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Sangue Saziato
Sangue Saziato
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Sangue Saziato

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“Forse lui non ha capito... ma io sì.” sussurrò Tasuki.

Alicia si avvicinò al tavolo e si sedette, fissando il licantropo che adesso era pensieroso.

“Che diavolo vuoi?” le chiese, dopo essere giunto alla conclusione che sarebbe morto comunque, che parlasse o no. “Hanno mandato un bel bocconcino per farmi parlare?”.

Si sporse un po’ verso di lei “Non puoi fare niente per costringermi a tradire Luca. Ti dico una cosa, bellezza. Ci sono un sacco di donne ad aspettarmi, là fuori.”.

Alicia gli sorrise appena e si sporse “Oh, ne sono certa, ma prima di andartene forse dovresti rispondere alle mie domande. Sto cercando un’amica... è sparita e mi chiedevo se tu l’avessi vista.”.

“Io ne ho viste parecchie di donne.” rispose lui con un sorrisetto presuntuoso, non rendendosi conto che le stava già obbedendo. “Ma è un bel po’ che non mi passa tra le mani una femmina di puma.”.

“Lei non è un puma.” disse Alicia e piegò la testa di lato, sentendosi carica quando il lupo imitò il suo movimento con la testa. Non rimase sorpresa quando, all’improvviso, ebbe una strana visione di un’altra ragazza e si rese conto che stava vedendo i suoi pensieri.

Attingendo a quei pochi ricordi che aveva scovato nella sua mente, Alicia decise di usarli a proprio vantaggio. “La mia amica è umana, ha i capelli biondi e rosa, gli occhi verdi e sulla schiena ha un tatuaggio di due mani che tengono una sfera di cristallo.”.

La guardia si accigliò “Sì... abbiamo preso quel bel bocconcino un paio di settimane fa. Luca l’ha tenuta per sé. Lui prende sempre le migliori.”.

Alicia piegò la testa di lato e lui fece lo stesso. “Dov’è Luca?” gli chiese piano.

“Non lo so.” rispose il lupo, intontito. “È un tipo intelligente... non racconta tutto a tutti, sai? Siamo in così tanti a lavorare per lui in zone diverse... nessuno sa mai dove si trovano gli altri. Così, se ci arrestano, non possiamo tradirli.”.

Alicia spalancò gli occhi e dilatò le pupille, attirando ancora di più il lupo sotto il proprio potere. Le risposte che le dava stavano solleticando la sua rabbia ma lei riuscì a gestirla.

“Dove rapite le ragazze, di solito?” gli chiese.

“A volte nelle discoteche o nella zona malfamata della città, i senzatetto sono prede facili... a nessuno frega abbastanza da denunciarne la scomparsa.”.

“I quartieri poveri.”. disse Micah. “La cosa ha un senso.”.

“Perché?” chiese Titus.

“Alicia è finita nei guai in quella zona, un po’ di tempo fa.” rispose Micah, ricordando i due lupi mannari che lei aveva prosciugato in un vicolo. Scacciò via il ricordo. “Non è una bella zona... c’è molto movimento tra droga e prostituzione. E c’è anche molta attività demoniaca.”.

“E la mia amica? Dove l’avete trovata?” chiese Alicia, poiché, dai ricordi dell’uomo, gli abiti della ragazza le sembravano quelli di una persona facoltosa.

“Lei e quella lupa stavano ballando al Night Light, più di un mese fa. Parker ha messo la droga nei loro bicchieri e loro non si sono accorte di niente.”.

Micah lasciò cadere la sedia quando un pensiero lo assalì. “L’hanno tenuta in gabbia per un mese.” tuonò infuriato, poiché le ragazze erano state rapite nel suo locale. “Lo sospettavo. Ecco perché affrontai Anthony.”.

Titus gli fece un cenno con la mano e premette il pulsante dell’interfono “Alicia, c’è un modo per fargli il lavaggio del cervello?”.

“Ci sono molte cose che potrei fargli, al momento.” rispose lei, senza distogliere lo sguardo dal prigioniero.

“Potrebbe esserci utile in futuro.” rispose Titus.

“Quindi vuoi che gli faccia il lavaggio del cervello così righerà dritto per il resto della sua vita?”.

Titus alzò un sopracciglio “Non è una cattiva idea... convincilo che fa parte del mio branco e che quello di Luca è il branco nemico. Poi, se non ti dispiace, vorrei che facessi la stessa cosa con le altre quattro guardie che abbiamo preso.”.

“Potresti provare la sua lealtà e poi rimandarlo da Luca come spia.” suggerì Damon, sapendo che Titus poteva sentirlo.

L’altro esitò prima di premere di nuovo il pulsante “Potrò fidarmi di lui completamente?”.

“Alicia?”. Damon sorrise compiaciuto, sapendo che lei, in realtà, moriva dalla voglia di costringere quel tipo a cavarsi gli occhi da solo e ingoiarsi la lingua.

“Sì, ho capito.” rispose lei con un sorriso impertinente.

Titus sorrise soddisfatto quando Alicia aggiunse un paio di regole personali... visitare un locale per motociclisti gay nelle serate libere e non sentirsi mai più attratto da una femmina di nessuna razza.

“Accidenti.” disse Micah con un sorriso smagliante.

“Non ho mai visto niente di simile.” mormorò Tasuki.

Micah sogghignò “Benvenuto nel nostro mondo. Questo non è niente in confronto alle altre cose che succedono qui.”.

“Sembra che abbia finito.” disse Titus, e si scostò dal muro proprio quando la porta si aprì.

“È andata bene?” chiese Alicia con un sorriso.

“Tutto perfetto come sempre.” la elogiò Micah.

“Ti porto al distretto così puoi lavorare sugli altri.” le ricordò Titus, guardando Damon per la sua approvazione.

Alicia si avvicinò e diede un altro abbraccio a Micah. “Grazie per avermi permesso di dare una mano. È stato davvero bello sentirsi utile perciò, se prendete altri cattivi che potrebbero essere raddrizzati, fammelo sapere.”. Si divincolò rapidamente dal suo abbraccio e seguì con impazienza Titus fuori dalla porta.

Micah sorrise mentre lei si allontanava, ma la sua espressione svanì quando vide Damon che lo fissava. Con un sospiro pesante, scosse la testa e roteò gli occhi prima di allontanarsi da lui. Micah si appoggiò al falso specchio per dare un’occhiata al lupo mannaro e rimase sorpreso quando una piccola crepa apparve all’improvviso proprio davanti ai suoi occhi.

Tasuki fece un passo indietro quando vide una sfumatura dorata nei suoi occhi. Vedere quegli occhi risvegliò i suoi ricordi e la visione dell’uomo dagli occhi dorati, che Kyoko aveva chiamato ‘angelo’, tornò a perseguitarlo. I rumori nella stanza svanirono e Tasuki scacciò la visione quando Micah diede un pugno al falso specchio. Il vetro andò in frantumi, facendo sussultare il lupo mannaro ancora rinchiuso nella stanza degli interrogatori.

“Calmati.” disse piano Tasuki.

Micah scosse la testa “Tiene Alicia lontana dalla sua famiglia e pensa che tutti vogliano portargliela via.”.

Tasuki lasciò la stanza e si diresse verso la sala pausa, dritto alla macchina del caffè. Aveva la sensazione che, con tutti quei ricordi, dormire sarebbe stata probabilmente una pessima idea. Erano due giorni che non dormiva... uno in più non avrebbe fatto differenza. Non era impazzito all’improvviso, anzi... solo chi è sano di mente può resistere.

Dopo alcuni minuti di totale silenzio, Tasuki si diresse verso le celle di detenzione ma si fermò quando la porta d’ingresso si aprì e vide Titus che sorrideva.

“Damon sembra andare un po’ di fretta, perciò sta ‘riprogrammando’ tre guardie mentre Alicia lavora sull’ultima.” disse.

“Ovviamente.” borbottò sarcasticamente Micah dalla stanza degli interrogatori.

Tasuki ignorò il commento. “Che mi dici del “motociclista gay” là dentro?” chiese, facendo cenno verso la stanza degli interrogatori in cui il lupo mannaro era ancora incatenato alla sedia.

“Stiamo per trasferire lui e le altre guardie nel carcere più grande all’altro capo della città. Peccato che avranno la meglio sull’autista e fuggiranno lungo il tragitto.” rispose Titus con un sorrisetto.

Tasuki si accigliò “E se Luca sospetta di loro?”.

“Se lasciassimo andare una sola guardia, allora sì... Luca sarebbe molto sospettoso. È per questo che li lascio fuggire tutti. Probabilmente Luca gli darà una promozione per esserci riusciti.” rispose Titus, ringraziando dentro di sé Damon per l’idea. “A proposito, mi serve un favore.”.

“Cioè?” chiese Tasuki.

Titus estrasse dalla tasca la boccetta di spray vuota “Fermati al The Witch’s Brew e prendi un’altra boccetta di questa roba.”.

Tasuki la prese e notò le sue piccole dimensioni “Vuoi che ne prenda più di una?”.

“Non è una cattiva idea.” rispose Titus, poi girò la testa quando sentì Micah ringhiare. “È meglio se entro e gli do qualcosa da fare, prima che sfoghi le sue frustrazioni su quel poveretto.”.


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