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I Diamanti Non Piangono Mai
I Diamanti Non Piangono Mai
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I Diamanti Non Piangono Mai

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I Diamanti Non Piangono Mai
Dawn Brower

Nonostante tutto il dolore, Scarlett non ha mai smesso di amare JD, ma dubita di poter mai più fidarsi di lui. Sono passati troppi anni e ci sono state troppe incertezze tra di loro per poter tornare indietro. Proprio quando inizia a sperare, qualcosa di nuovo minaccia di distruggerla, quindi avrà bisogno di JD più che mai. Guarire le vecchie ferite potrebbe essere il solo modo per dare a Scarlett la spinta di cui ha bisogno per sopravvivere alla nuova sofferenza che la attende. La vita di Scarlett Oliver non è stata sempre facile, anche se molti lo pensano…Le parole delle sue canzoni le vengono dall'anima e la musica che le accompagna dal mondo intorno a lei. Entrambe la aiutano ad attraversare i momenti più difficili della sua vita. Quando aveva diciott'anni, aveva progettato di sposare il suo vero amore, fino a quando lui non l'aveva abbandonata all'altare ed era scappato con la sua migliore amica. Scarlett si era gettata nella musica e si era costruita una carriera che la maggior parte della gente invidiava. Tutto sembra andare bene fino a quando l'unico uomo che abbia amato ritorna e rischia di distruggere quella facciata costruita attentamente con la sua sola presenza. Jensen ”JD” Drake ha sempre amato Scarlett. Il suo unico rimpianto è quello di averla lasciata per inseguire i propri sogni. Le ha lasciato credere di averla tradita perchè fosse più facile abbandonarla, ma nessuna donna ha mai posseduto il suo cuore come lei. Ora lui è un ricevitore dei Sparkle City Suns, è tornato a casa ed intende reclamare di nuovo il cuore di Scarlett. Non sarà facile, ma niente che abbia valore lo è mai. Nonostante la sofferenza, Scarlett non ha mai smesso di amare JD, ma dubita di poter mai più fidarsi di lui. Sono passati troppi anni e ci sono state troppe incertezze tra di loro per poter tornare indietro. Proprio quando inizia a sperare, qualcosa di nuovo minaccia di distruggerla, quindi avrà bisogno di JD più che mai. Guarire le vecchie ferite potrebbe essere la spinta della quale Scarlett ha bisogno per sopravvivere alla nuova sofferenza che la attende.

Dawn Brower

I Diamanti Non Piangono Mai

I DIAMANTI NON PIANGONO MAI

SPARKLE CITY LIBRO 1

DAWN BROWER

TRADOTTO DA VALENTINA GIGLIO

Diamonds Don’t Cry Copyright © 2019 by Dawn Brower

Tutti i diritti sono riservati

Grafica di copertina ed editing a cura di Victoria Miller (https://victoriamillerartist.com/)

Pubblicato da Tektime

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico o meccanico, incluso il salvataggio di informazioni ed i sistemi di recupero, senza il permesso scritto dell'autrice, fatta eccezione per l'uso di brevi citazioni nelle recensioni del romanzo.

RINGRAZIAMENTI

Grazie a quelli che mi hanno aiutata a rendere questo libro migliore. Elizabeth, sei la mia numero 1! Sei la migliore di sempre. Grazie ancora alla mia stupenda editor e grafica di copertina Victoria Miller. Mi rendi una scrittrice migliore e senza di te non sarei dove sono oggi.

A mia mamma…ogni giorno desidero che tu sia qui e non smetto mai di sentire la tua mancanza.

PROLOGO

Scarlett Oliver alzò il viso verso il cielo e chiuse gli occhi, crogiolandosi al sole. Dei sussurri trasportati dal vento le riempivano le orecchie, formando una gentile melodia nella sua mente. Canticchiò quella canzone per abitudine, fino ad imprimersela nella memoria. In seguito, l'avrebbe scritta su un foglio in modo da poterla recuperare ogni volta che ne avesse sentito il bisogno. La musica era il mezzo con cui il mondo le parlava e lei rispondeva a sua volta.

“Non dovresti essere da qualche parte?”

Sbatté le palpebre ed incrociò lo sguardo della sua giovane sorellastra Faith Penn. I suoi capelli corvini erano tagliati in uno stile da folletto e le incorniciavano il viso, mentre i suoi occhi verde oliva brillavano quasi con malizia. Faith aveva l'aspetto di Campanellino con i capelli scuri, era bassa e minuta sotto ogni punto di vista. Quasi tutti torreggiavano su di lei: persino la sua sorella gemella, Ashlyn, era più alta di lei. Se Faith aveva i capelli scuri, quelli di Ashlyn erano color del bronzo chiaro, ma gli occhi avevano la stessa sfumatura della sorella.

Scarlett sorrise dolcemente. “Questo è il tuo modo di dirmi che sto facendo aspettare tutti?”

“Dovresti prepararti. Ti si rovineranno il trucco ed i capelli, restando seduta qui fuori.” Faith passò la mano nell'elaborata acconciatura in cui erano stati raccolti i capelli biondo fragola di Scarlett. “Questi fermagli d'oro e diamanti stanno così bene tra i tuoi capelli. Vieni dentro, prima di rimpiangere di essere venuta qui. Vuoi veramente essere quel genere di sposa? Sai, quella che si presenta tardi al proprio matrimonio.”

Quello era il giorno del suo matrimonio. Stava per sposare l'uomo che amava da sempre. Forse avrebbero dovuto aspettare, ma non sembrava giusto. Quando JD le aveva fatto la proposta, lei aveva detto di sì senza nemmeno pensarci un momento. Essere sua moglie era uno dei suoi più grandi sogni ed entro pochi istanti sarebbe finalmente successo. Era pervasa dall'eccitazione mescolata al nervosismo. Le farfalle ballavano nel suo stomaco ed il suo cuore batteva più veloce, mentre pensava al momento in cui si sarebbero scambiati le promesse.

“Se insisti”, disse Scarlett con leggerezza, “penso che andrò ad infilarmi in quel grande vestito vaporoso che la mamma ha insistito a considerare perfetto.”

“Non avresti dovuto lasciarti costringere ad accettare. E' il tuo gran giorno ad avresti dovuto scegliere un vestito perfetto per te.” Faith glielo aveva già ripetuto molte volte, ma Scarlett voleva che tutti fossero felici, e dopotutto si trattava solo di un vestito. La cosa importante era che, alla fine di quella giornata, lei sarebbe diventata la signora Jensen Drake e JD l'avrebbe amata per sempre.

“Poteva andare peggio”, disse stringendosi nelle spalle. “Quando troverai l'uomo dei tuoi sogni ed organizzerai il tuo matrimonio, potrai fare come vuoi. Per me non è così importante.” Scarlett non si era mai concentrata sulle cose materiali. Le persone erano molto più essenziali nella sua vita, rispetto alle questioni superficiali. Se sceglierle il vestito rendeva sua madre felice, allora anche Scarlett lo era.

“Andiamo”, disse Faith con un gesto in direzione della chiesa. “Non voglio che JD ti veda prima della cerimonia. Porta sfortuna.”

Faith avvolse le braccia intorno alle spalle della sorella, quindi si avviarono verso la chiesa. Andarono subito nella stanza che era stata assegnata a Scarlett per prepararsi al matrimonio. Lo sposo e gli altri uomini sarebbero arrivati più tardi, quando il momento della cerimonia si fosse avvicinato. Scarlett diede un'occhiata ad un orologio lì vicino e si accigliò. Le si contorsero le viscere, mentre la paura iniziava ad attanagliarla. In verità…Sarebbero dovuti arrivare prima. C'era qualcosa che non andava? Doveva preoccuparsi? “Sono veramente rimasta là fuori più a lungo del dovuto.”

“Ho cercato di dirtelo”, la rimproverò Faith. “Su, infilati in questo vestito così il tuo matrimonio inizierà puntuale.”

“Dov'è Shayla?” Perlustrò la stanza con lo sguardo. Shayla era la migliore amica di Scarlett e la sua damigella d'onore. “Perché non è uscita a cercarmi?”

“Non era qui quando sono arrivata”, le disse sua sorella. “Ma la conosci, probabilmente ha trovato qualcosa di interessante per passare il tempo.”

Con quelle parole sua sorella intendeva dire che Shayla era incostante. Tuttavia la sua migliore amica c'era nei momenti che contavano. Scarlett non era preoccupata. La sua amica sarebbe stata al suo fianco mentre lei sposava JD. “Arriverà. Puoi prendere il suo posto e finire di aiutarmi?” Si voltò ad incontrare lo sguardo di Faith. “Per favore?”

“Certo. Ti aiuto io. Non è quello che abbiamo sempre fatto?” Faith andò dall'altra parte della stanza a prendere una sacca nera per indumenti. La portò a Scarlett e la appese ad un gancio vicino a lei, poi aprì la cerniera lampo, rivelando un meraviglioso abito bianco di organza con il corpetto ricamato e una gonna asimmetrica con un sovrastrato aperto sul davanti. Scarlett sperava che sua madre fosse felice che lei avesse acconsentito ad indossarlo. Quel vestito era un po' troppo appariscente per i suoi gusti. “Penso che sia abbastanza bello”, disse Faith, ma il suo tono suggeriva che non credeva veramente alle proprie parole.

“A qualcuno piacerà, probabilmente.” Scarlett si alzò ed abbracciò velocemente la sorella. “Verrà anche Ashlyn oggi?” Era sempre stata più legata a Faith che ad Ashlyn. Avevano gli stessi interessi, mentre la mente di Ashlyn la portava a studiare ed a mettere tutte le sue energie nella scuola. Di quel passo, si sarebbe presto diplomata, poi sarebbe andata al college, prima ancora che Scarlett decidesse cosa voleva fare della propria vita. Ashlyn aveva mormorato qualcosa riguardo ad un esame importante e al fatto che il matrimonio non sarebbe avvenuto veramente, quindi perché sprecare il proprio tempo per andare lì? Aveva ferito i sentimenti di Scarlett, ma poi lei non ci aveva più pensato. Ashlyn era fatta così…

Inoltre, non aveva voluto credere veramente a quelle parole. I doni di Ashlyn le permettevano di vedere quello che gli altri non vedevano. Se Scarlett aveva delle capacità di chiaroveggenza uditiva che la aiutavano con la sua musica, Ashley aveva delle premonizioni minori ed una memoria fotografica. Faith aveva un'abilità psicometrica e poteva leggere l'aura delle persone: per questo non voleva avvicinarsi a molta gente. Queste capacità psichiche era state trasmesse loro dalla parte materna della famiglia.

Faith tirò fuori il vestito, rivolgendo le spalle a Scarlett. “Ashlyn non parteciperà. Non crede che il matrimonio avverrà veramente.”

Scarlett si irrigidì. “Lo dice ancora?” La sua paura precedente si trasformò in terrore. Non aveva voluto dare ascolto alle premonizioni di sua sorella. Scarlett voleva credere che niente avrebbe potuto interrompere quel giorno speciale. Lo credeva ancora…

“Ha avuto una delle sue visioni”, disse Faith. “Ma non si realizzano sempre.” Quelle parole le uscirono di bocca rapidamente. “Non devi permetterle di instillarti dei dubbi. JD ti ama.”

Sì, lui la amava e lei non avrebbe permesso che Ashlyn le rovinasse il gran giorno. Lasciò uscire il fiato che aveva trattenuto. Forse poteva sembrare che lei e JD avessero troppa fretta di sposarsi, ma lei credeva che stessero prendendo la decisione giusta. Sarebbero andati insieme al college, poi un giorno sarebbero tornati a Sparkle City e si sarebbero costruiti una vita stupenda insieme. “Penso che sia il momento di mettermi il vestito.” Si spogliò e rimase in piedi in reggiseno e mutandine, poi si voltò verso la sorella. Scarlett non avrebbe nemmeno più rimuginato sull'assenza di Ashlyn. Sua sorella era testarda. Lo erano tutte in verità, ma Scarlett non si sarebbe mai persa il matrimonio di una sorella. Il fatto che Ashlyn avesse deciso di rimanere a casa la feriva più di quanto volesse ammettere. Anche se la sua visione si fosse avverata, il che non sarebbe successo, Ashlyn sarebbe dovuta andare a sostenerla. Avrebbe avuto bisogno delle sorelle in ogni caso- nel bene e nel male. Quello era un giorno speciale per lei.

Faith le sorrise e le porse il vestito. Scarlett lo prese e se lo infilò. Una volta che lo ebbe indossato, Faith chiuse la cerniera fino in cima. Il vestito le stava a pennello e Scarlett si sentì persino abbastanza carina nell'indossarlo. Si voltò a rimirarsi nello specchio. Stava succedendo veramente: in meno di un'ora, sarebbe stata davanti al pastore ed avrebbe sposato l'uomo che amava.

“Quel vestito ti sta bene”, disse Faith. “Forse nostra madre capisce le cose meglio di quanto noi pensiamo.”

“Forse”, disse Scarlett. “Ma non è quello che avrei scelto io stessa.” Era un abito molto bello e costoso. “Comunque, non diciamo alla mamma che ha buon gusto. Potrebbe farsi delle idee.” La madre, Enid Oliver-Penn, sapeva essere…cocciuta. Una volta che si metteva in testa qualcosa, non rinunciava senza combattere.

“Sarà il nostro segreto”, disse Faith dolcemente. “Sei pronta?”

“Non sono mai stata più pronta.”

Un colpo alla porta riecheggiò nella stanza. “Forse è l'ora di iniziare.” Faith andò alla porta e la aprì. Un uomo dai capelli castani e gli occhi dorati, che indossava un completo scuro, era in piedi dall'altro lato. Harrison Thoreau- il migliore amico di JD. “Ho bisogno di parlare a Scarlett”, disse a bassa voce. Cosa ci faceva lì? Non avrebbe dovuto essere con JD a prepararsi per il matrimonio?

Faith aggrottò la fronte, poi spalancò la porta per lasciare entrare Harrison. Scarlett era vestita, quindi non c'era motivo di lasciarlo in piedi lì fuori. L'uomo teneva le mani in tasca e gli occhi bassi.

“Sei venuto per parlarmi”, disse Scarlett. “Cosa devi dirmi?”

Aveva la brutta sensazione che non le sarebbe piaciuto, ma nello stesso tempo aveva bisogno di ascoltarlo. Lui tirò fuori le mani dalle tasche, poi frugò dentro la giacca, estrasse una busta e gliela porse. “Questa è per te.”

Scarlett inarcò un sopracciglio. “Cos'è?”

“Aprila”, disse Harrison, distogliendo lo sguardo. “Non spetta a me dirlo…”

Scarlett si avvicinò per prendere la busta, ma Faith le si parò davanti. Strappò via la lettera dalle mani di Harrison e fece un profondo respiro. “Non aprirla”, disse a Scarlett. “Non vorrai leggere quello che c'è scritto.”

Maledetta Faith e le sua capacità psicometriche. Doveva essere orribile, se le stava dicendo di non aprirla. Faith non poteva sapere cosa conteneva, ma conosceva i sentimenti della persona che l'aveva mandata. “Di chi è?”, chiese Scarlett. Non avrebbe dato ascolto a Faith: a quel punto leggerla era tutto quello che potesse fare. Scarlett doveva sapere cosa conteneva quella busta. Nel bene o nel male, doveva affrontarlo.

Si avvicinò alla sorella e le strappò la busta di mano. Sentiva di sapere già cosa conteneva. C'erano già stati tutti i segni, aveva persino sentito dei sussurri nella musica intorno a sé, ma li aveva ignorati. Non aveva voluto credere al dolore che la musica aveva preannunciato. Strappò la busta e lesse la lettera.

Scarlett,

Per favore, perdonami…ma non posso farlo. Siamo troppo giovani ed io voglio fare molte cose nella vita. Sono stato scelto per giocare nella lega Triple A per gli Starlington Sparklers. Non posso rinunciare a questa opportunità e non voglio trascinarti con me. Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo. Capirò se non mi vorrai vedere mai più. Non merito né te, né il tuo cuore tenero.

Per sempre,

JD

Una lacrima le scivolò giù da una guancia. Non era quello che doveva succedere. Perché aveva aspettato così a lungo prima di dirglielo? Avevano pianificato quel matrimonio per settimane e la settimana successiva sarebbe iniziato il college…Lasciò cadere a terra la lettera. Doveva togliersi quel vestito. “Dov'è Shayla?” Aveva bisogno della sua migliore amica. “Non è ancora tornata?” Shayla avrebbe saputo cosa fare.

Harrison si irrigidì, poi iniziò ad indietreggiare lentamente per uscire dalla stanza. Qualcosa le fischiò nelle orecchie. Scarlett si girò ed incontrò il suo sguardo. “Cos'è che non mi stai dicendo?”

“Penso che tu abbia già avuto abbastanza shock in un solo giorno”, disse Harrison. Ti lascio a sistemare tutto quanto. A meno che tu non voglia che io faccia un annuncio o qualcosa di simile.”

“Mio Dio”, disse Scarlett. Improvvisamente capì quello che non le aveva detto Harrison, anche se non c'era nessuna lettera che le spiegasse dove era finita Shayla. Sarebbe stata un'idea veramente infelice dargliela il giorno del suo matrimonio. La sua migliore amica era scappata con il suo fidanzato. “Ti prego, dimmi che non è vero.”

“Vorrei poterlo fare”, disse Harrison. La sua voce era colma di rimorso. “JD sta facendo un errore. Lo rimpiangerà un giorno.”

Scarlett rimase immobile per molti minuti. Niente era andato come previsto e niente sarebbe più stato lo stesso. Perché aveva aspettato così tanto quel giorno? Perché si era affidata così tanto a JD per essere felice? Si sentiva il cuore pesante nel petto e la stanza iniziò a girare. Allungò le braccia per appoggiarsi alla superficie solida più vicina e cadde addosso ad Harrison. Lui la prese tra le braccia, tenendola in piedi. Scarlett non avrebbe pianto. Non sarebbe crollata. Quel dolore al cuore non l'avrebbe distrutta e sarebbe andata avanti con la sua vita. JD non sarebbe stato la sua fine. Quello era un nuovo inizio. Non quello nuovo nel quale aveva sperato, ma comunque un nuovo cammino.

“Non importa”, disse Scarlett allontanandosi da Harrison. Non si sarebbe più fatta consolare da lui né da nessun altro. Doveva farcela da sola. L'indipendenza era la chiave per sopravvivere…”Nulla di tutto ciò è importante. Niente sarà più come prima, e non voglio nemmeno che lo sia.” Era giunto il momento di crescere e di vivere la propria vita. Aveva dato troppa importanza a JD ed era stata stupida. Era un bene che lo avesse capito adesso e non dopo il matrimonio: allora avrebbe avuto dei rimpianti. Si voltò verso Faith e fece del proprio meglio per indurire il proprio cuore. “Aiutami ad uscire da questo vestito. Dobbiamo andare a fare un annuncio.”

“Posso farlo io per te”, Harrison ripeté la sua offerta. “E' il minimo che io possa fare…”

“Grazie”, disse Scarlett con una voce piatta. Aveva perso la capacità di provare qualcosa. “Ma hai già fatto abbastanza. Per favore, ora vattene.”

Harrison girò sui tacchi ed uscì dalla stanza. Faith aprì la cerniera lampo del vestito da sposa, poi Scarlett se lo sfilò e lo gettò da una parte. Forse più tardi l'avrebbe bruciato. Non voleva mai più rivedere quel vestito oltraggioso. Ashlyn aveva ragione: non ci sarebbe stato nessun matrimonio quel giorno ed ora era tempo di affrontare tutti. Le dava sui nervi il fatto che sua sorella avesse previsto tutto, mentre lei stessa aveva deciso di ignorarlo. Perché avrebbe dovuto credere ad Ashlyn? JD non l'aveva mai tradita prima…

Comunque, per tutto c'era una prima volta. Alla prossima occasione non avrebbe sottovalutato una delle visioni di Ashlyn, ma comunque non avrebbe mai perdonato sua sorella. Ashlyn avrebbe dovuto essere lì. Doveva sapere che Scarlett avrebbe avuto bisogno di lei ed aveva scelto di stare alla larga. Scarlett tenne la testa alta mentre usciva dalla stanza. Quello era un giorno che non avrebbe mai dimenticato. Le sarebbe servito per ricordare che “e vissero felici e contenti” non funzionava per tutti. Aveva perso la propria occasione ed avrebbe dovuto crearsi una vita completamente diversa.

CAPITOLO 1

Dieci anni dopo…

Jensen “JD” Drake guardava fuori dall'ampia finestra dell'ufficio, al decimo piano dell'edificio nel quale si trovava da più di un'ora. Sparkle City non era cambiata molto negli anni successivi alla sua partenza. Era già tornato qualche volta, ma solo per qualche partita occasionale. Non si era mai allontanato dallo stadio o dalla camera d'albergo che gli era stata riservata quando era tornato nella sua città natale. In quel modo, JD non avrebbe rischiato di imbattersi in qualcuno che preferiva non incontrare. Aveva fatto molti errori ai quali non avrebbe potuto porre rimedio. C'era una persona in particolare che aveva ogni ragione per odiarlo: Scarlett.

Chiedere scusa non sarebbe stato facile. Non voleva incontrarla prima di avere la possibilità di capire come avrebbe potuto compiere quel gran gesto. Era lei l'unica persona dalla quale voleva farsi perdonare. Le aveva fatto un grande torto. Tornare di nuovo a casa…gli aveva fatto provare nuovamente un gran senso di colpa e di rimpianto. Aveva odiato persino quei brevi soggiorni per le partite fuori casa, perché cercava di evitare i propri demoni interiori. Tuttavia, adesso non aveva altra scelta che esplorare la città: quella era di nuovo casa sua.

Quello stesso giorno, aveva acconsentito al trasferimento nella squadra degli Sparkle City Suns: sarebbe stato il loro nuovo ricevitore. Un tempo aveva sognato di giocare a baseball per la squadra dei Suns. Fare parte di una squadra e sposare Scarlett Oliver erano le uniche due cose che avesse mai desiderato, ma aveva distrutto quella donna ed ormai non aveva alcuna possibilità di riaverla nella propria vita. Cosa avrebbe fatto Scarlett, quando avesse saputo che lui era ritornato? Le sarebbe importato? JD non avrebbe potuto biasimarla, se lei non lo avesse più voluto vedere.

Tuttavia, non poteva permetterle di monopolizzare i suoi pensieri. Per lui era fondamentale prestare attenzione a cosa aveva da dirgli il suo nuovo manager. Qualcosa che riguardava il suo nuovo contratto…

“Mi stai ascoltando?”, gli chiese Calvin Rooney, lasciando trapelare l'irritazione dal suo tono di voce mentre parlava.

JD si voltò verso di lui. L'uomo più anziano aveva dei folti capelli sale e pepe e gli occhi marrone scuro come una tazza di caffè forte. Se il suo precedente manager non avesse deciso di lasciare tutto ed andare in pensione, JD non si sarebbe trovato nell'ufficio di Calvin Rooney. Non era ancora sicuro che gli piacesse quel tipo; c'era qualcosa di abbastanza…viscido in lui. Tuttavia, a parte quella sensazione viscerale quando si trovava in sua presenza, JD non aveva alcuna ragione di mettere in dubbio le sue capacità. Aveva negoziato il suo contratto meglio di quanto si fosse aspettato. Per questo JD aveva lasciato da parte i propri sentimenti ed aveva continuato a lavorare con lui. Almeno, finché non gli avesse dato una ragione per non farlo…”Scusami”, gli disse tranquillamente. “Ho un sacco di cose a cui pensare.”

La stagione era già iniziata. Entro un mese, avrebbero avuto una pausa per gli All- Star. Nel giro di due settimane le selezioni per il turno primario sarebbero terminate e poi sarebbe iniziato il primo turno. Sperava ancora di avere la possibilità di formare la squadra. Diamine, in verità sperava in molto più di quello, ma avrebbe iniziato con il far progredire la propria carriera. Scarlett…Beh, forse lei lo avrebbe preso a pugni se si fossero incontrati e lui se lo sarebbe ben meritato. Tuttavia, c'era sempre la possibilità che lei non fosse in città: avrebbe potuto anche essere in tour. JD non si era preoccupato di controllare, perché aveva troppa paura di conoscere la verità.

“Comunque sia”, Calvin iniziò a parlare, riportando JD indietro dalle proprie riflessioni. “Dobbiamo parlare di molte cose prima che tu te ne vada. Ho il contratto definitivo, con l'aggiunta delle disposizioni che hai chiesto. Tutto quello che devi fare è controllare i cambiamenti, poi firmare e apporre la data.”

Con un semplice tratto di penna su un foglio, aveva apportato dei cambiamenti alla propria vita. Prima di questo contratto era stato un libero professionista. Una volta firmato, avrebbe giocato con i Suns per i successivi cinque anni. Non avrebbero potuto cederlo, senza il suo consenso. Gli piaceva l'idea della stabilità e di non dover più spostarsi continuamente. Stava già cercando un posto fisso in cui abitare: odiava vivere negli alberghi e non vedeva l'ora di lasciare quello in cui soggiornava al momento.

“Indicami dove devo firmare”, disse JD, facendo un cenno verso il documento sul tavolo. “Voglio che sia tutto a posto.” Aveva voglia di uscire dall'ufficio e di andare in giro per Sparkle City in macchina. Forse avrebbe seguito i propri ricordi e visitato i suoi posti preferiti. Eppure, tutto ciò gli avrebbero fatto ricordare cosa aveva perso- Scarlett. Dio, era stato talmente stupido!

Calvin indicò due punti. “Queste sono le disposizioni delle quali hai bisogno.”

JD le controllò, per assicurarsi che fossero corrette, poi firmò con le proprie iniziali. “Mi sembrano giuste.”

Il manager prese il contratto e lo sfogliò fino all'ultima pagina, poi lo posò di nuovo sul tavolo. “Firma qui.” Dopo avere firmato ed apposto la data, JD gettò la penna sul tavolo. “Se è tutto…”

“Per ora”, replicò Calvin. “Potremo rivedere in seguito qualsiasi nuova clausola.”

“Va bene”, disse JD. “Quindi me ne vado. Chiamami quando e se senti qualcosa.”

Non aspettò di vedere se Calvin avrebbe risposto a quell'ultima affermazione. Per quanto lo riguardava, aveva finito ed aveva molto di meglio da fare. JD uscì rapidamente dall'ufficio e si diresse verso la moto- un' Harley Davidson Street 750 di un colore “rosso cattivo.” Era il suo ultimo acquisto- Ora che viveva in una città dove il tempo era bello tutto l'anno, aveva la ferma intenzione di godersela.

JD slacciò il casco da dietro il sellino, poi se lo infilò e lo allacciò. Si sedette sulla moto ed accese il motore, poi partì in direzione della spiaggia. Una passeggiata sul lungomare sembrava proprio una buona idea. C'era qualcosa nell'oceano che aveva sempre un effetto calmante su di lui, una sorta di balsamo per i suoi nervi. Si sentiva molto nervoso da quando aveva accettato di venire a giocare nei Suns. Dopo avere avuto il tempo di calmarsi e di dare sollievo alla sua eccessiva ansietà, avrebbe fatto ciò che aveva cercato di evitare da quando era tornato in città una settimana prima: avrebbe cercato notizie di Scarlett e controllato il programma del suo tour. Non sapeva bene se sperare che lei fosse in città o che stesse lontana per settimane. In ogni caso, JD aveva bisogno di conoscere la verità, per essere pronto. Era fiero di lei e di quello che era riuscita a fare, ma nello stesso tempo non riusciva ad evitare di sentirsi vuoto dentro. Avrebbe dovuto stare con lei, mentre raggiungeva tutti i suoi obiettivi. JD non avrebbe mai dovuto abbandonarla a fare tutto da sola. Era l'uomo più stupido del mondo. Accidenti, lei non lo avrebbe perdonato, ma la voleva disperatamente. Gli mancava…

Era giunto il momento di affrontarla. Le doveva una spiegazione e delle enormi scuse. Se aveva fortuna, Scarlett lo avrebbe perdonato, ma lui dubitava che sarebbe stata così generosa. Comunque, dovevano fare almeno una tregua apparente, visto che avrebbero vissuto nella stessa città.

Erano due ore che Scarlett era in casa e sentiva il bisogno di fare una passeggiata sulla spiaggia. Quei sussurri che la guidavano sempre, la spingevano ad uscire e non si erano mai sbagliati. Le voci che sentiva le procuravano le melodie meravigliose con le quali scriveva le sue canzoni e l'avevano aiutata a costruirsi una carriera di successo. Inoltre, poteva dedicare qualche ora a se stessa e persino alla meditazione. Si sentiva a terra e, di quel passo, sarebbe finita all'ospedale.

Odiava…essere a casa.

Lì c'erano troppi ricordi legati all'amore che aveva perso. Scarlett non si era mai ripresa veramente, dopo essere stata abbandonata all'altare. Il tradimento di JD aveva lasciato delle cicatrici e, per colpa sua, aveva difficoltà ad affezionarsi a qualcuno. Non era facile avere fiducia, quindi si aggrappava alla propria indipendenza con tutte le forze. Non avrebbe mai più permesso a nessuno di ferirla come aveva fatto JD.

Lasciò la macchina in un parcheggio nelle vicinanza e spense il motore, poi scese dalla Camaro rosso ciliegia. Non aveva aperto la capote, ma forse lo avrebbe fatto al ritorno. Scarlett amava sentire il vento tra i capelli, l'aiutava a sentirsi viva e libera. Si mise in tasca le chiavi e si incamminò verso il lungomare. Le onde si infrangevano a riva con spruzzi di schiuma bianca, poi si ritiravano nuovamente nel mare. La sabbia bianca brillava alla luce del sole e Scarlett immaginò che si sarebbe bruciata, se avesse camminato a piedi nudi. Era tentata di provare, ma tenne le scarpe e continuò a camminare sul lungomare, come aveva programmato. Camminando lungo il ponte azzurro che collegava la spiaggia alla passeggiata, sarebbe arrivata ad un muro costruito per impedire alle onde più alte di infrangersi sulla costa. Le era sempre piaciuto camminare sul quel muro di pietra e acciaio, specialmente quando le onde erano molto alte e un po' di quegli spruzzi salati cadevano su di lei.

Scarlett infilò le mani nelle tasche dei suoi jeans a si incamminò lungo il ponte. Il mare era tranquillo e la aiutò a calmarsi. Non riusciva a capire perché si sentisse così nervosa, ma non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione. C'era già molta gente che attraversava il ponte, alcuni diretti verso il muro, mentre altri stavano tornando indietro verso la riva. Scarlett ignorò la maggior parte di loro, perché non voleva che qualcuno la riconoscesse. Quello era un momento per se stessa.

Quando arrivò al muro frangiflutti, si fermò ad un'estremità, fissando l'acqua blu scura, e trasse un sospiro. Si sporse lungo la ringhiera e chiuse gli occhi, poi fece un respiro profondo e rimase in ascolto del vento. Una dolce melodia stava già formandosi nella sua mente.

“Scarlett?”, disse una voce maschile.

Era una voce familiare. Dei ricordi che Scarlett voleva dimenticare, che aveva creduto di aver sepolto per sempre, iniziarono a riaffiorare. La risata di quell'uomo riecheggiò nella sua mente. Il tono roco della sua voce si abbatté su di lei, come quando le aveva sussurrato parole dolci, aveva fatto insinuazioni maliziose e le aveva promesso di amarla per sempre. Il cuore prese a batterle più veloce ed aveva difficoltà a respirare ed espirare. Il dolore le attraversò i polmoni, lasciati privi di ossigeno.

Non poteva succedere, non proprio adesso. Doveva essersi sbagliata…Non era possibile che lui fosse a Sparkle City. Cioè, era possibile, ma erano dieci anni che non lo incontrava. JD aveva fatto del suo meglio per evitarla e lei aveva fatto lo stesso. Riaprì le palpebre lentamente, poi si voltò a guardare nella direzione dalla quale era giunta la voce. Scarlett non stava impazzendo, non era possibile. Lui era ancora bello come lo ricordava, anzi, ancora di più. Aveva un po' di barba sul mento, che lo rendeva ancora più sexy; aveva anche una cicatrice sulla fronte che, invece di renderlo meno attraente, lo rendeva ancora più affascinante. Aveva i capelli i disordine, come se li avesse pettinati con le dita- o come se qualcuno lo avesse fatto al suo posto. Scarlett scacciò quella punta di gelosia nell'immaginarlo con un'altra donna. Non era più suo e non lo sarebbe stato mai più. “JD”, disse. La voce di Scarlett era appena più di un sussurro. JD era veramente lì e lei avrebbe dovuto parlargli. No…Non era necessario. Scarlett non gli doveva niente.

Si voltò per andarsene, ma lui allungò la mano e le afferrò il braccio, impedendole di fare un passo avanti. Scarlett si girò e lo guardò storto. “Lasciami andare.”

“Per favore, non andartene”, disse JD. Aveva la voce roca dall'emozione, ma lei non era sicura del perché. “Io…”, deglutì con difficoltà. “Ci sono delle cose che dovresti sapere.”

“Non credo”, insistette lei. “Se ha a che fare con te, è meglio se te lo tieni per te. Qualsiasi cosa ci fosse tra noi, è finita quando mi hai abbandonata all'altare.” Dio, era così difficile dirlo ad alta voce. “Ora, gentilmente, toglimi le mani di dosso e potremo separarci in pace.”