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Spiando La Mia Canaglia
Spiando La Mia Canaglia
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Spiando La Mia Canaglia

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"Allora è meglio affrettarsi – esclamò lo zio – Così non avrà il tempo di ripensarci! Volate fuori dalla porta e salite subito in carrozza, presto!” ridacchiò l’uomo, spingendo entrambe le ragazze fuori dall’atrio.

Il viaggio verso il meraviglioso ballo non fu lungo; tuttavia, la fila di carrozze in attesa di essere parcheggiate aveva rallentato la loro entrata di quasi un'ora. Di solito a Giacinta essere in ritardo non importava, anzi lo trovava più chic. Più persone c’erano nella sala da ballo quando lei faceva il suo ingresso, meglio era. Quella sera, però, fremeva dall’impazienza. Doveva vedere subito, quel fantomatico principe!

"Ci vuole troppo tempo!" piagnucolò Scarlett.

"Vi state pentendo di essere venuta al ballo?" Giacinta sollevò un sopracciglio. "Questo ritardo è più che normale. Lo sapete, vero? ” Anche lei fremeva, ma non voleva che la cugina se ne accorgesse: avrebbe potuto stimolare in lei delle pessime maniere…

"Non l’ ho dimenticato – si lagnò Scarlett – Ma ciò non significa che mi piaccia."

Alla fine raggiunsero l'ingresso. Un valletto aprì la portiera della carrozza e aiutò Giacinta e Scarlett a scendere. Lo zio Killian scese per ultimo. Entrarono e attesero che il cerimoniere li annunciasse. Quando entrarono nella sala da ballo, traboccava di gente! L'intera nobiltà aveva deciso di partecipare al ballo di Silverly! La notizia dell’arrivo del Principe, evidentemente, era arrivata alle orecchie di tutti. Per questo c’era tanta gente, quella sera.

"Avete intenzione di ballare, stasera? – ridacchiò Scarlett – O farete da tappezzeria, come al solito?”

"In realtà pensavo di poter passare un po’di tempo nella sala da gioco – ribatté Giacinta, senza scomporsi – C’è sempre gente interessante, là dentro, e potrei trovare qualcuno con cui valga la pena di passare del tempo."

"Non farete nulla del genere! – tuonò lo zio – Vi avverto che se questa è la vostra intenzione vi riporto tutti e due a casa subito!”

Giacinta trattenne un sorriso. Questo era il motivo per cui era felice che alla festa li avesse accompagnate lo zio, piuttosto che sua madre. Avrebbe fatto di tutto, per far trascorrere una piacevole serata alle sue due ragazze! Per una sera, si sarebbero sentite libere.

"Non preoccupatevi, zio Killian - sorrise Giacinta -Scarlett ed io non vi deluderemo.”

Scarlett la guardò e poi guardò suo padre. “Oh, siete davvero due persone impossibili!” esclamò. Se si fossero trovate da sole con lui, di sicuro avrebbe messo su il broncio. Ma perfino lei sapeva che ad un evento così importante un atteggiamento del genere non si confaceva, ad una signorina in attesa di marito.

“Bene. Ballerò. Ma solo con chi piacerà a me, e non a voi, caro padre. "

"L’importante è capirsi.” sibilò l’uomo.

Giacinto ridacchiò. "Vi lascio ai vostri soliti litigi. Mi farò portare dai domestici qualcosa da bere e mi metterò in attesa dei signori per firmare il loro carnet.”

Scivolò via prima che uno dei due potesse fermarla. Giacinta aveva uno scopo e nessuno le avrebbe impedito di agganciare il principe. Certo, non aveva idea di che aspetto avesse, ma dubitava che potesse passare inosservato. Giacinta, come tutte le ragazze della sua età, conosceva bene tutti i membri della nobiltà, quindi sarebbe stato facile individuarlo. Forse il suo piano era un po’ lacunoso…comunque era l’unico che le fosse venuto in mente.

Fece il giro dell’ intera sala da ballo, ma non vide il principe. La frustrazione cresceva dentro di lei. Forse non era ancora arrivato, o magari era uscito in giardino per respirare un po’ d’aria fresca. Ormai aveva perlustrato ogni angolo della sala, quindi non le restava che uscire fuori. Faceva un po’ freddo, per essere primavera, ma era sopportabile.

Sgattaiolò fuori dalla porta che dava sulla terrazza e alzò lo sguardo al cielo. Le stelle brillavano nella notte come diamanti sul velluto. Rimase incantata per un attimo da quella meravigliosa bellezza, poi si scosse. Non aveva tempo per la poesia o distrazioni simili. Giacinta camminò per tutta la terrazza che portava al giardino e poi scese la scaletta.

L'unica luce che guidava il suo cammino era quella della luna piena su in alto. Ma era abbastanza, o almeno lei lo sperava. Quasi inciampò nel vestito, mentre scendeva, e dovette afferrarsi alla ringhiera della balconata, per non cadere. Ma comunque mise un piede in fallo e cadde in avanti, finendo per terra.. Imprecò sottovoce.

Si era ferita le mani cadendo sulla ghiaietta sottostante. Se le strofinò, per cercare di alleviare il dolore. "La mia solita fortuna! – borbottò – Ma è quello che mi merito per la mia testardaggine di cercare un principe! Non so cosa mi abbia preso!”

"Chi è là?" esclamò la voce di un uomo.

Giacinta girò la testa in direzione della voce. L'ultima cosa che voleva era di essere scoperta in quella imbarazzante situazione! Si rimise velocemente in piedi e si affrettò a nascondersi dietro un cespuglio vicino. Il gentiluomo che aveva chiamato, o almeno così presumeva lei, si avvicinò e si guardò attorno. Ma sembrò concludere che non ci fosse nessuno in giro. Giacinta fece un respiro profondo e lo trattenne finché l’uomo non tornò sui suoi passi. Espirò lentamente, ma si sentì attanagliare dal panico quando si accorse che ora c’erano due uomini sul vialetto. Evidentemente un amico aveva raggiunto il gentiluomo.

"Devono essere le voci che vengono dal ballo.” disse uno dei due.

"Siete sicuro, Marius?" chiese l’altro. Entrambi parlavano con un accento che Giacinta non conosceva. Forse erano del seguito del principe di Vasinova? Magari, uno dei due era proprio il principe! Giacinta si sentì invadere dall’eccitazione. Sfortunatamente, non poteva piombargli addosso uscendo fuori…da un cespuglio. Sarebbe stato assolutamente imbarazzante! Cosa avrebbe pensato, il principe, di una donna che si divertiva tra le fratte nel bel mezzo di un ballo? Non l’avrebbe mai neppure considerata, come possibile moglie!

"Per quanto possibile, Vostra Altezza.” rispose Marius.

Era davvero il principe! Giacinta riusciva a malapena a nascondere la sua eccitazione. Se solo avesse potato dargli un’occhiatina… Beh, almeno poteva ascoltare ciò che dicevano: era già un bel punto a suo favore!

"Molto bene - disse il principe – Ma, per maggiore sicurezza, forse dovremmo continuare la nostra conversazione in un luogo più appartato."

"Avete ragione, Vostra Altezza - concordò Marius – Questo viaggio in Inghilterra è troppo importante per permetterci un qualsiasi errore... Dovremmo mescolarci un po’ di più a questi nobili. Ciò ci aiuterà a nascondere il nostro vero scopo.”

Scopo? Che intendevano, con quella parola? Giacinta non riusciva a capire quale potesse essere il loro reale intento, anche se in fondo poco le importava. Tutto ciò che voleva, in quel momento, era trovare il modo di farsi impalmare principessa.

Gli uomini si allontanarono e tornarono nella sala da ballo. Non appena fu assolutamente sicura di essere sola, Giacinta balzò fuori dai cespugli. Oddio, il suo vestito e i suoi capelli dovevano essere in uno stato orribile! Avrebbe dovuto trovare subito la stanza da bagno, per rimettersi un po’ a posto.

Si diresse di corsa verso le scale…e sbattè contro un possente petto maschile. Giacinta rimbalzò all'indietro, ma l’uomo l’afferrò prima che lei potesse cadere rovinosamente a terra.

"Lady Giacinta! - esclamò il gentiluomo, con un leggero disappunto nel suo tono di voce – Cosa state combinando?”

Giacinto gemette. Di nuovo lui tra i piedi! E’ vero che lui l’aveva afferrata al volo…ma se non le si fosse parato davanti lei non sarebbe neanche inciampata!

Oddio, quanto detestava quell’antipatico Rhys Rossington, conte di Carrick! Lui era la rovina della sua vita ...


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