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”Dolce Settembre”
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”Dolce Settembre”

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Sia Justin che Gerardo rimasero spiazzati, sbattendo ripetutamente le palpebre come in una scena della Famiglia Adams. Scattando in piedi, le mani sui fianchi e l'espressione omicida, il seno prosperoso che quasi esplodeva dal decolleté generoso, Annalisa sembrava una versione italiana di Angelina Jolie in Mr e Mrs Smith. Quasi ci si aspettava che togliesse una pistola dalla giarrettiera e sparasse sette colpi nel petto nudo e tatuato di Justin.

<<Amore mio, cosa...stai facendo?>> articolò costui, sfregandosi incredulo la guancia.

Gerardo stava quasi ingoiando lo stuzzicadenti.

<<Cosa sto facendo?>> ripeté lei in tono drammatico, gli occhi in fiamme. <<Ti sto mollando, ecco cosa sto facendo. Hai cercato di violentare quella stupida nell'ascensore, che sei stato sempre tu a bloccare! Ti odio, Justin Bennett Clark, sei veramente una merda e non voglio più vedere la tua schifosa faccia nemmeno in quelle splendide foto che abbiamo scattato nella vasca idromassaggio di Gerardo Spiazzi! Ti vorrei vedere morto, e che prima ti venga una malattia al pene, che ti cada come un fagiolino secco, che sia divorato dai corvi! Ed io sarò la prima a venire al tuo funerale, ma non per piangere, io sarò quella che ride, ride, ride!!>> ripeté con espressione melodrammatica, colpendosi le cosce ripetutamente come se avesse già studiato quella scena un bel paio di volte prima.

<<Ehi...un momento>> esclama Gerardo, facendo praticamente un salto al di sopra la scrivania, ma Annalisa era già uscita, degna come una regina e inciampando goffamente nella spessa moquette azzurra.

<<Tesoro...amorino!>> la chiama Justin con disperazione, letteralmente le lacrime agli occhi.

<<Com'e' quella storia di voi due nella mia vasca idromassaggio???>> urla Gerardo, più che mai in preda ad un attacco cerebrale.

Capitolo 10 - Una visita inaspettata

<<Ehmmm...scusate se interrompo...>> Quattrocchi si infila attraverso la porta, ma quasi si becca in testa la palla da pallacanestro di Spiazzi che sta tentando i suoi colpi migliori facendo risuonare l'intero pianerottolo. Mentre Bennett lo osserva con l'aria più rilassata del mondo, sorseggiando languidamente qualcosa in un bicchiere di plastica.

<<Non si entra senza bussare!!>> dicono in coro Justin e Gerardo poi scoppiano entrambi dal ridere, una risata isterica che lascia Quattrocchi di stucco. Si era aspettato di vedere sangue e cadaveri sparsi per l'intero ufficio, invece i due accaniti giocatori di pallacanestro sembrano intendersi meglio che mai. Quella era davvero una strana giornata.

>>Ehmm....volevo solo annunciare una visita>> riuscì articolare con difficoltà.

<< Leone Santoro Barbieri e' qui e desidera vedere tutti e due al più presto possibile>>

Sia Gerardo che Justin saltano letteralmente in piedi, fissando scioccati il piccolo Quattrocchi che indietreggia verso la porta, sul punto di scappare. Sì, giornata decisamente fuori dall'ordinario per le sue abitudini.

<<Il...capo della Nestlè'? Ma sei impazzito, da quanto tempo sta aspettando? Fallo subito entrare, e di' ad Elena di preparare tre espresso, uno decaffeinato e con tanto sciroppo di agave!>> ordina Gerardo quasi lanciandoglisi addosso per strangolarlo.

<<Era tanto che non si vedeva Leone Santoro Barbieri, come mai da queste parti?>> rifletté Justin a voce alta, fissando il suo capo e amico con aria interrogativa.

<<Di qualsiasi cosa si tratti, Santo Barbieri non muove le chiappe se non c'e' di mezzo una questione vitale>> concluse Gerardo, preoccupato. <<Immagino sia il nuovo prodotto del gruppo, che vogliono lanciare l'anno prossimo...Forse dobbiamo dare loro una mano>> sottolinea, con un gran sorriso da un orecchio all'altro.

<<Gera! Vuoi dire che ...potrebbe chiedere proprio il nostro di aiuto? Dopo tutto ciò che li abbiamo fatti passare con il latte per neonati, secoli fa'?>>

<<Eravamo una ditta più giovane, allora....Vediamo cosa vuole ma non dimenticare che mi devi ancora spiegare cosa facevi con Annalisa nella mia vasca, all'anniversario del mio ventesimo anno di matrimonio....Signor Santoro Barbieri, prego, si accomodi!>>

Un uomo di mezza età, calvo e imponente fece l'entrata nell'ufficio. Se non fosse stato per l'espressione troppo glaciale per i suoi gusti e l'eleganza spinta all'estremo, a Justin gli sarebbe parso l'attore Bruce Willis in persona.

<<Signori>> disse Santo Barbieri senza molte cerimonie, <<ho una cosa molto importante da discutere con voi, con la Touchè' Comunicazioni. Ma prima vi devo chiedere un favore: ho sentito che c'e' tra di voi una fresca collaboratrice, una certa Sandrine Martignon, studentessa alla Bocconi. Che, a soli due mesi di stage, sta svolgendo un lavoro fantastico guadagnando clienti importanti. Se non vi dispiace, vi chiederei di chiamarla perché la nostra offerta ha a che fare anche con lei.>>

Capitolo 11 - Un incontro premeditato

Il piccolo bar non era molto affollato, si era appena a metà marzo, fuori stagione turistica.

Justin entrò quasi furtivamente, evitando con cura di essere visto. Aveva inseguito l'Audi Cabriolet di Sandy non senza perplessità: i suoi dovevano essere davvero benestanti per regalarle una macchina del genere, o forse...si trattava di un ricco fidanzato?

Comunque la ragazza non sembrava fidanzata, era arrivata nella piccola località situata sul Mar Ligure accompagnata soltanto da un'amica.

Justin pensò per la centesima volta in quella settimana che, se la voleva dissuadere dal folle progetto di Santoro Barbieri, sapeva troppe poche cose sul suo conto. Sapeva che tra poco si sarebbe laureata alla Bocconi, che suo padre lavorava a Roma, in un importante centro finanziario. E che, così come appariva nella debole luce di quel bar di paese, era una creatura del tutto fuori dal mondo. Elegantissima.

Justin non l'aveva mai vista così, e solo a fissarla per qualche secondo gli venne una sensazione vicina allo svenimento. Se una tale cosa era ancora possibile, alla sua età.

Indossava una gonna pantalone bianca, un top colorato e sandali con zeppe all'ultima moda, forse Louboutin, che la rendevano particolarmente fascinosa. I capelli messi in piega le scendevano ondulati sulle spalle con delicate sfumature di biondo acceso (dov'erano finiti i codini?), e indossava più trucco che mai.

Quando per sbaglio si girò e finalmente si accorse della sua presenza, l'espressione sul viso di lei fece bruscamente irrigidire la parte sotto la cintura dei suoi jeans. Sembrò completamente scioccata, ma per un piccolissimo attimo...piacevolmente scioccata.

<<Giù amico, sta' buono e lascia a me la conversazione>> disse alle sue parti basse e con uno sforzo di volontà si diresse verso le due ragazze sedute nell'angolo opposto all'entrata.

<<Chiedo scusa per il disturbo ma lei assomiglia in maniera davvero affascinante ad una mia carissima collega di lavoro, una ragazza splendida, dolce, amorevole..>> fece, togliendosi il buffo cappello di paglia che avrebbe dovuto ripararlo dal sole. Per lui venire in quel paesino dimenticato dal mondo era un po' come andare nel Far West, si era vestito in maniera davvero noncurante. E non si sarebbe meravigliato se da qualche portone fosse sbucata qualche mucca come sulle confezioni di cioccolato Milka.

<<Here we go again...>> rispose Sandy acida, roteando gli occhi e sorseggiando controvoglia un po' del suo cocktail.

<<Sandrine?!>> esclamò Justin con finto tono scioccato. <<Tu, davvero qui? Non e' un sogno felice dal quale non vorrei svegliarmi? Che piacevole sorpresa, posso farvi compagnia? Non tutti i giorni di passaggio in un paese di mare ci si imbatte non in una ma in due bellissime donne! Justin Bennett Clark a vostra disposizione>> tese la mano verso l'amica di Sandy, una mora altrettanto perfettamente vestita e truccata, che gli getto' un'occhiata divertita e curiosa e gliela strinse con garbo.

<<Ciao, sono Claire>> disse con forte accento francese, che contribuì ancora di più al suo stupore.

<<Enchante'>> disse lui e la mora scoppiò in una piccola risata divertita, studiandolo con i suoi espressivi e velati occhi azzurri. Se accanto non avesse avuto Sandy, sarebbe parsa una diva del cinema, ma Justin non poteva non ammetterlo con se stesso: la vera diva era la secchiona della Bocconi. Che lo fissava con un'espressione tale che lui per poco temette di non ricevere in testa il bicchiere di mojito davanti a lei.

<<Cosa fai qui, Justin, ma perché lo sto chiedendo, ovviamente mi stavi SPIANDO! Come sapevi che ero a Moneglia?>> chiese Sandy, sempre più furente.

<<Ehi ehi, non sparate agli innocenti!>> fece lui alzando le mani sopra la testa in segno di arresa. <<Non avevo idea che anche tu fossi qui, e...in tanto piacevole compagnia!>> Sorrise di nuovo alla mora Claire, che gli ricambiò ondeggiando sulla sedia. Aveva sempre successo con le belle donne, colpa delle stelle che gli avevano regalato tanto fascino.

<<Ahahah vuoi dire che le tue schifose chiappe sono entrate nello stesso bar dello stesso paese, nello stesso giorno anzi, precisamente alla stessa ora, in cui mi trovo io, per un puro caso del destino!>>

<<Il fato ha le sue ragioni che la ragione non conosce>> rispose lui allegro, ordinando uno spritz alla cameriera. <<E scusa, ma non c'e' nulla che non vada con le mie chiappe>> aggiunse lanciando di nuovo un'occhiata a Claire, la cui sedia si era già avvicinata a lui, dando una lunga occhiata ai tatuaggi sulle sue braccia palestrate. Sarebbe stato veramente facile, e rendere Sandy un po' gelosa era una tentazione troppo forte.

Capitolo 12 - Entra in scena Charlie

<<Senti Justin, non ho proprio idea perché tu sia venuto qui ma penso che sia stata una pessima idea. Io e Claire stavamo proprio per...ehmm andare in un...posto. E tu non sei invitato>>.

<<Gentilissima come sempre>> non si scompose Justin. <<Sa Claire, in ufficio la chiamiamo sempre così, Gentile. E' praticamente il suo soprannome. Giuro che nel dizionario alla definizione di "gentile" metterei proprio la foto di Sandrine>>.

Ma Justin non finì le parole, che una massa di pelo bianco e orecchie per aria saltò da sotto il tavolo con un latrato furioso, dritto verso la sua gamba. Fece un salto dalla sedia, evitando per un pelo di essere addentato.

<<Che diamine!>> esclamò così forte che tutte le teste si girarono verso di lui.

<<Mordilo, Charlie!>> disse Sandy senza scomporsi, mentre l'amica scoppiava in un'altra delle sue risate fragorose che cominciavano a dare un po' sui nervi alla povera vittima in camicia, cappello da cowboy e jeans come per miracolo scampati dai denti dell'animale.

<<Legalo più lontano!>> ansimò Justin, mentre la peluria bianca si fece vedere in tutto il suo splendore: era un, doveva ammettere, bellissimo Golden Retriever di taglia media ma con denti che sembravano molto affilati, e lo fissava ...appunto, in cagnesco. Si costrinse di ricordare quanto amava i cani, quanto li adorava. Solo che l'apparizione era stata un po' troppo... improvvisa per i suoi gusti.

<<Mordilo, Charlie!>> esordì di nuovo Sandy, e questa volta toccò a Justin alzare gli occhi al cielo.

<<Adesso ti faccio vedere che sono un bravo amico, persino degli animali>> disse e tese piano la mano verso il muso del cane che, ancora diffidente, finì per lasciarsi accarezzare e addirittura gli leccò le dita.

<<Traditrice!>> sbuffò Sandy. Era ancora più affascinante con quell'espressione imbronciata, e per qualche secondo Justin rimase semplicemente a fissarla, avvertendo perplesso i battiti del proprio cuore. Doveva fare molto caldo si disse, perché piccole gocce di sudore gli si formavano sulla fronte, e gli sembrò che anche la ragazza sudasse un po'. O forse era una qualche mal celata emozione?

Per la milionesima volta si chiese se lei avesse una cotta per lui, così come gli era sembrato in alcuni momenti al lavoro. Aveva otto anni più di lei, sapeva di essere uno che non passava inosservato dalle donne, era bello, affascinante e con una carriera alle stelle. Sarebbe stato un gioco da ragazzi conquistare Sandy, eppure nonostante certi segnali, lei continuava a indossare quella maschera di ghiaccio e antipatia nei suoi confronti che malgrado tutto le conferiva un adorabile je ne sais quoi, per dirla alla francese.

Sandy non era come "le donne" in generale. Aveva carattere, classe, oggi più che mai lo doveva ammettere. E non la si poteva leggere facilmente. A volte sembrava una bambina indifesa appena uscita dai banchi del liceo che non chiedeva altro che coccole e abbracci. Nell'attimo dopo diventava la regina dei ghiacci al Polo Nord, con un cuore più freddo dell'Alaska. Non era per niente facile con lei, ma Justin non amava mai le cose facili.

<<Ehmmm... credo che andrò a fare....quella cosa di cui ti stavo parlando prima>> interrompe l'amica Claire, alzandosi frettolosamente e lasciando sul tavolo una banconota.

<<Che cosa??? Ma...ma....>> Sandy era l'immagine dello sbalordimento e della disperazione.

<<Ricordi che dovevo incontrare ...Paolo, per farmi dare...quella cosa...Ma voi due fate pure senza di me, sono sicura che avete moltissime cose da dirvi>>.

Sandy non poteva credere ai suoi occhi, mentre la guardava andarsene a gambe levate: la sua migliore amica era ufficialmente diventata la peggiore traditrice!

<<Traditrice numero due>> completò Justin i suoi pensieri, scoccandole un'occhiata penetrante.

<<Al diavolo Justin Bennett, quando mi dirai perché sei qui e cosa vuoi da me, immagino distruggere la mia giornata come sempre?>>

<<Sei venuta a vedere la casa sulla spiaggia, vero?>> andò lui dritto al punto.

<<Siccome sono vittima di un intenso fenomeno di stalking, le domande le faccio io>> disse, lanciandosi i capelli all'indietro con un gesto diffidente e affascinante.

<<Okay, allora se vuoi le risposte perché non lasciamo questo posto e facciamo una passeggiata sulla spiaggia? Sono certo che Charlie lo apprezzerebbe moltissimo, così ci facciamo anche due chiacchiere senza alcuna invasione alla nostra privacy>>.

<<Guarda chi parla di privacy>> sorrise lei controvoglia.

Capitolo 13 - Patto col nemico

L'aria era fresca, la brezza salata giocava con i capelli di Sandy scompigliandoli in una maniera che Justin avrebbe avuto voglia di fare lui stesso. Non cessava di essere meravigliato dal modo in cui il sole giocava con le bionde ciocche ribelli.

Charlie era stata lasciata a correre libera sulla grande spiaggia, dove non c'era quasi nessuno a parte un gruppetto di adolescenti intenti a fare il bagno e a prendere il sole mezzi nudi persino a marzo.

Camminavano rilassati dovendo ammettere che il paesaggio era bellissimo: da una parte colline coperte di vegetazione, e dall'altra il mare, con le onde che si infrangevano dolcemente sui sassi che componevano un muretto naturale a qualche centinaio di metri al largo. Il posto era veramente ideale per una lunga vacanza dopo innumerevoli giornate trascorse in ufficio.

Sandy andava piano, assorta nei pensieri, e ogni tanto si chinava per raccogliere qualcosa: un sassolino con forma interessante, un piccolo ramo, un pezzo di vetro che la forza delle onde aveva reso particolare.

Justin raccolse una piccola conchiglia bianca e gliela porse. Lei esitò poi la prese.

<<Allora...>> disse, infilando le mani nelle tasche dei jeans. Accanto all'eleganza di lei, sembrava poco più di uno che lavorava in una stalla, e non gli piaceva per niente sentirsi in inferiorità.

<<Allora...>> le fece eco lei. La tensione di prima era un po' svanita e lui seppe di aver fatto bene a portarla al mare.

<<Avevi ragione, ti ho inseguita apposta>> ammise evitando di guardarla negli occhi. <<Forse come te, volevo dare un'occhiata alla scena della nostra...futura convivenza forzata>>.

Lei sospirò e alzò lo sguardo in lontananza, dove all'altro confine della spiaggia si osservava una casa gialla.

<<Ancora non siamo sicuri che succederà davvero>> fece notare, fissando la conchiglia nella sua mano.

<<Senti Sandy...sia io, Gerardo e l'intera ditta abbiamo un gran rispetto per te e per il tuo lavoro...Ti apprezziamo e ti vogliamo bene, forse a parte l'idea della carta da pareti con fiori di lavanda>>.

Lei abbozzò un piccolo sorriso e lui si sentì incoraggiato e continuò.

<<Il fatto e' che non possiamo assolutamente perdere questa battaglia. Non possiamo rischiare di non partecipare alla gara organizzata dalla Nestlè' con le migliori ditte del mondo. Abbiamo lavorato troppo sodo , io, Gerardo e tutti quanti per arrivare al risultato di oggi: un centro come loro ci prendono in considerazione per il nuovo prodotto! Se vinciamo, diventeremo tutti milionari, forse anche te stessa!>>

<<Dove vuoi arrivare ?>> chiese la ragazza fissando la linea dell'orizzonte, benché lo sapesse già.

<<Tu hai ottime idee, hai già attirato cinque clienti dalla nostra parte, di quelli importanti>> proseguì Justin. <<Sei davvero geniale. Ma ti manca l'esperienza, che io e Gerardo abbiamo. Ti manca...non so , i capelli grigi. Ore e ore di durissimo lavoro alle spalle.>>

<<E non credi che invece ci possiamo completare?Quello che non avete voi ce l'ho io- spirito innovativo, follia della gioventù>> disse lei pensierosa.

<<Non lo so...forse. Ma so che non ci permettiamo il lusso di rischiare. Ecco Sandy...oggi non sono venuto per mia iniziativa, mi manda Gerardo, siccome sa che noi due già non andiamo molto d'accordo. E dovrei dissuaderti...>>

<<...dall'accettare la sfida>> continuò lei. Gli gettò un'occhiata molto dura, in cui si leggeva una lotta interiore ma poi le spalle cedettero e Justin seppe che ce l'avrebbe fatta.

<<Capisci che l'idea di Santo Barbieri e' pura follia: noi due, trascorrere due mesi qui, nella stessa casa? Ci ammazzeremo nelle prime ore e nulla di buono ne sarebbe per la ditta. Avremo sempre idee divergenti. Litigheremo su tutto, dal tipo di cereali della colazione fino al...non so, su tutto. E non e' giusto, nessuno ti vuole fare questo. Sei troppo giovane, carina e sinceramente, ci sembra un incarico troppo grosso per le tue spalle. Gerardo dice...laureati, prima. Gioisci delle cose della tua età: un fidanzato figo, bei vestiti, vacanze esotiche. Secondo lui, la vita comincia davvero solo ai venticinque anni...>>

<<Così e' stato per te?>> chiese lei all'improvviso. <<Sei arrivato da Touchè' a venticinque anni, e hai messo in marcia tutto...>>

<<Be' diciamo di sì>> ammise Justin leggermente imbarazzato. <<Il punto e'...capisci? Questa nostra presupposta gara non ha senso, perché se tu non partecipi la ditta potrà ugualmente presentare il suo contributo, e se proprio ci tieni, potrai prendere parte a quel contributo. Potremmo essere una squadra anche senza questa....proposta indecente.>>


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