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Calore
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Calore

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Lasciando che l’oscurità implodesse, si avvicinò scegliendo la forma di bambina mentre si inginocchiava accanto all’apertura. Non osava toccare per paura che la trascinasse attraverso la barriera, ma ora poteva sentire i demoni radunarsi dall’altro lato. Questi demoni potevano vedere la crepa ed era questo lo scopo dell’averla creata. Misery lasciò scivolare un po’ della sua malvagità fuori dal suo corpo in fumanti spire nere e ridacchiava mentre esse penetravano nella crepa.

Dopo pochi istanti, accadde la stessa cosa ma questa volta al contrario. La schiena di Misery siinarcò e gli occhi divennero rosso sangue mentre la serpeggiante oscurità levitava verso il suo corpo e poi affondò nella sua aura. L’altro lato avrebbe aspettato che Misery desse il segnale...poi avrebbero compiuto il loro attacco più potente dall’altro lato.

L’espressione di Misery divenne maliziosa. Aveva prestato attenzione fino ad ora...sentendo il caduto purosangue seguire i suoi movimenti. Adesso non era il momento di abbassare la guardia, ma aveva bisogno del potere necessario per attraversare il portale. L’espressione di Misery si trasformò lentamente in rabbia quando sentì una presenza dietro di sé.

Esplodendo in una nube di oscurità, lei si trasformò in cadavere attaccandosi al demone che la stava spiando. “Misery ti darà un’occhiata più da vicino.”

Zeb non si mosse mentre il braccio putrido si stringeva attorno al proprio collo e improvvisamente vide la crepa. “Vuoi bandire Zeb per aver offerto il suo aiuto?” Le labbra sporgenti di lui si contorsero conscherno “Quanto desiderio che sento in te. Di cosa ha fame Misery?”

“Posso ottenere quello che mi serve dagli umani...perché avrei bisogno del tuo aiuto per questo?” Misery fece scorrere una mano sulla testa calva dell’uomo basso e grasso, e poi lo liberò solo per circondare il corpo rigonfio.

“Perché non lo scopri?” Zeb aveva appena concluso l’invito quando le dita ossute di Misery scavarono la propria strada nella carne in cui lui era solito nascondersi.

La miseria poteva sentire il demone all’interno e sorrise sadicamente mentre leggeva la sua anima. Questo demone era in città da molto tempo ed era stato abbastanza saggio da mantenere un profilo basso. Poteva sentire la sua paura verso i caduti che vivevano qui, insieme alla paura di altre creature di cui lei non sapeva nulla.

Zeb era un demone debole e inutile in una guerra. Sarebbe stato facile ucciderlo, ma Misery sentì i suoi altri poteri...poteri che avrebbe potuto sfruttare per raggiungere i propri scopi.

Questo demone poteva individuare il desiderio in un essere umano e aumentarlo di proporzioni deliziosamente malvagie. Vide alcune cose che Zeb aveva fatto di recente mentre lei entrava nei suoi ricordi. Come il marito geloso che ha perso il controllo e ha ucciso sua moglie... un impiegato arrabbiato che ha preso una pistola per compiere vendetta...l’uomo disperato che ha rapinato una banca e si ucciso mentre usciva dalla porta.

Zeb poteva dare da mangiare ad un umano affamato fin quando il suo intestino non sarebbe scoppiato, o trasformare un depresso in un suicida. Poteva persino far morire di overdose un drogato o un alcolista con il loro veleno preferito...tutti spinti oltre il proprio controllo. Zeb rendeva le persone affamate di ciò che desideravano, i loro segreti più oscuri, e Misery poteva alimentarsi del male che essi generavano.

“Misery ti userà.” sibilò lei mentre ritraeva la mano dalla carne di lui.

“Lo so.” Zeb sorrise, mentre il sangue che si stava spargendo su di sé rientrò nel suo corpo con una cascata inversa...chiudendo la ferita.

Se fosse stato umano, sarebbe stato etichettato come un uomo d’affari mediocre. Fare affari con altri demoni era la ragione per cui era sopravvissuto così a lungo. Se si unisse a Misery e le fornisse il potere che lei desiderava per portare più demoni in città, allora lui non sarebbe stato così evidente per i caduti.

*****

Chad fissava con orrore la scena del crimine, mentre teneva la pistola puntata sull’uomo già ammanettato che veniva portato fuori dalla sala operatoria. Il dipartimento di polizia lo aveva chiamato perché quel giorno era la terza volta che trovavano qualcosa di inquietante. Cosa mai al mondo poteva spingere un uomo ad agire così? Era un dottore, per l’amor del cielo...doveva salvare vite, non toglierle.

“Volevo solo vedere come sarebbe stato.” gridò il dottore mentre cercava di dare un’altra occhiata prima di essere portato via. “Adesso è perfetta.”

Chad sentì salire la nausea e dovette distogliere lo sguardo. Proprio lì sul tavolo operatorio giaceva il capolavoro dell’uomo. Aveva preso un’anziana donna allettata, il cui corpo la stava abbandonando, e aveva sostituito i suoi organi interni, compreso il cervello, con quelli di una giovane donna che solo due ore prima era arrivata al pronto soccorso per un mal d’orecchi.

Sentendo una donna dietro di sé Chad girò la testa, vedendo Angelica, Zachary e Trevor entrare nella stanza e aggrottare la fronte. “Stavo per chiamarvi.”

Trevor scosse la testa. “Angelica ha seguito il nostro demone tutto il giorno e siamo già stati sulle altre scene del crimine.”

Angelica guardò la giovane donna che era stata gettata sul pavimento come una bambola di pezza svuotata. Erano un passo dietro a Misery e lei poteva sentire il potere del demone crescere, ma ciò che più la turbava era che, anche se Misery poteva trarne nutrimento...non poteva farlo accadere.

“È difficile credere che un demone possa provocare tutto questo caos.” Trevor dava le spalle alla carneficina. Non era uno da infastidire sui casi di demoni e si augurò che ora non fosse diverso. Si sentiva quasi male per la perdita di un bravo medico che, probabilmente, si trovava solo nel posto sbagliato al momento sbagliato.

“Non si tratta di un solo demone.” Angelica cercò di ignorare i brividi di freddo che le strisciavano lunga la spina dorsale. “E temo che questo sia solo l’inizio.”

Zachary tirò fuori il suo cellulare e uscì dalla stanza. Componendo il numero di Storm, aspettò che la chiamata fosse indirizzata alla segreteria del PIT. Non era la prima volta che lasciava un messaggio a Storm, oggi. Quello che lo preoccupava di più era che il loro impavido capo di solito sapeva cosa doveva dirgli prima ancora che lo chiamasse, e spesso si presentava prima che lui finisse anche solo di comporre il numero.

*****

Micah aveva trascorso le ultime due ore nell’ufficio di Warren, per essere aggiornato su tutto quello che si era perso. Erano molte cose da assorbire, ma il fatto che le loro famiglie fossero di nuovo unite era qualcosa di cui essere grato. Il suo sguardo si posò su Quinn e Kat, sapendo che erano loro il collante.

“È bello essere di nuovo tutti insieme.” disse Quinn durante il silenzio di Micah.

Micah si strofinò la tempia, chiedendosi se tutti avessero completamente dimenticato che Alicia esistesse. Con sua grande sorpresa, fu il membro più recente della famiglia a menzionarla.

“Dov’è Alicia?” chiese Jewel a Steven, domandandosi il perché lei non fosse qui.

“Trascorrerà un paio di giorni da una compagna di scuola.” rispose Quinn, poi aggiunse “Sarebbe meglio se trovassimo un college in cui mandarla per un po’.”

Michael notò che le nocche di Micah divennero bianche mentre stringeva il bracciolo della sedia su cui era seduto. Onestamente, condivideva la rabbia di Micah. Se non avessero passato tutto questo tempo a tenere Alicia lontana, forse lei non sarebbe finita in così tanti guai nel tentativo di sbrigarsela da sola.

“Ho già parlato con Alicia.” Micah fissò suo fratello. “Ha passato anni in attesa di tornare a casa e l’ultima cosa che vuole è sentirsi dire che non è la benvenuta qui. Ha sopportato abbastanza quando Nathaniel era vivo.”

“Non è quello che intendevo e lo sai.” Quinn ringhiò in difesa personale. “Ha solo diciotto anni. Davvero pensi che il Night Light sia il posto più sicuro per lei adesso, sapendo il casino in cui siamo?”

“No, ecco perché l’ho già mandata a vivere da Michael.” Micah sorrise, sapendo che nessuno avrebbe confutato il suo ragionamento. “In questo modo sarà ancora tra noi e farà parte della famiglia, ma speriamo di uscire presto dalla linea di fuoco.”

Il cellulare di Envy scelse quel momento per suonare, con grande sollievo per la maggior parte delle persone nella stanza affollata. Lo prese rapidamente, cercando di silenziare la suoneria che aveva scelto per riconoscere le chiamate di Chad. Diede una gomitata nelle costole a Devon quando lui iniziò a cantare ‘I fought the law and the law won’.

“Chad.” Lei sorrise. “Tempismo perfetto come al solito.”

“Potresti non pensarla così quando ti dirò perché ho chiamato.” Chad si passò le dita tra i capelli. “È stata una giornata d’inferno.”

Envy allungò una mano per zittire l’orribile karaoke di Devon. “Che succede?”

“Sento Devon in sottofondo. Metti in vivavoce.” Chad sospirò.

Envy cliccò sul simbolo dell’altoparlante. “Okay, ma non c’è solo Devon Sono tutti qui.”

“Bene.” disse Chad, poi continuò dicendo loro degli eventi di oggi. Quando finì aggiunse “Trevor ha portato un’esperta di demoni e lei vuole parlare con Dean riguardo il demone, se potete riferirgli il messaggio. Ho pensato anche che forse potreste trovare Kriss e vedere quello che riuscite a scoprire.”

“Me ne occupo io.” annuì Envy. “E Chad…sta’ attento.”

Il tono della voce di Chad cambiò quando si ricordò qualcosa. “Ehi Devon.”

“Che c’è?” Devon aggrottò la fronte.

“Se lascerai che sparino di nuovo a mia sorella, ti giuro che...” Gli occhi di Envy si spalancarono e lei riagganciò, interrompendo suo fratello.

“Oo..kay.” Devon fece un sorriso poco convinto sentendo qualche risatina del gruppo.

“Non per evitare l’argomento di Devon che verrà preso a calci in culo ma...” Warren scosse la testa “Assumerò altri mutanti qui al Moon Dance e Quinn ha accettato di fare lo stesso al Night Light. Ora che abbiamo tagliato la testa al lupo alfa...e alla mafia...”

“Dobbiamo essere preparati a vedere altri prendere il suo posto.” concluse Nick al posto suo.

Il cellulare di Quinn suonò e lui sorrise a Devon. “Beh, almeno tutti i parenti di Kat sono nei paraggi.” Guardando l’ID del chiamante, notò che era il puma che aveva lasciato a gestire il locale. Harley non sapeva occuparsi di niente in sua assenza quindi sapeva che era importante.

Alzando la mano per far tacere la folla, rispose. “Ehi Harley, che succede?”

“Quinn, a meno che tu non abbia ordinato un puma morto invece delle normali bevande che serviamo, allora abbiamo un problema.”

*****

Boris aveva passato la mattinata con l’avvocato di Anthony per chiudere la pratica che lo nominava nuovo dirigente di uno dei più grandi bar della città...il Love Bites. Per quanto riguarda il nuovo proprietario...entrambi avevano deciso che il parente più prossimo di Anthony fosse la scelta più intelligente, legalmente e logicamente. Titus Valachi era uno dei lupi più forti e più giusti che Boris avesse mai incontrato. Odiava suo zio e si rifiutava di avere a che fare con questioni mafiose.

Boris sorrise sapendo di aver appena aiutato l’avvocato ad intestare oltre la metà delle aziende dei lupi a Titus senza che Titus lo sapesse. Ora tutto quello che dovevano fare era convincere Titus a diventare il nuovo alfa prima che Lucca cogliesse l’occasione di farlo al posto suo.

Per quanto riguarda il Love Bites, il precedente proprietario aveva ceduto il club ad Anthony solo un paio di settimane prima, e dal momento che l’avvocato di Anthony era un membro del branco, si occupava delle pratiche più in fretta che poteva, nel caso in cui i federali congelassero tutti i beni di Anthony.

Buona parte del clan lavorava per Anthony in un modo o nell’altro ma, poiché l’alfa non c’era più, molti lupi erano senza lavoro. I lupi con troppo tempo libero non erano mai un bene e Boris stava già sentendo parlare di ritorsioni contro i puma per la morte di Anthony.

La maggior parte di quei lupi frequentava Lucca Romano, che era il protetto di Anthony sotto molti aspetti. Quelli erano i lupi che lui non voleva intorno.

Lucca era forte. Anthony lo sapeva e aveva usato Lucca per buona parte dei suoi affari mafiosi. Inoltre Anthony non si fidava completamente di Lucca, così pensò di tenerlo vicino, a capo di una sezione di legami mafiosi che avrebbe dovuto tenerlo abbastanza occupato da non tentare di tradirlo. Il problema era che...se Titus non si fosse fatto subito avanti, lo avrebbe fatto Lucca.

Con questo pensiero, Boris era stato oculato nell’assunzione di membri del branco che lo aiutassero a gestire il Love Bites. Aveva fatto progressi dal trascorrere la maggior parte del proprio tempo a punire chi faceva incazzare Anthony durante il giorno. Ma questo era ciò che lui era...il castigatore. E bisogna essere il braccio destro dell’alfa per fare il castigatore, quindi la maggior parte dei lupi gli avrebbe obbedito senza troppe storie. Adesso era il braccio destro di Titus e voleva rimanere tale.

Guardandosi intorno nel bar, sentì alcuni lupi che ridevano delle decorazioni gotiche, ma Boris fece notare loro che la massa di dark in città pullulava di ricchi studenti universitari dallo stile vampiresco e pieni di soldi. Questo sembrò attirare la loro attenzione. Sì, era sempre la solita storia con i lupi...la morale della favola erano i soldi.

Sentendo il potere di un vero alfa entrare nel bar, Boris guardò verso l’ingresso attraverso la finestra del suo ufficio. Sorrise vedendo Titus fermarsi sulla soglia per guardarsi intorno. Doveva ammettere che questo posto era un po’ strano per chiunque non ci fosse mai stato. Era sorpreso che Titus fosse arrivato così in fretta. Era ancora a Malta quando l’aveva chiamato all’alba.

Allungando una mano, Boris premette il pulsante dell’interfono. “Titus, c’è una rampa di scale alla tua sinistra. Vieni in ufficio.” Chiuse gli occhi, sapendo di avere l’equivalente di due minuti per decidere come dire a Titus che aveva appena ereditato la maggior parte dei beni di Anthony.

*****

Alicia era stanca di tenere il broncio. Se doveva rimanere qui, allora forse poteva trarne vantaggio. Inoltre aveva fame e tutti erano spariti. La casa era così enorme che impiegò qualche minuto per trovare la cucina...e la porta era chiusa. Molte persone non avevano una porta in cucina, ma comunque...non erano persone che vivevano in questa casa.

I mutanti non mangiano quanto gli umani perché non crescono allo stesso modo. Potrebbero passare addirittura mesi senza avere fame, anche se alla maggior parte dei mutanti piace il cibo abbastanza da mangiare ogni giorno. Vivere tra gli esseri umani era un modo per sfuggire dal paranormale. C’erano, però, due cose che rendevano affamato un mutante...un infortunio, un combattimento, e il sesso...o il desiderio di fare sesso...cioè il calore. E al momento lei era affamata.

Aprendo il frigorifero si accigliò...un sacco di bevande ma niente cibo. Controllare gli armadietti fu altrettanto deprimente. Tutti vuoti, senza contare le ragnatele negli angoli e cinque confezioni di caffè. Ora capiva perché la porta era chiusa.


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