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Cuori Maledetti
Cuori Maledetti
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Cuori Maledetti

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Kyoko gli fece la linguaccia e si afferrò al corrimano dietro di lui. "Smettila di tenermi d’occhio, non ho nessuna intenzione di correre giù come un coniglio impaurito!” ridacchiò, quando la vide fissarla con la oda dell’occhio. Alzò lo sguardo verso il piano superiore ma, di botto, i suoi occhi incrociarono quelli dell'uomo che se ne stava immobile a guardarla, e il fiato le si bloccò in gola.

Lunghi capelli scuri incorniciavano il viso più bello che avesse mai visto. Era ancora più attraente e stupendo dei ragazzi che aveva conosciuto quel giorno a scuola! Le sue labbra erano chiuse, ma lei poteva quasi avvertirle sulle sue mentre la baciava con passione. I suoi luminosi occhi scuri erano incorniciati da folte ciglia scure.

Mentre la scala mobile saliva verso di lui il cuore di Kyoko prese a battere all’impazzata. Sentiva che lui la desiderava…e anche lei lo voleva. La sua mano si spostò quasi involontariamente verso quella dell’uomo e, quando fu al piano e le due mani si toccarono, fu come se il tempo si fosse fermato e lei rimase quasi paralizzata in cima al pianerottolo.

Poi lei si voltò e lo cercò con gli occhi, e quale non fu la sua delusione quando non lo vide più…come se fosse scomparso.

*****

"È a casa!" gridò Kamui dalla veranda, poi sussultò quando i suoi fratelli lo raggiunsero così velocemente che non li aveva nemmeno visti arrivare. "E guardate chi c’è con lei."

"Tasuki." disse Toya con una voce piatta che contrastava con il furore del suo sguardo.

"Sembra che sia andata a fare shopping.” aggiunse Kotaro.

"Mi sarebbe piaciuto stare dietro a quella minigonna!” sospirò Shinbe, con desiderio.

"Ti sarebbe piaciuto, eh?” mormorò Kyou con sguardo glaciale, tanto che Shinbe pensò bene di spostarsi verso Kamui un metro più in là…per sicurezza.

"Non può andarsene in giro di qua e di là!” esclamò Toya incrociando le braccia sul petto, e chiedendosi perché mai Tasuki impiegasse così tanto tempo a parcheggiare quella maledetta macchina.

"Ma lei non lo sa. - gli fece notare pazientemente Kamui - Comunque, è tornata a casa in un orario decente."

"Un orario decente sarebbe stato prima del buio!" disse Kyou, con tono piatto.

Toya fece per avviarsi alla casa, ma Kyou allungò la mano e gli mise saldamente la mano sulla spalla. "Tasuki sta ancora portando dentro le sue borse. Ha quasi finito." gli disse mentalmente.

"Ti ho detto più volte di non entrarmi in testa! - sibilò Toya, freddando Kyou con lo sguardo - Un giorno non ti piacerà quello che ci troverai, lì dentro.” E scrollò le spalle, per costringere Kyou a mollarlo. L'ultima cosa che ci voleva era che Kyou frugasse tra i suoi pensieri! Avere una parte di Tadamichi dentro era già abbastanza inquietante. Alzò uno scudo mentale e poi tornò a concentrarsi sull’andirivieni di Tasuki dalla casa di Kyoko.

"Mi chiedo se l’abbia già invitata a cena.” mormorò Toya, pensando ad alta voce.

"Perché avrebbe dovuto?" chiese Kyou con curiosità, sapendo che Toya non era il tipo che diceva cose a caso.

“Oggi è quasi svenuta durante la lezione di recitazione. L'ho sentita dire a Tasuki che non aveva mangiato a causa del trasloco. Inoltre Tasuki le ha anche chiesto se poteva accompagnarla alla festa in maschera di venerdì sera."

Kotaro strinse le labbra e, casualmente, tirò fuori dalla tasca un lungo pugnale che iniziò a carezzare tra le dita, come se fosse un bastone. "Credo che Tasuki abbia intenzione di corteggiarla.” mormorò.

"Se non sta attento, sarà un corteggiatore defunto." tuonò Toya. Poi aggiunse rapidamente: "Sarà un bersaglio inerme per i demoni, se starà sempre a ronzarle attorno."

"Siamo in cinque ... penso che non dovremmo temerlo.” sorrise Shinbe.

"Oggi però abbiamo fallito." La voce di Kyou non aveva alcuna emozione, ma l’ombra nei suoi occhi dorati parlava da sola. “Siamo i suoi guardiani e lei è solo una ragazza umana, anche più fragile delle altre. Se continua a mettersi in pericolo andandosene in giro senza controllo, non avremo altra scelta che rivelarci per quello che siamo ... e dirle la verità.”

"Cioè?” Kamui scosse la testa. "Non è ancora pronta…lo sai. La nostra sacerdotessa non mangia perché la sua vita è cambiata di colpo. Diamole il tempo di abituarsi Nel frattempo, forse dovremmo trovare il modo di frequentarla e farle capire piano piano come stanno le cose…altrimenti alla fine non ci crederà e ci prenderà per matti. O, peggio, se useremo i nostri poteri avrà paura perché penserà che siamo marziani e farà di tutto per sfuggirci.”

“Secondo me ti sbagli. Può trovarsi in pericolo da un momento all’altro e gli unici che possiamo salvarla siamo noi. Per ora ha già preso una cattiva strada: se avesse bisogno di aiuto si tufferebbe tra le braccia di Shinbe che, a quanto pare, è quello tra noi che le è piaciuto di più.” mugugnò Toya.

"Ehi, a me non dispiace!” ridacchiò Shinbe.

“No, davvero?” gli sibilò Kamui, dandogli una gomitata nello stomaco.

Toya girò lo sguardo, ricordando con piacere quanto lei si fosse sciolta tra le sue braccia. "È la nostra sacerdotessa. Siamo attratti da lei e penso che la cosa sia reciproca. Ma non per questo ci cadrà ai piedi, come tutti voi sperate.”

"Facciamo un patto. - disse Kyou - Nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto ... allora le diremo tutto alla svelta.”

"Per me va bene.” disse Toya.

"Ma adesso... ha bisogno di mangiare." E Kyou tirò fuori il cellulare dalla tasca.


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