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Il Regalo Di Natale
Il Regalo Di Natale
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Il Regalo Di Natale

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- Esatto! - esclamò e tutto il suo viso si illuminò di allegria. Samuca non poté evitare di pensare che quella ragazza fosse davvero strana. - Qual è quella che vale di più? - chiese a JP, che le porse una moneta da un real. - Ne hai una di queste? - chiese la ragazza a Samuca. Questi si chinò sul tavolo al centro della stanza, prese due monete da cinquanta centesimi e le porse alla ragazza, che gli rivolse un sorriso soddisfatto. Prese le monete, le mise dentro al barattolo di vetro. - Benissimo. È pagato.

Samuca sbatté varie volte le palpebre e inclinò la testa, cercando di capire cosa stesse farfugliando quella pazza.

- Cosa?

- Per ogni imprecazione, una... moneta - disse e guardò verso JP, come per ricevere approvazione.

JP scoppiò in una risata fragorosa.

- Sarà molto interessante... - mormorò continuando a ridere.

Impaziente e inquieto per la presenza dei due, Samuca fece un lungo sospiro e disse:

- Quando avete finito con gli scherzi, fate un colpo. Ho ben altro da fare.

Mentre si girava in direzione della cucina, venne interrotto dalla dolce voce della ragazza.

- JP, grazie per il passaggio. Prometto di non deluderla - disse con una tale serietà che sembrava gli stesse promettendo di ristabilire la pace nel mondo.

Intanto tutto fu molto chiaro, e Samuca capì che la ragazza sarebbe rimasta. Lì. A casa sua. Nel suo rifugio. Dove lui non voleva nessuno.

Ah, questo no.

- Non so cosa vuoi, ma non resterai qui - ribatté, sapendo di risultare sgarbato, ma non gli importava. Tutto quello che voleva era la sua vecchia solitudine. - Non ti voglio in casa mia.

JP si offese per le sue parole scortesi, ma la ragazza sembrò non ascoltarlo.

- Samuca! - protestò l’editore mente la ragazza iniziava a camminare per la stanza osservando tutto ciò che aveva intorno, mentre mormorava tra sé e sé, facendo considerazioni su quella che sarebbe stata la sua nuova casa. - Gabriela resterà con te fino a Natale. È il termine ultimo per la consegna del manoscritto.

Lo scrittore mugugnò un lo so, ma non distolse gli occhi dalla ragazza che camminava in direzione del corridoio.

- Non ho bisogno di lei qui - protestò.

- Resterà per semplificarti la vita. Terrà in ordine la casa, scriverà quello che vuoi, si assicurerà che ti alimenti e che consegni quella merda di manoscritto.

Gabriela si voltò verso i due indignata, attraversò di nuovo la sala e prese il barattolo di vetro, porgendolo a JP. Questo estrasse una banconota da due real dalla tasca e la mise nel barattolo.

La ragazza sorrise, soddisfatta, rimise il barattolo sul tavolo e riprese a camminare. Samuca ruotò gli occhi e protestò.

- Non voglio nessuna pazza qui, JP. Ho bisogno di pace, non di una fanatica del barattolo che censura le mie parole.

- Non sono una fanatica del barattolo - mormorò tranquillamente la ragazza, senza sembrare offesa da tutte le parole che il giovane aveva detto su di lei. - Dov’è l’albero di Natale? - chiese, cambiando argomento così velocemente da lasciarlo confuso.

- Cosa?

- L’albero di Natale. Mancano quindici giorni alla grande notte. Dov’è il tuo? - chiese, sembrando davvero curiosa e persino preoccupata.

- Vi lascio discutere di questi... hm... dettagli - disse JP, lasciando sorpreso il ragazzo con il suo tentativo di fuga. Ma prima che quest’ultimo potesse impedirglielo, l’editore continuò. - Gabriela, se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami. Buona fortuna. - Si voltò e uscì.

- JP, hai dimenticato il tuo pacco qui. - Si gettò alla porta e gridò all’uomo che era già salito in auto ed era filato via. Figlio di buona donna.

- Non vedo nessun pacco. - Samuca sentì la voce di Gabriela, si girò e la vide guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa. - Sono sicura che non abbia portato nessun pacco... - Aggrottò la fronte, sembrando confusa. Il ragazzo non poté fare a meno di pensare che erano molto carina con quell'espressione.

- Sei tu il pacco - bofonchiò, infastidito dal vedere bellezza in quell’intrusa, e sbatté la porta. Quando si voltò, lei stava guardando nella sua direzione e sembrava divertirsi.

- Non sono un pacco, sciocco. Sono una ragazza. La tua... hm... assistente - disse, mostrando orgoglio nel pronunciare quelle parole. - Dov’è la tua famiglia? - chiese.

- A casa loro - La risposta non fu esente da un grugnito. La ragazza inclinò leggermente la testa a destra e lo osservò, aprendo la bocca stupita.

- Non abiti con la tua famiglia? - Lui fece cenno di no con la testa. - Come fai per stare con tua... moglie?

Al sentire quella parola Samuca non poté fare a meno di aggrottare la fronte.

- Ti sembro il tipo da avere una moglie? - chiese sarcastico, e lei rispose, ma le sue parole erano completamente prive di ironia.

- Assolutamente no... sei troppo scontroso.

La ragazza si voltò mentre lui sbuffava e iniziò a seguirla per la casa.

- Ehi, dove stai andando?

- A fare qualcosa! - disse animata e continuò per il corridoio come se fosse pronta a trovare un tesoro. - Ho molte cose da fare.

Senza alternativa, il ragazzo la seguì, per evitare che quella pazza combinasse qualche disastro in casa sua.


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