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Visto che le sue due compagne di viaggio non erano tanto in vena di parlare e gli avevano rinfacciato di non essersi confidato con loro, Federico raccontò la storia della sua vita, senza entrare troppo in particolari, ma interessando le sue interlocutrici con racconti divertenti ed episodi legati al suo lavoro. Parlò anche dei sui genitori, entrambi morti, che si erano conosciuti a Sanremo, dove lui era nato. La madre era di Nizza, ma di origine italiana e aveva un cognome che da quelle parti era molto diffuso: Garibaldi. Riuscì anche a farle sorridere, facendo qualche battuta.
Parlò anche della figlia Olga. Era una ragazza estremamente sveglia e intelligente e sembrava sempre riuscire a leggere nel pensiero della gente. Non aveva ereditato la bellezza della madre, ma a modo suo era graziosa, aveva un bel fisico e ci teneva molto a apparire sempre in ordine. Ma soprattutto aveva un buon carattere e faceva amicizia con tutti.
Ormai tra i tre si era creata un'atmosfera di complicità : almeno per un giorno il destino aveva fatto incontrare tre estranei e li aveva legati in una "avventura" che non si sapeva ancora come sarebbe finita.
La stanchezza cominciava a farsi sentire e dopo pranzo si rilassarono sulle poltrone della hall principale. Estela, come al solito, riuscì ad appisolarsi, ma anche Federico e Beatriz stettero tranquilli senza leggere o giocare con i loro smartphone o tablet. Ogni tanto Federico andava a controllare se era annunciato il volo per Nizza.
Nella hall aleggiava una parola che nessuno aveva ancora pronunciato ma che era come se fosse stata scolpita su una parete o mostrata su un cartellone lampeggiante: "vendetta". Ci avevano pensato tutti e tre, anche Federico che non c'entrava niente, ma ormai si era calato nel ruolo di confidente e appoggio non solo morale delle due donne.
Mentre aspettavano avevano ricevuto altri messaggi di Davide/Dado, ma avevano deciso di tenerlo ancora sulle spine, in attesa di prendere una decisione
Passate le quattro annunciarono il volo dell' Easy Jet per Nizza. Arrivo previsto le 20.20 ora locale. All'imbarco ci furono un po' di discussioni sul bagaglio a mano, ma vennero facilmente risolte trasferendo borsette e altri oggetti nelle valigie.
A bordo si erano sistemati in coda, ma tanto si trattava di un volo di poco più di due ore. Il tempo sarebbe passato in fretta e ancora grazie che erano riusciti a trovare quei posti, visto che l'aereo era al completo.
Di Davide/Dado non si parlava più, ma Federico sapeva che le ragazze non pensavano ad altro. In un certo senso parevano rassegnate. "Si può continuare ad amare qualcuno che ti inganna così? - ragionava dentro di sé - L'amore raramente è un sentimento a senso unico. Forse può esserlo quello di una madre per il proprio figlio, ma nella vita di coppia l'amore deve essere alimentato ogni giorno, è come un nuotatore che risale la corrente, se si ferma è perduto."
Beatriz parve risvegliarsi da un lungo letargo e iniziò ad elencare con freddezza e determinazione una serie di azioni che secondo lei potevano essere compiute per dare a Davide una lezione che non avrebbe dimenticato facilmente. La timida Beatriz, la ragazza saggia ed equilibrata che riflette sempre prima di parlare sembrava animata da uno spirito di vendetta degno di un film dell' orrore. Si stava rivolgendo, parlando in portoghese, a Estela, ma sapeva che Federico non perdeva una sola parola e sarebbe intervenuto se necessario. Escludeva azioni violente, non erano nella sua natura, ma avrebbe voluto soprattutto sputtanare Davide nel suo ambiente di lavoro, dove era stimato e considerato una persona seria.
Tutti sapevano che aveva un debole per l'altro sesso, e forse non ci si poteva aspettare niente di diverso da un uomo di 38 anni, eterosessuale, scapolo, nel pieno possesso delle sue facoltà fisiche e mentali ed una gran voglia di spassarsela.
Beatriz questo l'aveva sospettato, d'altra parte sapeva che l'ambiente di lavoro del suo ragazzo non era proprio paragonabile ad un convento di monache. Qualche volta era passata a prenderlo e aveva notato un via vai di aspiranti modelle o attricette ansiose di partecipare a qualche spot televisivo, ma gli aveva sempre creduto quando giurava e spergiurava di avere solo lei e di esserle fedele. Povera ingenua!
Anche Estela si mise a rincarare la dose, e siccome aveva un carattere molto più passionale e impulsivo di Beatriz sbottò in una serie di frasi tipo "mi piacerebbe strozzalo con le mie mani o fargli rompere le ossa da uno di quelli che per un pugno di euro ammazzerebbero anche il papa."
I suoi interlocutori sapevano benissimo che quelle esagerazioni erano solo uno sfogo. Estela era un tipo emotivo, ma fondamentalmente buona d'animo. Forse aveva anche lei qualche piccolo segreto da nascondere, ad esempio non parlava della sua famiglia e quando Federico le aveva chiesto se i suoi genitori erano ancora vivi, se aveva fratelli o sorelle, aveva tergiversato e evitato di rispondere con una scusa. Forse dietro a questa ritrosia c'erano dei piccoli drammi o semplicemente una forma di pudore per situazioni che non amava sbandierare ai quattro venti e Federico non era certo il tipo che insisteva, anche perché si conoscevano appena.
Il tragitto Lisbona-Nizza si consumò in un batter di ciglia. All'arrivo all'Aeroporto Côte d'Azur ricevettero le valigie in tempi record e passarono il controllo della polizia senza problemi, visto che le brasiliane avevano entrambe un regolare permesso di soggiorno italiano.
Federico affittò a suo nome alla Hertz una Golf. Era l'unica rimasta e comunque non gli serviva una Rolls-Royce. Propose, data l'ora tarda, di andare a mangiare un boccone al Café de Turin, famoso per i suoi piatti di frutti di mare.
Essendo venerdì sera trovarono una bella coda, ma Federico conosceva un cameriere di origini italiane a cui una volta aveva fatto un favore. Gli diede una bella mancia e presto si liberò un tavolo. Si ritrovano in breve davanti ad un' assiette de fruits de mer con una bottiglia di Muscadet fredda al punto giusto. Il vinello andava giù come gazzosa e aiutava a vincere la tensione del viaggio e del tradimento del bel pubblicitario. Ci volle più d'una bottiglia per raggiungere un senso di appagamento e Federico si ripromise di andare piano per evitare di essere fermati dalla polizia. Reggeva molto bene l'alcol, ma sapendo di dover guidare non aveva esagerato come le due brasiliane.
Fu al momento di pagare il conto che propose di andare a dormire nel suo appartamento di Mentone. Non se la sentiva di arrivare fino a Milano e non gli piaceva guidare di notte. E poi aveva un bella camera con un letto matrimoniale e uno studio con un divano letto. Le ragazze non avevano nulla da temere. Lui era un gentiluomo.
Si aspettava un sacco di domande e questioni di ogni genere, invece entrambe le ragazze dissero che per loro andava bene. Erano stanche. Erano in viaggio da più di 24 ore e poi ormai non avevano più impegni per il fine settimana.
Davide aveva fatto, suo malgrado, il turista per tutto il giorno, ma era preoccupato. Né Estela né Beatriz avevano risposto ai suoi numerosi messaggi. Di Beatriz sapeva che era a Lisbona e che non era riuscita a prendere il volo per Milano. Forse avrebbe passato la notte in aeroporto, ma poteva ben avvisarlo. Di Estela non sapeva neppure esattamente dov'era. Forse in qualche paesino sperduto dove non c'era campo, ma un messaggio l'aveva pur mandato. Perché non rispondevano?
Intanto a Londra aveva nevicato tutta la mattina e solo verso il primo pomeriggio era spuntato un pallido sole. Le autorità avevano invitato i londinesi a usare l'auto solo in casi urgenti. La metropolitana funzionava come niente fosse. Incredibile. Pensare che il primo tratto era stato inaugurato nel 1863, quando l'Italia era appena nata!
Davide aveva avvisato l'albergo che si sarebbe fermato un'altra notte, comprò un biglietto giornaliero dell' Underground e riuscì ad annoiarsi in una città che conosceva abbastanza bene, ma che non aveva mai amato. Peccato che Caren fosse partita, non gli sarebbe dispiaciuto passare la giornata con lei e magari anche la notte.
Nel tardo pomeriggio consultò un'agenzia di viaggi e scoprì che il sabato mattina ci sarebbe stato un volo comodo come orario, che partendo da Heathrow sarebbe atterrato alle 14.50 a Linate, mentre lui aveva lasciato la macchina a Malpensa. L'alternativa era un volo per Malpensa della Easy Jet che partiva alle 7 del mattino e arrivava alle 9.50. A parte il fatto che Davide odiava alzarsi presto il mattino, che senso aveva arrivare a Milano così presto? Decise quindi per la opzione più comoda, un volo British Airways. Avrebbe poi raggiunto Malpensa con un taxi, tanto era a rimborso spese e pagava la sua agenzia. Mandò nuovamente dei messaggi alle due brasiliane e si incamminò verso l'albergo. Si sarebbe fatto portare qualcosa da mangiare in camera, magari si sarebbe visto un film porno alla tv a pagamento e poi sarebbe andato a dormire presto. "Un bel programma davvero", pensò ironicamente.
L'appartamento di Federico era molto grazioso, si trovava non lontano dal porto e aveva una terrazza con vista mare. Era arredato con buon gusto e aveva molti oggetti presi in Brasile tra cui una collezione di quadretti naif che le ragazze riconobbero immediatamente e un balangandã d'argento, un insieme di amuleti che portavano le schiave nei giorni di festa. Quando erano gentili con il padrone questi regalava loro un nuovo pendaglio, per cui finivano per essere ornamenti piuttosto pesanti e appariscenti.
Fortunatamente Federico aveva il numero di cellulare della donna che faceva di tanto in tanto le pulizie nell'appartamento e l'aveva chiamata da Nizza. Sapeva che non andava a dormire tanto presto e si fece quindi consegnare le chiavi per entrare. Non prevedeva certo di passare da Mentone per andare da Rio a Milano!
Nello studio o stanza della televisione c'era un divano letto matrimoniale e Federico decise che lui avrebbe dormito lì. Le due ragazze si sarebbero sistemate nella sua camera da letto dove c'era un lettone king size. Estela aveva un po' arricciato il naso, ma non le sembrava cortese fare tante storie a casa d'altri. In fondo dovevano solo dormire.
Nel grande letto matrimoniale Beatriz era crollata per la stanchezza. Aveva fatto appena in tempo a fare la pipì e a lavarsi i denti e poi si era addormentata di botto. Non era abituata all'alcol ed era piombata in un sonno profondo e senza sogni. Federico e Estela erano rimasti a chiacchierare in soggiorno.
«Ti ho detto una piccola bugia quando ci siamo conosciuti in aereo» esordì Federico.
«Cioè?» domandò Estela.
«A proposito di Teo, ti ho detto che non lo conosco perché avevo paura che tu volessi attaccarmi un bottone, ma lo conosco bene, siamo amici»
«Quale bottone, non capisco» rispose Estela.
Federico passò al portoghese e spiegò che, non conoscendola, temeva che fosse una di quelle donne invadenti, ma si era sbagliato.»
«E adesso pensi di conoscermi?» continuò la ragazza nella sua lingua madre.
«Certo che no ed infatti stiamo parlando. Mi piacerebbe sapere come sei veramente, cosa pensi, cosa ti piace e cosa odi. Non parli molto di te»
«Non c'è granché da dire. Non ho avuto un'adolescenza felice, se è questo che vuoi sapere, ma preferirei parlare d'altro.» Trascorsero più di un'ora esplorandosi a vicenda. Estela all'inizio sembrava avere addosso una maschera impenetrabile, forse una forma di difesa. Federico glielo disse e aggiunse che gli sarebbe piaciuto sapere cosa si celava dietro quella maschera.
«Tu mi sembri diverso dagli uomini che ho conosciuto finora, Dado compreso. Sei gentile, sensibile, sai ascoltare la gente, con te mi sento a mio agio. Mi pare di conoscerti da un sacco di tempo.» fu la risposta della modella che però eluse la domanda che le era stata rivolta.
Federico era leggermente imbarazzato. Non sapeva cosa rispondere. Stava però assistendo alla trasformazione da una Estela che stava sulle sue in una Estela più intima, più aperta, più umana.
A un certo punto la ragazza annunciò che sarebbe andata a dormire e anche Federico si ritirò nello studio.
Quando Beatriz, nel sonno, aveva appoggiato una mano sul corpo di Estela, forse pensando che fosse Davide, la carioca si infastidì parecchio, si alzò senza pensarci troppo e seminuda com'era andò a bussare nello studio dove dormiva Federico.
«Posso dormire qui?» chiese come se fosse la domanda più naturale del mondo «Beatriz mi sta facendo delle avances e poi io non riesco a dormire con una donna vicino.»
Federico era in una fase di dormiveglia e non era sicuro di aver capito bene.
«Mi stai dicendo che vorresti il mio letto? E io dove vado a dormire?»
Faceva il finto tonto ma, pur mezzo addormentato aveva intuito dove Estela voleva arrivare e la cosa l'aveva lasciato senza fiato. La camicia da notte che la brasiliana indossava nascondeva ben poco della sua statuaria bellezza e Federico si era sentito non solo spiazzato, ma eccitato come raramente gli era capitato nella vita. Forse i primi tempi con Luma aveva provato delle emozioni simili, ma allora era molto giovane.
«Stai tranquillo Federico, non voglio sedurti, voglio solo dormire. Fammi un po' di posto, non ti darò fastidio.» E senza aspettare una risposta si infilò sotto il piumone dove Federico giaceva nudo come un verme. Era un'abitudine che aveva preso quando viveva in Brasile e dopo di allora non era più riuscito ad indossare il pigiama, neppure durante i freddi inverni milanesi.
La ragazza emanava un sottile profumo di papaya, che ben si mescolava all'odore intenso ma eccitante della sua pelle.
Federico si era girato di schiena, anche per nascondere un'erezione che, suo malgrado, gli era venuta alla vista di tanto ben di Dio.
Pur abituato ad avere a che fare con donne di ogni genere era forse la prima volta che non sapeva come comportarsi. Se fosse stata Beatriz a entrare in camera non si sarebbe sorpreso più di tanto. In fondo tra di loro si era creato un bel feeling e nella vita tutto può succedere. Ma da Estela proprio non si aspettava una cosa del genere. Che fosse davvero così ingenua da pensare che uno poteva dormire tranquillamente avendo vicino una tale bomba di sesso? O forse credeva che Federico fosse talmente vecchio da non rappresentare un pericolo?
Questa ipotesi era quasi offensiva. Pur essendoci quasi 20 anni di differenza tra i due, l'italiano era ancora in grado di soddisfare una donna. Anzi faceva meglio l'amore adesso di quando era giovane, un'epoca in cui l'irruenza e la fame di sesso caratterizzavano le sue azioni amatorie.
Invecchiando aveva capito che l'amore si fa con il cervello, il corpo era solo uno strumento, uno strumento musicale che andava accordato e messo in condizione di suonare in maniera melodica. Più che il suo piacere ricercava il piacere della sua partner, era quasi un'ossessione che alle volte lo spingeva ad esagerare un po'. Amare è davvero un'arte difficile e non si smette mai di imparare. Preso da questi pensieri, restò quatto quatto, cercando di respirare piano, anche se il suo cuore batteva all'impazzata.
Estela parve accorgersi dello stato d'animo di Federico e gli chiese sottovoce se stava già dormendo.
A questo punto l'uomo decise di voltarsi e non aprì bocca. Estela, accortasi dell'eccitamento del suo compagno di letto, gli prese la mano e la posò delicatamente tra le sue cosce. Lui percepì degli umori inequivocabili e dentro di sé scattò come una molla che gli fece cercare avidamente le labbra carnose della ragazza. Le loro lingue si toccarono e si intrecciarono con movimenti frenetici, i loro corpi erano ormai guidati da un comune desiderio che cresceva ad ogni contatto delle loro epidermidi. Federico iniziò ad esplorare il corpo di Estela, fino a incontrare i suoi capezzoli scuri che si erano inturgiditi. Scese sempre più giù sino a raggiungere un triangolo perfetto di peli scuri, rasati a pochi millimetri di lunghezza. Ci si immerse come un subacqueo alla ricerca di un tesoro sommerso, alla ricerca del punto che provocasse nella sua compagna occasionale il massimo piacere. Pensava alla "ricciolina" di Dona Flor. Chissà se Jorge Amado avrebbe apprezzato il paragone.
Quella notte Federico raggiunse delle vette di libido che non credeva possibili e più la ragazza si eccitava più lui si eccitava, più la ragazza gemeva più lui si impegnava, più la ragazza accompagnava i suoi movimenti più lui cercava di mantenere un ritmo che riuscisse ad appagarla. Ad un certo punto, mentre faceva di tutto per prolungare il piacere cercando di trattenersi il più possibile, ebbe il timore che il letto si sarebbe sfasciato, Beatriz si sarebbe svegliata, i vicini di casa avrebbero chiamato la polizia, pensando che l'appartamento fosse vuoto e che quindi quei rumori e quegli strani mugolii non potessero che essere prodotti da dei ladri o da degli estranei che erano riusciti a entrare. L'appagamento di entrambi e il silenzio che seguì fu come una vertigine, uno svenimento. Giacquero sudati uno di fianco all'altra senza riuscire a proferire parola, senza riuscire a dare una spiegazione logica all'accaduto. Era successo e basta. L'indomani sarebbe stato un altro giorno, come diceva Rossella O'Hara.
La mattina dopo, sabato, Federico si svegliò di buon ora, come era sua abitudine. Passò una buona mezz'ora nell'unica stanza da bagno perché gli piaceva sentirsi sempre pulito e in ordine, ben rasato e profumato. Uscì senza far rumore e tornò poco dopo con latte, caffè e brioche fresche. Estela si era appena svegliata e stava facendo la doccia, Beatriz dormiva ancora della grossa.
Federico stava preparando il caffè quando Estela fece il suo ingresso in cucina indossando un accappatoio troppo grande per lei e con un asciugamano avvolto intorno alla testa.
«Non ti dispiace vero se ho messo il tuo accappatoio?» domandò senza attendersi una risposta «Ed a proposito di ieri notte vorrei che ti dimenticassi quello che è successo.»
«Perché cosa è successo?» rispose Federico prendendola di contropiede «Per quanto mi riguarda non è successo proprio niente.»
Estela sorrise, sapeva di avere fatto una stupidaggine, ma alle volte agiva guidata più dall'istinto che dalla ragione e la sera prima non riusciva a prendere sonno, aveva avuto un impulso irrefrenabile che l'aveva spinta nel letto sbagliato. Ma era davvero sbagliato? E se invece di Federico ci fosse stato qualcun altro si sarebbe comportata allo stesso modo? Decise di non scervellarsi troppo sull'argomento. Dado in questo momento era il pensiero predominante e andava trovata una soluzione.
Dopo un po' anche Beatriz fece la sua apparizione. Si era già lavata e vestita e sembrava pronta per andare in ufficio, ma aveva gli occhi segnati e lo sguardo non proprio brillante.
«Ho dormito come un ghiro. Era tanto tempo che non mi capitava. Forse non dovrei più bere alcolici per un po', ho anche un leggero mal di testa.»
Due tazze di caffè nero bollente e un Alka Seltzer la aiutarono a rientrare nel mondo dei vivi.
Federico approfittò del fatto che da casa sua poteva chiamare in Italia non in roaming, visto che essendo a pochi chilometri dal confine il suo cellulare prendeva il gestore italiano e fece un giro di telefonate, a Lorena, la sua collaboratrice e al suo amico che lavorava a Malpensa. Ebbe la conferma che la situazione si stava normalizzando e che i voli stavano riprendendo regolarmente.
La sua idea, che espresse alle ragazze, era di mandare a Davide lo stesso messaggio dandogli entrambe appuntamento a Linate, fingendo di aver preso lo stesso volo da Nizza. Su Internet aveva controllato e visto che all'una c'era un volo dell'Air France che faceva scalo a Parigi e che atterrava a Linate alle 16.55. Per quell'ora Davide sarebbe sicuramente stato di ritorno in Italia.
Non era certo questa la vendetta che avevano in mente, era solo la prima mossa, che, tanto per cominciare, avrebbe creato un certo imbarazzo e avrebbe costretto Davide a fare delle scelte. Probabilmente avrebbe trovato una scusa e non si sarebbe neppure presentato a Linate.
Il primo messaggio fu quello di Estela. "Scusa Dado ma ero in un paesino della Provenza e non c'era campo. Parto da Nizza all'una e arrivo a Linate alle 16.55 volo Air France. Puoi venirmi a prendere? Baci Estela. PS: Non telefonarmi, ti chiamo poi io."
Per l'sms di Beatriz aspettarono una mezz'ora e decisero di essere più creativi, per evitare che Davide cominciasse a tempestarla di telefonate. Usando il cellulare di Federico decisero di scrivere così: "Ciao Davide, sto usando il cell. di un signore gentile che me l'ha prestato perché il mio ha problemi di batteria. Volevo solo dirti che ti aspetto a Linate alle 16.55, volo Air France da Nizza. Ciao Beatriz. Puoi rispondere a questo numero."
La risposta di Dado/David non si fece attendere. Ad entrambe rispose che era spiacente, ma era incasinato e che si sarebbe trattenuto a Londra fino a domenica. Evidentemente o era entrato in panico all'idea di poter incontrare contemporaneamente le sue due "fidanzate" oppure aveva subodorato qualcosa. Era comunque una risposta poco convincente, così stupida che poteva essergli venuta in mente solo a causa di uno stato ansioso o di un turbamento mentale.
Federico decise di fare un controllo. Chiamò di nuovo il suo amico che lavorava a Malpensa e gli chiese se riusciva a scoprire se c'era un passeggero di nome Davide Lamberti su un volo da Londra a Milano. L'amico chiese una mezz'ora di tempo e disse che avrebbe richiamato lui.
Mentre stavano discutendo sul da farsi l'amico milanese chiamò per informare che c'era un Davide Lamberti prenotato su un volo della British Airways con arrivo previsto a Linate alle 14.50. Federico ringraziò dicendo «sei forte, l'ho sempre detto, ti devo un favore» e si girò verso le ragazze che avevano sentito la telefonata messa in viva voce.
Davide era seriamente preoccupato. Erano le 9 di sabato mattina, le dieci in Francia e in Italia, e si stava preparando per lasciare l'albergo. Avrebbe preso la metropolitana per Heathrow, molto più sicura di un taxi, viste le condizioni delle strade.
I due sms che ricevette a distanza ravvicinata lo gettarono nel panico. Non poteva essere una coincidenza che le due ragazze con cui lui usciva si ritrovassero sullo stesso volo. Forse era tutto programmato per fregarlo. Ma poi pensò che nessuno poteva prevedere la neve e Beatriz veniva dal Brasile mentre Estela era in Francia. E se si fossero conosciute per caso a Nizza e avessero parlato di lui? Molto improbabile.
I due messaggi comunque suonavano falsi, sembravano delle scuse. Non che la sua risposta suonasse veritiera. Non era riuscito a trovare una motivazione valida, quindi era rimasto nel vago. L'unica cosa certa era che non sarebbe tornato a Linate. Troppo pericoloso. Non poteva andare a prendere l'una senza incappare nell'altra. Sarebbe stato un suicidio e la fine di una situazione che per lui era ottimale, anche se non facile da gestire. E poi aveva sempre il problema della sua macchina. Anche volendo non avrebbe fatto in tempo a correre a Malpensa, ritirare il SUV e tornare a Linate, il tutto con un margine di due ore e con le strade ancora scivolose. E se il suo aereo avesse ritardato?
Travolto da questi pensieri, fece il check out dall'albergo come un automa e si trovò seduto nella metropolitana diretto a Heathrow.
Pensava alla sua doppia vita. Da una parte gli capitava di sentirsi in colpa, ma dall'altra giustificava il suo comportamento considerando le cose che amava nell'una e nell'altra. Beatriz era dolce, intelligente, una compagna piacevole e accomodante. Lo faceva sentire un padreterno. Forse la sua origine italiana o la sua provenienza da una città come São Paulo la rendevano non toppo diversa da tante italiane che aveva conosciuto. Era anche graziosa e a letto, dopo aver superato le prime timidezze, si concedeva con trasporto e partecipazione.
Estela era completamente diversa. Era sesso allo stato puro, una macchina da guerra. Non che fosse stupida, tutt'altro, ma rispetto a Beatriz era molto meno riflessiva, più passionale, più istintiva, più tutto. Aveva un corpo favoloso e ogni volta che ci pensava si sentiva assalito dal desiderio. Però rispetto a Beatriz era molto più sfuggente. Sembrava alle volte che diffidasse di lui, che lo volesse tenere a distanza. Altre volte era invece affettuosa e gentile. Sembrava quasi avere uno sdoppiamento di identità , roba da psichiatri. Parlava poco di sé e della sua famiglia. In effetti Davide sapeva ben poco del suo passato se non che era venuta in Italia invitata da un tizio che aveva conosciuto a Rio e che poi l'aveva mollata. Alle volte sembrava quasi che odiasse gli uomini o meglio che se ne servisse per il suo piacere. Ma non era certamente gay, su questo avrebbe messo una mano sul fuoco. Sul lavoro era molto seria ed apprezzata non solo per la sua bellezza ma anche per la sua professionalità . Non era una ragazza facile, di questo era sicuro.
Se Davide avesse dovuto scegliere tra le due si sarebbe sentito in grave imbarazzo. Forse la situazione ideale sarebbe stata prender in moglie Beatriz e mantenere Estela come amante. Pura fantasia. Chi avrebbe accettato una simile situazione? Meglio lasciare le cose come stavano.
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