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Rinascere
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Rinascere

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«Possiamo fare una passeggiata e poi continui a dipingere?»

«Non posso, devo finire questo quadro quanto prima, è per i marchesi che sono venuti ad Harkaj.»

«Ah! I parenti di Plamen.»

«I cosa? Di Plamen? » Aman era confusa.

«Li ho visti tutti insieme alla locanda, sai che lavoro lì al mattino e alla sera.»

«Plamen è tornato?»

«Sì, è quello che venivo a dirti, ha anticipato il suo viaggio di un giorno per stare con la sua fidanzata.»

«Ed è un parente dei marchesi?»

«Apparentemente sì, famiglia lontana della madre di Plamen. A proposito, oggi Plamen è molto bello.»

In quel momento, la madre di Mihaela la chiamò da casa sua. Aman e Mihaela, oltre ad essere amiche, erano vicine di casa.

«A dopo, Aman.»

A Mihaela Plamen era sempre piaciuto, le sembrava l'uomo più bello che avesse mai visto, e sebbene lei avesse un grande successo con gli uomini, più di Aman, Plamen non l'aveva mai notata. Che Plamen cominciasse a corteggiare Aman era una crepa nella loro amicizia.

Più tardi, quando Aman decise di fare una passeggiata con Daria, trovò Plamen; era molto elegante e sorrideva.

«Ciao» disse timidamente Plamen.

«Ciao Plamen, devo dirti una cosa.»

«Aspetta, devo anch'io raccontarti molte cose.»

«No Plamen, prima che tu dica qualcosa, devo dirti una cosa importante.»

«Non può aspettare?»

«No, Plamen.» Aman cominciò a piangere, sapendo che avrebbe spezzato il cuore di Plamen.

«Che succede mio fiore di mezzanotte?»

«Non mi piace che tu mi chiami così, non mi è mai piaciuto. Penso che tu sia un po’ possessivo. Assomigli sempre di più a tuo padre, e tuo padre è un controllore, voglio vivere con qualcuno con cui mi sento libera.»

«Stronzate! Ciò che conta è ciò che sentiamo e io ti amo. Ti amo, Aman.»

Plamen cercò di abbracciare Aman, ma lei si staccò, il che lo infastidì.

«Beh, io no.»

«Stai per sposarmi, che tu lo voglia o no.»

«Mai» disse Aman singhiozzando.

«Ma non vedi tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te, perché ti amo.»

«Ma io non ti amo Plamen, mi dispiace, troverai un' altra, ed io troverò un altro.»

«Anche no, non troverai mai qualcuno come me.»

Aman stava scoprendo un nuovo lato di Plamen che non conosceva, era autoritario ed egocentrico.

«Lasciala in pace.»

Qualcuno prese la mano di Aman, era Isaac. Ora era più calma. Per un momento si guardarono l'un l'altro senza dire nulla, finché Plamen non si voltò e iniziò a camminare.

«Aman, stai bene?» Era molto spaventato.

«Come sapevi che ero qui e che stava succedendo qualcosa?»

«É tutto molto strano. Ero in panetteria a prendere delle torte dal forno quando all'improvviso mi voltai e vidi che c'era un biglietto sul tavolo.»

«Un messaggio?»

«Sì, un biglietto che diceva che avevi bisogno di aiuto e che eri sulla strada a nord-ovest della città.»

«Ma chi l'ha scritto?» chiese Aman, volendo incontrare il suo salvatore.

«Non lo so Aman, ma Plamen sembrava molto arrabbiato, chissà se ti avrebbe fatto qualcosa.»

«Sì, lo era, sembrava un'altra persona totalmente diversa dal dolce e affettuoso Plamen che conoscevo.»

«Sarà che la Bulgaria l'ha cambiato.»

«Sì, deve essere questo.»

Aman prese Daria tra le sue braccia, che dormiva un po’ e tornarono a casa. Quando arrivarono ormai era quasi buio, era stata una giornata impegnativa, ma alla fine aveva tagliato il giogo che la teneva prigioniera, era libera, libera da Plamen, di nuovo libera.

7. Il migliore regalo di compleanno

Kiara si stava affrettando con i preparativi, la torta e il gelato che stava preparando erano quasi pronti. La decorazione di Adriana era meravigliosa, aveva riempito l'intera parte inferiore della casa con i fiori preferiti di Aman, i gerani, soprattutto se erano di colore rosa. Anche il pontile era stato anche decorato con geranei e qualche pianta rampicante, una decorazione che avrebbero mantenuto dopo la celebrazione. Inoltre, Adriana aveva segretamente intessuto un bel vestito blu scuro per Aman. Isaac aiutava Kiara con la torta e Saul stava pescando in modo da poter preparare un pasto di pesce per Aman, che lo amava.

Tutto questo per festeggiare il compleanno di Aman. Compiva diciotto anni. Era metà luglio, faceva molto caldo, tutte le finestre erano aperte. Tutto era pronto per quel sabato, Aman avrebbe avuto il compleanno sognato.

La prima a scendere le scale fu Daria agitando la coda, che salutò uno a uno tutti i membri della famiglia. Poi scese Aman. Quel giorno era raggiante, aveva un grande sorriso sul viso, i suoi capelli erano completamente sciolti, e le arrivavano quasi alla sua vita.

«Che bella!» disse Isaac.

«Che bellezza di nipotina ho!»

«Che cos'è tutto questo ?!» Aman non credeva ai propri occhi.

«Auguri cara» Adriana la baciò.

Uno ad uno i membri della famiglia si congratularono con lei. Era tanto felice!

«Questa torta è per te» disse Kiara con orgoglio, mostrando la sua opera d'arte.

«Grazie mamma.»

«Ti piace la decorazione?» disse Adriana.

«Mi piace molto, sono bellissimi geranei.»

«Questo è il tuo regalo.» Adriana consegnò ad Aman il vestito che aveva cucito per lei.

Saul le regalò un libro, Kiara le diede un cappello originale e Isaac degli orecchini da abbinare al ciondolo che le aveva regalato qualche anno prima.

«Grazie mille a tutti, tutto questo è bello.»

«Te lo meriti, cara. Ho pescato solo per te tutta la mattina.»

«Per me? Ma papà, non era necessario.»

Prima di mezzogiorno, le tre donne della casa andarono a fare una passeggiata per la città, fermandosi di tanto in tanto in modo che Aman ricevesse gli auguri per il suo compleanno. Lì incontrarono la madre di Plamen, che non fu molto educata.

«Che peccato ci siano persone come te.»

«Mi dispiace signora, ma non so di cosa sta parlando.»

«Di quello che hai fatto a mio figlio. Lui ti amava così tanto, eppure per te era solo un giocattolo.»

«Con tutto il rispetto signora, per me non è mai stato un giocattolo.»

«Allora cos'e' accaduto?»

«Ho capito che mi ero sbagliata.»

«Quando era passato più di un anno?»

«Mi dispiace mettermi in mezzo di Aman, ma non dovresti parlare con chi rifiuta di ascoltare, e capire che suo figlio non è perfetto come pensava.» Kiara intervenne per difendere sua figlia.

Aman fu sorpresa dalla reazione della madre di Plamen, che era sempre stata gentile con lei. Da quando avevano chiuso la relazione non si erano più incrociate, nonostante vivessero in un posto piccolo.

«So da chi hai ereditato questa personalità che hai.»

«Come si permette? Insulta mia figlia e me senza motivo.»

«Senza nessuna ragione? Tua figlia ha rovinato mio figlio. Da allora è triste.»

Aman non poteva continuare ad ascoltare gli insulti che quella donna rivolgeva a sua madre e a lei stessa e se ne andò a casa quasi piangendo.

Era il giorno del suo compleanno e la sua famiglia non voleva che quella donna le rovinasse la giornata. Per mangiare presero il pesce, e nel pomeriggio restarono tutti insieme facendo un giro sulla chiatta e ricordando vecchie storie fino a notte fonda.

Poco prima di andare a dormire, una strana sensazione attraversò il corpo di Aman. Aveva freddo nonostante fosse luglio. Uscì dalla sua stanza e andò giù, fino a quando non uscì dalla porta principale. Un ragazzo giovane, un paio d'anni più vecchio di lei, stava camminando verso il nord del villaggio.

«Salve, buonasera, signorina,» lo straniero salutò Aman senza fermarsi.


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