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I Beati
I Beati
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I Beati

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Leggendo queste parole la mia fantasia si è accesa e ho cominciato immaginare. Certo, quello che desidero condividere con voi è la mia interpretazione molto libera. Forse neanche si potrebbe farla, ma siamo liberi di esprimere le nostre opinioni. L'arca di Noè, chiamata anche “l'Arca dell'alleanza”, come sappiamo bene essa è il simbolo della salvezza. Fin qui non abbiamo dubbi. L'arca aveva le forma e le misure precise rivelate a Noè da Dio stesso

. Da questo momento si comincia la mia interpretazione: otto persone sull'arca sono otto beatitudini che hanno le forme e le misure precise dettate da Gesù, che ci permettono di entrare nell'arca della salvezza. Possiamo dire che “otto beatitudini” sono la forma e la misura della salvezza che abbiamo ricevuto da Dio.

Ecco – finita la libera interpretazione.

Spero che vi piaccia!

Chi vuole salire sull'Arca?

Prego comprare biglietti, senza pagare. Presto, è l'ora della partenza. Avanti, c'è posto per tutti...belli e brutti …

Salite tutti!

Che non succeda come è successo durante il diluvio universale, gli invitati non volevano entrare nell’arca perché non credevano a Noè. Di conseguenza sono morti tutti annegati nell’acqua.

La Bibbia ci insegna che nella vita degli Ebrei e dei Cristiani al centro è Dio. Dio è al centro come il sole è al centro della via lattea. Anche le Beatitudini sono costruite in modo simile. Al centro è la parola beati ed intorno ad essa sono le cose che la caratterizzano.

I beati assomigliano ad un fiore con otto petali.

- Le “beatitudini” sono un invito di Gesù agli uomini, per costruire il regno di Dio sulla terra.

- Le “beatitudini” sono un invito di Gesù agli uomini per la salvezza.

Penso che le beatitudini non siano riservate soltanto ai cristiani ma a tutti gli uomini della terra, nessuno escluso, indipendentemente dalla loro fede, cultura e nazionalità. Le beatitudini hanno una dimensione universale.

BEATI I POVERI IN SPIRITO

1°. Beati (felici) poveri in spirito – Per forza dobbiamo porci la domanda:

Chi sono i poveri in spirito?

San Luca scrive soltanto “Beati poveri”

, allora dal suo testo possiamo capire che Gesù semplicemente e giustamente consola i poveri. Secondo Matteo, però, i poveri non sono soltanto poveri materialmente, ma anche spiritualmente. Intuiamo che “i poveri in spirito”makárioi hoi ptôchoi tôi pneúmati non significa soltanto la povertà materiale. Secondo me la dimensione di questa beatitudine è diversa. Non c’entra la ricchezza o la povertà materiale.

Chi sono veramente i poveri del mondo?

Ricchi che abbondano nelle cose materiali ma sono senza Dio? O poveri che muoiono di fame ma sono con Dio? Secondo la Bibbia i veri poveri sono le persone che vivono senza Dio. Nella Bibbia sono chiamati stolti, stupidi

. Perché? La loro fine è la condanna eterna.

Qui non c'entra avere o non avere!

ma

Essere o non essere!

“Beati i poveri in spirito” riguarda la nostra relazione con Dio!

“I poveri in spirito” - in lingua greca makárioi hoi ptôchoi tôi pneúmati dove ptohoj, significa non soltanto i poveri, ma anche i mendicanti, i barboni che chiedono le elemosine, le persone degne di pietà. Interessante è che ptohoj unite con pneumati, in questo caso significa i poveri che chiedono l'elemosina spirituale perché sono consapevoli che non sanno niente, per questo cercano la sapienza di Dio. Questo atteggiamento, come già ho scritto prima, non dipende dalla ricchezza o dalla povertà materiale, ma è un atteggiamento del cuore. “I poveri in spirito” sono ‘anawim YHWH cioè gli umili davanti a Dio. In questa prospettiva,“i poveri in spirito” sono più ricchi di tutti, perché possiedono Dio che ha valore più grande di tutto, ha valore eterno cioè senza inizio e senza fine. Propongo di leggere la preghiera di Santa Teresa d'Avila:

“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta! Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace”

.

Un altro esempio ideale per noi è San Francesco d'Assisi

. Prima della sua conversione era ricco materialmente,

ma

ma

ma

dal momento in cui ha incontrato Dio, tutto quello che possedeva non contava niente per lui, per questo dice:

“Deus meus et omnia” - “Dio mio e mio tutto”.

Al centro della sua spiritualità è proprio la povertà, quella materiale e quella spirituale, che ha la sua sorgente nella fiducia e nella provvidenza di Dio.

- Beati i poveri in spirito – la loro ricchezza è Dio solo!

- Beati i poveri in spirito – desiderano soltanto Dio.

- Beati i poveri in spirito – si fidano totalmente di Dio.

- Beati i poveri in spirito – al centro della loro vita è Dio.

- Beati i poveri in spirito – si abbandonano totalmente a Dio.

- Beati i poveri in spirito – scelgono Dio liberamente.

In questo momento possiamo porci una domanda: da dove i poveri in spirito sanno tutto questo? La risposta sembra semplice: dalla conoscenza di Dio. Più Lo conoscono più sono poveri in spirito.

Da dove attingono l'ispirazione?

Da Gesù - Figlio di Dio che è diventato uomo!

San Paolo questo ci spiega nell'Inno cristologico

“[1] Se c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, [2] rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. [3] Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, [4] senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

[5] Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, [6] il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; [7] ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, [8] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. [9] Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; [10] perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; [11] e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”

.

Vediamo che la povertà spirituale è legata strettamente all'umiltà. Gesù questo ci spiega attraverso le immagini:

1 Betlemme

2 la croce

3 l'Eucaristia.

In questi tre posti Gesù ci insegna che cosa significa essere “i poveri in spirito” oppure meglio dire “i ricchi in spirito”.

BEATI GLI AFFLITTI

2°. Beati (felici) gli afflitti – gli afflitti significa i tristi in lutto. Arriviamo così a un paradosso

FELICI = TRISTI IN LUTTO!

o

FELICI?

o

TRISTI?

Ma nello stesso momento FELICI E TRISTI?!... come se nello stesso momento avessimo detto SI e NO! Oppure nello stesso momento saremmo andati a sinistra ed a destra!

Vero! Assurdo!

Impossibile!

Dobbiamo sapere che la Bibbia è piena di “assurdi”, di cose che si contraddicono. Anche in questo caso sembra che non sia possibile che i tristi possono essere felici.“I beati tristi, in lutto”; penso che nessuno di noi, io sicuramente, abbia visto durante un funerale qualcuno che era felice. Si ride durante le feste, matrimoni, ma durante i funerale? No!

“I beati afflitti” in lingua greca makarioi oi penthountes indica le persone che piangono su qualcosa. La domanda si pone da sola:

Su che cosa piangono i beati afflitti?

Perché sono malati?

Perché non sono considerati?

Perché hanno perso il lavoro?

Perché sono stati umiliati?

Perché non sono riusciti a fare qualcosa?

Perché hanno perso i soldi?

Perché sono stati derubati?

Perché hanno preso un voto negativo a scuola?

Perché sono tristi?

Prima di andare avanti propongo a ciascuno di noi di rispondere alla domanda: Per quale motivo ci rattristiamo?

1....................................................................................................

2....................................................................................................

3....................................................................................................

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6....................................................................................................

7....................................................................................................

La tristezza possiamo dividere in due tipi:

1. La tristezza che proviene da Dio, positiva – i beati sono tristi perché soffrono per colpa del male e del peccato che esistono nel mondo. La tristezza che porta alla conversione. La tristezza che porta verso la felicità, verso Dio.


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