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Sangue Che Crea Dipendenza
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Sangue Che Crea Dipendenza

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Michael sospirò e fece cenno ai Caduti “Benvenuti a casa mia. Vi prego, mettetevi comodi mentre io mi occupo di questa piaga.”. Spinse Kane cercando di liberarsi, ma fu inutile.

Aurora si accigliò, non capendo la battuta “Piaga?”.

Skye scosse la testa e la fece entrare in casa “Non ti preoccupare. Alcuni fratelli sono così. Si prendono in giro a vicenda in modo affettuosamente fastidioso.”.

“Oh.” l’espressione di Aurora s’illuminò e lei sbatté le palpebre. “Come quando io ti supplicavo di portarmi a cavalluccio mentre flirtavi con una donna?”.

“Esatto.” rispose Skye sorridendo “Roba da fratelli, come ti dicevo.”.

Aurora abbassò lo sguardo quando sentì abbaiare e i suoi occhi iniziarono a brillare quando vide un cucciolo che le girava intorno. “Oh, che tenero. Michael, è questo il tuo cucciolo?”.

Kane alzò di scatto la testa dalla spalla di Michael “Scrappy, allora è qui che ti nascondi!”.

Il cagnolino quasi ringhiò come per dire “E dove altro dovrei essere?” e riprese a saltare di nuovo attorno alle gambe di Aurora. Arrendendosi, lei si chinò per prendere in braccio quel cucciolo adorabile. Scrappy iniziò a dimenarsi nel tentativo di leccarle la faccia, guardando Skye di tanto in tanto.

Il Caduto allungò una mano e gli accarezzò la schiena, ammirando la morbidezza della sua pelliccia. “Penso che gli piaci.” le fece l’occhiolino.

“È adorabile.” disse Aurora. “Hai detto che si chiama Scrappy?”.

Kane mise il broncio a Michael quando, alla fine, riuscì a divincolarsi da lui. Poi fece un cenno ad Aurora “Sì, Scrappy è stato con me per un po’ ma ultimamente, per qualche ragione, ha sentito il bisogno di stare con Michael. Forse perché questa casa è così grande che Michael si perderebbe senza di lui.”. Fece quella battuta ricordando i pensieri di Aurora a proposito della solitudine di Michael.

“Non è vero.” ribatté Michael con aria offesa. A volte era irritante avere Kane tra i piedi quando era in vena di fare lo stupido. “Devi sapere che in questo posto ci sono più nascondigli di quanti tu ne abbia mai trovati. E mi ricordo benissimo dove sono, a differenza di te che non ricordi neanche i nomi delle donne con cui sei stato.”.

“E allora che mi dici di quando, per andare in bagno, ti sei perso e hai aperto l’armadio?” gli chiese Kane con un sorrisetto.

“Ero ubriaco.” rispose Michael, lanciandogli un’occhiataccia.

Kane guardò Scrappy con aria accusatoria “Non puoi continuare a tradirmi con un brontolone così lunatico.”. Allungò la mano per prenderlo dalle braccia di Aurora ma si fermò, giurando quasi di aver visto il suo fedele cucciolo guardarlo storto.

Scrappy guardò Kane e ringhiò, mostrando il proprio disaccordo con il suggerimento di stare lontano da Michael e l’intenzione del suo padrone di allontanarlo dal seno arrotondato di quella bella ragazza.

Skye smise di accarezzare Scrappy e ritrasse la mano quando vide i suoi occhi diventare color rosso sangue. Poi fece un passo indietro con un’espressione spaventata e confusa “È un demone?” chiese.

Kane sorrise affettuosamente “No, l’ho trovato in un periodo molto buio della mia vita e... l’ho trasformato per sbaglio. Per quanto ne so, non invecchierà mai e non morirà mai... e sembra piuttosto contento della cosa.”.

“Quindi è imparentato con gli Dei del Sole?” chiese Aurora incuriosita, avendo visto i demoni possedere gli animali più o meno allo stesso modo.

Kane e Michael si guardarono a vicenda con aria pensierosa.

“La cosa avrebbe un senso.” disse Kane scrollando le spalle. “È sempre stato soltanto Scrappy e basta... non l’avevo mai guardato da questa prospettiva.”.

“Qualcuno vuole qualcosa da bere?” chiese Michael, con lo sguardo puntato su Aurora.

Kane alzò la mano “Io vorrei la migliore bevanda alcolica che c’è in casa.”. Michael gli diede una gomitata nelle costole e lui ansimò, poi, reggendosi la parte dolorante, aggiunse “Non fa niente... posso aspettare.”.

Aurora scosse la testa per la loro comicità. “Al momento no... vorrei vedere la tua biblioteca.”.

Michael sorrise per il luccichio nei suoi occhi e le fece un leggero inchino, porgendole la mano “Da questa parte, madame.”.

Quando Aurora prese la mano di Michael, Kane gli si avvicinò dall’altro lato.

“Ci diamo da fare, eh?” gli chiese con un sussurro ironico.

“Sei solo geloso perché tu non hai mai pensato di usare la gentilezza per corteggiare Tabatha.” rispose Michael con un sorriso perfido.

“Era una cosa diversa.” sibilò Kane seguendoli, con Skye che intanto rideva di lui.

“In che modo era diverso?” chiese Michael con finta curiosità.

“Tabatha è il mio capo.” dichiarò Kane con autorità. “Non ho avuto altra scelta che innamorarmi del suo fascino e perseguitarla fino ai confini della Terra.”. Si fermò un attimo e si massaggiò il mento con aria pensierosa “E poi... lei è la mia anima gemella, perciò immagino che essere un eterno servo per la donna più bella e sexy del mondo ne valga la pena.”.

“Touché.” borbottò Michael, concludendo che, a volte, le assurdità di Kane avevano perfettamente senso.

Aurora spalancò gli occhi quando Michael la fece entrare nell’enorme biblioteca. Era una stanza circolare, con grandi finestre tutt’intorno e alti scaffali pieni di libri di qualsiasi forma e dimensione. C’erano anche delle comode poltrone e dei divanetti imbottiti, accompagnati da tavolini finemente intagliati.

“Wow!” sussurrò Skye, dirigendosi verso uno scaffale. Passò le dita sulle copertine mentre leggeva i titoli. Tutti i libri di quella sezione sembravano riguardare le leggi della fisica, andando da Platone ad Albert Einstein e persino alle opere più recenti di Nassim Haramein.

“Qualcosa non va?” chiese Michael quando vide l’espressione sopraffatta sul viso di Aurora.

Lei si guardò intorno, cercando di non farsi intimorire. “Da... da dove comincio?” esclamò, poi sorrise ricordando che Skye aveva detto che, leggendo, il suo comportamento sarebbe diventato meno infantile. Lei aveva replicato dicendogli di non essere una bambina ma, dentro di sé, sapeva che Skye aveva ragione. Alzò il mento, non voleva che Michael la credesse infantile.

“In realtà ho scelto alcune fiabe per farti iniziare, sono le prime cose che gli umani leggono nella loro vita.” disse Michael, poi le si avvicinò come per rivelarle un segreto “È la magia delle fiabe che ci fa innamorare dei libri. Non so quale sarà il metodo d’insegnamento di Skye ma, se lui è riuscito ad imparare così in fretta, immagino che funzionerà anche con te.”.

“Skye, possiamo iniziare con questi.” Aurora sperava che Michael avesse ragione.

Il Caduto si allontanò dallo scaffale e si avvicinò alla pila di libri che Aurora stava indicando. “Sono un buon inizio.” le disse, vedendo alcuni libri che gli piacevano e altri che non aveva ancora letto.

“Fantastico!” disse Kane, strofinandosi le mani. “Io vado a giocare con Michael mentre Aurora inizia le sue lezioni di lettura.”. Afferrò suo fratello per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza, lasciando la porta aperta nel caso in cui Aurora o Skye avessero bisogno di loro.

Sogghignò per la lentezza di Michael e per il modo in cui si guardava indietro con nostalgia. “Avanti, rubacuori, la distrarresti soltanto. Tu vuoi che prenda bei voti, no?”.

Michael girò la testa e finse d guardarlo storto “Io so come comportarmi.”.

“Disse colui che faceva sesso nei tunnel della metropolitana.” ribatté Kane sghignazzando, aveva percepito i desideri di Michael prima ancora che aprisse la porta.

Skye scosse la testa quando Aurora iniziò a sfogliare le pagine di un libro, con gli occhi che le brillavano di curiosità. Si sedette a terra accanto alla pila di libri che Michael aveva preparato e fece un cenno davanti a sé “Vieni qui, occhi di gatto... e porta il libro.”.

Aurora ridacchiò per quelle parole e si sedette di fronte a lui, con le ginocchia che toccavano le sue. Gli porse il libro, ansiosa di iniziare e di vedere in che modo lui le avrebbe insegnato. Ma Skye, invece di prendere il libro, le abbassò le mani per poggiarlo a terra.

“La prima cosa che voglio che tu faccia è sfiorare il libro con le dita.” le disse, sorridendo quando lei obbedì all’istante. “Ora, ricordi cosa facevamo quando io andavo a caccia o in perlustrazione con i ragazzi della tribù, e tu rimanevi al villaggio con le altre ragazze?”.

“Sì.” rispose Aurora con aria complice. Si sporse verso di lui e abbassò la voce come se quello fosse ancora il loro piccolo segreto. “Quando tornavi mi mostravi i tuoi ricordi. Erano così vividi che, ogni volta, mi sembrava di essere venuta con voi... potevo sentire perfino la pioggia sul viso e il profumo dei fiori.”.

Skye annuì “Esatto, ed è proprio così che ti insegnerò a leggere. Ti mostrerò i miei ricordi di come ho imparato a farlo. Libera la tua mente ed entra nella mia.”.

Sorrise quando vide che Aurora aveva già chiuso gli occhi. Skye posò le mani su quelle di lei e lasciò che la propria mente tornasse al passato... in particolare a quando aveva trovato lo scantinato sotto la biblioteca. Sentì Aurora sussultare quando percepì la sua solitudine, ma non poteva nasconderle quel dettaglio.

Era disteso sul vecchio divano polveroso nel seminterrato e, per la noia, aveva iniziato a sfogliare le pagine di uno dei tanti libri illustrati. Il suo sguardo era scattato quando aveva sentito la porta sbattere e poi un rumore di passi. Skye si era subito nascosto nel buio su uno degli scaffali mentre un uomo anziano scendeva con una pila di libri.

Aveva sentito il vecchio borbottare, si lamentava che meravigliose opere classiche venissero nascoste lì come un qualcosa di osceno; poi lo aveva visto appoggiare i libri su una delle tante scatole, tossendo quando una nuvoletta di polvere si sollevò per l’impatto. L’uomo si fermò un momento, poi prese il primo libro della pila e iniziò a leggere ad alta voce.

Skye era rimasto incantato da quelle parole, tanto da lasciare che la propria aura si estendesse e toccasse la mente dell’uomo mentre leggeva. Ascoltando le parole e imparando a destreggiarsi tra le lettere tramite l’intelletto dell’anziano, Skye si era reso conto di avere a disposizione un nuovo, soddisfacente mondo di informazioni.

Quando l’uomo se n’era andato, Skye si era avvicinato alla pila di libri e aveva iniziato ad osservarli meglio. Non erano più le illustrazioni ciò che gli interessava. Ne i giorni successivi aveva imparato a comprendere il contenuto dei libri parola per parola, lasciando semplicemente che la propria aura raggiungesse i libri così come aveva fatto con la mente di quell’uomo.

Le parole volavano nella sua mente come un vento di conoscenza. Più lo faceva, più diventava veloce, finché non fu in grado di leggere un’intera enciclopedia in pochi minuti; finiva sempre con un’opera narrativa per stimolare la propria immaginazione.

“Wow!” esclamò Aurora mentre assorbiva la conoscenza di Skye attraverso il loro legame.

Lui si lasciò il passato alle spalle e aprì gli occhi “Adesso prova tu.”.

Sorrise di nuovo quando Aurora piegò la testa di lato e guardò il libro che teneva in mano. Skye entrò nella sua mente e condivise l’esperienza mentre le prime parole che lei leggeva iniziavano a vagare verso la propria mente.

Capitolo 4

Avendo bisogno di qualcosa da fare, i ragazzi si erano diretti verso la cucina e Michael aveva riempito due calici di vino rosso.

Fece un respiro profondo, sentendo ancora una leggera scarica di energia provocata dalla caccia ai demoni in cui era stato impegnato. Sogghignò soddisfatto, sapendo che avrebbe potuto dare una spinta a quell’energia non appena avesse avuto la possibilità di tornare a caccia. Alzò lo sguardo e vide Kane che lo osservava, per poi distogliere subito lo sguardo e prendere il bicchiere.

“Allora...” Michael iniziava ad essere sospettoso “... com’è che ti sei presentato proprio quando Aurora e Skye hanno deciso di venire?”.

Kane scrollò le spalle “Kriss e Dean hanno invitato me e Tabatha a cena, poi sono arrivati loro e la cena si trasformata in un party. Hanno accennato che sarebbero venuti da te e, visto che non ero riuscito a parlarti, ho pensato di venire per vedere come stavi.”.

Michael si accigliò “Non per rubarmi le sigarette, quindi?”.

“Non questa volta.” rispose Kane sorridendo, ma il suo umorismo svanì bruscamente. Visto che suo fratello stava già diventando paranoico, avrebbe potuto fargli anche lui un po’ di domande. Senza girarci intorno, optò per la verità. “Dean mi ha detto che ti ha visto, oggi.”.

“Sì, ci siamo visti.” rispose Michael con tono evasivo, non gli piaceva la piega che stava prendendo la conversazione.

“Ha anche detto che stavi prosciugando da un demone.” aggiunse Kane senza mezzi termini, poggiando il bicchiere. “Quando hai iniziato a farlo?”.

Michael non esitò a mentire “Quando quell’essere ha deciso di mordermi per primo.”.

Kane aprì la bocca per dire qualcosa ma... cos’avrebbe potuto dire? Prendendo di nuovo il bicchiere, fece un altro sorso mentre ci pensava.

Vedendo Kane improvvisamente accigliato, Michael calcò un po’ la mano aggiungendo una parte della verità. “L’ho sorpreso a guardare Aurora quando sono andato a trovarla, così ho seguito il suo odore in un vicolo. Pensavo che sarebbe stato facile ucciderlo, perciò non ero molto concentrato. Poi però mi ha affondato i denti nella spalla. Io mi sono incazzato e ho deciso di ricambiare il favore... non penso che se lo aspettasse.”.

“Probabilmente no.” mormorò Kane mentre cercava di sentire i pensieri di Michael, ma riuscì a sentire soltanto senso di colpa e bramosia che iniziavano a confonderlo, così smise di provarci.

Michael sorrise come se la cosa fosse divertente. “In realtà il suo sangue ha guarito la mia ferita quasi all’istante, perciò ho deciso di prosciugarlo finché non è morto. Fine della questione.”.

Kane alzò un sopracciglio e fece un cenno con il bicchiere, finendo di bere il suo vino. Sembrava una spiegazione plausibile ma restava comunque in sospeso il motivo per cui si era comportato male con Dean. Stava per chiedergli che sapore aveva il sangue del demone ma poi decise di resistere, per ora. E comunque... se voleva tanto saperlo, poteva semplicemente morderne uno e scoprirlo da solo.

Per qualche strano motivo, gli venne in mente il viso putrefatto di Misery e dovette voltarsi per nascondere a Michael la propria espressione di disgusto. Si diresse verso il frigorifero alla ricerca di qualcosa che cancellasse il ricordo di quel sapore in bocca.

Sentendo dei brividi gelidi, Michael si mise a sedere su uno sgabello e imprecò mentalmente quando un sottile velo di sudore gli ricoprì la fronte.

Parlare di sangue demoniaco gli aveva solo fatto venire voglia di andare a caccia, perciò aveva il disperato bisogno di una distrazione. Si passò una mano tra i capelli, sperava di non aver fatto venire voglia a Kane di bere sangue demoniaco. Lui era in grado di gestirne gli afflussi di energia ma non aveva idea di come avrebbe reagito suo fratello, e l’ultima cosa di cui avevano bisogno era che si aprisse un’altra crepa tra Los Angeles e il regno dei demoni.

Michael si destò dai propri pensieri e girò la testa, vedendo Kane chino nel frigorifero.

“Che diavolo stai facendo?” gli chiese.

Kane si raddrizzò con in mano affettati, maionese, senape, olive nere, lattuga e un pomodoro maturo. “Beh, qui c’è da mangiare... perciò mangiamo.”.

“Pensavo che avessi cenato da Kriss.” ringhiò Michael, continuando a bramare qualcosa di molto meglio di un sandwich. Si asciugò la fronte con la manica e si concentrò per calmarsi.

“Sì, ma ho di nuovo fame... e tu sembri un po’ sciupato.” ribatté Kane, vedendo la doppia personalità di Michael alternarsi.

Sperando di darsi una calmata grazie al vino, invecchiato e molto forte, Michael riempì di nuovo i bicchieri mentre Kane preparava i sandwich.

“Allora, a che altro stai pensando?” chiese Michael, non sopportando quel silenzio pesante.

Kane si accigliò, poggiando il cibo sul ripiano. “A Dean. È ferito e non credo che stia guarendo. Prima mi ha mostrato la ferita e non mi sembrava così brutta ma poi, durante la cena, ho iniziato sentire il male dentro di lui.”.

“Samuel l’ha trafitto con la sua Spada Demoniaca.” disse Michael, entrambi erano testimoni del dolore che quell’arma aveva provocato a Ren. “È a quella ferita che ti riferisci?”.

Kane annuì “Stavo pensando... se una Spada dei Caduti può uccidere Samuel o un demone qualsiasi, allora è ovvio che una Spada Demoniaca possa uccidere un Caduto... giusto?”.

“Giusto.” Michael annuì, aveva trovato la sua distrazione.

Kane iniziò a tagliare il pomodoro a una velocità incredibile. “Abbiamo visto entrambi il casino che è successo con Ren, ma lui non è un Caduto e Dean è ancora vivo. Noi abbiamo guarito Ren con la Spada dei Caduti che, presumo, Dean e Kriss possiedono da sempre. Ma se fosse servita per guarire Dean allora l’avrebbero già usata, e ovviamente non è stato così... perciò una Spada dei Caduti non è tra le opzioni di guarigione per un Caduto.”.

Le emozioni di Michael erano divise tra la rabbia per il tentato attacco di Samuel contro Aurora e la preoccupazione per Dean. “L’intento di Samuel era uccidere Aurora con la sua spada, quindi sì... è lecito supporre che quell’arma possa uccidere un Caduto.”.

“Tu e Dean sembrate avere molto in comune, ultimamente.” disse Kane, fissando quel capolavoro di sandwich che stava preparando.

“E cioè?” gli chiese Michael.

“Entrambi state fingendo di stare bene quando poi non è così.” rispose suo fratello senza mezzi termini.

“Frena, Mister Strizzacervelli. Non sono io quello che sta morendo perciò pensa a Dean, io so badare a me stesso.” ribatté Michael, stringendo il bicchiere un po’ più forte.

“Vero.” disse Kane sospirando. Sapeva di aver punzecchiato suo fratello a sufficienza, per il momento, e probabilmente lui aveva ragione, Dean meritava la massima attenzione.

“Come stanno Kriss e Tabatha?” chiese Michael, cambiando argomento.

“Kriss sta migliorando.” Kane sogghignò sollevando il coltello. “Non flirta più con Tabatha, il che è un bene per la sua salute. Per quanto riguarda Tabatha...” Kane sospirò e agitò le sopracciglia.

“Non lo voglio sapere.” lo interruppe Michael, alzando le mani in segno di resa.

“Vorresti saperlo, se facessi più sesso.” disse Kane, giungendo alla rapida conclusione che, se Michael avesse rivolto tutta l’attenzione su Aurora, allora la questione sui demoni sarebbe già un capitolo chiuso.

Michael sorrise e alzò il bicchiere come per brindare “In ascensore... oggi pomeriggio.”.

Kane poggiò il coltello sul ripiano e fissò suo fratello. “Ok, prima la metropolitana, poi il tetto del Love Bites, e adesso l’avete fatto in un ascensore?! Chi sei tu, in realtà, e cos’hai fatto al mio Michael?”.

“È stato trasformato in un demone del sesso.” rispose Michael con un’espressione seria, poi rubò il sandwich che Kane ha appena finito di preparare.