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Sangue Che Crea Dipendenza
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Sangue Che Crea Dipendenza

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“No.” borbottò Kane “Tu sei un esibizionista e un ladro di sandwich.”.

“Allora preparane un altro.” disse Michael, guardando quello che aveva in mano. “È proprio buono.”.

Kane era contento che Michael si stesse nutrendo di qualcos’altro oltre al sangue di demone. Per un attimo pensò di tornare a vivere lì con Tabatha, ma poi scartò subito l’idea. Trasferendosi lì, avrebbero finito per interferire con le strane abitudini sessuali di Michael e Aurora.

Scrappy si sedette a terra tra i due, guardando prima uno e poi l’altro. Quando si stancò di essere ignorato, abbaiò. Stavano mangiando e ne voleva un po’ anche lui.

Kane guardò Scrappy “Vuoi un po’ di roastbeef, eh?”.

Il cagnolino girò su se stesso reggendosi sulle zampe posteriori, con uno sguardo implorante.

“Tieni.” disse Kane, facendone cadere a terra quattro belle fette che Scrappy cominciò subito a divorare.

Michael aveva appena finito di mangiare quando sentì le risatine di Aurora provenire dalla biblioteca. Chiuse gli occhi soddisfatto. Il suono delle sue risate era proprio ciò che gli ci voleva, in quella casa fredda e vuota.

“Andiamo a dare un’occhiata?” chiese Kane, non avendo bisogno di leggere la mente di Michael per sapere a cosa stava pensando. Sogghignò quando suo fratello si alzò senza rispondere e si diresse verso la porta.

Tornarono nella biblioteca e si fermarono sulla soglia quando videro un’aura che circondava i due Caduti, seduti a terra uno di fronte all’altra. In mezzo a loro c’era un libro sospeso in aria ed entrambi lo stavano toccando con gli occhi chiusi. Il viso di Skye non era visibile da quella prospettiva, mentre Aurora sorrideva e cambiava espressione come se stesse guardando un film.

Kane si appoggiò al muro mentre Michael rimase lì, incantato da ciò che stava vedendo. La luce brillante si ritrasse lentamente verso la punta delle loro dita e il libro si posò a terra.

Aurora, ancora meravigliata, aprì gli occhi per guardare Skye. “Ma l’ha lasciata lì, alla finestra.” gli disse, sentendosi felice e confusa allo stesso tempo. “Non sentiranno la mancanza l’uno dell’altra?”, poi afferrò il libro e lo abbracciò come se fosse dispiaciuta per i protagonisti.

“Sai già leggere?” chiese Michael, non credendo ai propri occhi.

“Diciamo che abbiamo usato un trucco.” rispose Skye con un sorriso. “Ma, per essere sicuro che lei acquisisse il controllo, abbiamo iniziato con alcune fiabe. Come tutte le bambine... quelle Disney sembrano essere le sue preferite.”.

Michael si avvicinò ad Aurora e si accovacciò dietro di lei per guardare il libro. Sorrise quando vide di quale libro si trattava.

“Peter Pan. È sempre stato uno dei miei preferiti.” disse, realizzando che, probabilmente, lei era dispiaciuta per il ragazzino.

Aurora gli sorrise e gli diede un bacio sulla guancia “Grazie per averci permesso di venire qui e leggere i tuoi libri.”.

Michael stava per rispondere quando Kane comparve accanto a lui, facendo capolino da dietro l’altra spalla di Aurora. Michael si accigliò, chiedendosi che avesse intenzione di fare suo fratello.

“È la copia che ti ho comprato a Londra?” chiese Kane piegando la testa di lato.

“Sì, è quella.” rispose Michael. “Adesso togliti da dosso a lei, grazie.”.

“Oh è tutto ok... nessun problema.” disse Aurora. “Gli devo ancora un favore per averlo buttato giù dalle scale.”.

Skye si accigliò, non conosceva ancora quella storia; si piegò all’indietro reggendosi sulle mani e cercò di immaginare Aurora che colpiva il Dio del Sole biondo, che era così potente da aprire i portali per il regno dei demoni.

“Non preoccuparti, tesoro.” le disse Kane gentilmente. “Alla fine Michael si accorgerà che lo sto provocando apposta e minaccerà di uccidermi mentre m’insegue per la casa con una delle sue grosse spade.”.

Kane aveva appena finito di parlare quando la punta di una spada gli apparve sotto il mento. Alzò un sopracciglio e si raddrizzò lentamente, guardando Michael. I due si fissarono a vicenda per un attimo, poi Kane allontanò bruscamente la spada e corse fuori dalla stanza.

“Torna qui!” gridò Michael.

“No!” gridò Kane in risposta. “Tu mi farai del male e io sono un tipo delicato.”.

Aurora e Skye rimasero ad ascoltare i rumori di passi che si spostavano al piano di sopra, poi udirono altri rumori. Si guardarono a vicenda e scoppiarono a ridere.

“Quei due sono più divertenti di quanto pensassi.” ammise Skye. Quando erano arrivati in quella casa non sapeva davvero cosa aspettarsi. “Scegli il prossimo.” le disse, indicando la pila di libri.

Aurora li osservò e alla fine ne scelse uno con un castello sulla copertina. Presa dalla curiosità, iniziò a sfogliare le pagine alla ricerca delle immagini. Si accigliò quando non ne trovò nessuna e richiuse subito il libro, sibilando quando si tagliò con la carta per il movimento brusco.

“Ahi.”. Si accigliò di nuovo, ricordando i tagli che si procurava da bambina con i fili d’erba. La stupiva sempre come una ferita così piccola potesse fare così male.

Skye sogghignò quando lei si guardò il dito ferito con un’espressione imbronciata. “Sai, le immagini che vedi nella tua mente sono molto meglio di qualsiasi illustrazione che troveresti tra le pagine.”.

Al piano di sopra, Kane era inchiodato al muro mentre lottava con Michael. Pensò di aver sbagliato a crederlo nei guai, sembrava giocherellone come al solito.

“Sei un tipo delicato, eh?” lo derise Michael.

“Ma posso comunque prenderti a calci nel culo fino alla settimana prossima.” ribatté Kane con impertinenza.

Michael sorrise e lo lasciò andare, facendolo scivolare a terra. Si guardarono a vicenda mentre lui poggiava i piedi a terra. Iniziarono a ridere perché nessuno dei due si era reso conto che Michael aveva tenuto Kane sollevato da terra.

Kane stava per alzarsi quando sentì un odore stuzzicante. Si accigliò quando notò che il color ametista degli occhi di Michael fu sopraffatto dal nero. Lo vide inspirare profondamente e poi guardarsi indietro, verso le scale.

Michael deglutì quando sentì l’odore del sangue di Aurora. Era una piccola quantità ma abbastanza da riaccendere con forza la sete che aveva dimenticato momentaneamente. In un baleno, uscì nel corridoio e scomparve dalla vista di suo fratello.

Il viso di Kane perse ogni traccia di divertimento e umorismo. L’unica volta che aveva visto degli occhi così neri era stato quando aveva guardato in quelli di un demone.

“Ok... non è un buon segno.” disse, uscendo anche lui nel corridoio.

Con altrettanta rapidità, seguì Michael al piano di sotto. Non ci voleva uno scienziato per capire cos’era quell’odore e da dove proveniva. Entrò nella biblioteca appena in tempo per vedere Michael inginocchiarsi accanto ad Aurora, prendendole la mano tra le sue.

Aurora trasalì quando Michael le apparve accanto all’improvviso, prendendole la mano. Il gesto interruppe la loro concentrazione e lei si chiese cosa stesse facendo, poi lui le sollevò la mano per esaminare il taglio che si era procurata con la pagina. Fuoriuscì una goccia di sangue e Aurora immaginò che forse lui non voleva far macchiare il libro.

Guardandolo negli occhi, fu sorpresa di vedere il suo splendente color ametista ridotto a piccole chiazze, sparse in un mare di oscurità. “Michael?” sussurrò, sapendo che c’era qualcosa che non andava in lui.

Tutti i movimenti cessarono quando lui si portò lentamente il dito ferito alle labbra e lo baciò. Poi, incapace di resistere alla tentazione, si mise la punta del dito in bocca e iniziò a succhiarla sensualmente. Voleva assaporarla ancora, dunque lasciò che i propri denti sfiorassero la ferita.

Aurora sussultò quando sentì il calore iniziare a strisciarle lungo il corpo, andando ad annidarsi tra le sue gambe. Sussultò per la sensazione di quella lingua che si sfregava eroticamente sul proprio dito, poi si morse il labbro quando i denti aguzzi sfiorarono la ferita, provando dolore e sollievo allo stesso tempo.

Skye rimase fermo a guardare il Dio del Sole con estasi. Il legame tra lui e Aurora non era spezzato del tutto, perciò provava inavvertitamente una parte di ciò che lei stava provando... ed era meraviglioso. Cercò di fare respiri profondi per nascondere la respirazione affannosa.

Michael chiuse gli occhi e assaporò la piccola ondata di potere, finché essa non si trasformò in uno schiacciante desiderio di prosciugare altri demoni. Sentendo un silenzio assordante, alzò lo sguardo e vide Kane che lo osservava attentamente dalla soglia della porta. Imprecò mentalmente, sapendo di essersi appena tradito davanti al suo perspicace fratello.

Kane sapeva che Michael non era in sé, ma quella era proprio una cosa assurda. Nel momento in cui i loro sguardi s’incrociarono, vide la sete di Michael come se fosse qualcosa di tangibile, di contagioso... che crea dipendenza. Suo fratello aveva prosciugato ben più di un demone e gli aveva mentito a riguardo.

La sua mente cercava delle risposte e, all’improvviso, capì perché Michael beveva sangue demoniaco. Se poche gocce di sangue di Caduto provocavano una tale reazione... figuriamoci prosciugare un demone, cioè una creatura generata dai Caduti.

Kane spostò lo sguardo su Aurora, notando il rossore sulle sue guance e il respiro divenuto irregolare. Era eccitata per la sensazione delle labbra di Michael sulla pelle e non capiva che, se lui avesse perso il controllo, le cose sarebbero diventate molto pericolose. Lei non aveva colpe, aveva scatenato la strana dipendenza di Michael senza volerlo.

‘Ecco un’altra prova che l’amore è cieco.’ pensò Kane tra sé.

Il pavimento vibrò sotto i suoi piedi ma non vi prestò attenzione, finché non vide un libro che iniziava a tremare su uno scaffale. Guardandosi intorno, ne vide altri che iniziavano a fare la stessa cosa. Allungò una mano per rimettere a posto il libro più vicino, poi vide la lampada sul tavolino accanto a Michael che iniziava a scivolare verso il bordo.

“Michael.” il sussurro Kane riecheggiò forte nel silenzio della stanza.

Michael percepì l’avvertimento nella voce di Kane e si scostò da Aurora, rendendosi conto di ciò che stava facendo. Ritraendosi dalla ferita, posò un lieve bacio sulla punta del dito e si sforzò per allontanarsi con calma.

“Devi stare attenta, a volte le pagine di questi vecchi libri sono taglienti.” le disse sorridendo, distraendola così da quello che aveva appena fatto.

Aurora ritrasse lentamente la mano e la strinse, sentendo ancora il calore di quelle labbra sulla pelle. Si portò la mano al petto e, con l’altra, schermò in modo protettivo quella meravigliosa sensazione, poi fece un cenno a Michael con un’espressione radiosa.

“Prometto di stare attenta.” gli disse timidamente, e Skye annuì. Nessuno dei due aveva notato le vibrazioni nella stanza perché la loro attenzione era fissa sul bacio sensuale di Michael.

Con grande sollievo di Kane, le vibrazioni cessarono all’istante e la lampada si fermò ad un paio di centimetri dal bordo.

“Aurora, Skye, tornate pure alla vostra lettura. Noi andiamo a perlustrare la zona in cerca di qualsiasi cosa che possa costituire un pericolo per gli umani.” dichiarò Kane, pregando che Michael cogliesse il suggerimento e andasse con lui. “E poi, restando qui, saremmo solo una distrazione.”.

“Direi.” Skye spalancò gli occhi, rendendosi conto di averlo detto ad alta voce. Sorrise quando Aurora ridacchiò.

Michael maledisse se stesso e concluse che Kane aveva ragione... uscire da quella stanza era la cosa migliore da fare, per ora. D’altra parte, però, essere seguito da Kane non lo entusiasmava molto, era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.

Voltandosi verso di lui, gli sorrise e disse “Tu vai verso est, io vado a ovest.”.

Passò accanto a Kane con l’intenzione di fare esattamente come aveva appena detto e si augurò che i demoni fossero abbastanza stupidi da trovarsi nei paraggi. Era appena uscito sul portico quando Kane lo raggiunse e lo afferrò per un braccio, facendolo sobbalzare.

“Che stavi facendo?” gli chiese Kane sibilando. “Era solo un taglietto, non erano necessarie tutte quelle attenzioni.”.

“Stava sanguinando.” ringhiò Michael, come se quella risposta fosse sufficiente... ma non lo era, e lo sapevano entrambi.

Kane lo fissò e ripeté “Sanguinando...”, poi scosse la testa. “Così non va, Michael. Ti comporti come un tossico in cerca della sua prossima dose ed è il sangue di Aurora che ti crea questa dipendenza.” dichiarò Kane con lo sguardo fisso, adesso aveva capito tutto. “Ecco perché prosciughi i demoni. E il loro sangue ti sta facendo qualcosa.” continuò.

Michael, con il viso contorto per la rabbia, si voltò verso Kane, ignaro dei propri occhi che adesso erano di un nero profondo. “Tu uccidi i demoni a modo tuo e io li uccido a modo mio. Lo fanno tutti, hai dimenticato questa maledetta guerra che tu stesso hai iniziato? Smettila di farmi da baby-sitter. Nel caso in cui te ne sia dimenticato, io so badare a me stesso... ci sono riuscito benissimo mentre tu eri sottoterra, e adesso non è diverso.”.

Kane restrinse lo sguardo ma non disse nulla mentre Michael si allontanava dal portico. Poteva ignorare gli insulti, ma di certo non poteva ignorare l’oscurità negli occhi di suo fratello. Quello era il Michael di cui parlava Dean.

Scrappy si sedette ai piedi di Kane e guaì prima di guardarlo.

Kane abbassò lo sguardo verso di lui e sospirò stancamente. “Lo so, lo so... ‘Segui tuo fratello e tienilo d’occhio’. Tu e Syn dovete avere un legame mentale che io ignoro.”.

Non voleva lasciare Aurora e Skye da soli ma se la sarebbero cavata, la casa era ben protetta e, per fortunata, Michael sembrava essersi completamente dimenticato di loro... almeno per ora. Concludendo di avergli dato un vantaggio sufficiente, Kane seguì suo fratello grazie al proprio sangue che gli aveva inoculato pochi giorni prima.

Non gli ci volle molto per raggiungerlo, tuttavia rimase a guardare con discrezione da lontano. Quello che Michael stava facendo era sbagliato... cioè... non l’uccidere i demoni, ma il modo in cui lo faceva. Utilizzava il loro sangue come se fosse una droga e, come accade con tutte le droghe, si valutano gli effetti collaterali per capire se vale la pena assumerle. Finora, gli effetti collaterali non si erano dimostrati tanto buoni.

Kane era accovacciato su un tetto a spiovente e osservava Michael, che aveva rallentato e stava percorrendo il marciapiede vuoto con passo incerto. Sentì una forte presenza alle sue spalle e si alzò in piedi sospirando.

“Devo intervenire?”.

Kane scosse la testa “No pa’, ci penso io.”.

Una risata sommessa riecheggiò “Non vuoi vedere di nuovo Michael morto, vero?”.

“Eh no.” sospirò Kane, guardando dietro di sé. “Gli devo molto.”.

“A volte il risveglio dalla morte aiuta a vedere le cose da un’altra prospettiva.” disse Syn; non avrebbe privato Kane di quel sentimento di redenzione a meno che non fosse stato costretto.

“L’abbiamo sperimentato già due volte.” ribatté Kane. “Salutami mamma.”.

Syn annuì e svanì, lasciando Kane da solo sul tetto. Girandosi di nuovo verso Michael, lo vide arrampicarsi sulla veranda di una vecchia casa fatiscente, accanto ai binari ferroviari. Kane piegò la testa di lato, chiedendosi che intenzioni avesse suo fratello.

Capitolo 5

Michael era in modalità “predatore”, aveva ignorato diversi demoni di basso livello che non erano degni della sua attenzione, poi, all’improvviso, rallentò il passo nei pressi di una vecchia casa. Lì... lo sentiva... un demone con una buona dose di potere era lì dentro, tra il fetore di cadaveri in decomposizione.

Un perfido sorriso gli apparve sul volto. Michael si avvicinò alla porta e bussò educatamente.

Un uomo anziano, con indosso una maglietta macchiata e dei pantaloni sfilacciati, aprì la porta fino alla catena del chiavistello. Squadrò da capo a piedi il tipo ben vestito e disse “Qualunque cosa vendi, io non compro niente.”, poi si portò alla bocca una bottiglia di liquore scadente e sputò in faccia al cosiddetto venditore.

Michael colpì bruscamente la porta con il palmo della mano, spezzando la catena e allungando il braccio verso il demone travestito. Con un movimento fluido lo tirò fuori dalla porta, lanciandolo nel cortile come una bambola di pezza. Kane si accigliò quando l’uomo, che sembrava sull’ottantina, rotolò sull’erba e sbatté contro il tronco di un albero. Quando lo vide crollare a terra, fece per alzarsi in piedi, pensando che Michael avesse perso la testa e commesso un terribile errore.

Si accovacciò di nuovo quando le braccia e le gambe dell’uomo si mossero come quelle di un contorsionista mentre le ossa rotte si raddrizzavano e si rimettevano a posto. Il travestimento si sciolse letteralmente, rivelando un essere che somigliava quasi a un pipistrello umano ma senza ali.

“Vuole farlo in pubblico?” mormorò Kane, sapendo che Michael, di solito, era molto più discreto quando combatteva i demoni.

La creatura sembrava fatta di cuoio consumato, la pelle era tesa e il corpo magro mostrava una struttura muscolare esile ma definita. Il busto sembrava quasi troppo largo perché le gambe lo reggessero, e aveva lunghi artigli neri alle mani e ai piedi. La testa era la parte peggiore, senza capelli né peli, con due lunghe orecchie a punta e un muso simile a quello di un maiale, con due minuscole file di denti aguzzi.

“È arrivato l’uomo pipistrello.” sussurrò Kane e quasi rise per la sua stessa battuta. Sì, era di cattivo gusto... ma era perfetta per l’occasione.

Michael rimase sorpreso quando il demone gli saltò addosso, spingendolo contro il muro con un tonfo sordo. I mattoni si sbriciolarono e lui sorrise sibilando.

“Sei proprio lo spuntino che stavo cercando.” gli disse, sorridendo ancora di più in modo che il demone vedesse i suoi canini.

“Vediamo chi mangerà chi, vampiro.” la voce del demone era piena di presunzione.

Michael lo afferrò per il collo e rotolò lungo il muro, ma dovette lasciare subito la presa quando la bocca del demone si aprì e iniziò a colare un liquido trasparente che gli finì sulla manica della giacca. Il liquido bruciò la stoffa come se fosse acido e Michael si tolse subito la giacca. La gettò via e osservò i grossi buchi che vi si stavano formando.

Poi riportò l’attenzione sul suo avversario e ringhiò, era quella l’intenzione del demone quando aveva iniziato a sputarlo in faccia.

La creatura rise e si scagliò verso di lui all’improvviso, stavolta brandendo i propri artigli affilati. Michael sussultò quando fu ferito a un braccio e sentì un’intensa sensazione di bruciore nel punto in cui era stato graffiato. Afferrando il demone, rotolarono entrambi giù per i gradini e finirono sull’erba, cercando di prendere il controllo l’uno sull’altro.

L’acido del demone gli corrodeva la pelle ma le ferite guarivano con la stessa velocità con cui si formavano. Michael godeva del dolore e del fatto che scegliere i demoni più forti fosse sicuramente un’esperienza istruttiva e molto più divertente che ucciderli in modo veloce.


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