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Le avventure di Cipollino / Приключения Чиполлино. Книга для чтения на итальянском языке
Le avventure di Cipollino / Приключения Чиполлино. Книга для чтения на итальянском языке
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Le avventure di Cipollino / Приключения Чиполлино. Книга для чтения на итальянском языке

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– Tu non vuoi ricevere i miei parenti. Povero baroncino, tu non gli vuoi bene.

– D'accordo, – disse allora Donna Seconda – invita pure il barone. Io inviterò il duchino Mandarino, cugino del mio povero marito.

– Invitalo pure, – rispose sprezzante Donna Prima, – quello non mangia nemmeno quanto un pulcino. Il tuo povero marito, pace al suo nocciolo, aveva parenti piccoli e magri, che quasi non si vedono a occhio nudo. Il mio povero marito invece, pace al suo nocciolone, aveva parenti grandi e grossi, visibili a grande distanza.[77 - издалека, с большого расстояния]

Il barone Melarancia era davvero visibile a grande distanza: a distanza di un chilometro si poteva scambiarlo per una collina.

Si dovette subito provvedere per un aiutante[78 - Ему пришлось сразу же позаботиться о том, чтобы найти помощника] che lo aiutasse a portare la pancia, perché da solo non ce la faceva più.[79 - сам он уже не мог сделать это] Pomodoro mandò a chiamare il cenciaiolo del paese, ossia Fagiolone, perché portasse il suo carretto. Fagiolone non trovò il carretto, perché lo aveva preso suo figlio Fagiolino, come sapete, e così si portò dietro una carriola a mano, di quelle che adoperano i muratori per portare la calcina.

Pomodoro diede una mano al barone a sistemare la sua pancia dentro la carriola, poi gridò:

– Arri, là!

Fagiolone afferrò le stanghe della carriola e tirò con tutte le sue forze, ma non la spostò di un centimetro.

Furono chiamati altri due servitori e tutti insieme riuscirono a far fare al barone[80 - все вместе сумели заставить барона] una passeggiata nei viali del Castello. Da principio non stavano attenti ai sassi:[81 - не обращали внимания на камни] la ruota della carriola andava a cercare i sassi più grossi e puntuti del viale, come se lo facesse apposta,[82 - словно делали это нарочно] e il povero barone riceveva nella pancia certi colpi che lo facevano sudare.

– State attenti ai sassi! – si raccomandava giungendo le mani.

Fagiolone e i due servitori stavano attenti ai sassi e la carriola andava a finire nelle buche.

– State attenti alle buche, per l'amor del cielo! – supplicava il barone.

Mentre lo portavano a spasso[83 - водить, возить на прогулку], però, non dimenticava la sua occupazione preferita e sgranocchiava un tacchino arrosto che Donna Prima gli aveva fatto preparare come antipasto.

Anche il Duchino Mandarino diede un bel da fare[84 - доставил немало забот (хлопот)] al Castello.

La povera Fragoletta – cameriera personale di Donna Seconda – non finiva mai di stirargli le camicie. Quando gliele riportava, il Duchino torceva il naso, si metteva a piangere e balzava in cima all'armadio, gridando:

– Aiuto! Aiuto!

Accorreva Donna Seconda con le mani nei capelli:

– Mandarino, che cosa ti fanno?

– Non mi stirano bene le camicie, e io voglio morire!

Per convincerlo a restare in vita[85 - Чтобы убедить его не расставаться с жизнью] Donna Seconda gli regalò tutte le camicie di seta del suo povero marito.

Il duchino Mandarino saltò giù dall'armadio e cominciò a provarsi le camicie.[86 - начал примерять рубашки]

Dopo un poco lo si udì nuovamente gridare:

– Aiuto! Aiuto!

Donna Seconda accorse con il batticuore:

– Cugino Mandarino, che cosa ti fanno?

– Ho perso il bottone del colletto e non voglio più stare al mondo!

Questa volta si era arrampicato in cima allo specchio e minacciava di buttarsi a capofitto[87 - вниз головой] sul pavimento.

Per farlo chetare Donna Seconda gli regalò tutti i bottoni del suo povero marito, che erano d'oro, d'argento e di pietre preziose.

Prima di sera, Donna Seconda non aveva più gioielli, il Duchino Mandarino aveva ammassato parecchi bauli di roba e si fregava le mani soddisfatto.

Le Contesse cominciavano ad essere molto preoccupate per quei loro parenti così voraci, e sfogavano l'irritazione[88 - изливали злобу] sul povero Ciliegino, il loro nipotino, orfano di padre e di madre.

– Mangiapane a tradimento![89 - Дармоед!] – lo sgridava Donna Prima, – vai subito a fare i compiti.

– Li ho già fatti.

– Fanne degli altri! – ordinava severamente Donna Seconda.

Ciliegino, ubbidiente, andava a fare degli altri compiti: ogni giorno ne faceva dei quaderni intieri, in una settimana ne faceva una montagna di quaderni.

Quel giorno, le Contesse non finivano mai di fargli fare dei nuovi compiti.

– Che cosa fai in giro[90 - Что ты здесь бродишь], bighellone?

– Vorrei fare una passeggiata nel parco.

– Nel parco ci passeggia il barone Melarancia, non c'è posto per i fannulloni come te. Va' subito a studiare la lezione.

– L'ho già studiata.

– Studiane un'altra.

Ciliegino, ubbidiente, andò a studiare un'altra lezione: ogni giorno ne studiava centinaia e centinaia. Aveva già letto tutti i libri della biblioteca del Castello.

Ma se le Contesse lo vedevano con in mano un libro subito prendevano a sgridarlo:

– Posa quei libri, incosciente. Non vedi che li consumi?

– Ma come posso studiare le lezioni senza toccare i libri?

– Studiale a memoria.[91 - Выучи их наизусть.]

Ciliegino si chiudeva in camera sua e studiava, studiava, studiava. Sempre senza libri, si capisce. Aveva tutto nel cervello e continuava a pensare nuove cose. A pensare gli veniva il mal di testa e le Contesse lo sgridavano:

– Sei sempre ammalato perché pensi troppo. Non pensare e ci farai risparmiare i soldi delle medicine.

Insomma, tutto quello che faceva Ciliegino per le Contesse era malfatto.

Ciliegino non sapeva da che parte voltarsi[92 - не знал, куда деться] per non prendersi dei rabbufi e si sentiva veramente infelice.

In tutto il Castello aveva un solo amico, ed era Fragoletta, la servetta di Donna Seconda. Fragoletta aveva compassione di quel povero piccolo ragazzo con gli occhiali, a cui nessuno voleva bene: era gentile con lui e di sera, quando andava a letto, gli portava qualche pezzo di dolce.

Ma quella sera, a tavola, il dolce se lo mangiò il barone Melarancia.

Il duchino Mandarino ne voleva un pezzo anche lui. Per farselo dare saltò in cima alla credenza e cominciò a strillare:

– Aiuto! Aiuto! Tenetemi, se no mi butto!

Ma ebbe un bello strillare[93 - Но сколько он ни кричал, все напрасно]: il barone mandò giù il dolce intero senza dargli retta.

Donna Seconda, in ginocchio davanti alla credenza, pregava il suo cuginetto di non ammazzarsi. Per convincerlo a scendere a terra gli doveva promettere qualcosa, ma non aveva più niente.

Del resto, quando comprese che non c'era più niente da arraffare, il duchino Mandarino calò a terra da solo, sbuffando.

Proprio in quel momento Pomodoro fu avvertito che la casa del sor Zucchina era scomparsa. Il Cavaliere non ci pensò su due volte:[94 - думал недолго] mandò un messaggio al Governatore e gli chiese in prestito una ventina di poliziotti, ossia di Limoncini.

* * *

I Limoncini arrivarono il giorno dopo e fecero piazza pulita.[95 - навели порядок] Questo vuoi dire che fecero il giro del paese e arrestarono tutti quelli che trovarono.

Arrestarono Mastro Uvetta, naturalmente. Il ciabattino prese la lesina per grattarsi la testa e li seguì brontolando. I Limoncini gli sequestrarono la lesina.

– Non potete portare armi con voi, – dissero severamente a Mastro Uvetta.

– E io con che cosa mi gratto?

– Quando vi volete grattare, avvisate il comandante e ci penserà lui.

Così Mastro Uvetta, quando aveva bisogno di grattarsi la testa per riflettere, avvisava il comandante dei Limoncini e subito un Limoncino gli grattava la testa con la sciabola.

Anche il professor Pero Pera fu arrestato: gli lasciarono prendere solo il violino e una candela.

– Che cosa ne volete fare della candela?

– Mia moglie me l'ha messa in tasca, perché dice che le prigioni del Castello sono molto scure.

Insomma, furono arrestati tutti gli abitanti del villaggio, eccetto il sor Pisello, perché era un avvocato, e Pirro Porro, perché non lo trovarono.

Pirro Porro non si era mica nascosto, anzi: se ne stava tranquillo sul balcone, con i bafi tirati dalle due parti, e sui bafi il bucato steso ad asciugare. Le guardie lo scambiarono per[96 - приняли его за] un palo e non gli badarono.

Zucchina seguì i Limoncini sospirando secondo il suo solito.[97 - как обычно]

– Perché sospirate tanto? – gli domandò severamente il comandante.

– Perché ho tanti sospiri. Ho lavorato tutta la vita e ogni giorno ne mettevo da parte una dozzina: adesso ne ho migliaia e migliaia e bisogna pure che li adoperi.

Fra le donne, fu arrestata solamente la sora Zucca: e siccome si rifiutava di camminare, le guardie la rovesciarono e la fecero rotolare[98 - покатили] fin sulla porta della prigione. Era così rotonda.

Siccome erano molto furbi, i Limoncini non arrestarono nemmeno Cipollino, che se ne stava tranquillo seduto sul muricciolo a vederli passare, in compagnia di una bambina qualunque, che si chiamava Ravanella.

I Limoncini domandarono proprio a loro se avessero visto da quelle parti un pericoloso malandrino di nome Cipollino.

Essi risposero che l'avevano visto nascondersi sotto il berretto del comandante e scapparono sghignazzando.

Quel giorno stesso, però, andarono a fare un giro d'ispezione al Castello, per sapere che ne era stato dei prigionieri.[99 - что стало с пленниками]

Rispondete alle domande:

1. Chi era arrivato al Castello delle Contesse del Ciliegio nel giorno che Cipollino fece trasportare nel bosco la casetta del sor Zucchina?

2. Cosa faceva il barone Melarancia dalla mattina alla sera a dalla sera alla mattina?

3. Perché si svegliò?

4. Di che cosa erano cariche le carovane che partivano continuamente dai suoi possedimenti?

5. Di che si occupavano i suoi quattro servitori?

6. Perché il barone Melarancia diventò povero in canna?

7. Che tattica adoperava il Duchino Mandarino quando voleva ottenere cose che desiderava?

8. Com’era Ciliegino?

9. Che tipo di ordini gli impartivano quel giorno le Contesse del Ciliegio?

10. Chi era Fragoletta?

11. Perché Fragoletta aveva compassione di Ciliegino?

12. Chi erano i Limoncini e perché furono chiamati dal Cavalier Pomodoro?

13. Chi arrestarono i Limoncini?

14. Perché non fu arrestato Pirro Porro?

15. In che modo i Limoncini portarono la sora Zucca fin sulla porta della prigione?

CAPITOLO VII Ciliegino, per una volta, a don Prezzemolo si rivolta

Il Castello era un po’ in cima alla collina ed era circondato da un gran parco. C’era un cartello che da una parte diceva: «Vietato l'ingresso» – e dall'altra parte diceva invece: «Vietata l'uscita ».

Una parte era destinata ai ragazzi del villaggio, perché non gli venisse la tentazione di scavalcare l'inferriata per andare a giocare sotto gli alberi del parco; l'altra era per Ciliegino, perché non gli venisse la tentazione di scappare nel villaggio a imbrancarsi con i figli dei poveri.

Ciliegino passeggiava solo soletto, stando bene attento a non[100 - очень стараясь не] calpestare le aiuole e a non rovinare i fiori. Difatti il suo precettore, don Prezzemolo, aveva fatto mettere dappertutto dei cartelli, su cui c'era scritto quello che Ciliegino poteva fare e quello che non poteva fare.

Per esempio, vicino alla vasca dei pesci rossi c'era questo cartello:

«E' vietato a Ciliegino mettere le mani nella vasca».

E c'era anche quest'altro: