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Abigail Strega Per Caso
Abigail Strega Per Caso
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Abigail Strega Per Caso

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«Già, l’ora del duello. Credi che i miei genitori mi lasceranno uscire a mezzanotte?»

«È vero. C’è anche questo problema ma non preoccuparti, ti teletrasporterò.»

«Teletrasportarmi? Puoi farlo?»

«Tutti i folletti possono farlo quando sono nelle loro vere sembianze. E sono in grado di portare una persona con loro. Solo quando assumiamo sembianze umane non possiamo usare la magia.»

«Qual è il piano, allora?»

«Ritornerò alle mie dimensioni normali da folletto e mi sistemerò nel tuo zainetto. Verrò a casa con te e intanto ti insegnerò le formule che puoi usare. Poi quando sarà l’ora ci teletrasporteremo nel cortile della scuola.»

Ken si sedette sul tavolo e cominciò a rimpicciolire fino a raggiungere i suoi venti centimetri scarsi, dopodiché si infilò nello zainetto che Abigail gli aveva messo accanto.

Intanto anche Rachel e Rudolph stavano discutendo.

«Davvero hai sfidato quella ragazzina a un duello magico?» chiese Rudolph.

«Sì, ora che ho trovato la mia preda non me la lascerò sfuggire.»

«Ma è solo una ragazzina, non conosce ancora bene la magia.»

«Vedrò di non farle troppo male. Del resto io voglio solo i guanti, se me li darà spontaneamente posso anche rinunciare al duello. Ma ho notato che è molto sveglia e impara in fretta, sono sicura che Ken l’avrà preparata per bene per stanotte.»

«Verrò anch’io stanotte.»

«Vieni pure, così ti godrai un bello spettacolo.»

Fu così che si giunse alfine alla resa dei conti e i contendenti si preparavano allo scontro in maniera diversa: Rachel che pregustava già la vittoria e Abigail che non perdeva una parola di Ken e

prendeva un sacco di appunti per memorizzare meglio le formule da battaglia. Ken spiegò anche che ad ogni formula si formava un dardo magico luminoso che partiva dal dito indice dei contendenti e doveva essere scagliato contro l’avversario che cercherà di schivarlo perché se viene colpito verrà trasformato in qualcosa temporaneamente, per circa un’ora.

«In che cosa, esattamente?» chiese Abigail.

«Qui nessuno può dirlo, come hai notato le formule magiche da battaglia sono formate da settanta monosillabi che vanno combinati tre a tre. Le combinazioni possibili sono oltre trecentomila.»

«Se Rachel schiva il colpo e io colpisco qualcos’altro si trasforma anche quello?»

«Sì, ma il dardo perde potenza allontanandosi, se non incontra un ostacolo da trasformare si esaurisce. E più l’ostacolo è lontano, meno la trasformazione dura. Adesso però è ora di andare all’appuntamento.»

Abigail diede un’occhiata all’orologio e vide che segnava le 23,50. Prese Ken delicatamente e se lo mise sulla testa secondo le sue istruzioni, appena si fu sistemato Ken allargò le braccia e si mise a recitare frasi incomprensibili mentre un alone luminoso cominciò ad avvolgerli.

Intanto Rachel e Rudolph erano già sul posto e attendevano gli avversari.

«Te lo ripeto, Rachel, è una ragazzina: i suoi genitori non la lasceranno uscire a quest’ora.»

«Non sottovalutare Ken, sono sicura che in un modo o nell’altro saranno qui.»

Appena Rachel ebbe finito di dire così videro materializzarsi una macchia luminosa che quando si affievolì mostrò loro Abigail con in testa Ken.

Abigail prese Ken e lo posò a terra in modo di potergli permettere di tornare a dimensioni umane.

Intanto cominciava a nevicare.

«Ci mancava la neve, adesso.» sbuffò Rachel «Comunque, carina, se mi dai subito i guanti ti faccio tornare a casa sana e salva e io me ne andrò subito da qui.»

«Niente da fare, Rachel, conosco le tue intenzioni e non intendo darteli.» rispose Abigail.

«Come vuoi. Ti avevo offerto la possibilità di salvarti, che il duello abbia inizio.»

Le ragazze si misero in posizione mentre Ken e Rudolph controllavano a distanza.

«A te il primo colpo, carina.» disse Rachel.

«Tron kar dut!» esclamò Abigail, ma Rachel fu svelta a schivare il… pollo arrosto.

«Dhon kan katt! » Stavolta fu Abigail a schivare la torta che finì in faccia a Ken.

«Pil thor duv!» e Rachel se la vide davvero brutta con una lancia zulù che le passò vicino all’orecchio.

«Van zer tol!» Ma Abigail evitò il pallone da basket che però fini nelle parti basse di Rudolph.

«C’è qualcosa che non quadra.»disse Ken a Rudolph.

«Cosa?»

«I dardi magici dovrebbero trasformare gli ostacoli che incontrano, eppure ci sono delle trasformazioni prima che raggiungano un bersaglio.»

«È vero. Un momento, forse ho capito: la neve!»

«La neve?»

«Sì, i fiocchi di neve sono dei cristalli di ghiaccio e quindi sono solidi. I dardi magici li considerano ostacoli.»

«E li trasformano. Sono state fortunate finora che le trasformazioni sono state piccole, a parte la lancia zulù naturalmente.»

Ken e Rudolph vennero distratti dalla loro discussione dalle grida delle ragazze. Si voltarono e videro i due dardi magici a mezz’aria che si stavano compenetrando l’un l’altro. Anche le ragazze li guardavano allibite.

«Non è possibile!» esclamò Ken.

«Cosa non è possibile?» chiese Rudolph.

«Che i dardi si siano centrati l’un l’altro proprio al centro delle loro punte, una probabilità su cento miliardi.»

«E allora cosa succede?» chiese Abigail.

Le ragazze, affascinate e allo stesso tempo spaventate, avevano interrotto le ostilità.

«Non so, non è mai successo finora. Stiamo a vedere.»

I quattro osservavano i due dardi accorciarsi alle estremità e gonfiarsi al centro dove la luminosità spariva gradatamente e quando l’oscurità si avvicinò al terreno cominciò a risucchiare la neve e le foglie.

«Mondo troll!» esclamò Ken «Ma quello è un buco nero! Avete creato un maledetto buco nero.»

«Un buco nero, dici?» ribatté Rudolph «In effetti può essere: l’energia positiva e quella negativa si annullano a vicenda. Vado a dargli un’occhiata più da vicino.»

«Potrebbe essere pericoloso.»

«Starò attento e poi è piccolo, non credo che mi possa risucchiare.»

«È piccolo per il momento, ma a me sembra che si ingrossi sempre più.»

Rudolph, con la tipica curiosità dello studioso, si avvicinò al buco nero che, come aveva notato Ken, si era ingrossato.

«Però, sembra di stare davanti a un gigantesco aspirapolvere… EHI!!»

«Cosa succede, Rudolph?» chiese Ken.

«Non riesco più ad allontanarmi, mi sta trascinando dentro, AIUTATEMI!»

Ken capì la gravità della situazione e si rivolse alle ragazze:

«Dobbiamo aiutarlo o verrà risucchiato.»

«Dici davvero, Ken?» chiese Abigail.

«Sì, il buco nero si allarga sempre più, se non lo distruggiamo inghiottirà l’intero pianeta e poi il Sistema Solare.»

«Cosa possiamo fare?» chiese Rachel, per la prima volta con aria preoccupata.

«Dobbiamo unire i nostri poteri, solo così potremo salvare Rudolph e la Terra.»

«E come si fa?» chiese ancora Abigail.

«Mettete un vostro braccio sotto il mio e avviciniamoci così a Rudolph, poi quando gli saremo vicini voi allungate le vostre mani in modo che lui possa afferrarle.»

Abigail e Rachel fecero come aveva detto Ken. Appena furono abbastanza vicini a Rudolph, Abigail gridò:

«Prendi le nostre mani»


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