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Se Questo È Amore
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Se Questo È Amore

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“E inutile che fate quel muso! Non vi porterà da nessuna parte, milady – esclamò lui, calcando bene l’ultima parola. “Ed è ancora più inutile che mi preghiate, risparmiate le forze!”

“Allora, potremmo provare a ragionarci sopra! – esclamò Hannah, fiondandosi sul sedile accanto a lui. – Non potete biasimarmi per il mio desiderio di vedere giocare Talon! E’ una leggenda vivente!” Si avvicinò di più, fino a sfiorargli la coscia con una delle sue gambe, mentre lo guardava fisso negli occhi. “E scommetto che eravate lì anche voi per lo stesso motivo…”

“Non potete paragonare quello che faccio io con quello che fate voi!“ esclamò lui, punto sul vivo.

“E perché?– chiese lei, con gli occhi sgranati per la meraviglia.

“Perché no! Io sono un uomo e sono in grado di difendermi!” rispose Ramsbury, molto nervoso.

Hannah si scostò la brutta giacca e gli mostrò la pistolina che teneva legata alla cintura: “Se è per questo, anch’io!” esclamò.

Gli occhi verdi dell’uomo si scurirono per quella brutta sorpresa: “E vostro fratello lo sa che andate in giro con una pistola?” chiese, allarmato.

“Certo!” rispose lei con nonchalance, come se ogni signora della buona società ne possedesse una!

Ramsbury le strappò la pistola dalla cinta e la rimirò tra le mani: “E dove l’avete presa?”

“Era di mio padre. Me la regalò prima di morire – rispose Hannah, soddisfatto di averlo scioccato – mi stava insegnando ad usarla.”

Ramsbury la guardò, e Hannah si sentì pervadere da un certo senso di calore. Avrebbe giurato che dalle sue parole traspariva una certa ammirazione, mischiata alla sorpresa. Magari, era riuscito a colpirlo?

“E voi, avete imparato a sparare?” mormorò lui, carezzando con un dito la bella impugnatura d’avorio.

“Ridatemela e ve lo dimostrerò!” disse lei, riprendendosi la sua pistola.

Ramsbury si mise a ridere, spostando la canna dell’arma fuori dalla sua portata: “Sì, ma non stasera contro di me, mia cara volpina!”

Hannah si unì alle sue risate: “Magari da stasera è nata una bella amicizia!” esclamò, speranzosa.

Ramsbury smise subito di ridere, e il suo viso cambiò completamente espressione, tornando serio. “Non credo proprio!” esclamò.

“Io invece sì – disse, sorniona Hannah, lisciandosi le mani sui calzoni – Perché non aprite un po’ il cuore e mi siete amico, almeno per questa volta?”

Lui scosse vigorosamente il capo, ma lei continuò ad insistere: “Vedete, Ramsbury, ormai il danno è fatto! A che servirebbe renderlo pubblico?” Provò a fargli gli occhioni, mentre lui se ne stava lì a riflettere. Continuò, con sempre più speranza: “ E si vi dessi la mia parola che d’ora in poi me ne starò lontana da Seven Dials?”

L’uomo si massaggiò la mascella, con nervosismo: “Credo che me ne pentirò!” sussurrò.

“Allora è un sì?” esclamò lei, raggiante e ormai sicura della sua vittoria.

“A due condizioni.” esclamò Ramsbury, strappandole di nuovo la pistola di mano e appoggiandola sul sedile di cuoio accanto a lui. Ma continuò a tenerla salda per l’impugnatura. “La prima è che voi da ora in poi giriate alla larga da Seven Dials. La seconda è che stanotte ve ne rimaniate buona buona a casa.”

“Fatto!” esclamò felice Hannah. Poi, guardando fuori dal finestrino. “Avete la mia parola sulla prima condizione, e a quanto pare sto per soddisfare la seconda. Siamo arrivati!“ disse.

Ramsbury le restituì la pistola. “Perché mi sento come se avessi fatto un patto col diavolo?” mormorò.

Lei sorrise, mentre si rimetteva la pistola alla cintura: “Non vi avvicinate troppo a casa. E’ meglio che scenda qui e mi avvii a piedi .” disse.

Ramsbury scosse il capo: “Assolutamente no!”

Lei si voltò con un guizzo verso di lui: “C’è il rischio che Seth ci veda, se vi avvicinate troppo. E cosa gli direte, quando vi chiederà perché stiamo insieme?”

“Maledizione! – convenne l’uomo, picchiettando col bastone sul tettuccio della carrozza, per dare ordine al cocchiere di fermarsi – mi sto già pentendo del nostro accordo!”

Hannah si alzò e aprì la portiera: “Oh, smettetela di agitarvi! Vi ho dato la mia parola, no?” Saltò giù. Un attimo dopo, Ramsbury era alle sue calcagna.

“Ma che cosa state facendo?” esclamò lei, sorpresa e infuriata.

“Mi assicuro della vostra buona fede!“ esclamò lui, afferrandola per un braccio.

Hannah guardò verso la casa, poi si girò accigliata: “Non direte mica sul serio!”

“Assolutamente! Sono curioso di vedere come entrerete in casa senza farvi scoprire da vostro fratello!“ ribatté lui, guardando a sua volta la bella magione.

“Nello stesso modo in cui sono uscita! – disse lei – Grazie a un albero che cresce vicino casa e che arriva proprio alla finestra della mia camera da letto!” Socchiuse gli occhi, guardandolo con aria di sfida. “Volete seguirmi fin lassù e rimboccarmi le lenzuola?”

“Non siate ridicola!” esclamò Ramsbury, allontanandosi di colpo da lei . “Ma mi assicurerò che non vi rompiate l’osso del collo, mentre vi arrampicate!”

“Come volete! “ esclamò Hannah, e si mise a correre giù per il prato. Gli aveva promesso che avrebbe rispettato l’accordo, ma non che avrebbe giocato secondo le sue regole! Se proprio voleva tallonarla, almeno gli avrebbe fatto sudare sette camicie!

Raggiunto l’albero, Hannah si arrampicò su per il tronco e poi si afferrò ad uno dei rami. Non guardò giù, mentre saliva fino alla finestra della sua camera da letto. Quando riuscì ad arrivare al cornicione, vide Ramsbury in piedi accanto al tronco dell’albero che la fissava. Non se ne curò, e prese a camminare rasente il muro di pietra, fino al balcone della sua stanza da letto. Come le sarebbe piaciuto vedere la faccia di Ramsbury, in quel momento! Ma non poteva permettersi di correre un pericolo, solo per guardare giù. Il cornicione era troppo stretto, e le permetteva solo di camminare lentamente appoggiandosi con la schiena, e la faccia rivolta verso l’alto.

Riuscì ad arrivare alla ringhiera del balcone e vi si aggrappò con tutte le sue forze. Poi la scavalcò e finalmente poggiò i piedi al sicuro, sul pavimento. Sollevata, si sporse e sussurrò a Ramsbury, che stava ancora con la bocca aperta a guardarla.

“Ora potete andare, caro amico! “

Da lì e con quella oscurità non poteva vedere bene la sua espressione, ma le parole di Ramsbury le arrivarono chiare alle orecchie: “Noi non siamo amici!”

Hannah arrossì violentemente. Cosa voleva dire, con quelle parole?

CAPITOLO SECONDO

Graham Fulton, marchese di Ramsbury, prese un bicchiere da whiskey e se lo riempì. Blackmore fece lo stesso, prima di parlare con lui. Ramsbury non potè fare a meno di notare le profonde borse sotto agli occhi, di sicuro dovute ad un’altra notte insonne a causa della sorella. Era sicuro che l’amico avesse trascorso gran parte della nottata chiedendosi dove si fosse cacciata quella civetta.

Graham era tentato dal dirglielo, ma sapeva che non poteva. Quella piccola bugiarda meritava di essere punita per tutte le preoccupazioni che causava! Perché aveva stretto un accordo con lei?

L’immagine di quel bellissimo corpo fasciato nei calzoni da uomo gli attraversò la mente come un lampo, e deglutì. Cosa diavolo gli stava accadendo? Cavolo, si trattava della sorellina matta di Seth, e lui non aveva alcuna intenzione nei suoi riguardi, tanto meno sessuali! Eppure, si scoprì improvvisamente attratto da lei.

“Siete strano!“ gli disse Blackmore, riempiendogli nuovamente il bicchiere.

Lui carezzò il bicchiere con un dito: “Potrei dire la stessa cosa di voi!”

Blackmore ridacchiò: “Sì, è vero. Ma non voglio pensarci, adesso. Preferirei mostrarvi il cavallo!” esclamò.

Graham si sentì sollevato all’idea: ”Buona idea! – disse, accompagnando Blackmore fuori dalla stanza. – Quando è arrivato lo stallone?”

“Due giorni fa. Narissa ha già iniziato l’allenamento.” Blackmore sorrise. “Ieri ha battuto il tempo di Banshee ma lei è convinta che, a breve, riuscirà a battere anche Merlino!”

“Fantastico!” esclamò Graham. La moglie di Blackmore era un’ottima addestratrice e, da giovane, aveva cavalcato lei stessa. Lei e Seth si erano incontrati in una di queste gare. Non era un mistero che lei e Lady Hannah fossero in sintonia, già prima del matrimonio. Peccato che Lady Hannah non possedesse un briciolo della saggezza di Lady Narissa! “ Pensate di farlo correre?“ chiese.

“Certamente! – rispose Blackmore – Narissa lo ha chiamato Glitch e spera di farlo cavalcare da Epsom!” Blackmore fece un cenno di saluto in direzione della moglie e della sorella, che si stavano avvicinando a loro.

Lo sguardo di Graham si fiondò su Lady Hannah e – che gli venisse un colpo! – non potè fare a meno di trovarla bellissima! Come aveva fatto a non notarlo prima? Forse perché, vestita da uomo, era molto più interessante! Ora, vestita da donna e con un bel cappello da sole in linea, era bella e basta. La dolce, perfetta donna da sposare.

Nulla a che vedere con la realtà! Peccato, perché Lady Hannah gli era sempre piaciuta. Se non fosse per quel suo comportamento eccentrico, ci avrebbe volentieri fatto su un pensierino. Beh.. per dire! Sarebbe diventato un uomo in balia completa di una furba di tre cotte!

Graham lanciò un’occhiata di sfuggita a Blackmore: “Come va con Hannah? Siete riuscito a trovare il giusto pretendente?” Nel medesimo istante in cui formulava questa domanda, capì che si sarebbe volentieri preso a schiaffi! Ma che cavolo gliene fregava a lui se Hannah si fidanzava o no?

Blackmore sospirò: “Per ora niente, e lei ha bisogno di un marito più che mai. Narissa dice che mi preoccupo troppo, ma comunque Hannah prima o poi si metterà nei guai!”

Graham pensò che l’amico non conosceva neanche la metà dei pasticci in cui si cacciava la sorella e si sentì profondamente in colpa. Avrebbe dovuto essere onesto con lui. Stava per spifferargli tutto, quando Hannah gli fece un bel sorriso, e le parole gli morirono in bocca. Quella donna lo stava portando per mano all’inferno!

“Ieri sera è scomparsa di nuovo! – stava dicendo Blackmore – L’ho cercata dappertutto e poi, eccola lì, è ricomparsa nella sua stanza!”

“Ma davvero? – fece finta di stupirsi Graham, lisciandosi la cravatta per l’imbarazzo – E lei, come ha spiegato la cosa?”

“Non mi ha spiegato niente! Mi ha solo detto che mi agitavo troppo!” Si passò una mano tra i capelli. “Non riesco a capire come fa. Ho dei domestici che pattugliano continuamente la casa, eppure lei continua a scomparire!”

“Credo che dovreste seguire il mio consiglio e proporle un buon partito, senza darle modo di rifiutare.” gli disse Graham, cercando di ricordargli quello che gli aveva suggerito già tempo fa.

“Sapete che non posso. Ho promesso a mia madre che non l’avrei mai costretta a sposarsi!”

“Sì, è vero.” convenne Graham. D’un tratto lo sguardo gli scivolò sull’albero che cresceva accanto alla casa.

“Forse, dovreste tagliare quell’albero!” esclamò.

Blackmore seguì lo sguardo dell’amico: “Che c’entra ora quel vecchio albero?” chiese.

“E’ pericolosamente vicino alla casa” rispose Graham. Avrebbe voluto dire di più, comunque aveva gettato un seme. Si era già pentito dell’accordo stretto con Hannah, ma era uomo d’onore! Comunque sia, non avrebbe tradito la sua fiducia.

Blackmore indugiò un attimo e poi si diresse verso l’albero contorto. Graham sbirciò verso il prato, per capire dove fossero le signore, e non vedendole si sentì più libero di raggiungere l’amico ai piedi dell’albero.

“Pensate che lo stia usando per scappare?” chiese Blackmore, sollevando un braccio verso il ramo più in basso.

“Certamente!” avrebbe voluto esclamare Graham, ma si limitò a scuotere il capo con indifferenza: “Non saprei. Comunque, non credo sia un grave danno abbatterlo.”

Blackmore si arrampicò con due mani sul ramo: “ Sicuramente! E poi, se regge me, è in grado di reggere anche Hannah. Lo farò tagliare subito!” decise.

Graham si guardò un attimo i piedi e poi sbirciò velocemente in giro, per vedere dove fosse Hannah. Sarebbe stata furiosa! Ma subito si sentì sollevato e un sorrisetto di sarcasmo gli si dipinse sulle labbra. Ma sì, che s’infuriasse pure! Non meritava altro, dopo i guai in cui si era andata a cacciare! Inoltre, adesso che anche lui era complice, si sentiva maggiormente in obbligo nei confronti di Blackmore di consigliarlo per il meglio. Abbattere l’albero sarebbe stato solo il primo passo, per proteggere quella piccola volpe!

………………………………………………….

“Dove siete andata, ieri sera?” chiese Narissa. Hannah sorrise, e inclinò il capo in modo che i raggi del sole le si posassero sul viso:

“Sono andata a vedere Talon giocare!” esclamò.

“Oh, no! – quasi gridò Narissa, mettendosi una mano sul petto – Mi avevate promesso che non avreste più fatto una cosa del genere!”

“Non ho fatto nulla di azzardato. Sono stata attenta! – si giustificò la ragazza -“Inoltre, anche voi avevate espresso il desiderio di andare! Come potete biasimarmi, per una cosa che affascinava anche voi?”

“Desiderare non è la stessa cosa di andare! – esclamò Narissa, scuotendo il capo – E poi, non si è mai abbastanza prudenti a Seven Dials! E siete andata da sola?” chiese la donna, aggrottando la fronte.

“Mi sono vestita da uomo e mi sono portata dietro la pistola! – continuava Hannah – Non ho corso alcun pericolo. E comunque ero pronta a reagire, se mi fosse accaduto qualcosa!”

Narissa fece un sospiro profondo: “Mia cara, io vi sono amica, Mi riesce difficile biasimarvi per il vostro desiderio di avventura. Ma, d’altra parte, Seth è mio marito. Ho dei doveri nei suoi confronti.”

Hannah abbassò il capo, sentendosi in colpa per aver messo Narissa in quella situazione spiacevole. Ahimè, non era più come una volta! Prima di sposarlo, Narissa aveva fatto passare l’inferno al povero Seth! Inizialmente era complice di Hannah e quasi nemica dell’uomo; Hannah continuava a non capire perché , sposandosi, le cose tra lei e l’amica fossero così cambiate!

“Non posso continuare a reggervi il gioco, quando vedo Seth così angosciato a causa vostra!” incalzò Narissa.

“Cosa?” esclamò Hannah, sgranando gli occhi. Evidentemente non si era sbagliata su quel cambiamento nei loro rapporti. “Avete intenzione di tradirmi?”

“Sono costretta a proteggervi da voi stessa.” disse, decisa, la donna.

Hannah chiuse gli occhi, e scosse la testa così violentemente che i nastri del cappello legati sulla gola le fecero il solletico.

“Non ho bisogno di essere protetta.” mormorò. Era stufa di tutti quelli che volevano proteggerla, salvarla! Sapeva quel che faceva e i rischi che correva, ed erano esattamente i pericoli che aveva messo in conto di affrontare! Voleva vivere la propria vita intensamente e a modo suo, e non capiva perché tutti non facessero altro che metterle i bastoni tra le ruote! Si sarebbe anche piegata a tutte quelle persone “ rispettabili e perbene” se non avesse saputo che in ognuno di loro si agitava un lato selvaggio.

Seth era stato un gran rubacuori, prima di sposarsi con Narissa. A sua volta, Narissa era stata una brava mazziera, quando Hannah l’aveva conosciuta in una equivoca sala da gioco per sole donne; senza contare che cavalcava e addestrava cavalli! E non le pareva che fossero cose adatte ad una duchessa! Per quanto riguardava Ramsbury… Hannah strinse le labbra. Non avrebbe infierito su di lui.

Narissa le posò una mano sulla spalla: “Mia cara, siete così giovane che non capite quali sono i veri pericoli…” le disse.

“Calcolo sempre i rischi, prima di correrli .” rispose, contrariata, Hannah.

“Non avreste , invece, voglia di sposarvi?”

“Non adesso!” esclamò, dura, la ragazza. Poi aggiunse: “E chiaramente, solo se m’innamoro!” Che mossa intelligente, quella della cognata, di cambiare discorso senza darlo troppo a vedere! Malgrado ciò, Hannah rimase ferma nelle sue idee.

“Non avrete molte possibilità di sposarvi, se prima vi metterete nei guai! – continuò Narissa, tenendo sotto braccio la ragazza. – Io voglio solo il vostro bene. Magari, la prossima volta, portate con voi Brooke o Katherine. Almeno non sarete sola!”

Hannah si fermò, ad occhi sgranati, accanto al suo albero. Ma che cavolo stava succedendo? Lo stavano tagliando! Non riusciva a crederci! Strinse il gomito della cognata: “Guardate!” esclamò.

La donna guardò l’albero e poi, costernata, voltò lo sguardo verso la ragazza: “ Oh, tesoro, non sono stata io! “ gridò.

“Certo che non siete stata voi! E’ stato quel farabutto di Ramsbury!“ urlò Hannah, lanciando uno sguardo di odio all’uomo che, in lontananza, faceva finta di non vederla.

“Ramsbury? – si stupì Narissa – E che c’entra lui?”

“Sta sempre tra i piedi, tutto qui!“ rispose frettolosamente Hannah. Girò i tacchi e si avviò verso il portico. Non voleva neanche vederlo, quel bastardo! Magari più tardi, quando avrebbe potuto guardarlo bene in faccia. Per ora non doveva commettere errori.

Ma Ramsbury l’avrebbe pagata cara, per il suo albero!

CAPITOLO TERZO

Hannah fece un bel respiro, prima di entrare in salotto. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare, quel giorno, era scambiare quattro chiacchiere con un aspirante pretendente. Comunque, Lord Wayfair l’attendeva, e lei non vedeva il motivo di essere scortese con lui. Si sarebbe comportato come una perfetta padrona di casa. Poi, non appena l’uomo se ne fosse andato, si sarebbe scontrata a muso duro con quel farabutto di Graham Ramsbury.

Stampandosi un sorriso di circostanza, entrò nel salotto e si diresse verso Lord Wayfair.

“Buon pomeriggio, milord!” gli disse, mentre lui s’inchinava e le baciava la mano.