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Si Mr. Evans
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Si Mr. Evans

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<<Mi sembra un bravo ragazzo, chissà perché è così?!>> Fa un sospiro. <<Cambiando discorso, la prima volta che l’ho visto non ho potuto notare altro se non che fosse un bel giovane.>>

<<Si, lo si può definire bello.>> Non voglio dare peso alla bellezza. Anche se la prima volta che l’ho visto ne sono rimasta ammaliata.

<<Dai Noe… non prendermi in giro, quel tizio ti piace. Ti

conosco e da quando abbiamo iniziato a parlare di lui sei diventata nervosa e rossa in volto.>> Dannazione si è accorta di tutto, ma come fa?

<<È stato carino ma non posso affrettarmi a tirare una conclusione, lo conosco da un giorno.>>

<<Non ti credo Noe…ti contraddici da sola. Guardati.>> Fa cenno con la mano verso di me. <<Voleva passare altro tempo con te ieri sera e tu hai rifiutato. Hai paura, ma di cosa?>>

Voglio cambiare discorso al più presto. Ma se non parlo con lei con chi altro posso farlo? <<Conoscendoti tu saresti rimasta a passare altro tempo insieme a lui.>> Esclamo.

<<Si, forse. Ma non è il mio tipo. A me piacciono gli uomini d’affari ricordi? E poi a quanto ho capito non è per le storie a lungo termine.>>

<<Sarà, ma ha un animo gentile. È premuroso ed è stato molto protettivo nei miei confronti e anche se sarà difficile, riuscirò a capire cosa lo blocca ad andare avanti con una ragazza.>>Affermo. Desidero tanto scoprire il reale motivo.

<<Il dilemma del momento.>> Sussurra.

<<Senti, vuoi qualcosa da bere? Te lo faccio preparare

in un attimo.>> Devo porre fine all’argomento, ora ne

sono più che convinta.

<<No, grazie lo stesso.>>

<<Senti…>> Sospiro. <<Parlami di ieri sera, sono molto curiosa. Non era un osso duro il tuo capo?>> Chiedo.

<<Inizialmente c’era un po’ di imbarazzo tra noi ma poi…>> Si interrompe e alza gli occhi al cielo sorridendo.

<<A me non sembrava ci fosse tutto questo imbarazzo, ti sentivo sghignazzare, anche se in quel momento non sapevo con chi fossi.>> Affermo.

<<Poi un Mojito tira l’altro e…>> Fa un sospiro

profondo. <<E la tensione era volata via. Penso di piacergli.>>

<<Sono davvero felice per te.>>

Mi alzo e vado a prendere due succhi di frutta alla pesca, il mio preferito. Dopo aver finito saluto Naomi e vado a casa.

Decido di dedicare il pomeriggio alle pulizie che ho rimandato di un giorno, quindi mi armo di panno e detergente e comincio a pulire.

Dopo un intero pomeriggio a fare faccende di casa non mi accorgo che si sono fatte le otto di sera. Dunque mangio una mela al volo e vado a dormire. Nei miei pensieri ritornano i suoi grandi occhi verdi che mi scrutavano dopo avermi difesa da quell’orco e il suo viso teso.

La settimana è passata in fretta e il weekend sono solita andare dai miei genitori a Honolulu ma prima decido di passare da Xavier per rinfrescargli la memoria sulla mia abituale assenza. Dopodiché parto. Mia madre, Julia Anderson, è una delle donne con maggior fantasia che conosca. Un pezzo di stoffa lo trasforma in oro. Dalle borse ai cuscini. È un asso nel campo della sartoria. Dal momento che non lavora, trasforma il suo tempo libero in passa tempo costruendo di tutto con una semplice stoffa. Mio padre, Brad, non ha un singolo pantalone che non gli stia alla perfezione. È molto fortunato ad averla a fianco.

Ed ecco, la mia vecchia casa, bella come sempre. Circondata da una staccionata tutta in legno ricoperta di fiori. Vedo uscire mia madre, mora, occhi marroni, con le braccia aperte pronta ad abbracciarmi, non appena scendo dall’auto. Una Chevrolet Bel Air anni cinquanta, tutta nera con i sedili in pelle rossi. La adoro. Non è ultimo modello ma per me va benissimo. <<Tesoro mio, finalmente sei arrivata, stavo cominciando a preoccuparmi.>> La solita ansia materna.

<<Ciao mamma.>> Ogni volta che la rivedo mi sembra sempre più giovane.

<<Come va la vita a Hilo?>> Chiede curiosa.

<<Tutto vecchio e niente nuovo.>> Ci sediamo sul divano del salotto. L’unica cosa che mi manca di Honolulu è questa comoda e immensa casa con tutti i comfort possibili, al contrario del mio umile appartamento.

<<È il lavoro come procede?>>

<<Direi piuttosto bene, devo perfezionare qualche drink per il resto non mi posso lamentare.>> Mi tengo sul vago. <<Papà dov’è?>>

<<Ehi ciao tesoro.>>Esclama. <<Come stai?>> Parli del diavolo...

Mi volto a guardarlo, bello come sempre, con i suoi

capelli castano chiaro e occhi verdi. Non dimostra

quarantacinque anni.

<<Ciao papà, benone. Tu?>>

<<I segni della vecchiaia cominciano a farsi sentire.>> Si stiracchia la schiena.

<<Dai non dire così. Sei ancora giovane.>> Rido. Mio padre è un uomo tutto fare. Qualunque cosa si rompa a casa lui la ripara. Ha perfino fatto l’armadio della camera da letto, tutto in legno massiccio. È davvero un genio. Funge da idraulico, falegname, muratore…

Qualunque cosa gli si domanda risponde che la sa fare.

tutto un gioco per lui e per questo provo una grande stima nei suoi confronti.

Mi ha insegnato a essere indipendente ed a non chiedere aiuto per una piccola cosa, devo sapermi arrangiare.

un fanatico del nuoto, tanto da partecipare alla competizione di 2,4 miglia, due volte l’anno.

1 Lunedì ritorno alla vecchia vita, a Hilo. A lavoro tutto

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3 Ã¨ filato liscio. Sono esausta ma ho una vaga idea di uscire con le ragazze.

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5 Mi dirigo in cucina per bere un bicchiere di succo di frutta alla pesca, mentre chiamo Naomi.

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7 <<Apri bella.>> È dietro la mia porta. Mi legge nei pensieri.

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9 La apro e vedo lei insieme a Beverly.

10 <<E voi che ci fate qui?>> Chiedo incuriosita.

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12 <<Ti portiamo via per qualche ora da questa topaia.>> Risponde Naomi.

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14 <<Signorina Fisher bada a come parli, questa non è una topaia>>. Entrano in casa. Naomi mi porta in bagno e Beverly va nella mia camera da letto a prendere qualche striminzito vestito.

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16 Loro due sono le uniche con cui mi posso confidare. Sono state sempre al mio fianco. Anche se abbiamo qualche punto del nostro carattere che ci distingue restiamo sempre unite. Naomi la conosco sin dall’infanzia, eravamo sempre insieme, poi ci siamo allontanate per colpa del suo ex fidanzato, ma ci siamo rincontrate dopo dieci anni allo Xavier’s Bar. Beverly invece l’ho conosciuta grazie a Naomi. Ogni sera venivano a bere qualche drink e poi ballavamo sulla spiaggia. E da lì non ci siamo più separate.

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18 Beverly lavora insieme a sua madre in un negozio di fiori, il Gomez’s Flowers. Quasi tutti si forniscono da loro e lei è un’ottima ghirlandaia.

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20 <<Allora.>> Mi guarda in viso. <<Stasera farai tutto quello che ti diremo noi.>> Ordina Naomi, quasi come un obbligo.

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<<Ma…>> Mi interrompe Beverly. <<Niente ma. Da quando hai conosciuto quel tizio, come si chiama…>> Ci pensa un attimo su. <<Cade, giusto? Sei letteralmente cambiata.>>

Lancio un’occhiata infuocata a Naomi e lei mi risponde facendo spallucce mentre mi scompiglia i capelli.

<<Le hai detto tutto? Volevo informarla io.>>

<<Si e quando?>> Chiede guardandomi con il viso inclinato.

<<Prima o poi gliel’avrei detto.>> Affermo e la guardo negli occhi alzando la testa.

Mezz’ora più tardi mi ritrovo con le ragazze in un Pub, il Dark Pub, leggermente affollato, che dà sulla spiaggia.

È strano farsi servire drink da altri, di solito lo faccio io. Ci sediamo in un ampio banco pieno di gente. <<Noe tu cosa vuoi?>> Chiede Beverly. Il rumore assordante della musica la costringe a gridare al mio orecchio.

<<Un Blue Hawaiian.>> Sono impaziente di gustarlo, soprattutto se fatto da un altro barista. Semplice competizione.

<<E tu?>> Chiede a Naomi. Ha lo sguardo fisso verso una direzione. Beverly le dà una gomitata al braccio e Naomi fa un sobbalzo come se si fosse spaventata. <<Cosa vuoi da bere?>> Ripete.

<<Si un Mojito, grazie.>> Ritorna a guardare verso quella direzione.

<<Ehi ragazzo, due Blue Hawaiian e un Mojito per favore.>> Ordina Beverly.

<<Subito.>> Risponde, fa un sorriso e comincia a preparare i drink.

Sono curiosa di vedere cosa sta fissando Naomi, quindi seguo il suo sguardo e vedo che seduti in un tavolo rotondo ci sono due ragazzi circondati da ragazze, che ridono come matti.

Il ragazzo seduto a cui posso vedere il viso ha i capelli biondo cenere e sono tutti scompigliati, come se qualcuno glieli avesse strapazzati con le dita.

È affascinante e ha un portamento elegante. Il ragazzo numero due che mi dà le spalle invece ha i

capelli neri come il carbone e noto solamente che indossa una maglia azzurra a mezze maniche stropicciata.

<<Noele tieni.>> Beverly mi porge il drink e fa lo stesso con Naomi dopo averla fatta sobbalzare per l’ennesima volta.

Bevo il primo sorso, è abbastanza buono. Quando mi giro, quella a sobbalzare sono io, facendomi cadere un po’ di Blue Hawaiian sul mini vestito bianco. In questo preciso istante mi ritrovo difronte Cade che penetra i miei occhi con i suoi. <<Guarda chi si rivede.>> Mi sorride.

Come la prima volta lo analizzo dalla testa ai piedi. Con la luce posta sul banco gli occhi sono di un verde intenso, la mandibola ricoperta di un filo di barba, sempre perfetta. Indossa quella maglia a mezze maniche azzurra tutta stropicciata, quasi aderente, dove i suoi addominali, in base alla posizione che assume, giocano a nascondino.

Un paio di pantaloni bianchi e le infradito. Quasi mi metto a ridere quando le guardo.

<<Ciao anche a te Cade.>>Rimango allibita. Faccio un po’ mente locale e penso alla maglia azzurra, sposto la testa alla mia sinistra e noto che a quel tavolo il ragazzo numero due non c’è più. Poi guardo Cade e traggo la conclusione. <<Che ci fai qui?>> Chiedo.

<<Quello che ci fanno tutti, potrei farti la stessa domanda.>> Sussurra facendo assumere alle sue labbra una posizione che mi sembra sia un leggero sorriso.

<<Ho voglia di passare un po’ di tempo con le ragazze e non di farmi sputare i drink addosso.>>

Il cuore comincia a battere sempre più velocemente. Sono felice di rivederlo anche se non ci speravo. Sono contenta che non ce l’abbia con me per quelle imbarazzanti domande.

È un ragazzo che emana sensualità da qualunque parte del corpo lo guardi. È perfetto.

<<Stasera se non ti avessi incontrata qui, ti sarei venuto a trovare in spiaggia.>> Afferma, guardandomi in modo strano.

Porto la testa lateralmente e socchiudo leggermente gli occhi.

Perché mai sarebbe venuto a trovarmi? Guardo il suo viso.

La prima volta che lo vidi era teso ma adesso assume un’altra espressione, è sereno e ora che lo vedo perfettamente è ancora più bello.

<<Serata libera.>> Mormoro facendogli vedere il drink. <<Anche a te stasera il lavoro ti ha riservato, come me, una pausa. Niente salvataggi.>> Esclamo. <<E si.>>

Afferma con un tono serio.

Ora mi sento davvero in imbarazzo. Arrossisco. Il silenzio tra noi persiste. Sento il suo sguardo posato su di me e la cosa non mi fa stare meglio. Improvvisamente sento e vedo la sua mano posarsi sulla mia e la scossa si ripresenta ma ogni volta sempre più forte provando un piacere inebriante. <<Rimango fermo sulla mia idea.>>

<<Q…quale idea?>> Chiedo incuriosita.

Si avvicina di più al mio viso. <<Stai nettamente meglio con la divisa da barista.>> Mi sussurra all’orecchio.

Annuisco e arrossisco sempre di più. Fisso i suoi occhi ma distolgo immediatamente lo sguardo bevendo un altro sorso del drink che avevo dimenticato di avere tra le mie dita e cerco di cambiare discorso.

<<E con Amber?>> Porta lo sguardo immediatamente verso di me.

<<Con Amber cosa?>> Sembra nuovamente irritato.

Non ne combino una giusta.