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Dakota Willink

Un amore. Un destino. Ma basta una sola persona per far cadere tutto il castello di carte… Dall'autrice di bestseller Dakota Willink, arriva il secondo libro della serie Cadence- una seconda possibilità di una storia romantica che vi lascerà senza fiato. Un amore. Un destino. Ma basta una persona per far cadere tutto il castello di carte…   Cadence  Diciassette anni fa, Fitz Quinn mi ha rubato il cuore.   Ha preso la mia innocenza e poi mi ha lasciata a pezzi.   Quando uno scherzo del destino ci ha portati di nuovo insieme, ho imparato velocemente che neppure il tempo ha potuto affievolire la nostra chimica.   Fitz era più sexy che mai—un uomo di successo e provocante.   È diventato l'uomo che ho sempre saputo sarebbe diventato e il calore tra noi è diventato presto insopportabile.   Nonostante la promessa che avevo fatto a me stessa, i muri che avevo costruito attorno al mio cuore hanno cominciato a cedere.  Prima che potessi fermarlo mi sono di nuovo innamorata persa di lui. Ora, però, le cose sono molto più complicate.   Ci sono delle  vite in gioco.  Devo valutare le mie opzioni e decidere se vale la pena sacrificare i miei valori per l'unico uomo che abbia mai amato.    Fitz  Mi chiamano il faccendiere di  Washington.   Sistemare l'errore che ho fatto con Cadence tutti quegli anni fa dovrebbe essere semplice.  Solo che non lo è.  Le cose non sono esattamente come erano una volta.   Cadence è lo forza motrice di una organizzazione non profit e lei gestisce ogni caso con la determinazione di uno squalo. Io sono il capo di una agenzia di Pubbliche Relazioni—un'agenzia che rappresenta clienti che sono proprio l'opposto di tutto quello per cui si batte Cadence. Cosa dicono sugli opposti che si attraggono?  Cadence, però, sta nascondendo qualcosa— lo so.   Ora sono a un bivio. Devo decidere se valga la pena andare contro mio padre per inseguire una seconda possibilità con lei.   Una mossa falsa e la mia reputazione potrebbe essere distrutta.

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Indice

PARTE 2 (#udf7c0c71-20a6-5e3f-9a14-5b5c47853028)

Capitolo 1 (#ub1f9d136-0cd6-552e-8f9a-fa99e22e9d6d)

Capitolo 2 (#ua167214e-21a9-5d83-9f10-635f52fe9043)

Capitolo 3 (#u3818a89f-2179-5edf-8f11-e70e84e48e31)

Capitolo 4 (#u7c0591dc-eebd-51e9-9fe1-05dd744a79af)

Capitolo 5 (#u2ab9fd9e-7d4c-5da2-97b1-8f51d302566f)

Capitolo 6 (#u6d24c719-9bb2-5baa-8afb-c829e3e32903)

Capitolo 7 (#u23185555-768b-5c02-8c0c-ca24fbf356a9)

Capitolo 8 (#u30de5365-9827-58d5-9723-e120a2dfdec3)

Capitolo 9 (#u2903cd5d-b2ed-5eab-a5f6-5db690a4aaa0)

Capitolo 10 (#ud6223ed8-48dd-5f28-a263-6d564d158c9d)

Capitolo 11 (#u4c67f195-e4b9-566d-9fac-1019c96abc83)

Capitolo 12 (#uebe6975f-9349-5877-b31f-6386850c424e)

Capitolo 13 (#u4dd02452-6b63-5c42-a7f2-f4b402353bc4)

Capitolo 14 (#ue7025fe0-8ee2-57e2-adae-129f5d81a30b)

Capitolo 15 (#ueae231af-34cb-57bf-a754-020b069034ba)

Capitolo 16 (#u43d6a7f9-dd35-5300-8269-42d88f0b1c67)

Capitolo 17 (#uee8654bb-62d6-51c5-bb89-c16b79c4ada6)

Capitolo 18 (#u3d6ea4c4-d6a5-5065-8c32-a99f3b503d0f)

Capitolo 19 (#u1a0dae3e-ca18-5069-a10f-173cdc2c6928)

Capitolo 20 (#u91d32479-dcb5-5a7f-b8bf-305d0a5effc4)

Capitolo 21 (#uc306c836-deca-50d3-a8f0-bddc11f4cb5a)

Capitolo 22 (#u5afd79b4-dba9-5d8f-834e-96c5ec813eea)

Capitolo 23 (#ua5dffb00-8a24-5e40-ab7b-899dbc6c8faf)

Capitolo 24 (#u0217b06c-a3aa-519f-ab19-0e6c231597af)

Capitolo 25 (#u1d0d6a6c-4bae-5e82-910c-559a06141e06)

Capitolo 26 (#u9638b851-5a72-54eb-9889-1b957d734c0c)

Capitolo 27 (#u31f500c5-3262-5f61-824f-c7f819efd78d)

Capitolo 28 (#udc7a13c9-1825-5e84-8b68-2f84c062d4e4)

Capitolo 29 (#u3bad3281-0cbc-506c-92ca-b449bfd8bf21)

Capitolo 30 (#u8ebd6ae8-f052-5119-b7c1-b1344b567509)

Capitolo 31 (#u4492b8aa-1af3-5dc6-a377-a8e00bee7ae2)

Capitolo 32 (#u14900119-6f68-54ae-b85d-7ebb07f1672d)

Capitolo 33 (#ue0373f05-54cd-5bd0-b105-31bfe6d3c2e2)

L’autore (#u5efb2ffd-ccf6-5c95-a22d-3d5e3f2951a4)

PARTE 2

“La vita è fatta di scelte. Alcune le rimpiangeremo, di alcune ne saremo orgogliosi. Alcune ci perseguiteranno per sempre.”

- Graham Brown

1

Washington, D.C.

OGGI

Cadence

Sedevo nel mio ufficio e scuotevo la testa. Avevo appena finito di leggere un’altra notizia che mi aveva dato il voltastomaco. Cambiamento climatico, sanità, sparatorie a scuola, immigrazione, scandali nel governo—non c’era modo di sfuggirne. Qualche volta desideravo spegnere tutto quel rumore, la politica e le ingiustizie nel mondo. Poi, però, c’erano giorni in cui vedevo il bene sconfiggere il male, ricordandomi il motivo per cui facevo quello che facevo. Ogni volta che vedevo i buoni segnare un punto tutto tornava a valere la pena.

Alzai lo sguardo verso la gigantesca bacheca appesa sulla parete davanti al mio computer, piena di immagini di famiglie e di bambini sorridenti e di bigliettini di ringraziamento. C’erano lettere di apprezzamento dirette a me e ai miei colleghi dei Sognatori di Dahlia, che esprimevano gratitudine per il nostro lavoro nel tenere insieme la loro famiglia.

Sì, ne valeva la pena. LORO ne valevano la pena.

Sorrisi a me stessa proprio quando sentii bussare alla porta del mio ufficio. Allontanando il mio sguardo dalle foto dissi ad alta voce, “Avanti.”

Joy Martin, la mia migliore amica sin dai tempi del Campeggio Riley e attuale responsabile della pianificazione, fece capolino con la testa. Stava sorridendo, i suoi denti bianchi in netto contrasto con la sua liscia pelle color cacao. Restituii il sorriso, apprezzavo sempre il suo sorriso contagioso che non falliva mai nell’illuminare anche le stanze più buie. Il suo nome, Joy, cioè Gioia le si adattava—la emetteva ovunque andasse. Quella qualità la rendeva una vera risorsa per I Sognatori di Dahlia. Le persone che entravano dalle nostre porte avevano bisogno di tutti i sorrisi che potevano avere.

“Mi dispiace, Cadence. Sono stata bloccata in un miliardo di conference call oggi. Volevo passare prima. Come sta andando la giornata?” chiese Joy buttandosi su una sedia davanti a me.

“Non male. Ho fatto qualche piccolo progresso sul caso Álvarez dopo che la famiglia se ne è andata, ma non quanti avrei voluto. Poi sono stata distratta dalla notifica di una notizia che è apparsa sul mio telefono.”

“Ragazza, quante volte te l’ho detto? Ignoralo prima che ti faccia diventare pazza.”

“Ci è già riuscito,” dissi ridendo. “Comunque, devo ancora ripassare i miei appunti per l’incontro con Simon Reed. Dovrebbe essere qui alle tre. Si arrabbierà se non sarò preparata.”

“In realtà sono venuta per parlarti giusto di questo. Ha appena chiamato per dire che è bloccato in tribunale e che per oggi non ce la fa. Ha chiesto se può venire domani mattina alle nove.”

“Chiaro che vuole vedermi di sabato,” brontolai e alzai gli occhi al cielo. “Voglio dire, capisco che sta facendo questo lavoro gratis, ma qualche volta è una vera rottura di palle. Se non fosse un così bravo avvocato lo depennerei dalla nostra lista.”

“Dai, dai, abbi pazienza,” disse Joy con voce cantilenante. “Sai che è una rottura solo perché ti sei rifiutata di uscire con lui.”

“Chissene,” dissi facendo un gesto con la mano e usando di proposito uno dei termini preferiti da mia figlia perché sapevo quanto la irritasse. Odiava il modo in cui le generazioni più giovano accorciavano le parole. “Sai cosa ne penso dei maglioni a rombi che non si toglie mai. Sono orribili. E poi non sono in alcun modo interessata a lui.”

“Sì, sì, questo l’ho già sentito,” borbottò.

“Non cominciare con la solita storia che ‘devo uscire con qualcuno’. Sembri proprio come Kallie. E, a proposito, la cancellazione di Reed significa che posso tornare a casa prima e aiutarla a prepararsi per questa sera. Non ero sicura che ci sarei riuscita prima di questa notizia.”

Joy aggrottò le sopracciglia per dimostrare tutta la sua confusione.

“Cosa c’è questa sera?”

“Il ballo di fine anno, ricordi? Riesci a crederci? Dio, mi sento così vecchia. Sembra solo ieri che sono andata al mio, e ora sto per mandare la mia bambina al suo ballo. Vuoi venire da noi e unirti per tutta la preparazione? Sono sicura che a Kallie piacerebbe molto avere la zia Joy lì con lei,” aggiunsi.

“Mi piacerebbe molto! Mi dispiace perderlo, ma il prossimo mese sarà l’anniversario del terzo anno di matrimonio. Marissa sarà fuori città per lavoro e così abbiamo deciso di celebrare prima e abbiamo programmato una piccola gita per questo fine settimana. Andremo in auto fino a Philadelphia questa sera.”

“Wow! Sono già passata tre anni?”

“Il 26 giugno, bimba. Un giorno da segnare nei libri di storia!”

“Certo che sì,” risi. “Come potrei dimenticare il modo in cui ve la siete squagliata non appena è arrivata la sentenza della Corte Suprema? Tu e Marissa non potevate aspettare di stringere il nodo. Eravate proprio come dei teenager la sera del ballo scolastico!”

Non appena le parole uscirono dalla mia bocca la visione di mia figlia sedicenne che faceva delle cose che non volevo neppure pensare colpì la mia mente. Impallidii. Joy, dal canto suo, si schiaffeggiò il ginocchio con il palmo della mano e scoppiò a ridere.

“E qui c’è la speranza che la notte del ballo di Kallie non sia come la mia notte di nozze!”

“Non è divertente. Non è divertente per nulla,” dissi arrabbiata, ma avevo proprio pensato a quello.

“Oh, e un’altra cosa,” aggiunse Joy una volta calmatasi dal suo attacco di risa. “Il tuo editore ha chiamato mentre eri con la famiglia Álvarez.”

Mi accigliai subito.

“Per favore dimmi che sono buone notizie. Il ritardo ci sta uccidendo. Dobbiamo far sì che il libro sia pubblicato presto se vogliamo tenere accesi I riflettori sull’argomento.”

“Tutto va secondo i piani ed è tutto pronto per essere rilasciato entro le prossime due settimane. Ti ha mandato i file finali per la tua revisione. Dovrebbero già essere nella tua cartella di Dropbox.”

“Meraviglioso! É un enorme sollievo! Diamoci subito un’occhiata, vuoi?”

Joy venne dalla mia parte della scrivania mentre aprivo il link a Dropbox. Come previsto, trovai un file etichettato come E io sorrido—FINALE. Ci cliccai sopra con l’eccitazione che percorreva le mie vene. Quando la prima immagine apparve sullo schermo, non riuscii a trattenere la scarica di adrenalina che sentivo sempre quando i miei disegni prendevano vita in formato digitale. I colori sembravano più netti e molto più vivaci.

Ma, oltre all’eccitazione, c’era anche una sensazione di nervosismo. Anche se avevo pubblicato in passato molti bestseller, non c’era alcuna garanzia che l’avrei fatto di nuovo con questo specifico libro per bambini. I sognatori di Dahlia, l’organizzazione non profit che avevo fondato dieci anni prima si basava sul successo dei miei racconti e delle mie illustrazioni. Le implicazioni finanziarie legate a un possibile fallimento pesavano sempre molto sulle mie spalle. Visto che tutti ricevevano lo stesso salario, dovevo anche affidarmi a una parte dei proventi per sostituire il mio reddito personale. Nessuno diventava ricco lavorando per una organizzazione non profit.

“Wow, questi sono incredibili!” disse Joy entusiasta. “E se non te l’ho già detto, di questo mi piace molto la storia. Per me colpisce nel segno. Credo che tu abbia fatto un ottimo lavoro.”

“Mhmm…forse,” fu la mia sola risposta. Fissai pensierosamente il testo che era stato inserito per seguire le illustrazioni.

“Cosa c’è che non va?”

“Non lo so. Voglio dire, ne sono felice, ma mi domando se mi sono spinta troppo oltre o detto troppo in una volta.”

“No, non credo proprio tu l’abbia fatto.” Joy scosse la testa con veemenza. “E io sorrido tocca ogni aspetto, mostrando come il pregiudizio sia un comportamento appreso, anche se non lo hai fatto in maniera diretta se capisci cosa voglio dire. Non farti venire troppi dubbi. Secondo me ci dovrebbero essere più libri per bambini come questo.”

“Credo di essere solo nervosa, tutto qui. Considerando che i nostri fondi federali hanno appena ricevuto un taglio drastico, non possiamo permetterci poche vendite con questo libro.” Non aggiunsi che neppure io potevo permettermelo. La retta della scuola di Kallie era prevista per la fine del mese.

Joy tornò dall’altro lato della scrivania e riprese il suo posto. Poi si sporse in avanti con un’espressione d’intesa.

“Cadence, abbi un po’ più di fiducia in te stessa. Tutto andrà bene. Inoltre, non dimenticare il galà che sta per arrivare. I biglietti sono andati esauriti molto velocemente, sono sicura che sarà un successo. Hai fatto una cosa incredibile qui. Pensa solo a tutte le famiglie che I sognatori di Dahlia ha rimesso insieme o a tutti i giovani studenti a cui è stata data l’opportunità di fare qualcosa di grande. Quelle persone non avrebbero mai avuto una possibilità se non ci fossi stata tu. Sei amata da così tante persone, e il nuovo libro andrà bene anche per questo motivo.”

Contrassi le mie labbra ma non risposi. Forse mi stavo preoccupando troppo. Però, nuovamente, c’erano in palio delle vite. Le persone stavano contando su di me e il mio gruppo.

Diedi un’occhiata all’angolo superiore dello schermo del mio computer. Indicava le tre del pomeriggio.

“Visto che Simon non verrà, finirò le poche cose che mi sono rimaste da fare, poi andrò da Kallie. Ti dispiace tenere la postazione per il resto della giornata?”

“Cosa stai aspettando?” Joy fece un gesto con la mano come per sparare. “Va’ ora! Il ballo è una serata speciale per lei!”

Risi, pensando all’urlo di gioia di Kallie dopo che aveva finalmente trovato il vestito ‘perfetto’.

“Già, lo è. É anche così eccitata,” aggiunsi e cominciai a raccogliere i documenti con le informazioni sul caso Álvarez. “Andrò via fra pochissimo. Voglio solo sistemare tutto questo disastro sopra la mia scrivania prima di andare.”

“Beh, non metterci troppo.” Joy si alzò per andarsene. “Divertiti a farla bella stasera—non che Kallie ne abbia realmente bisogno. Quella ragazza ha il volto di un angelo!” Sorrise, ma il suo volto si incurvò un attimo, il rammarico era evidente nei suoi occhi. “Mi manderai delle foto, vero?”

Joy non aveva mai saltato neppure una festa di compleanno di Kallie. Sapevo che si stava sentendo un po’ male per perdersi quella serata. Le sorrisi per rassicurarla, dicendole in silenzio che capivo la sua situazione imbarazzante.

“Joy, è il tuo anniversario. Goditelo! Sai che ti manderò dei messaggi. Diavolo, puoi contare su di me per il fatto che ti farò esplodere il telefono con una cronaca minuto per minuto. Sarà come se tu fossi lì. Ora esci di qui così posso sistemare le mie cose,” le disse facendole l’occhiolino.

Una volta che se fu andata, misi in una cartellina i pacchi di fogli che avevo raccolto per Simon Reed e la depositai in una cassettiera piuttosto vecchia dove tenevamo i casi aperti. C’erano tre altri casi ancora da risolvere. Due di loro erano ancora in corso, e la prospettiva non era buona. Il terzo, invece, era stato chiuso il giorno prima ed era stata una conclusione lieta. Pensai al bambino che, dopo aver passato mesi separato, era stato riunito ai suoi genitori. Il suo caso era finito nella cassettiera con una etichetta con una faccina sorridente. Quello era lo scopo finale del nostro lavoro—creare sorrisi.

Quando mi girai verso la scrivania, notai un documento legale che faceva capolino da sotto un quaderno a spirale. Era una lettera di offerta che mi era arrivata una settimana prima. In un istante, tutta la mia eccitazione per Kallie e il suo ballo scomparve e mi sentii precipitare.

Lo tirai fuori e lo fissai, il testo mi provocò quasi un buco nel cuore. E questo succedeva ogni volta che guardavo quell’offerta. Era per l’ultimo pezzo di terra che i miei genitori possedevano ad Abingdon in Virginia. La proprietà—in tutto cento e quaranta acri—era passata a me dopo la loro morte oltre dieci anni prima. Era stata la loro vita e il loro sogno fino alla loro morte.

Sospirai mentre un’ondata di tristezza mi travolgeva.

“Mi manchi così tanto, mamma,” bisbigliai verso una stanza vuota.