveva era sorprendente, la ferita le inzuppò di rosso il brandello della camicia e le gocciolò fino alla caviglia. Si fermò, sul punto di cadere, e quando cercò di rialzarsi, Jaren la afferrò per il polso e la tenne stretta.”Se non mi dici di cosa diavolo si tratta, non mi muovo da qui. Da cosa stai scappando?”

“Te. Non devo badare a te.”

Dayrsenne si voltò, facendo un paio di passi in avanti, prima di fermarsi e voltarsi di nuovo. Sbuffò, mostrando la sua esasperazione per la testardaggine di Jaren. Non poteva semplicemente obbedirle?

“Ti fidi di me?”gli chiese allora.

“Ti ho appena conosciuta. Non ho motivo per farlo.”

“Hey, mi hai aiutato, e te lo devo. Sto cercando di restituirti il favore. Ti prego, fidati di me.”

Jaren le tese di nuovo la mano e lesse l'urgenza nel suo sguardo, la silenziosa supplica e qualcosa contro cui non poteva competere. Fece un respiro profondo, e anche se aveva ancora bisogno di un motivo per fare quello che stava facendo, finì per stringerle la mano e scappare di nuovo con lei, senza chiedere altro.

Affrettarono la marcia e lei gli lasciò la mano per correre più facilmente. Era a piedi nudi, ferita, con solo brandelli di vestiti che coprivano aree del suo corpo che in quel momento Jaren era grato di non vedere perché doveva stare concentrato; rami secchi e foglie le graffiavano la pelle, ma niente la fermò. Ciò che fermò la sua avanzata fu una leggero pendio che Jaren non vide, andando a urtare la schiena di Dayrsenne ed entrambi finirono per precipitare giù, sopra un pantano. Lo spinse via e si mise a sedere faticosamente.

“Dannazione...”esclamò.

Jaren si alzò in piedi e poi udirono uno strano ululato nelle vicinanze. Il ragazzo cercò il pugnale nella sua cintura e lo prese, impugnandolo con forza mentre scrutava i dintorni. Dayrsenne si voltò e lo guardò.

“Che cos'è?”chiese.

“Non hai mai visto un pugnale?”

“E cosa vorresti fare con quello?”

“Ti ho già detto che una donna è morta a Vianta a seguito di un attacco di un animale. Non l'hai sentito? Quel lupo è vicino.”

“Credi che un lupo ci sbranerà?”

Jaren la guardò da cima a fondo, perché gli sembrava ancora surreale. Anche le ragazze con cui aveva avuto un'intimità fingevano di vergognarsi di farsi vedere nude, ma questa giovane donna si muoveva con totale naturalezza, e sebbene non stesse mostrando nessuna parte del suo corpo eccessivamente compromettente, non aveva l'aspetto di qualcuna che potrebbe essere considerata una brava ragazza.

“Se fossi in lui lo farei”disse alla fine.

Dayrsenne lo guardò e Jaren avrebbe potuto giurare che stava cercando di trattenere un sorriso.

“Non otterrai niente con quell'arma.”disse.

“Beh, spero di si, perché in questo momento è tutto quello che ho.”

Sentirono di nuovo l'ululato, e lei alzò lo sguardo. Dayrsenne avanzò verso di lui come se stesse per attaccarlo, afferrandolo per il petto, o quello che riuscì a prendere, e sbattendolo sulle rocce da cui erano caduti come se cercasse di impedire a quel lupo di vederli se avesse seguito le loro orme, poiché non sarebbe saltato dall'altezza da cui erano precipitati. Erano così vicini che Jaren poteva sentire il respiro di Dayrsene sul suo collo e le mani della ragazza sul suo petto.

“Attirerò la sua attenzione qui.”disse la giovane donna”l'animale mi seguirà e tu te ne occuperai, ok?”

“Non ho intenzione di nascondermi qui mentre lo attiri. Sei ferita.”

“Hey, non so con che tipi di donne hai a che fare, ma non sono una damigella che devi salvare da tutto. Lo hai fatto prima con la mia gamba e ora ti ringrazio. Fidati di me. Lo porterò qui e tu ti occuperai di lui.”

“Ma se non...”

“Ascoltami.”

“Non riuscirai mai a...”

In quel momento fu lei a tenere Jaren per il viso e zittì le sue labbra con un bacio che fece dimenticare tutto al giovane: i lupi, la foresta, Vianta, la guerra, il suo matrimonio, suo padre, respirare. Intrecciò le dita nei suoi capelli scuri e la baciò intensamente finché Dayrsenne non si staccò, apparentemente sconvolta.

“E' un a buona tattica.”mormorò”Resta qui”aggiunse con un sussurro. Pochi secondi dopo si staccò e corse su per il pendio. Jaren fu lento a reagire e si svegliò dallo strano stato in cui quella giovane donna era riuscita a trascinarlo, ma non poteva restare lì mentre lei rischiava. Il suo onore glielo impediva. Lasciò il nascondiglio e corse dietro di lei, che si fermò quando lo vide.

“Non mi hai sentito?!”esclamò.

“Non lascerò che tu ti esponga al pericolo. Sei ferita.”

“Hey...come...come ti chiami?”

“Jaren”.

“Va bene, Jaren, non complicarmi le cose, per favore”.

“E' solo un lupo. Lascia che ci pensi io.”

Ma non c'era tempo per altre conversazioni. Un imponente animale dalla pelliccia grigia e le enormi zanne li inseguiva dalla cima della collina. I suoi occhi di un grigio metallico fissarono Jaren e Dayrsenne, come se volesse decidere se scegliere prima l'uno o l'altro. E finalmente decise: con un salto impressionante l'animale arrivò davanti alla giovane donna, che si voltò e iniziò a correre.

“Dayrsenne!”.

Jaren li seguì, col pugnale in mano, schivando gli ostacoli della foresta. Niente sembrava in grado di fermare lei o il lupo, né tanto meno lui poteva arrendersi davanti all'acqua, alle cadute, al fango e all'oscurità. Attraversano il fiume nella zona più stretta del suo corso e schivarono attentamente il sottobosco che chiudeva quella che doveva essere un'area poco o per niente trafficata. Jaren esitò a saltare per paura di una brutta caduta, ma vedendo l'animale correre e pensando che anche lei, una semplice ragazza gravemente ferita, lo aveva fatto, si convinse a imitarli e saltò, atterrando sulla sua spalla e soffocando un grido. Si rimise di nuovo in piedi, e mentre superava la curva che riportava al tortuoso corso del fiume, si fermò di colpo.

Due lupi, uno di fronte all'altro, ringhiavano minacciando una feroce lotta in qualsiasi momento. Esaminò disperatamente i dintorni, cercando di trovare le tracce di Dayrsenne, che sembrava essere svanita. Esaminò le cime degli alberi, sperando che fosse riuscita ad arrampicarsi su uno di questi, ma non la trovò nemmeno lì. Alla fine gli animali si accanirono in una feroce lotta di morsi, sangue, ringhi e acrobazie, una scena in cui la prudenza avvertì Jaren della necessità di scappare. Mentre indietreggiava, senza togliere la mano dalla spalla gravemente ferita, pregò in cuor suo che quella giovane donna fosse stata in grado di fuggire. Tuttavia, non negava di essere preoccupato per lei. Era sola, ferita ed era chiaro che stava scappando da qualcosa. Quanto tempo sarebbe potuta sopravvivere in quelle condizioni nella foresta? Dove sarebbe andata se fosse riuscita ad uscirne viva? I suoi piedi lo fecero tornare sui suoi passi, ma la sua testa voleva solo andare avanti oltre quei lupi che lottavano per trovare Dayrsenne, o almeno avere la certezza che stesse bene, e fosse sana e salva. Immerso in quei pensieri, si fermò in mezzo al fiume, udendo un nuovo ringhio.

Quando alzò lo sguardo, incontrò gli occhi gelidi di un'altra di quelle bestie. Si chiese allora quanti dovevano essere a popolare quella foresta, e come fosse possibile che non ne avessero visto nessuno da più di tre mesi. Un branco era arrivato lì, proveniente da altre terre più remote. La fisionomia dell'animale gli fece dubitare che fosse un lupo: avevano la stessa fisionomia del lupo, ma era molto più grande, incredibilmente grande, e per Jaren c'era qualcosa di inquietante nella sua espressione. Sollevò il pugnale e uscì lentamente dall'acqua, dove era più difficile muoversi.

“Dai bastardo, vieni qui se ne hai il coraggio.”

Il lupo emise un suono gutturale, e finì per voltarsi e andarsene. Jaren pensò che avesse già mangiato, e sentì di nuovo che la disperazione si impossessava di lui. Ma era anche sicuro che li da solo, in mezzo alla foresta, non poteva fare nulla.

***

Quando tornò al villaggio, la festa era finita. La musica non si sentiva più, e la gente correva avanti e indietro, sconvolta e urlando, e questo confermò ad Jaren che qualcosa non andava. Si affrettò fino a raggiungere la piazzetta dove si era svolta la celebrazione.

“Jaren!”esclamò Erik, “Santo cielo! Cosa ti è successo?”

“Sto bene”rispose. Aveva visto lo stesso sguardo da parte del suo amico per il sangue che solcava il suo volto nell'ultima battaglia, e ora era il fango e la sua camicia strappata quello che impressionava Erik.

“Che cosa ti è successo?”

Jaren non rispose, si fece strada tra la folla che circondava la giovane Sarah, seduta a terra che abbracciava il corpo insanguinato di suo fratello, Tordath.

“Un'altra vittima dei lupi.”mormorò Erik alle sue spalle.

“Non era un lupo”rispose lei con voce tremante. “Era un mostro.”

Jaren si accovacciò di fronte a lei.

“L'hai visto?”chiese.

Sarah annuì con veemenza.

“Era enorme, scuro e i suoi occhi...sembravano come accesi dalle fiamme.”

“Tu non sei stata aggredita?”

“Sono venuta di corsa al villaggio, quando è apparso, ma Tordah no...è caduto...e io...non ho potuto...”

“Che diavolo stavi facendo fuori dal villaggio?”chiese una voce dal tumulto. “E' pazzesco.”

“E' pazzesco che tu taci su quello che è successo a Lora.”urlò Sarah alzandosi. Lasciò cadere il corpo inerte di suo fratello e affrontò tutti. Anche Jaren si alzò in modo che la gente non gli saltasse addosso. “Avresti dovuto avvisarci. In quale altro modo avremmo dovuto saperlo?Un donna muore fatta a pezzi e tu taci?Bastardi! Accidenti a tutti voi!”

La giovane donna iniziò a picchiare alcuni uomini, mentre altri la trattenevano cercando di calmarla. Jaren abbandonò il tumulto e si affrettò in direzione dell'accampamento. Erik riusciva a malapena a stargli dietro.

“Jaren!”

“Hai ragione.”rispose senza fermarsi “Non avremmo dovuto tacere su quello che è successo, avremmo dovuto avvertire tutti all'istante.”

“Volevamo solo un po di calma, una tregua”cercò di giustificare Erik.

Questa volta Jaren si fermò.

“In tal caso spero ti sia piaciuto, perché è finita.”

Si voltò di nuovo e si fermò di colpo quando vide arrivare Donko, solo.

“Cosa diavolo è successo?”insistette Erik.

“Ho visto quell'animale”rispose Jaren. con uno sguardo vacuo. Si avvicinò al suo destriero e prese le redini, montando il cavallo.

“Lo hai...?Jaren cosa intendi fare?”

“C'è una giovane donna gravemente ferita nella foresta. Ha cercato di scappare, ma non andrà lontano, con quelle bestie in libertà. Ce n'è più di uno. Li ho visti, Erik, sono enormi, come afferma Sarah: non so se siano lupi o cosa, ma non ho mai visto niente del genere.”

“Non puoi andare da solo.”

“Jaren” Assynt arrivò lì correndo. “Cosa vuoi fare?”

“Sono qui, Assynt” rispose “Ne ho visti tre. Si deve dar loro la caccia e si deve fare prima che muoia qualcun altro. Riunisci tutti.”

Si voltò, e senza aspettare nemmeno la risposta del generale, cavalcò nella boscaglia. Mentre si allontanava udì la voce di Assynt che ordinava al resto dei soldati di prepararsi.

*****

L'oscurità della foresta inghiottiva tutto, mentre la luna iniziava a nascondersi dietro le grosse nuvole che minacciavano tempesta. Il vento agitava le fiamme delle torce portate dai soldati e dagli abitanti del villaggio. Molti di questi ultimi avanzarono a piedi, mentre i primi, per la maggior parte andarono a cavallo. Le inquietanti ombre che si proiettavano in controluce del fuoco non aiutavano ad alleviare la tensione, Jaren si occupò di Erik, credendo che fosse al sicuro nel villaggio. Conoscendolo, doveva aver immaginato che non avrebbe accettato di stare fermo e permettere agli uomini di Vianta di mettere in pericolo la propria vita per salvare lui e tutti i suoi concittadini. Si erano divisi in gruppi e stavano avanzando con tutta la furtività di cui erano capaci. Jaren scese da cavallo e avanzò lentamente fino a raggiungere il suo amico, che sussultò, sconvolto:

“Per l'amor di Dio, vuoi uccidermi?”disse, quasi senza voce.

“Al contrario, avrei preferito che restassi a casa, ma siccome non conosci ragioni, almeno monta Donko.”

“E tu?”

“Preferisco camminare.”

“Sei sicuro?”

“Certo, Erik. Sali.”