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Sangue Saziato
Sangue Saziato
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Sangue Saziato

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“Dove rapite le ragazze, di solito?” gli chiese.

“A volte nelle discoteche o nella zona malfamata della città, i senzatetto sono prede facili… a nessuno frega abbastanza da denunciarne la scomparsa.”.

“I quartieri poveri.”. disse Micah. “La cosa ha un senso.”.

“Perché?” chiese Titus.

“Alicia è finita nei guai in quella zona, un po’ di tempo fa.” rispose Micah, ricordando i due lupi mannari che lei aveva prosciugato in un vicolo. Scacciò via il ricordo. “Non è una bella zona… c’è molto movimento tra droga e prostituzione. E c’è anche molta attività demoniaca.”.

“E la mia amica? Dove l’avete trovata?” chiese Alicia, poiché, dai ricordi dell’uomo, gli abiti della ragazza le sembravano quelli di una persona facoltosa.

“Lei e quella lupa stavano ballando al Night Light, più di un mese fa. Parker ha messo la droga nei loro bicchieri e loro non si sono accorte di niente.”.

Micah lasciò cadere la sedia quando un pensiero lo assalì. “L’hanno tenuta in gabbia per un mese.” tuonò infuriato, poiché le ragazze erano state rapite nel suo locale. “Lo sospettavo. Ecco perché affrontai Anthony.”.

Titus gli fece un cenno con la mano e premette il pulsante dell’interfono “Alicia, c’è un modo per fargli il lavaggio del cervello?”.

“Ci sono molte cose che potrei fargli, al momento.” rispose lei, senza distogliere lo sguardo dal prigioniero.

“Potrebbe esserci utile in futuro.” rispose Titus.

“Quindi vuoi che gli faccia il lavaggio del cervello così righerà dritto per il resto della sua vita?”.

Titus alzò un sopracciglio “Non è una cattiva idea… convincilo che fa parte del mio branco e che quello di Luca è il branco nemico. Poi, se non ti dispiace, vorrei che facessi la stessa cosa con le altre quattro guardie che abbiamo preso.”.

“Potresti provare la sua lealtà e poi rimandarlo da Luca come spia.” suggerì Damon, sapendo che Titus poteva sentirlo.

L’altro esitò prima di premere di nuovo il pulsante “Potrò fidarmi di lui completamente?”.

“Alicia?”. Damon sorrise compiaciuto, sapendo che lei, in realtà, moriva dalla voglia di costringere quel tipo a cavarsi gli occhi da solo e ingoiarsi la lingua.

“Sì, ho capito.” rispose lei con un sorriso impertinente.

Titus sorrise soddisfatto quando Alicia aggiunse un paio di regole personali… visitare un locale per motociclisti gay nelle serate libere e non sentirsi mai più attratto da una femmina di nessuna razza.

“Accidenti.” disse Micah con un sorriso smagliante.

“Non ho mai visto niente di simile.” mormorò Tasuki.

Micah sogghignò “Benvenuto nel nostro mondo. Questo non è niente in confronto alle altre cose che succedono qui.”.

“Sembra che abbia finito.” disse Titus, e si scostò dal muro proprio quando la porta si aprì.

“È andata bene?” chiese Alicia con un sorriso.

“Tutto perfetto come sempre.” la elogiò Micah.

“Ti porto al distretto così puoi lavorare sugli altri.” le ricordò Titus, guardando Damon per la sua approvazione.

Alicia si avvicinò e diede un altro abbraccio a Micah. “Grazie per avermi permesso di dare una mano. È stato davvero bello sentirsi utile perciò, se prendete altri cattivi che potrebbero essere raddrizzati, fammelo sapere.”. Si divincolò rapidamente dal suo abbraccio e seguì con impazienza Titus fuori dalla porta.

Micah sorrise mentre lei si allontanava, ma la sua espressione svanì quando vide Damon che lo fissava. Con un sospiro pesante, scosse la testa e roteò gli occhi prima di allontanarsi da lui. Micah si appoggiò al falso specchio per dare un’occhiata al lupo mannaro e rimase sorpreso quando una piccola crepa apparve all’improvviso proprio davanti ai suoi occhi.

Tasuki fece un passo indietro quando vide una sfumatura dorata nei suoi occhi. Vedere quegli occhi risvegliò i suoi ricordi e la visione dell’uomo dagli occhi dorati, che Kyoko aveva chiamato ‘angelo’, tornò a perseguitarlo. I rumori nella stanza svanirono e Tasuki scacciò la visione quando Micah diede un pugno al falso specchio. Il vetro andò in frantumi, facendo sussultare il lupo mannaro ancora rinchiuso nella stanza degli interrogatori.

“Calmati.” disse piano Tasuki.

Micah scosse la testa “Tiene Alicia lontana dalla sua famiglia e pensa che tutti vogliano portargliela via.”.

Tasuki lasciò la stanza e si diresse verso la sala pausa, dritto alla macchina del caffè. Aveva la sensazione che, con tutti quei ricordi, dormire sarebbe stata probabilmente una pessima idea. Erano due giorni che non dormiva… uno in più non avrebbe fatto differenza. Non era impazzito all’improvviso, anzi… solo chi è sano di mente può resistere.

Dopo alcuni minuti di totale silenzio, Tasuki si diresse verso le celle di detenzione ma si fermò quando la porta d’ingresso si aprì e vide Titus che sorrideva.

“Damon sembra andare un po’ di fretta, perciò sta ‘riprogrammando’ tre guardie mentre Alicia lavora sull’ultima.” disse.

“Ovviamente.” borbottò sarcasticamente Micah dalla stanza degli interrogatori.

Tasuki ignorò il commento. “Che mi dici del “motociclista gay” là dentro?” chiese, facendo cenno verso la stanza degli interrogatori in cui il lupo mannaro era ancora incatenato alla sedia.

“Stiamo per trasferire lui e le altre guardie nel carcere più grande all’altro capo della città. Peccato che avranno la meglio sull’autista e fuggiranno lungo il tragitto.” rispose Titus con un sorrisetto.

Tasuki si accigliò “E se Luca sospetta di loro?”.

“Se lasciassimo andare una sola guardia, allora sì… Luca sarebbe molto sospettoso. È per questo che li lascio fuggire tutti. Probabilmente Luca gli darà una promozione per esserci riusciti.” rispose Titus, ringraziando dentro di sé Damon per l’idea. “A proposito, mi serve un favore.”.

“Cioè?” chiese Tasuki.

Titus estrasse dalla tasca la boccetta di spray vuota “Fermati al The Witch’s Brew e prendi un’altra boccetta di questa roba.”.

Tasuki la prese e notò le sue piccole dimensioni “Vuoi che ne prenda più di una?”.

“Non è una cattiva idea.” rispose Titus, poi girò la testa quando sentì Micah ringhiare. “È meglio se entro e gli do qualcosa da fare, prima che sfoghi le sue frustrazioni su quel poveretto.”.

Capitolo 5

Jade sussultò quando sentì il rumore di vetri rotti e aprì appena gli occhi. Aspettandosi di vedere la gabbia in cui era rinchiusa da un mese, si sentì confusa per un momento quando si ritrovò su una branda. Era stata drogata di nuovo… non sapeva altro. Ricordava ancora la puntura del dardo tranquillante con cui era stata colpita.

Inspirò lentamente, annusando l’aria per capire l’ambiente circostante. Gli odori erano diversi, lì… erano più puliti, non cattivi come nel magazzino in cui si trovava prima.

Quando gli effetti del tranquillante svanirono e la vista iniziò a schiarirsi, Jade notò che le sbarre erano diverse e sembravano più lontane. Rimanendo immobile per non far capire di essere sveglia, spostò lo sguardo quel tanto che bastava per vedere che aveva ragione… era in una cella di prigione invece che nella sua gabbia. Non era un grande salto di qualità ma, almeno, avrebbe potuto allontanarsi abbastanza dalle sbarre se le si fossero avvicinati di nuovo con quel dannato pungolo per bestiame.

Sentiva voci smorzate in lontananza e rimase immobile, in attesa che tutti i suoi sensi si riprendessero completamente per capire cosa stessero dicendo. Riconobbe l’odore dell’umano che voleva liberarla dalla gabbia e si sentì rincuorata dalla sua presenza. Non aveva percepito né paura né preoccupazione in lui.

Arricciò leggermente il naso quando, nelle immediate vicinanze, sentì l’odore di una delle guardie del magazzino, ma non era niente in confronto all’inconfondibile odore di un alfa. Represse un ringhio, lei odiava tutti gli alfa per una buona ragione… era finita in quel casino per la presunzione di alcuni di loro, tanto per cominciare.

Attraverso le palpebre socchiuse vide uno degli uomini, l’alfa ovviamente, uscire da una stanza sulla destra e passare davanti alla sua cella. Ricordò di averlo visto accanto al vecchio lupo che le aveva sparato con la pistola tranquillante. Sentendo il suo forte odore dovette trattenere di nuovo un ringhio. Probabilmente era stato lui a ordinare di sedarla.

Non lontano c’era il maschio umano. Jade trattenne il respiro quando lui si fermò a guardarla e sospirò, per poi proseguire.

“Portalo fuori da qui.” ordinò Titus. “E cerca di non litigare con Damon se è ancora nei paraggi. Lui e tua sorella ci sono stati di grande aiuto.”.

Jade aspettò mentre sentiva dei movimenti e una voce nuova che borbottava qualcosa a proposito di una vacanza, prima che i passi iniziassero a muoversi verso la sua cella. Vide prima il felino… un maschio dall’aspetto possente, con capelli biondo cenere e degli strani occhi blu, che camminava insieme a una delle guardie del magazzino.

Tutto intorno a lei sembrava appartenere alle forze dell’ordine, eppure il suo rapitore era libero mentre lei era ancora rinchiusa. Incapace di controllare la propria reazione, Jade saltò giù dalla branda e caricò le sbarre che li separavano.

“No!” gridò Tasuki quando vide che la lupa era sveglia e colpiva le sbarre per raggiungere il tizio cattivo trasformato in bravo ragazzo. “Calmati.” le disse, e si avvicinò alla cella con cautela “Ti farai male.”.

Jade continuava a ringhiare e latrare verso il suo rapitore, cercando di spingersi tra le sbarre. Quello era il bastardo che provava gusto nel ripeterle continuamente cosa le avrebbe fatto quando le iniezioni di ormoni avrebbero fatto effetto. Se avesse potuto, l’avrebbe privato dell’unica parte del corpo di cui si vantava di più…

La guardia si bloccò e fissò la lupa dietro le sbarre, sentendo la propria coscienza rinata martellare così forte da sentirsi quasi male per come l’aveva trattata. Inspirò pesantemente e raddrizzò le spalle, deciso a salvare le altre ragazze per rimediare a ciò che aveva fatto.

“Andiamo.” ringhiò Micah e proseguì, tirandolo per un braccio. Sperava che, una volta usciti dall’edificio, la lupa si sarebbe calmata un po’.

“Controllati.” ordinò Titus ringhiando, poi s’inginocchiò per guardare la lupa negli occhi. “Questo è un luogo pubblico e tu rispetterai le regole sacre che hanno impedito alla nostra razza di essere smascherata.”.

Jade ringhiò e schioccò i denti, ma si allontanò dalle sbarre sentendo il suo potere avvampare al punto da scaldarle la pelle. Come osava darle ordini solo perché era un alfa? Lei non lo conosceva e lui la teneva ancora in una maledetta gabbia. Gli mostrò le zanne e continuò a ringhiare mentre i suoi occhi furiosi fissavano quelli di lui.

Titus restrinse lo sguardo, vedendo l’odio brillare nei suoi occhi, e si chiese se non avesse fatto bene a considerarla feroce. Se l’avesse lasciata andare in quel momento, lei avrebbe solo seguito il proprio istinto animale attaccando qualcuno. Non poteva permettere che accadesse… non in città. L’ultima cosa di cui avevano bisogno, adesso, erano altri attacchi di animali in prima pagina. Già la vendita di armi era schizzata alle stelle a causa delle strane storie trapelate sui demoni.

“Posso solo immaginare cosa sta pensando.” disse piano Tasuki, non desiderando altro che aprire quella maledetta porta… almeno stavolta c’era una porta.

Titus lo guardò incuriosito “Tu a che cosa penseresti?”.

Tasuki scrollò le spalle e guardò la lupa “Penserei che hanno rilasciato uno dei miei carcerieri nonostante quello che mi ha fatto… oppure penserei che Luca, alla fine, è riuscito a vendermi e che ho un nuovo nemico-barra-padrone alfa. In questo momento, probabilmente, non vedrei alcuna differenza tra te e Luca.”.

Jade non riuscì a controllare la propria reazione e, incuriosita, piegò la testa di lato, volgendo lo sguardo verso quel tipo gentile. Quell’umano era uno dei pochi in grado di comprendere la psiche altrui? Però sbagliava nel dire che era stata venduta… rubata era più corretto. Si trattava solo di un alfa che aveva derubato un altro alfa… anche se si era nascosto dietro un distintivo per farlo.

“Puoi tornare in forma umana?” le chiese Titus. Poi scosse la testa in segno di delusione quando la lupa gli mostrò di nuovo le zanne. “Suppongo di no.”.

“Titus, fammi capire una cosa. Quando vi trasformate capite comunque le parole… giusto?” chiese Tasuki. “Cioè… lei può capire cosa diciamo se le spieghiamo perché è ancora rinchiusa?”.

Titus capì cosa intendeva Tasuki e guardò la lupa mentre spiegava in parole povere “Quando ci trasformiamo dobbiamo concentrarci abbastanza per superare la bestia che siamo diventati, ma sì… possiamo tenere il controllo sul nostro lato umano, se siamo abbastanza forti. La cosa negativa è che, più a lungo rimaniamo in forma animale, più diventa difficile.”.


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