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La Figlia Dell’Acqua
La Figlia Dell’Acqua
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La Figlia Dell’Acqua

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-Pronti alla partenza…

Una piccola creatura avanzò davanti a lui tenendo una bandiera.

Cinque.

Quattro.

Tre.

Due.

Uno.

Il rombo di decine di motori furiosi riempì l’atmosfera mentre il centinaio di concorrenti partì rombando sotto gli urli del pubblico in delirio.

- Che la corsa cominci!

2

La competizione favorisce l’individualismo? Perché se essa riposa su una messa in concorrenza con degli avversari, essa si appoggia anche sul sostegno degli alleati. Chi può vantarsi di avere un giorno vinto da solo? Allenatori, Compagni, quelli che contribuiscono a un successo sono eminentemente più numerosi di quelli che si oppongono. La competizione non favorisce quindi la cooperazione più che l’individualismo?

NejimPalador, La prova

La partenza fu più delicata del previsto. Joan aveva dato un grande colpo di acceleratore alla partenza, ma Naëli aveva paura che non fosse sufficiente per prendere un distacco. Contavano sulla piccola taglia del Lupo di Mare per anticipare i concorrenti più pesanti e più grossi fin dai primi istanti di corsa. Dato che, effettivamente, erano tra i più piccoli. Intorno a loro non c’erano grossi apparecchi e imponenti macchine.

Tuttavia, dato che niente andava come previsto, questi concorrenti potenti mettevano loro i bastoni tra le ruote ed essi faticavano a mettere della distanza tra loro e i più massicci. Si ritrovarono presto intrappolati tra veicoli più grandi e Joan dovette giocare d’astuzia per infilarsi tra le loro ruote. Perlomeno, la moto aveva il vantaggio di poter sgattaiolare dappertutto.

Naëli urlò più volte vedendo dei veicoli avvicinarsi pericolosamente, pronti a schiacciarli senza farsi scrupoli. Erano ad un soffio dal ritrovarsi nel bel mezzo d’ un incidente che sarebbe stato fatale per entrambi.

La polvere sollevata dai concorrenti non le lasciava più scorgere né gli spalti né il resto della città .Non aveva avuto il tempo di salutare suo padre.

Nonostante tutte le sessioni di allenamento che aveva fatto con Joan, Naëli era pietrificata… e non gli apportava alcun aiuto.

-Attenzione! Urlò vedendo all’ultimo momento una lunga macchina sbandare e piombare su di loro, a due dita dalla collisione.

Naëli chiuse gli occhi.

Joan schiacciò potentemente il freno sterzando a sinistra, in una sbandata memorabile. Il Lupo di mare rischiò di scappargli, ma lui ne recuperò il controllo in extremis.

Quando la giovane ragazza aprì gli occhi, il loro veicolo valoroso si allontanava dalla massa di partecipanti, liberato finalmente dalla pressione di quelli che venivano chiamati “mezzi pesanti”.

Sospirò impercettibilmente sotto i rombi del motore, sollevata. L’adrenalina scese, e le folli palpitazioni del suo cuore si calmarono mentre si allontanavano dagli altri.

Gettò un'occhiataindietro. I concorrenti più grossi conducevano una battaglia senza pietà per prendere la testa del plotone.

Selvaggiamente.

E senza pietà.

Poteva scorgere in fondo una nuvola di fumo che saliva in pennacchi verso il cielo chiaro del giorno.

Sicuramente uno scontro tra due concorrenti che era finito male.

La corsa si fermava lì per loro.

Di già!

Provò pietà per gli infortunati. Era triste finire così a qualche metro dalla linea di partenza. Sperava solo che le ferite riportate fossero minime. Se fossero stati perseveranti, avrebbero ancora potuto ricongiungersi al gruppo con un veicolo di ricambio. Ma ne dubitava…

Un brivido la colse immaginando quello che sarebbe potuto succedere se fossero stati schiacciati in quel modo da un mezzo pesante.

Preferì non pensarci. E inoltre, aveva fiducia nelle capacità di Joan.

Riportò il suo sguardo davanti a lei.

Intorno a loro, un certo numero di concorrenti, per la maggior parte più piccoli o più aereodinamici, si disputava la testa della corsa, ma restando ad una distanza ragionevole gli uni dagli altri. Avevano tutti capito che il loro interesse era piuttosto di differenziarsi per la velocità che di dedicarsi a una battaglia per il dominio della corsa. Anche se qualcuno descriveva delle sbandate inquietanti per destabilizzare gli altri concorrenti e spingerli a commettere un errore fatale. Un enorme due ruote con la testa di dinosauro sbarrò loro la strada per qualche secondo, spingendo Joan a sterzare verso il bordo della pista.

Che si avvicinò pericolosamente.

-Euh Joan? Si preoccupò Naëli. Ci schiantiamo contro i gradoni così!

Non rispose. La potente moto davanti a loro accentuò ancora il suo movimento. Il limite della strada era ormai a qualche metro. Se non avessero rallentato subito, si sarebbero schiantati contro i maestosi edifici d’ Ys. Scosse il vestito del suo amico con un gesto di paura.

E di colpo, la pista scomparve da sotto le loro ruote.

Il Lupo di mare scomparve.

Naëli ebbe un conato e si attaccò talmente forte al suo amico che per poco non gli frantumò le ossa. Ma lui non batté ciglio. Invece, si piegò per prendere velocità.

Il bolide si era infilato in una piccola depressione che portava ad un livello inferiore – così piccola che Naëli non l’aveva neanche vista. Ma Joan si. Si buttò a tutta velocità verso un pendio che rimontava sulla strada non troppo lontana da loro. Divorò la salita in pochi secondi, prima di riemergere giusto a fianco della moto che li aveva spinti fuori strada pochi secondi prima.

Le ruote del Lupo di mare si staccarono dal suolo.

Durante pochi istanti, Naëli si sentì volare. Osservò il loro avversario aggressivo passare sotto ai loro piedi lentamente, come se il tempo avesse rallentato l’attimo del loro salto. Uno dei suoi occupanti gettò loro uno sguardo stupefatto.

Poi le leggi della gravità ripresero il sopravvento. Il Lupo di mare si abbatté con rumore sui ciottoli, mettendo a dura prova le sospensioni e togliendo il fiato ai due amici. Delle stelle danzarono davanti agli occhi di Naëli.

Quando riprese i sensi, sentì un urlo soffocato dietro di lei. Era il veicolo-dinosauro che aveva dovuto girare per schivarli e non aveva potuto evitare di scontrarsi contro un grande edificio in vetro. Quest’ultimo si sfracellò al suo passaggio. Naëli osservò poi con stupore un cerchione rimbalzare, una placca della carrozzeria staccarsi prima che il veicolo sfuggisse di mano e andasse a incastrarsi in una torre vacillante.

Alzò le spalle.

Peggio per loro.

Avevano ricevuto quello che meritavano, giocando con il fuoco.

Era stupefatta dal proprio distacco. Normalmente, era una persona molto emotiva. Ma non poteva preoccuparsi per ogni partecipante. Era una competizione dopo tutto.

E ci dovevano per forza essere dei perdenti

. . .

Il grande viale si allargava ancora. Naëli aveva appreso da suo padre che si chiamava Via Reale, perché era percorsa da tutti i dignitari in visita a Ys affinché scoprissero la città. Una facciata per riempirsi gli occhi prima di entrare nel vivo delle negoziazioni. Portava direttamente al porto d’Ys, dall’altra parte dell’isola, decorato con quel tappeto rosso che non finiva più.

Un altro due ruote li seguiva da vicino e prese un po’ di velocità per portarsi alla loro altezza. Assomigliava in tutto e per tutto al Lupo di mare, ma era un po’ più grosso, e con un’effigie di una pantera sul davanti.

Era l’Oncia di Ebano che completava la squadra di Joan e Naëli.

-E’ andato tutto bene, gridò loro Joan cercando di coprire i rumori dei motori.

I due personaggi seduti sul bolide inclinarono la testa. La ragazza seduta davanti sorrise attraverso le sue mèches rosso fuoco e sollevò il pollice.

-Senza problemi!

Poi scoppiò a ridere e spinse sull’acceleratore, evitando per poco di ribaltare il suo povero compagno.

Naëli credette di sentire Joan lamentarsi e si mise a ridere, liberata dalla pressione dell’inizio della prova. Il sole brillava alto nel cielo, tutto andava bene.

Ora la corsa poteva veramente cominciare!

3

Tra le città più belle del mondo, si può citare La Gantja, su Hoz, la celebre Midellan de Sarmajor, città dell’arte e degli sport, Okelekey nel cuore di Kelebetokey, e sicuramente Ys l’eterna, gioiello tra i gioielli, che illumina i Sette Principati con il suo bagliore fantastico. Ricca, ma costruita con gusto, è la gemma dell’architettura moderna che riesce a mettere insieme la modernità dell’industrializzazione e la tradizione della sua estetica.

Antoni Fergus, All’ora dell’industrializzazione

La prima tappa della Coppa era lunga. Si trattava di attraversare prima Ys in lungo e in largo, poi di navigare attraverso il Golfo del crepuscolo verso ovest per raggiungere l’isola di Sarkoth alla sera.

Cosa non facile, perché se il mare del Golfo del crepuscolo fosse stato calmo, la lotta tra i partecipanti sarebbe stata ancora più violenta. Dunque era meglio tenersi lontani dagli altri durante la traversata.

Insomma, questa tappa era metà terrena e metà marittima, cosa che la rendeva straordinaria dato che non ne esistevano altre così miste.

Il Lupo di mare e L’Oncia di Ebano arrivarono in vista delle banchine, tallonando da vicino i primi concorrenti. Il porto d’Ys era il più grande dei Sette Principati e i pontili di legno sembravano accumularsi all’infinito. Joan deviò a sinistra in direzione del bacino da diporto, eccezionalmente lasciato libero dai suoi occupanti per lasciare posto alle imbarcazioni dei partecipanti alla Coppa. Dall’altra parte, il porto commerciale lavorava a pieno ritmo come al solito, vera e propria piattaforma di scambio tra Sarkoth e gli altri arcipelaghi. Immense navi cargo andavano e venivano nervosamente secondo il volere della sirena d’ingresso.

Quest’abbondanza di attività evocava una fabbrica colossale risuonante di un’ attività continua.

Sotto gli occhiali da moto, Naëli sgranò gli occhi. Erano arrivati il giorno prima ed erano sbarcati in fretta in una piccola insenatura a nord dell’isola prima di raggiungere i loro quartieri, senza aver avuto il tempo di vedere altro. Erano comunque troppo concentrati sulla corsa per prendersi il tempo di passeggiare. Scoprire la città sotto questo angolo, e in questo contesto era terribilmente eccitante. Niente a che vedere con Elione, la sua isola natale a Sarmajor, dove non riusciva a immaginare la vita quotidiana di una grande metropoli.

Davanti a lei, gli altri partecipanti raggiungevano uno ad uno le loro navi, sotto lo sguardo corrucciato di Joan che cercava con gli occhi la loro imbarcazione.

-Che la peste colpisca gli organizzatori! Cosa ci hanno ricavato dal metterci così lontano?

Effettivamente, il loro veliero sguazzava tranquillamente in fondo al porto, e il cammino per raggiungerlo era il più lungo. Era ingiusto, i concorrenti piazzati direttamente in fondo alla Via Reale potevano raggiungere le loro navi più velocemente, ma era così. I posti migliori per i concorrenti migliori dell’anno passato.

Poco importava.

Naëli aveva fiducia. Le loro performances avrebbero assicurato loro di prendere rapidamente una posizione vantaggiosa. Anche se sapeva che Joan era costantemente cosciente della situazione, gli ricordò comunque:

-Sai bene che non siamo una squadra conosciuta. Siamo dei novellini, e non danno i posti migliori ai novellini. Dai, ci siamo quasi, aggiunse per distenderlo, piena di entusiasmo.

Il ragazzo borbottò una frase della quale non recepì neanche una parola e rallentò mentre si avvicinavano al loro vascello.

Era una splendida barca di una decina di metri, fatta per la velocità ma che offriva comunque un corretto confort. Modesta, ma efficace. La sua prua si incurvava elegantemente per lasciar apparire la testa di uno storione saggiamente scolpito. Il colore blu notte che ricopriva l’insieme del veliero era punteggiato da una miriade di paillettes argentate, che evocavano con una somiglianza inquietante le centinaia di costellazioni che componevano il cielo durante le notti più chiare. Il corpo dell’imbarcazione si allargava leggermente prima di restringersi di nuovo a poppa, che si elevava fino a una piccola piattaforma dove si trovava il timone.

Da lassù, Molly faceva dei grandi segni incitandoli a sbrigarsi. Era il timoniere, il quinto e ultimo membro della squadra degli Esploratori. Joan sollevò con un balzo il Lupo di mare sul pontile di accesso e fermò i motori una volta sul ponte della nave. L’Oncia di ebano, che li seguiva da vicino, si fermò giusto dietro di loro.

Naëli mise piede a terra e si tolse i suoi occhiali con sollievo.

-Benvenuti a bordo dello Storione! Esclamò Molly. Non è il momento di prendere fiato! Ai vostri posti, ciurma!

Naëli trattenne le risate. La donna anziana si comportava sempre in modo autoritario, come se conducesse la squadra, ma, in realtà, lo faceva per stimolare la loro motivazione. E una figura autoritaria non poteva che rinforzare l’efficacia a bordo.

Così, si affrettò a raggiungerla sul retro della nave.

Naëli si era inserita nel gruppo grazie ai solidi legami di amicizia che aveva con Joan, ma anche perché possedeva un dono prezioso nel contesto della corsa: poteva padroneggiare l’acqua in tutte le sue forme, usando un’antica magia in via di estinzione. Ignorava completamente l’origine di questo potere; sentiva solamente una potente affinità con l’elemento acquoso e aveva sviluppato da sola delle capacità sovrannaturali stupefacenti.

Si rivelava quindi una preziosa risorsa in acqua.

Joan era sempre stato impressionato dai suoi poteri, e quando aveva annunciato la sua intenzione a partecipare alla corsa, le aveva chiesto il suo aiuto. Troppo lusingata per rifiutare, glielo aveva offerto di buon cuore, anche se era lontana dall’ immaginarsi quello che la aspettava. Comunque, amava troppo Joan per lasciargli vivere questa avventura senza di lei.

-Sayan, metti in moto! Gridò Molly alla ragazza dalla pelle di ebano che era saltata velocemente giù dall’ Oncia di ebano. Lei corse immediatamente nella cabina a poppa della nave per raggiungere la caldaia, dove un ingegnoso dispositivo creato dalle sue dita fatate permetteva di accendere i motori dell’imbarcazione.

Qualche secondo dopo, lo Storione stellato si metteva in moto mentre Joan ritirava il ponte di accesso.

-Yadriel, che visibilità? Chiese l’anziana.

Il passeggero dell’Oncia di ebano si piazzò a poppa e le rispose:

-Due grandi navi a tribordo lasciano il porto nel nostro stesso momento, ma nessuno a babordo!

Sarebbe stato stupefacente che altri concorrenti fossero a babordo. Erano piazzati talmente lontano dal porto che non rimanevano che due barche dietro di loro, e i loro occupanti non erano ancora arrivati.

Naëli posò lo sguardo sul ponte dello Storione.

Joan, Sayan, Yadriel e Molly.

Con lei, formavano la squadra degli Esploratori. La squadra numero ventisette. Sentì il suo cuore gonfiarsi con fierezza.

Tutti loro eccellevano nel proprio campo, e lei non si preoccupava del seguito della corsa. Insieme, sarebbero andati lontano.

Una grande barca triangolare simile a una razza di acqua dolce avanzava a tribordo, fianco a fianco con un grande galeone riccamente decorato. Erano così vicini che la collisione era inevitabile. Ma di colpo, la nave-razza sprofondò sotto la superficie dell’acqua e scomparve dal loro campo visivo, completamente immersa.

-Maledetto, disse Molly con un’aria impressionata. La Razza che danza è sempre attenta. Durante le corse precedenti, ha sempre realizzato un buon punteggio. Naëli soffocò un sospiro sollevato.

Un attimo dopo, ricominciò ad angosciarsi.

Una giunca piuttosto imponente a babordo li raggiungeva a grande velocità. Era partita proprio dopo di loro, e contava su una maggiore potenza meccanica.

Molly soffocò un’imprecazione e strizzò gli occhi verso l’ingresso del porto.