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Maschere Il Re Dei Fae
Maschere Il Re Dei Fae
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Maschere Il Re Dei Fae

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CAPITOLO DUE

“Farai attenzione e terrai la testa bassa?” domandò Zephos, il padre di Maurelle, alla figlia nell’abbracciarla stretta. Non l’aveva lasciata sola per un attimo quando era ritornata a casa. Lavorava da casa da quando la madre delle ragazze era stata assassinata.

Indubbiamente l’uomo aveva paura di lasciare da sole le sorelle di Maurelle. Perdere la propria compagna era stata un’esperienza talmente traumatica da lasciare un segno nel Fae. Suo padre era invecchiato di diversi decenni durante l’anno in cui era mancata la madre. In lei era assente la gioia che normalmente trasudava. Maurelle comprendeva il suo bisogno di star vicino a loro, e non lo contrastò quando insistette per riaccompagnarla al campus.

Le sembrava surreale trovarsi all’esterno della Bramble’s Edge Academy dopo aver fatto visita a casa in occasione della pausa di fine anno. Aveva superato un anno e gliene mancavano due. Le si formarono le lacrime agli occhi e la gola le bruciò dall’emozione che stava trattenendo.

Dopo diversi mesi aveva avuto l’opportunità di soffrire la perdita della propria madre con il padre e le sorelle. Nessuno parlò della ragione dietro la morte della donna. Erano tutti troppo spaventati delle ripercussioni. Ecco perché suo padre l’aveva avvisata.

In molte occasioni durante le settimane precedenti aveva desiderato dir loro che il Re era ritornato, e che presto non avrebbero più dovuto vivere nel terrore. Maurelle doveva confidare nel fatto che Ryker avrebbe scoperto i colpevoli ed avrebbe rimosso il controllo umano dal loro reame. Il Fae non era però ancora nella posizione di subentrare.

Aveva troppo da imparare, per questo restavano nascosti. Se avesse manifestato appieno i propri poteri ed avesse fatto capire chi era, sarebbe stato ucciso immediatamente. Si trovava in una posizione rischiosa fino a quando non sarebbe stato in grado di controllare meglio i propri elementi.

L’uccideva il dover tenere per sé tale informazione. La propria famiglia sarebbe stata euforica se avesse appreso tale notizia. La merda che stava nascondendo avrebbe rappresentato una svolta per la propria gente, ed era l’unica cosa che la spingeva a tenere la bocca chiusa. Le faceva male vedere così tanti soffrire.

Maurelle doveva entrare in azione. Dentro di sé ribolliva l’energia, rendendola irritabile. La Gullvieg era morta. Era giunto il momento di individuare il resto dei soggetti corrotti nella struttura di potere. Ad ogni modo la madre di Ryker li aveva avvertiti affinché aspettassero fino a quando il Fae avrebbe raggiunto il massimo del proprio potere. Fino a quel momento chi lo voleva morto rappresentava un pericolo.

Strinse le mani in pugni, quindi allontanò l’ira nella melma della propria mente dove l’affogò.

“Sì, padre. Intendo andare a lezione e tenere la testa bassa” gli promise.

“Quello è il tuo ragazzo?” domandò improvvisamente sua sorella Erlina. “O esci con tutti loro?”

Maurelle si voltò e vide che Ryker si stava dirigendo verso di loro, accompagnato da Brokk e Sol. Un sorriso si allargò sul proprio viso, e salutò i ragazzi con la mano. “Siamo amici. Penso di piacere a Ryker, ma non agli altri” negò. Quando guardò Ryker e poi gli altri, sentì del calore propagarsi nel proprio ventre, eccitandola.

“In realtà sembra che tu piaccia anche a lui” la stuzzicò Nyx. “A tutti loro. Perché non mi hai detto che vai a letto con tutti quei maschi?”

Maurelle voltò improvvisamente il capo e strinse lo sguardo sulla sorella, ma prima che potesse correggerla, il padre delle ragazze si schiarì la voce. “Preferisco pensare che tu sia ancora la mia bambina. È un po’ troppo da sopportare per un vecchio come me”.

“Non vado a letto con tutti loro, papà. Si sbaglia” insistette Maurelle. Non ancora, sussurrò una parte della propria mente. L’idea non la ripugnava affatto. Erano tutti dei bei ragazzi, ma per una parte di sé era una cosa sbagliata. Maurelle si rifiutò di dare ulteriore adito ai propri pensieri, quindi si concentrò su Ryker e sulla connessione che i due condividevano.

“Non sarebbe uno scandalo se fosse vero” continuò Erlina. “Molte ragazze vengono coinvolte negli harem. La maggior parte di loro appartengono alla classe più agiata, addirittura sono delle reali, ma capita anche a ragazze della classe operaia come noi”.

La menzione di Erlina dei Fae reali fece spostare il peso di Maurelle da un piede all’altro, storcendo anche le mani. Cercò di restare calma. Ogni volta in cui si emozionava o si sentiva frustrata perdeva il controllo sui propri elementi.

“Ehi ragazzi” chiamò in direzione di Ryker, Brokk e Sol, in modo da cambiare argomento. Non poteva permettere che suo padre pensasse ancora a queste cose. Sarebbe stato un disastro se il segreto di Ryker fosse stato rivelato. “Papà, loro sono Ryker, Brokk e Sol. Ryker e Brokk sono nella mia lega, mentre Sol è il loro coinquilino. Lui è mio padre, Zephos”.

Il padre di Maurelle tese loro la mano. “È un piacere conoscervi. Abbiamo sentito molto sul vostro conto”.

Ryker strinse l’avambraccio del padre di Maurelle quando ne ricambiò il saluto. “È un piacere conoscerla, Zephos. Mi spiace non averla incontrata prima. Ero impegnato ad aiutare mia madre durante le vacanze”. Nonostante avesse scoperto che Galina non era la sua vera madre, Ryker non aveva lasciato che tale informazione facesse diminuire l’affetto che provava verso la donna.

Il suo amore per Galina faceva sciogliere il cuore di Maurelle. La donna aveva sacrificato tutto per prendersi cura di lui e tenerlo nascosto, e Ryker avrebbe fatto in modo che venisse ricompensata per tale gesto. Maurelle sapeva che il Fae era intenzionato a fornirle soprattutto sicurezza e conforto, ma al momento il ragazzo stava facendo tutto ciò che gli era reso possibile dai propri poteri limitati per prendersi cura di Galina.

Brokk e Sol salutarono il padre di Maurelle, e prima che se ne rese conto la ragazza si stava staccando nuovamente dalla propria famiglia. Diede un ultimo abbraccio al padre ed alle sorelle, ed a queste ultime disse “prendetevi cura di papà”. Poi si voltò verso i cancelli ed entrò in Accademia.

Come aveva fatto a diventare questa la sua vita? Il destino era uno stronzo capriccioso. Prima le aveva tolto la madre, e poi le aveva assegnato la salvezza della propria gente nello stesso momento in cui lei ed il Re dei Fae si erano ritrovati nel mirino di una Preside maligna all’Accademia.

Perché non potevano fare un’imboscata al castello cosicché Ryker avrebbe potuto acquisire il posto che gli spettava sul trono? Aveva ucciso la Gullvieg sferrando un colpo agli stronzi che controllavano i Fae. Era oltremodo frustrante dover aspettare. Solo gli Dei sapevano quanto avrebbero vissuto coloro i quali la ragazza amava. La morte era fin troppo comune ai Fae.

Ryker allungò la mano ed intrecciò le dita con quelle di Maurelle. Aveva bisogno del contatto per non reagire bruscamente. Solamente perché sua madre aveva dato tutta se stessa affinché a Ryker venisse assicurata la sopravvivenza e crescesse per diventare un Re potente quando sarebbe stato il momento giusto.

Faceva ancora fatica ad elaborare ciò che aveva scoperto. Era l’unico erede al trono Fae ancora in vita. In tutta Mag Mell Ryker era l’unico essere che avrebbe potuto unire la propria razza e spodestare gli umani.

Non erano solamente gli umani ad essere il problema. Essi non erano in grado di controllare e forzare esseri i cui poteri erano collegati agli elementi affinché essi si piegassero ai loro ordini. Sarebbe servito un praticante di magia per scagliare gli incantesimi ed opprimerli.

Tutto ciò che serviva era un punto in comune con le masse, ovvero la perdita del Re e della Regina. Ryker aveva scoperto che chi era al potere applicava incantesimi e pozioni al cibo che somministravano in Accademia, per far in modo che i Fae risultassero malleabili.

“Sei pronto?” domandò Maurelle. Quando Ryker la guardò, il ragazzo reciprocò il sorriso sul volto di lei, e portò le loro mani intrecciate alle proprie labbra.

Posò un bacio sul dorso della mano di lei e si godette il formicolio che si irradiò sulle proprie labbra. “Non proprio. Hai sentito chi prenderà il posto della Gullvieg?”

Brokk si voltò ed indietreggiò per unirsi alla conversazione. “I miei genitori mi hanno detto che il nuovo Preside si chiama Gaius”.

“Sai qualcosa su questo maschio?”

Brokk guardò verso Ryker e scosse il capo. “L’unica cosa che mi è stata detto è che è un grande sostenitore dello sceriffo”.

Ryker prese in considerazione tale informazione. Lo sceriffo era il responsabile delle guardie di sicurezza, e rappresentava la connessione primaria fra i Fae e gli umani. Se c’era qualcuno di corrotto era quel tizio. Era l’ultima cosa che serviva adesso che Ryker stava cercando di restare nascosto.

“Perfetto” ringhiò Ryker. “Pensi che gestisca l’Unità Bravo?” domandò quando gli tornò in mente la lega segreta di assassini per cui la Gullvieg aveva reclutato Ryker e Brokk.

“Spero proprio di no, cazzo” rispose Brokk quando gli diede le spalle.

Ryker condivideva la risposta dell’amico. Si grattò la nuca con la mano libera ed allungò le ali. Erano mesi che non si rilassava, considerato il grado di pericolo che lo circondava costantemente.

Quando si guardò indietro un po’ di tensione s’allontanò dal corpo di Ryker. Gli brillavano discretamente le ali come facevano quelle di tutti i Fae quando raggiungevano i propri poteri, ma i propri segni speciali erano nascosti. Se fossero stati visibili tutti avrebbero capito che era il Re. Ryker sapeva che sua mamma e sua zia avevano ragione quando dicevano che non poteva fare in modo che nessuno lo scoprisse.

Il controllo che esercitava sugli elementi era esitante. Tutti i Fae della sua età acquisivano i loro poteri fra i diciotto ed i ventitré anni. In quel momento venivano mandati alla Bramble’s Edge Academy per apprendere a gestire le loro abilità.

I Fae sprovvisti dell’abilità di controllare gli elementi rappresentavano un rischio per la società. Se diversi giovani adulti avessero dato fuoco agli edifici, avessero causato incendi, inondazioni e terremoti, avrebbe regnato il caos. L’università era studiata per insegnar loro a controllarsi. Lo scopo dell’istituzione era stato deviato solo da una ventina d’anni.

L’Accademia rappresenta oggi un mezzo per plasmare i Fae e renderli al servizio degli umani. L’anno precedente Ryker si reso conto che il cibo veniva alterato con sostanze che rendeva gli studenti più malleabili e di più agevole manipolazione. Tale incantesimo aveva attutito le loro emozioni e li aveva resi suscettibili ad influenze esterne.

Ryker si ritrovò a riflettere sul proprio bisogno di frequentare l’Accademia, ed allo stesso tempo si ricordò di fare attenzione a quando si sarebbe arrabbiato. Ultimamente aveva influenzato gli altri quando le proprie emozioni erano state difficili da controllare. Proprio il giorno precedente si era incazzato quando qualcuno aveva cercato di derubare la madre della propria borsetta. Aveva scoperto quella pepita quando stava parlando con Babel circa il sistemare il marciume attorno ad una finestra della panetteria.

Stava guardando Galina quando aveva notato che un Centauro le aveva sottratto la borsetta ed era scappato. Ryker aveva urlato al tizio di fermarsi, era molto arrabbiato. Stava già rincorrendo il colpevole quando fu sorpreso dal vedere il Centauro fermarsi in modo talmente improvviso da far sì che le sue zampe quasi gli finirono sulla testa.

Shineah gli aveva detto che si trattava dell’identità di Re che cresceva e s’espandeva. Gli aveva quindi dato un talismano più potente per mascherarne l’aura. Non si era reso conto di che cosa stesse accadendo prima di quel momento. Aveva dato per scontato che fosse lo sfogo della propria frustrazione causata dal dover nascondere chi era. Una volta ricevuto l’amuleto non era stato il proprio petto a ribollire, bensì la parte più in basso.

La distesa di prato a loro famigliare si estese davanti ai ragazzi nel momento in cui terminò il sentiero. Ryker s’irrigidì ed a Maurelle vennero i brividi nell’istante in cui attraversarono la barriera dell’Accademia.

“Che cazzo è stato?” sbottò Brokk.

Ryker scosse il capo e si guardò intorno quando notò che gli studenti dietro di loro avevano avuto una reazione simile. “Non ne ho idea, ma non è stato bello”.

Maurelle gli lasciò andare la mano e si sfregò le braccia. “Pensavo che questo posto sarebbe stato migliore da quando hai ucciso la Gullvieg” sussurrò la ragazza.

“Non saremo al sicuro fino a quando sarò in grado di riprendermi in trono ed eliminare i responsabili della morte dei miei genitori” rispose Ryker a bassa voce, in modo che lo potessero udire solamente Maurelle e Brokk.

Il gruppo si fece silenzioso quando gli studenti li oltrepassarono e si diressero verso l’edificio principale per l’assemblea di benvenuto. A Ryker s’attorcigliò lo stomaco quando aprì la porta per Maurelle. Riverberavano le conversazioni che venivano intrattenute all’ingresso, il che faceva sembrare che il numero dei presenti fosse dieci volte tanto.

Quando entrarono in mensa Ryker notò il nuovo Preside. L’uomo era in piedi a braccia incrociate sul petto muscoloso. Ryker aveva supposto che Gaius sarebbe stato avanti con l’età come l’era la Gullvieg. I Fae vivevano per centinaia di anni e non dimostravano la loro vera età se non quando raggiungevano l’ultimo paio di secoli.

Il nuovo Preside non aveva nemmeno un capello bianco, era biondo e dagli occhi azzurro chiaro. Era chiaro che l’intero corpo studentesco si aspettava un Preside anziano. Tutti osservavano il modo in cui gli si contraevano i bicipiti quando si muoveva.

“Sedetevi” tuonò Gaius nell’osservare gli occupanti della stanza.

Tutti s’affrettarono ad obbedire all’ordine. Ryker ed il suo gruppo si accomodarono insieme a Daine al loro solito tavolo. Gli schermi a cui ordinavano il cibo s’illuminarono e mostrarono Gaius che li salutò prima di cominciare a parlare.

“Bentornati, studenti e staff” esordì Gaius. Sul viso del maschio troneggiava costantemente un’espressione torva, o forse era incazzato. Non c’era leggerezza sulla sua faccia. “Come forse vi hanno detto i vostri genitori durante le vacanze, il Consiglio è entrato in azione per assicurare la vostra sicurezza all’Accademia”.

“Si certo” mormorò Brokk sotto voce. Ryker gli diede un buffetto sul braccio e scosse il capo.

Ryker ignorò l’occhiataccia che gli rivolse l’amico, e si concentrò sul Preside. “Implementeremo la sicurezza che controlla la scuola. Non permetterò che un altro Fae venga assassinato al campus”.

Gaius osservò i presenti ed inarcò un angolo della bocca in una smorfia. Ryker desiderò affondare nella sedia. Sembrava che il Preside sapesse della responsabilità di Ryker nell’omicidio della Gullvieg, ma era assurdo. Se avessero scoperto ciò che aveva fatto non sarebbe sopravvissuto.

“Gli studenti del primo anno arriveranno domani dopo il reclutamento. Mi aspetto che siate al vostro meglio e che li accogliate nella nostra istituzione” con ciò Gaius si accomodò ed iniziò ad ordinarsi il pranzo.

“Deduco abbia finito” scherzò Daine. “È bello rivedervi. Come sono andate le vacanze?”

Ryker ordinò l’agnello con le verdure intanto che Brokk e Sol chiacchierarono con Daine. Maurelle rimase in silenzio, ed il ragazzo capì il perché. La Fae era stata immersa nel proprio dolore per settimane insieme alla propria famiglia.

Quando gli venne portato l’ordine, Ryker vide la famigliare aura verde che circondava il cibo, e gli venne voglia di ringhiare. Aveva sperato che uccidendo la Gullvieg sarebbe stato eliminato tale aspetto dell’Accademia, ma persisteva come la muffa sugli edifici. Poteva solamente pregare che sarebbe stato più semplice da estirpare quando sarebbe giunto il momento.

Mangiarono insieme, ma i ragazzi dovettero applicare molto sforzo per plasmare le proprie espressioni durante il corso del pasto. Quando la fronte di Maurelle restò corrugata per troppo a lungo, Ryker quasi rimpianse il fatto che il collegamento che intratteneva con la ragazza e gli amici impedisse loro di subire l’influenza della pozione.

Con la coda dell’occhio notò che Gaius stava guardando verso il suo gruppo. I propri nervi gli mandavano segnali d’allarme, quindi si agitò sulla sedia. Doveva acquisire informazioni su quel maschio, in modo da comprendere con chi avesse a che fare. La conoscenza era la sua migliore amica al momento, ma si faceva desiderare.

Ritornò alla conversazione, e decise che quella sera sarebbe sgattaiolato via ed avrebbe chiesto a sua zia o alla Peridun. Prima si sarebbe informato sul conto di Gaius, meglio sarebbe stato.

CAPITOLO TRE

“Non riesco a credere che sia la stessa Accademia” osservò Maurelle quando si guardò attorno nella classe della lega dell’aria dove aveva trascorso così tanto tempo durante l’anno precedente.

Erano state rimosse le finestre e le altre ostruzioni. L’anno prima, quando erano arrivati all’Accademia, le finestre delle classi della lega dell’aria erano state oscurate da pannelli di legno che bloccavano non solo la luce del sole ma anche l’aria. Ora invece l’aria circolava liberalmente nell’edificio. L’elemento dava energia a Maurelle, la quale percepiva le proprie abilità aeree potenziarsi in un modo che non aveva mai provato durante l’anno trascorso in Accademia.

Sembrava che il cambiamento avesse avuto effetto su tutti gli studenti, poiché il vento aumentò d’intensità facendo volare i fogli dappertutto. La Professoressa interruppe le folate con una mano, prima che la situazione degenerasse.

Una delle molte cose che nell’anno precedente le avevano dato fastidio era stato il non comprendere come avessero potuto insegnare agli studenti come controllare i loro elementi quando durante le lezioni tali elementi venivano soppressi. La percezione della differenza le faceva sperare che il nuovo Preside, Gaius, fosse diverso.

Indubbiamente stava ancora contaminando il cibo tramite una pozione che rendeva malleabili gli studenti ad influenze esterne, ma forse non ne era al corrente. Maurelle si ritrovò ad emettere una risatina nasale. Se la pensava così allora forse non era immune all’influenza come le aveva detto la Peridun.

Era impensabile che un Preside sarebbe salito in carica all’oscuro di tutti i sotterfugi che avevano luogo all’Accademia. Inoltre il Consiglio non avrebbe mai rimpiazzato la Gullvieg se non con qualcuno di altrettanto leale. Avevano bisogno di poter manipolare gli alunni, oppure avrebbero perso il controllo che esercitavano sui Fae, trovandosi ad affrontare un’incontrollabile rivolta.

Dani entrò in classe con il proprio gruppetto al seguito, distruggendo così l’entusiasmo di Maurelle di poter veramente esplorare i propri elementi. La vile femmina pensava di essere meglio di tutti gli altri.

Certo, Danielle era bellissima, ma Ryker non voleva averci a che fare. Non aveva mai rivolto a Dani niente più di una occhiata passeggera. Lui desiderava solamente Maurelle, il che stupiva ancora l’interessata. Maurelle non si riteneva niente di speciale. Proveniva da una famiglia povera, ed era formosa, a differenza delle ragazze della sua età.

Maurelle pensò che se la stronzetta di Dani avesse scoperto che Ryker era in verità il Re dei Fae sarebbe impazzita. La ragazza non poté fare a meno di ridacchiare fra sé e sé. Un altro motivo per il quale Maurelle non vedeva l’ora che Ryker si svelasse a tutta Mag Mell.

“Oh, guarda” la schernì Dani. “Anche quest’anno hanno ammesso la gentaglia. Non dovrei esserne sorpresa. Non siamo tutti designati per il Consiglio, sono disponibili anche posti da cuochi e donne di servizio”.

Ashlee ridacchiò in risposta, e le altre quattro femmine imitarono il suo gesto. Maurelle alzò gli occhi al cielo e diede loro le spalle per guardare fuori dalla finestra. Lo strillo che emise Dani fu musica per le sue orecchie. Maurelle voleva rivolgere un ghigno alla femmina antipatica quando il vento agitato dalla Fae scompigliò i capelli di Dani e le strappò una manica della blusa che stava indossando.

Maurelle comprendeva la rabbia e la frustrazione. Stava dimostrando a Dani che non la vedeva come una minaccia. Era veramente così. Dopo tutto ciò che aveva passato durante l’anno precedente non c’era niente che Dani potesse farle che Maurelle non sarebbe stata in grado di affrontare.

“Vedo che la tua personalità continua a risplendere, cuore impavido” la stuzzicò Ryker.

Maurelle distolse lo sguardo dalla finestra, ed un sorriso si fece strada sul suo volto. Voleva correre fra le sue braccia e baciargli tutto il viso. Era difficile trattenere ciò che provava per lui.

Per la maggior parte del tempo la confondeva tantissimo, ma ciò non diminuiva quanto a lei importasse di lui. Certo, inizialmente Ryker aveva posto una certa distanza fra di loro, erigendo diversi muri che la allontanavano. Ma quando la Fae si era accorta che il ragazzo si era comportato in modo distaccato per proteggerla piuttosto che salvaguardare se stesso, Maurelle non era più stata sulla difensiva con lui.

Era ovvio che inizialmente Ryker si stesse proteggendo dalla Preside, ma era cambiato quando Maurelle era quasi morta in occasione delle prove durante l’anno precedente. Il Fae non aveva compreso completamente se non quando aveva scoperto di essere il Re dei Fae.

“Le mie capacità sono simili alle tue, ma non sono completamente carente” scherzò lei.

Brokk strinse Maurelle in un abbraccio e le posò un bacio sull’angolo della bocca. La ragazza guardò dietro di sé e notò che Ryker si era accigliato, ma l’espressione era svanita così velocemente da far sì che la Fae dubitasse l’averla vista o immaginata. Sembrava quasi che Ryker fosse felice che l’amico stesse abbracciando la sua donna il più a lungo del previsto.

“Sei molto talentuosa, Elle” disse Brokk quando sciolse l’abbraccio ed indietreggiò di un passo. Lo sguardo ardente di lui la osservava dalla testa ai piedi, facendole ribollire il sangue. Non avrebbe dovuto provare attrazione per lui, ma non poteva negare che il maschio sexy l’affascinava.

“Riuscite a credere che ci lasciano fare pratica con le finestre aperte?” domandò Maurelle, cambiando argomento.

“È così che dovrebbe essere” ringhiò Ryker, sollevando il vento attraverso le aperture. Gli studenti si guardarono attorno con fare cauto, mentre la Professoressa Aobheal strinse lo sguardo sul loro gruppetto.

Maurelle afferrò immediatamente Brokk e Ryker per un braccio ed esclamò, “non avrei dovuto esaltarmi così tanto. Non riesco a fermare il tornado nel petto”.

Ryker si concentrò su di lei e scosse il capo, quindi Brokk le strizzò la mano in risposta. “So cosa intendi. Credo che i miei elementi si stiano combinando con i tuoi, Elle. Non c’è niente che possa fare, sono inspiegabilmente attratti dal tuo potere” incalzò lui, e quando le fece l’occhiolino la ragazza si sentì arrossire.

La distrazione funzionò poiché il vento si calmò e Ryker ridacchiò forzatamente. La Professoressa si lisciò la camicia aiutandosi tirando i lembi del tessuto.

“Mi aspetto che manteniate tutti gli scudi quando siete a lezione. Vi spingeremo al limite, facendovi sviluppare abilità avanzate, ma non siete ancora a quel livello” annunciò Aobheal quando si spostò nella classe. “Quest’anno inizieremo cercando di infilare il proverbiale ago”.

La Professoressa agitò una mano e due vassoi con ago e filo per cucire si sollevarono dal tavolo posto a lato della stanza, raggiungendone il centro in volo; restarono poi lì in attesa degli studenti. Maurelle s’appropriò di un set e si preparò per svolgere l’incarico.

“Tagliate una porzione ridotta di filo e usatela in questo esercizio” proseguì la Professoressa.

Ryker lasciò andare i due pezzi che stava reggendo, e questi ultimi restarono a mezz’aria. Si udì qualcuno trasalire dietro Maurelle. Gli oggetti caddero a terra quando il ragazzo venne distratto dal suono.

Quando Maurelle si voltò vide che Dani e Ashlee stavano guardando Ryker a bocca aperta, ma quando la notarono le espressioni delle due si fecero bramose. Dani avanzò verso Ryker con fare sensuale, enfatizzando i movimenti dei fianchi. “Sei così potente, Ryker. Puoi darmi dei consigli?”

“No” rispose Ryker semplicemente, quindi si voltò verso Maurelle, la quale cercò di trattenere il senso di soddisfazione che la pervase.

“Indubbiamente è stato un colpo di fortuna” lo sfidò Maurelle. “Fammi vedere come li sollevi da terra”.

“Stai cercando di ottenere una reazione da parte mia, Maurelle?” domandò lui con voce leggermente roca.

La ragazza inclinò il capo di lato e gli rivolse un sorriso quando cercò di far librare gli oggetti che si era posata sul palmo della mano. L’ago si mosse leggermente, ma il filo rimase inerte. Brokk imprecò dietro di lei e si fece scioccare il collo inclinando il capo da una parte e poi dall’altra.