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Si Mr. Evans
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Si Mr. Evans

lui a trovarmi al bar. Detto ciò, domani ho un lavoro che mi attende per tutto il giorno, quindi se mi vorrai scusare, vado a dormire per quel poco tempo che mi è rimasto a disposizione per riposare.

______________

Da: Naomi

Ore: 3.51 a.m.

Non ti arrabbiare. Domani ti porto ugualmente il numero. Deciderai tu cosa farci. Notte.

______________

Finalmente alle quattro del mattino poggio il cellulare sul comodino e vado a dormire immersa nei pensieri per Cade. Quando mi addormento sogno di essere in un incendio, non capisco dove di preciso. Sono bloccata

in una stanza. Quando all’improvviso la porta viene buttata giù ed entra un vigile del fuoco. <>

<> Chiedo confusa. Ha la faccia tutta piena di cenere. Riesco a vedere solamente gli occhi. Sono verdi.

<> Mi prende in braccio e mi porta fuori.

Mi sveglio di soprassalto e vado in bagno per lavarmi il viso. Guardo la sveglia e sono le sette. Decido di prepararmi. Metto un paio di shorts neri e un top bianco, poi mi dirigo verso la porta, metto le infradito, prendo le chiavi di casa e mi incammino verso la spiaggia. Il sole già comincia a riscaldarsi e dopo dieci minuti sono costretta a mettere gli occhiali da sole. Quando arrivo al bar sono le otto e regna la quiete. Guardo la spiaggia e c’è qualche persona qua e là, chi corre in riva, chi gioca con le racchette da tennis…

<>

<> È sorpreso di vedermi così presto la mattina. E ha ragione ad esserlo. Di solito sono in ritardo. Ma oggi sono in anticipo di ben un’ora.

<> Dico con gli occhiali da sole ancora poggiati sul naso.

<> Di solito Xavier apre il bar alle sei del mattino. Ci sono sempre i mattinieri oppure qualche turista che arriva qui a quell’orario. Sta spolverando il banco e mentre sistema i bicchieri. È molto perfettino a riguardo.

<>

<> Mi fa un sorriso.

<> Affermo. Anche se ci lavoro non vuol dire che la posso mangiare senza pagare. Anche se per una volta potrebbe chiudere un occhio. Ma non sarebbe Xavier altrimenti.

Mangio l’ultimo boccone e mi vado a cambiare. Metto la divisa da me tanto “adorata” e raggiungo il mio capo.

<> Gli propongo mentre guardo la mini gonna di raffia.

<> Esclama. <<È così bella.>>

<

dei fiori e una maglia senza maniche. Io devo stare al novanta percento nuda. È troppo striminzita.>>

<>

<> Mi guardo il seno, poi la mini gonna e infine Xavier.

Mi sta guardando e ride. So che non la cambierà mai. Quando gli piace una cosa è molto, molto difficile fargli cambiare idea.

<> Gli mostro il faccino triste facendo sporgere il labbro inferiore nella speranza di corromperlo.

<> Si porta l’indice al mento come per

pensare.

<> Questa è la risposta definitiva che mi porterà a indossare a vita questa divisa.

Mi rassegno al fatto e vado al banco aspettando che arrivi qualche cliente. Nel frattempo poggio i gomiti sul marmo e sui pugni il viso. Mentre guardo le persone che si sono moltiplicate sulla spiaggia, vedo un ammasso di capelli rossi, lisci, con gli occhi marroni che si dirige verso di me.

È Naomi. Indossa un tailleur a gonna nero, una camicetta bianca, le scarpe con i tacchi neri in mano e nell’altra un bigliettino.

Arriva da me con un sorriso smagliante. <> <> Poi penso ai messaggi di ieri notte. <>

<>

<> Mi faccio infastidita. Non lo voglio per davvero quel numero. Anche se in cuor mio vorrei chiamarlo e vederlo. Provare tutte le sensazioni che sento quando mi sfiora. <>

<>

<> Ora il sorriso è scomparso. È seria, dispiaciuta. Perché ci tiene tanto che io esca con Cade?

Alzo gli occhi al cielo. <>

<> Dopo avermi fatto la predica la vedo andare via.

Prendo il numero e vado nel camerino ma mi accorgo che ho dimenticato il cellulare a casa. Evidentemente è destino che non devo chiamarlo. Piego il bigliettino e lo metto nella tasca degli shorts.

Mentre servo aperitivi, succhi e torte, il mio sguardo analizza spesso i clienti sperando di vedere una testa ricoperta di capelli neri, un paio di occhi verdi che mi fissano e una bella tartaruga con contorno di “V” che

attendono di essere accarezzate dalla mia mano.

<> Una voce femminile parla da sopra il banco mentre sono abbassata per prendere un bicchiere.

Mi alzo e vedo Beverly con in testa una ghirlanda di fiori fuxia che circondano i suoi biondi capelli leggermente mossi. Oddio ma non mi danno pace! <> Esclamo. <> Faccio la finta tonta.

<>

<>

Mi guarda con i suoi occhi blu. <>

<>

<> Mi porge il suo telefono. <> Mento spudoratamente.

<> Certo che si dicono proprio tutto e all’istante.

<>

<> Esclama. Non ha staccato lo sguardo dai miei occhi neanche per un attimo. Quasi mi mette a disagio. Sta diventando inquietante.

<> Questo è vero. Anzi verissimo. <> Borbotto.

<> Mi ammonisce con il dito e va via. Fuori un'altra. Non mi daranno tregua finché non lo chiamerò. Le conosco fin troppo bene. Almeno che non venga lui qui prima di stasera.

Ma visto la penultima chiacchierata mi sa che non verrà a causa del lavoro. “Lui salva le persone” già.

<> È Amber. In questo momento Arizona è libera, perché è venuta proprio da me? <>

<> Chiede in un colpo secco senza giri di parole. Sembra quasi infastidita dall’averci visti insieme quella sera in riva.

<>

<>

<>

<> Confessa. È abbastanza seria e non so se crederle o meno. Può essere solamente gelosa.

<> Cerco chiarimenti.

<>

<>Chiedo. Ora quella infastidita sono io.

<

Certe volte ha comportamenti strani che non mi so spiegare. Lascialo in pace.>>

Tutti la stanno guardando. Ha alzato il tono della voce più del dovuto e questo ha attirato l’attenzione. Il vocio che si sentiva in precedenza delle persone che parlavano tra di loro, ora non c’è più. Stanno in silenzio a guardare Amber che mi strilla contro per dirmi chi sia veramente Cade. <<È terribilmente…>> La interrompo. Non si è accorta che la stanno fissando tutti, Xavier compreso.

<

Cade. Dovrei lavorare e ora se non ti spiace…>> Le faccio

cenno con la mano di andare via. Amber rimane in silenzio.

Posa il bicchiere sul banco in marmo, ancora pieno e

per l’ennesima volta, questa è la terza ragazza che vedo andare via in una sola mattina. Non voglio pensare al pomeriggio.

Tutto è ritornato alla normalità. Xavier mi guarda di tanto in tanto. Ha una faccia confusa. Sicuramente ancora non ha ben capito cosa sia successo veramente. Io invece continuo con il mio lavoro.

A pranzo mangio un panino al volo, con prosciutto e provola poi ritorno a lavorare.

Arrivata alle quattro del pomeriggio la vocina mi assilla. “Chiamalo, chiamalo” e sembra pure infuriata. <>

<> La seguo nel camerino. Prende il suo telefono dalla tasca posteriore dei jeans poggiato sulla sedia e me lo porge. Aspetto che va via per comporre il numero.

Uno squillo, due squilli. Comincio a tremare. Tre squilli, mi sento in ansia. <> Ho la voce tremante. Non so perché ma ho paura.

<> Ha un tono sereno e sorpreso. Forse aveva perso le speranze. Ma comunque sia gli sto

parlando a telefono e mi piace sentire la sua voce.

<> Mi fermo. Lo sento respirare. <>

<>

<>

Sono sicura che a quest’ora sta facendo salti di gioia dentro di sé.

<>

<> So che forse me ne pentirò ma Amber mi ha suscitato un enorme curiosità. Voglio conoscerlo meglio e capire chi sia veramente.

<> Sento qualcuno che lo chiama. Una voce femminile. <> Chi era quella ragazza che lo chiamava? Perché sto provando un senso di gelosia? Ci penso su e restituisco il telefono ad Arizona.

<> Mi guarda maliziosamente. Cerco di nascondere il più possibile quello che provo in questo momento.

<> Esclamo. Non voglio farle capire più di tanto.

<> Sgrana gli occhi. <> Ora mi sta facendo un’espressione sorpresa. Credo che oggi darò un titolo alla giornata. “Il giorno delle ragazze invadenti e rompi.”

<> Oggi Arizona e tutte le mie amiche non le sopporto proprio. Si sono alzate e si sono messe in modalità “rompiamo l’anima a Noele”.

Il resto della giornata passa in fretta e finalmente è sera quindi posso fare ritorno nel mio piccolo rifugio.

È la sera dell’appuntamento e in mio aiuto sono venute

Naomi e Beverly nel camerino del bar.

Sono le otto e trenta di sera, quindi ho solo mezz’ora per

potermi preparare al meglio.

<> Chiede Naomi.

<> Li preferisco così. Qui di sera la

temperatura si abbassa di qualche grado e visto il vestito che mi ha preparato Beverly direi che sciolti vanno più che bene. È un abito di cotone tutto bianco lungo fino a sopra il ginocchio. Ha una scollatura a O-Collo. Senza maniche e una striscia di pizzo a livello dell’ombelico.

Lo indosso e Naomi come tocco finale mi ci poggia una corona di fiori bianchi di piccola taglia fatta da Beverly che risalta sui miei capelli castani.

<> Sorrido. <> Non vedo l’ora di rivederlo.

<> Afferma Naomi.

Qualche minuto dopo esco dal camerino e mi dirigo verso l’uscita.

Cade è poggiato sotto una palma. Indossa un pantalone bianco e una camicia azzurra con diversi fiori bianchi a mezze maniche, un colletto senza solino e due spacchetti laterali, ma la cosa più bella è che la tiene tutta aperta lasciando intravedere gli addominali. Resto senza parole quando lo vedo. È tremendamente sexy.

<> Sussurra. <> Piega le labbra in un sorriso. Mi prende il braccio per avvicinarmi a lui e la scossa ritorna facendomi diventare rossa in volto.

<> Ogni scusa è sempre buona.

<> Mi fa un sorriso e mi guarda dritto agli occhi.

<> Incrocio le braccia per sentirmi più

a mio agio. Vorrei tanto domandargli chi era quella ragazza che ho sentito mentre parlavamo per telefono.

<> Dice. Ora ha poggiato la mano sulla palma portando il peso del corpo contro di essa.

<> Arrossisco in una maniera sconsiderata. Mi inquieta e spero che non lo farà per tutta la durata dell’appuntamento. <>

<> Chiede con voce armonica poggiando il suo sguardo sul mio viso. <> Gli lancio un celere sguardo. Sta pensando. Alza gli occhi al cielo, porta il peso sulle sue gambe e mi rivolge un seducente, sontuoso e armonico sorriso.

“Perché proprio a me?” Naomi e Beverly mi stanno guardando dal bar e mi sorridono. Chissà cosa staranno pensando in questo momento.

<>

<> Esclamo. Mi poggia una mano sulla spalla opposta alla sua posizione ma con un rapido gesto mi scosto scrollandomi di dosso il suo braccio. Meglio mantenere le distanze. Di fronte a questo gesto Cade rimane in silenzio. Percorriamo la strada in tutta quiete tanto da imbarazzarmi in modo sconfinato.

Si schiarisce la voce con un colpo di tosse, facendomi sobbalzare.

<> Finalmente qualcuno che parla.

<> Prendo una pausa. <>

<

da Honolulu circa un mese fa.>>

Improvvisamente un bambino mi lancia la palla tra le

gambe facendomi perdere l’equilibrio ma la tenuta salda delle braccia di Cade sotto le mie, impediscono di farmi fare una figuraccia che avrei ricordato per anni. <>

Grida infuriato Cade contro il bambino.

<>Dice dispiaciuto il ragazzino.

<> Per tutta la durata della ramanzina, Cade mi tiene stretta a sé. Come se avesse salvato un oggetto prezioso dal rompersi.

Poi si gira verso di me e mi guarda fisso con occhi agitati.

<> Chiede preoccupato. Mi sta tenendo ancora stretta, contro il suo fisico marmoreo. Il cuore comincia a battere più forte del solito. Sento il viso arrossire sempre di più e il respiro di Cade che mi riscalda il viso a pochi centimetri dal suo.

Poi si allontana guardando per terra e circonda il suo mento con indice e pollice.

<>

Mi guarda. <> Ora è ritornato tutto alla normalità.

Ma la mia mente è ancora ferma a quando si è avvicinato col suo viso al mio e il cuore sta ancora battendo forte, per non parlare della piacevole scossa che mi percorre lungo la schiena.

Camminiamo per altri cinque minuti, immersi nel silenzio più totale, prima di entrare nel Pub dove mi ha proposto di uscire con lui, il Dark Pub.

<> Ordina al barista, poi si volta a guardarmi. <>

<> Mi rivolgo al ragazzo che prepara i drink.

Ci sediamo in un tavolo, quello stesso dove Naomi si era

ipnotizzata quando ha visto Alexavier.

<> Sorride. <>

<>

<> Esclama. <>

<> Ci interrompe il barista, ci serve le ordinazioni, in più ci porta le noccioline.

<>Ringrazio il ragazzo e ne prendo una. <>Riprendo il discorso.

<>

<> Chiedo curiosa.

<>

<> Inclino la testa, mentre divoro le noccioline.

<> Si passa le dita tra i capelli. Ha un che di misterioso. <> Queste noccioline sono davvero buone e la risposta di Cade non mi convince. <>

<>Taglia corto. Ma anche questa volta la risposta non mi sembra sincera.

<>

Mi fulmina con lo sguardo dopo che ha bevuto un sorso del suo drink quasi andato di traverso dopo la mia domanda.

<>

<>Affermo. La pazienza sta per finire a riguardo. Voglio sapere perché non vuole parlarne ne vale della mia incolumità.

<>

<>

<> Esclama con un filo di malizia.

Decido di andare in bagno. Questa conversazione sta prendendo una brutta piega. Dopo alcuni minuti ritorno. Ma prima di sedermi sto a guardarlo per alcuni secondi. È bello e dannato. È seduto e con le dita fa girare il bicchiere, sembra pensieroso. Poi lo raggiungo dalle spalle.

<>

<> Lo guardo, è sorpreso dalla mia affermazione. Come se la conversazione precedente non fosse mai avvenuta. Ma non posso fare altro che notare la sua bellezza. I suoi occhi verdi e le spalle possenti, vorrei tanto toccarle per vedere quando sono muscolose.

Poi guardo il suo collo, bello e sexy da morire e comincio a

fantasticare a cosa potrei fargli se fosse tutto mio.

<> Mi passa la mano davanti gli occhi, per portarmi sulla terra ferma.

<> Mi schiarisco la voce. <>

<>

<>Affermo, mentre bevo un sorso del mio drink.

<>

<>

<> Cade mi fa distrarre in continuazione, facendomi perdere il filo del discorso. Meglio se non lo guardo più e mi concentro sulle noccioline.

<> Mormoro, dandolo per scontato.

<>

<> Sorrido al ricordo. Eravamo sedute sul giardino di casa mia e fantasticavamo sul nostro futuro e in mano avevamo due bicchieri di champagne con dentro del succo alla pesca per brindare, e a un certo punto diventammo entrambe serie. <

bar e Naomi di fare la segretaria ad un uomo d’affari affascinante e sexy.>>

<>

<>

<> Chiede, ha contorto la mandibola. Ha un’espressione tesa e seria.

<>

Alla mia affermazione digrigna i denti e mi guarda fissa negli occhi. È teso. Sembra quasi geloso del suo amico.

<>

<>

<>

<>

<> Si dirige verso il banco per andare a saldare il conto poi mi raggiunge. Sembra infuriato. Lo noto dagli occhi, sono scuri e privi di luce.

<>

<> Mi prende il braccio e mi trascina fuori dal Pub.

<>Affermo infastidita.

<>

<> Affermo senza pietà.

<>

Ora capisco le parole di Amber al bar. È tremendamente strano.

<>

<>

<> A questa frase Cade mi sbatte contro il muro, con una mano sul mio fianco e con l’altra affonda le dita dentro i miei capelli e con il pollice sulla guancia. Mi guarda dentro gli occhi. Io rimango immobile, sono incastrata tra il muro e il suo possente corpo, sento il suo profumo e il respiro affannoso.

<> È calmo all’apparenza ma dentro di sé non credo proprio.

<>

<>Scuote la testa.

Gli guardo le labbra, sono carnose ed emanano un enorme desiderio di essere baciate.

4

Ho una tremenda voglia di baciarlo e sentire quella inebriante scossa percorrermi tutto il corpo per l’eternità.

Ha poggiato la mano sul muro e l’altra sul mio fondo schiena, avvicinandomi sempre di più a lui. Comincio a non capire la situazione. Mi sfiora le labbra con le sue. Sembra agitato e non so il perché. Mi guarda con occhi pieni di smania ma qualcosa lo trattiene.

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