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Favole In Versi
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1. LA SARDINA E IL POLPO

Un bel giorno una sardina

a nuotare se ne stava.

Signor polpo se ne accorse,

lesto le si avvicinava.

“Dove vai, mia sardinella?”

Tosto lui le domandò.

Lei, che era molto furba,

senza un fiato lo lasciò.

Ma il polpo si era accorto

che lei s’era dileguata,

e girando per lo scoglio,

ecco che lui l’ha acciuffata.

“Oh, buongiorno! io ti ho detto.”

Signor polpo prese a dire.

La sardina per timore

facea finta a non sentire.

Poi di colpo fece un balzo:

no, parlare non voleva!

Si rimise giù, a nuotare:

già quel polpo conosceva.

Sa che è molto impertinente

e gli piace disturbare.

Come incontra un po’ di gente

non c’è gusto più a nuotare.

Signor polpo è rassegnato:

sulla roccia si sdraiò,

e stringendo le otto zampe

ecco che si addormentò.

Lui lo sa che è un po’ scocciante,

che sta tutti a disturbare.

Le parole sono tante,

impedisce di nuotare.

Sol per questo la sardina

lì da solo lo ha lasciato:

nuota sempre la mattina!

Guarda il polpo che è imbronciato.

A lui piace perder tempo,

e poi parla a non finire.

Le dispiace che è scontento ma…

Rimanga lì a dormire!

AMORE

2. LA RAGAZZA E IL SOLE

C’è che dice che una volta

nei paraggi qui abitava

una bella fanciullina,

e che ridere lei amava.

Tutti i dì di buon mattino

sulla spiaggia si recava,

e il grazioso corpicino

sulla sabbia lei posava.

Quando il sole a poco a poco

lì sul mare si levava

la fanciulla in un bel gioco

un sorriso gli lanciava.

Finché un giorno, di mattino,

ecco cosa capitò.

“Che sorriso sul visino!”

una voce pronunciò.

La ragazza si voltò

ma nessuno le era attorno,

sole il sole si era alzato,

iniziava un nuovo giorno.

Con lo sguardo sconcertato

tutto in giro si guardò;

se qualcuno avea parlato

di capire si sforzò.

“Chi c’è lì che si nasconde?”

la ragazza domandò.

Ma nessuno le risponde:

lei allora si arrabbiò.

Una cosa mai successa:

il sorriso si è spezzato!

Ma la voce ha già ripreso:

“Sono io, che ti ho parlato!”

Guardò in alto e allora vide

chi era quello che parlava.

Era il sole che, dal cielo,

ora a lei si avvicinava!

“Ma che dici?” chiese ancora,

un pochino spaventata.

Ed il sole: “Piccolina,

sono io che ti ho chiamata.”

Arrabbiata lei rispose:

“Me lo dici solo adesso?”

Ed il sole, più pacato:

“Prima o dopo, fa lo stesso

Ma tu prima sorridevi,

non volevo disturbarti,

eri bella; ma smettesti,

e ho pensato di chiamarti

Lei allora un po’ sorrise:

“Stai cercando di adularmi.

Sono stufa di parole;

forza, scendi qui a scaldarmi.”

“Ti ho scaldato già un bel po’.

Il sorriso ti è tornato.”

disse il sole, e si levò,

e in un attimo era andato

“Dove vai, non te ne andare! -