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Si Mr. Evans
Si Mr. Evans
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Si Mr. Evans

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<<Niente, lascia stare. Ora devo proprio andare>>. Mi dÃ

sui nervi questo lato del suo carattere. Potrebbe essere più gentile e meno irritante. Faccio cenno di andare via ma mi prende il braccio per impedirlo. <<No…scusa, non volevo essere così scontroso.>>

<<Non preoccuparti. Però cerca di essere meno irritante la prossima.>> Con lo sguardo vado alla ricerca di Naomi e vedo che è in dolce compagnia. <<Quello è Alexavier?>> Chiedo a Cade indicando il tavolo dov’è seduta Naomi, cercando di dimenticare e sorvolare sull’accaduto.

<<Si, lo conosci?>> Inclina la testa incuriosito.

<<Forse si. È l’uomo d’affari di Naomi.>> Sussurro, sperando che non mi abbia sentito.

<<Come scusa?>> Il suo viso ha assunto un’espressione confusa.

<<Oh… niente. La mia amica, Naomi. È la sua segretaria.>> Diamine ho parlato ad alta voce e mi ha sentita.

<<Wow… Così quella è la Naomi di cui mi parla in continuazione, una bella tipa.>> Esclama alzando un sopracciglio, mi sembra quasi ironico dal tono di voce. <<Scusa che intenti dire? È una brava ragazza non che brava segretaria.>>

<<Ehi Cade lei è Naomi.>> Esclama Alex. Si sono

avvicinati a noi e la mia cara amica sembra una

scolaretta che non sta nella pelle perché è insieme al

suo bel capo.

<<Piacere Naomi.>>

<<Il piacere è tutto mio.>> Cade le porge la mano. Poi mi guarda e mi sorride. Ma che vorrà mai dirmi con quel sorriso?

<<Io sono Alexavier, il capo di…>>

Lo interrompo. <<Di Naomi. È come se ti conoscessi da quando lei lavora per te.>> Naomi mi guarda imbarazzata.

<<Tu saresti Noele giusto?>> Chiede.

Faccio cenno di si con la testa.

<<Cade mi ha parlato molto di te da quando ti ha incontrata al bar dove lavori.>> Guardo Cade con lusinga.

<<Spero che non ti abbia detto nulla di negativo.>> Affermo con espressione rallegrata.

<<Nulla di cui debba preoccuparti.>> Esclama Alex con tono divertito mentre lancia un’occhiata maliziosa a Cade.

<<Dov’è Beverly?>> Chiedo a Naomi, preoccupata per non averla vista.

<<È andata a casa, aveva un po’ di mal di testa.>> <<Senti che ne dici se facciamo ritorno pure noi?>> Le sussurro.

<<Va bene bella.>>

<<Sono davvero felice di averti rivista, Noele. Che ne dici di vederci una sera di queste?>> Mi propone Cade mentre lo saluto.

<<Non penso proprio, sono sempre impegnata con il lavoro.>> Cerco una scusa plausibile e credibile.

<<Non ti credo che sei sempre impegnata con il lavoro. Dai devi pur sempre avere una sera libera e poi ricorda che ti ho salvata da quel signore quando ci siamo conosciuti, quindi mi devi un favore.>>A quanto pare è convinto del fatto suo.

<<Ci penserò.>> Taglio corto. Non potrò mai ringraziarlo come si deve per quello che ha fatto per me ma questo non vuol dire che per sdebitarmi debba uscirci.

Gli ho pure offerto il drink.

<<Aspetterò una tua risposta allora.>> È speranzoso e pensa che gli dica di si perché mi sta sorridendo. Mi sta facendo quel tipico sorriso alla “tanto ti ho convinta, il mio sorriso funziona sempre”. <<Aspetterai una mia risposta. Non ti garantisco nulla. Ciao.>>

<<Ciao e buon ritorno a casa.>> Dice Cade.

Questo ragazzo mi piace davvero. È sexy, sensuale. Ma per il mio bene sarà meglio stargli alla larga. Per i miei gusti è circondato da troppe ragazze e se si dovesse avverare quello che pensa il mio cervello e il mio cuore quando lo vedono dovrà essere solamente mio.

3

Sto percorrendo la strada di ritorno verso casa con Naomi e parliamo del più e del meno, ma l’argomento principale sono i ragazzi, Cade e Alexavier. <<Quando mi sono allontanata ho visto che Cade ti ha trattenuta, che voleva?>> Chiede, non sta nella pelle dalla curiosità.

<<Niente, vuole uscire una sera di queste con me.>> Rispondo con disinvoltura. Non voglio dare troppo peso alla cosa.

<<Cosa? E tu che gli hai detto?>>

<<Semplicemente che sono impegnata con il lavoro ogni sera.>>

<<Ma questo non è vero.>> Sgrana gli occhi. <<Perché non vuoi uscirci?>>

<<Perché è così e basta.>> Certe volte diventa davvero invadente. Non la reggo quando si comporta in questo modo.

<<Dimmi la verità Noe. Lo so che ti piace.>> Borbotta. <<Finché non te lo dirò tu non la smetterai di torturarmi, vero?>> Fa cenno di “si” con la testa, come se la cosa fosse scontata. <<So che finirei per soffrire.>>

<<Prova, non ti costa nulla. Si vede che gli piaci. È stato così protettivo nei tuoi confronti.>> Esclama con sguardo sognante.

<<Va bene. Ma solo per ringraziarlo. Non per altro.>>

<<Questo è un inizio.>> Fa salti di gioia. Davvero? È felice perché esco con Cade? Certe volte non capisco cosa le passi per la testa.

<<C’è un problema.>> Esclamo. <<Quale?>>

<<Non ho il suo numero.>>

<<Ma questa è una tragedia.>> Sgrana gli occhi. <<Ritorniamo indietro e vi scambiate i numeri.>>

<<Cosa? No tu sei matta. A limite gli manderò un piccione viaggiatore con un messaggio, “accetto la tua proposta. Vediamoci domani sera allo Xavier’s Bar”.>> La guardo per vedere la sua reazione.

Ha un’espressione come per dire “sei da manicomio”. Ha gli occhi chiusi in una linea e le labbra serrate. <<Finiscila di dire simili scemenze. Ritorniamo da Cade.>> Mi prende per un braccio per trascinarmi nella direzione del Pub.

<<Non esiste. Verrà al bar, sicuramente. Non resisterà a lungo per avere una mia risposta.>>

<<E se non verrà?>> Sottolinea.

<<Vuol dire che è stato un piacere incontrarlo e la nostra conoscenza pro finisce qui.>>

<<Ok. Come vuoi.>>

Difendere una ragazza da un bifolco non vuol dire che gli piaci. Però forse dovrei cominciare a pensare che gli piaccio e spero senza secondi fini. Però se non vuole sentir parlare di fidanzate perché ci tiene così tanto a uscire con me? Forse farei bene a non uscirci.

“No! Devi uscirci Noe.” Una vocina mi ha appena parlato.

Sarà quella stupida vocina a cui piace rischiare. “Devi uscire con lui, devi uscire con lui”. Faccio cenno per cacciarla via con la mano.

<<Ora cosa ti prende?>> Ecco, come al solito mi ha visto. Lei vede tutto. Forse ha pure degli occhi ai lati della testa perché prima stava guardando diritto.

<<No niente, una mosca.>> Invento una scusa all’istante altrimenti mi coprirà nuovamente di domande.

<<Una mosca, si.>> Non se la beve.

Finalmente arrivo a casa. <<Ci vediamo rompi.>> La saluto.

<<Non sono una rompi. Sono solamente l’angelo dell’amore.>>

<<Si certo e io sono il presidente degli Stati Uniti d’America.>>

Naomi sporge il labbro inferiore andando via. Io salgo le scale e arrivo davanti la porta di casa mia. Entro e mi dirigo

immediatamente in bagno, devo fare una pipì assurda. Ho la pancia gonfia e contratta come se fossi incinta. Poi mi

spoglio e senza mettere il pigiama, perché mi scoccia da morire, vado a letto. Ma il mio sonno viene interrotto dalla vibrazione del cellulare.

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Da: Naomi

Ore: 3.00 a.m.

Noe, tesoro, ho il numero di Cade. Lo vuoi ora oppure domani te lo porto a lavoro?

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Il cuore mi sobbalza. Forse ho le allucinazioni. Strizzo gli occhi e rileggo il messaggio. Non voglio il suo numero. Che sia lui a venire da me per sapere una risposta. Decido di non risponderle. Quindi continuo a dormire.

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Da: Beverly

Ore: 3.30 a.m.

Noe perché non rispondi a Naomi? Prima o poi ti darÃ

quel numero. Lo sai vero?

_______________

<<A quanto pare le voci girano in fretta.>> Esclamo. Ma Beverly non aveva il mal di testa? Dovrebbe essere a casa a dormire. No a rompermi le scatole.

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Da: Naomi

Ore: 3.33 a.m.

Come diamine hai avuto il suo numero?

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Da: Naomi

Ore: 3.45 a.m.

Semplice. Quando ti ho lasciata a casa, sono ritornata al Pub e mi sono fatta dare il numero da Cade.

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Da: Naomi

Ore: 3.46 a.m.

E perché te lo sei fatta dare?

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Da: Naomi

Ore: 3.49 a.m.

Non puoi aspettare tutto questo tempo per dargli una risposta. E comunque se ti può tranquillizzare non era con nessuna ragazza intorno. Era solo, nel banco dove

servivano i drink e aveva l’aria di uno che aspetta una risposta importante.

______________

Da: Naomi

Ore: 3.50 a.m.

O poverino! E comunque non voglio il suo numero. VerrÃ

lui a trovarmi al bar. Detto ciò, domani ho un lavoro che mi attende per tutto il giorno, quindi se mi vorrai scusare, vado a dormire per quel poco tempo che mi è rimasto a disposizione per riposare.

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