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Frammenti Di Cuore
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Frammenti Di Cuore

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“Aaron. Hai bisogno anche del cognome?”

L'uomo roteò gli occhi. “No. E ora hai rovinato la ripresa.” Prese fiato. “Presentati.”

“Aaron.”

“Bravo ragazzo. Io sono Farley. Il tuo Dom arriverà tra poco. Lo chiamerai Signore o Padrone.”

“Va bene.” Aaron si spostò sul letto. Voleva muovere le mani – mostrarsi sicuro e dimostrare che non aveva paura – ma probabilmente avrebbe solo guadagnato altri commenti sprezzanti da parte di Farley. Non gli piaceva essere l'unico nudo. Peggio ancora, non era sicuro di quanto le cose sarebbero migliorate una volta che l'altro ragazzo nudo si fosse unito a loro.

Sarà nudo? si chiese Aaron. Per favore, fa che sia nudo. Oppure no. Forse non si farà vivo.

Non era troppo tardi per scappare. Non aveva firmato un contratto o cose del genere. I soldi erano ancora nella borsa in un angolo della stanza. Avrebbe potuto tirarsi indietro in ogni momento.

“Perché sei qui?” chiese Farley.

Aaron fece un cenno alla telecamera. Non sapeva dove guardare. Decise di guardare verso Farley, che roteò gli occhi. “Ho bisogno di soldi,” rispose.

“È la prima volta che fai porno?”

“Sì.” Aaron guardò la telecamera. “Voglio dire… sono già stato filmato prima, ma…”

“Stai zitto.” Farley aggiunse una lente all'obiettivo. “Questo lo taglierò più tardi. Non sono qui per ascoltare la storia della tua vita.”

Aaron sospirò. Avrebbe potuto andarsene, tornare a casa il più velocemente possibile, fare una lunga doccia calda e poi dimenticare che tutto quello fosse mai accaduto.

“Sei gay?”

“No”, rispose Aaron.

“Allora cosa ti ha portato qui?” chiese Farley.

“Il denaro.”

Farley avvicinò l'inquadratura. “È anche lontanamente possibile per te assomigliare meno a un gorilla di montagna arrabbiato e più a un twink vergine?” chiese. “Capisco che il tuo QI arriva solo a eguagliare quello di un primate deficiente, ma sicuramente puoi seguire le istruzioni di base.”

Aaron lo fissò. “Che cos'è un twink?”

“Oh Gesù”, sospirò Farley. “Va bene. Non importa.” Fece un'altra pausa. “Perché hai bisogno di soldi?”

“Eh…” iniziò Aaron. “È… è una faccenda privata.”

“Fidanzata?” chiese Farley.

“No,” rispose Aaron.

“Di' solo che è per la tua ragazza.”

“È per la mia ragazza.”

Farley alzò gli occhi al cielo. “Hai mai succhiato un cazzo prima, Aaron?”

“No.”

“Hai mai pensato di farlo?”

Aaron lanciò un'occhiata da Farley alla telecamera. “Sì.”

“Parlamene.”

“È… è stato molto tempo fa.”

“Spiegati meglio.”

“Mi sono incuriosito al liceo”, rispose Aaron. “Non è niente di che.”

“Uomo di poche parole”, disse Farley. “Va bene. Non avrai bisogno di parlare molto oggi. Hai mai pensato di prendere un cazzo nel culo?”

“Suppongo di sì.”

“Hai idea di quello che ti aspetta?”

“Ho cercato un po' su Google.” Aaron aveva trascorso l'intera settimana prima di quel giorno a setacciare Internet in cerca di consigli. Aveva fatto sette docce negli ultimi tre giorni e non mangiava da due. Si era detto che era solo accurato, che non era perché aveva perso l'appetito o perché si era sentito sporco dopo aver riattaccato il telefono per confermare l'incontro. Si era detto che era solo sesso. Agli uomini piace il sesso. Il sesso non era un grosso problema.

Farley prese un foglio di carta dalla scrivania dietro di sé. “Sai cosa rende la mia attività una società di produzione così speciale?”

“La tua personalità calda e frizzante?”

Farley sorrise mentre guardava in basso. “L'autenticità”, rispose. “Tutto è consensuale, ovviamente. Uomini come te entrano per qualsiasi motivo – compensando eccessivamente i loro nervi con la spavalderia maschile, – ma non se ne vanno finché tutte le parti non sono state completamente soddisfatte.”

“Sì, vuoi che i video vendano bene”, disse Aaron. “C'era scritto nella email.” Aveva trovato quel 'lavoro' online. L'annuncio era vago, ma promettevano un sacco di soldi per due ore di lavoro. Aaron aveva inviato loro una email, li aveva chiamati, poi si era presentato di persona. Farley gli aveva persino mostrato i soldi prima che Aaron si togliesse i vestiti. Non era affatto una messa in scena di alta classe, era solo ciò che ci si aspettava da una “chiamata per attori di film per adulti”. Probabilmente avrebbe dovuto dire a qualcuno dov'era nel caso le cose fossero andate male, ma poi qualcuno avrebbe saputo quello che stava facendo.

“Nessun falso orgasmo”, continuò Farley. “Al nostro pubblico piace sapere che ciò che provi è reale.”

“Va bene”, disse Aaron.

“La tua safe word per questo Dom è pietà. Usala con saggezza. Se le cose non andranno bene, sceglierò qualcuno che penso avrà più successo di te.”

Aaron annuì. Si sentiva un po' nauseato e chiuse gli occhi per un momento.

“Mi hai letto nel pensiero”, disse Farley. Attraversò la stanza e lanciò ad Aaron un pezzo di stoffa. “Legalo stretto sopra gli occhi e non sbirciare.”

Aaron si morse il labbro, ma fece come gli era stato detto. “Così?” All'improvviso qualcosa di morbido lo colpì in faccia. “Che diavolo?” sbottò. Armeggiò con quello che sembrava un cuscino e lo gettò di lato.

“Mi sto solo assicurando che tu non riesca a vedere.”

“Dannazione”, mormorò Aaron. Sentì la porta aprirsi, poi Farley tornare alla sua posizione vicino alla telecamera e infine un'altra serie di passi avvicinarsi al letto.

Non è troppo tardi. Manda tutto al diavolo e torna a casa. Nessuno saprà mai che sono stato qui. Posso trovare i soldi da qualche altra parte.

“Ciao, Aaron,” disse una voce profonda. Una mano ferma e ruvida gli passò tra i capelli. “Hai idea di cosa stai facendo?” chiese l'uomo… il Padrone.

“No,” sussurrò Aaron.

Farley tossì.

“No, Signore”, si corresse Aaron. Poteva sentire il proprio corpo tremare, ma si disse che stava solo giocando. Farley gli aveva detto di essere un twig… un twing… qualcosa di virginale, insomma. Stava solo recitando. Non aveva paura.

Il Padrone fece scorrere il pollice sulle labbra di Aaron. “Apri la bocca,” disse. Aaron obbedì.

Il Padrone spinse la sua gamba tra le ginocchia di Aaron, costringendo le sue gambe ad aprirsi. “Mani dietro la schiena”, ordinò.

Di nuovo, obbedì.

Corri. Non ne vale la pena. Vendi un rene. Dona il tuo sperma a una donna ricca. Impara a fare il giocoliere e unisciti a un circo.

Qualcosa di caldo e umido toccò le labbra di Aaron e lui sussultò. Il Padrone fece scorrere di nuovo le dita tra i capelli di Aaron e lo tenne fermo. Un bacio. Il Dom lo stava baciando. Lasciò una scia di baci fino all'orecchio di Aaron.

“Tutto bene?” sussurrò il Dom.

Aaron piegò la testa di lato. “Sì”, rispose. “Scusate. I nervi.”

“Fammi sapere se ti senti a disagio”, sussurrò il Dom. Mordicchiò il collo di Aaron.

“La safe word è pietà, giusto?” chiese Aaron.

“Giusto.” Il Padrone lo baciò di nuovo e sussurrò contro le sue labbra: “Ti giuro che non ti farò del male.” Si alzò, le dita ancora una volta impigliate nei capelli di Aaron. “Apri la bocca” ordinò di nuovo.

Aaron fece come gli era stato detto, e questa volta era sicuro al novanta per cento che quello che stava per entrargli in bocca fosse un cazzo. Una rapida spinta del Dom confermò i suoi sospetti. All'inizio il Padrone andò lento, mantenendo i movimenti calmi e leggeri. Le sue dita ancora stringevano i capelli di Aaron mentre con l'altra mano gli accarezzava la guancia.

Nonostante sapesse che quello che stava facendo avrebbe potuto rovinare in mille modi diversi e orribili la sua vita, Aaron era sorprendentemente rilassato.

Succhialo. Fallo venire. Poi vai a casa. Non è così male. Manca solo un'ora e mezza.

All'improvviso, Farley fece schioccare qualcosa. “Taglia”, disse.

Il Padrone si allontanò da Aaron. “Qual è il problema? Stai girando da meno di un minuto.”

“Il suo piccolo cazzo floscio e triste, ecco qual è il problema”, disse Farley. “Nessuno vuole vedere una cosa del genere.”

“Dagli un po' di tempo”, disse il Dom. “È nervoso.”

“Scusatemi”, disse Aaron, intuendo che i soldi erano in pericolo. “Posso avere un'erezione.” Si prese l'uccello in mano e cercò di reagire.

Mi stanno guardando. Diventa duro. Vieni. Prendi i soldi. Vattene. Porta il denaro a Daniel.

Aaron si sentì di nuovo nauseato. Se suo fratello minore avesse avuto la minima idea della provenienza di quei soldi, probabilmente non avrebbe mai più parlato con Aaron.

Se papà sapesse…

Se Robert Beaumont lo avesse saputo, si sarebbe assicurato che Aaron non rivedesse mai più Daniel.

“Questo è patetico”, disse Farley.

“Fammi provare”, disse il Dom. “Aaron, sdraiati sulla schiena.”

“Che cosa hai intenzione di fare?” chiese Farley.

“Tutto questo è difficile da sopportare per lui”, rispose il Padrone. “Dobbiamo aiutarlo a rilassarsi”.

“Non voglio sprecare il vostro tempo”, intervenne Aaron. “Posso farlo io.”

“Eppure eccoti qui, a sprecare il mio tempo”, disse Farley. Poi sospiro. “Silas, concedici un momento, ti va?”

“No. Possiamo aiutarlo a… chi stai chiamando?” chiese il Dom.

Farley doveva aver preso il telefono. Zittì il Dom. “Manda qui Regina. Ha l'attrezzatura per il bondage. Dille che abbiamo bisogno di Ralph.”

“Questa non è una scena di bondage,” disse il Dom.

“Tieni il tuo culo fuori da tutto questo”, disse Farley. “Regina saprà cosa fare con lui. Ora esci.”

Il Dom fece di nuovo scorrere le dita tra i capelli di Aaron. Era piacevole, ma non impedì ad Aaron di tremare.

“Posso farlo io” mormorò Aaron.

Il Dom tolse la benda dai suoi occhi e si inginocchiò tra le sue gambe. Mise una mano sulla coscia di Aaron e fece dei piccoli cerchi sui muscoli con il pollice.

Anche il Padrone era nudo. Aveva i capelli scuri e disordinati. I suoi occhi erano di un azzurro gelido e bellissimo. Lui era bellissimo.

“Questo tipo di lavoro non è per tutti”, disse il Dom. “Non c'è niente di cui vergognarsi se vuoi andartene perché non ti senti a tuo agio.”

“No”, disse Aaron. “Posso farlo.”

“Per l'amor di Dio,” sbottò Farley, “alzati. Avrei dovuto accoppiarlo con Ralph fin dall'inizio.”

“Non metterlo in coppia con Ralph. È troppo rude”, disse il Dom.

Farley alzò gli occhi al cielo. “Non puoi innamorarti di ogni piccolo verginello con gli occhi da cerbiatto.”

“Ti ho già detto che non dovremmo lavorare con i dilettanti”, rispose il Padrone. “È troppo rischioso.”

Farley mormorò qualcosa che suonava come 'il complesso del cavaliere dall'armatura scintillante' e si rimise il telefono in tasca. “Nuova regola”, disse. “Ogni volta che proponi una scena o una ambientazione per avere un po' di cuore con gli attori, prendo un dollaro dal tuo stipendio.”

“Questo non è giusto” disse Aaron.

“Ignoralo,” disse il Dom. “Deve essere meschino per sopravvivere, allo stesso modo in cui uno squalo deve continuare a nuotare per poter vivere.”

La porta si aprì. Una donna entrò portando un grande borsone e un uomo alto e con la barba trasandata la seguì.