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Inizio di una Nuova Vita
Inizio di una Nuova Vita
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Inizio di una Nuova Vita

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Inizio di una Nuova Vita
Emma Knight

Le Leggende del Vampiro #1
Quando suo padre viene trasferito, Rachel Wood viene sradicata dalla sua casa in Pennsylvania ed è costretta a frequentare, al secondo anno di liceo, una nuova scuola in un benestante sobborgo di Westchester, New York. Si trova in difficoltà: deve fare nuove amicizie, trovare un ragazzo, evitare i gruppi di ragazze che si dimostrano ostili, cercando di capire come fare a sopravvivere in quel nuovo mondo, che sembra nemico. Le è davvero difficile orientarsi in un ambiente, dove alcol e droga sembrano essere la norma e dove le pressioni sociali la opprimono da ogni direzione.

Tutto sembra andar male per Rachel, fino a quando giunge la salvezza, nelle sembianze di Rob, un giocatore di football, che nutre sentimenti interessati per lei. Ma, proprio quando l'amore sta per sbocciare, lei si scopre confusa dalle azioni del giovane.

Sembra che la situazione abbia raggiunto un punto di non ritorno ma Rachel incontra un misterioso ragazzo, che frequenta la sua stessa scuola, Benji, un tipo solitario, che si tiene alla larga dagli altri ragazzi e le offre un passaggio in moto. Trascorrono una serata indimenticabile in un parco di divertimenti, fin a quando avviene qualcosa di terribile e Benji la sciocca, salvandole la vita.

Rachel sa che Benji è diverso da chiunque altro, e sa anche che lui è l'amore della sua vita. E, mentre il loro amore cresce, la ragazza deve decidere se intende rinunciare a tutto pur di scoprire il suo segreto…

Emma Knight

Inizio Di Una Nuova Vita (Libro #1 Di Le Leggende Del Vampiro)

Copyright © 2011 di Emma Knight

Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto consentito dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potrà essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o mezzo, o raccolta in un database o sistema di recupero, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso.

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Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autrice o sono utilizzati a puro scopo d'intrattenimento. Qualsiasi rassomiglianza a persone reali, viventi o meno, è pura coincidenza.

Libri di Emma Knight

INIZIO DI UNA NUOVA VITA (Libro #1 di Le Leggende del Vampiro)

UNA VERTITA' INASPETTATA (Libro #2 di Le Leggende del Vampiro)

VITA DA VAMPIRA (Libro #3 di Le Leggende del Vampiro)

UN VIAGGIO PERICOLOSO (Libro #4 di Le Leggende del Vampiro)

RITORNO ALLE ORIGINI (Libro #5 di Le Leggende del Vampiro)

UNA RICERCA VITALE (Libro #6 di Le Leggende del Vampiro)

FALLEN (Libro #7 di Le Leggende del Vampiro)

Capitolo Uno

Rachel Wood sedeva nel sedile posteriore della station wagon del 1997 della sua famiglia, odiando la sua vita. Alla sua destra c'era il noioso fratello minore, Mark; alla sua sinistra invece, la sorella maggiore Sarah canticchiava ad alta voce una canzone pop che ascoltava nelle cuffie del suo iPod. Quando il padre inserì la freccia, uscendo per l'ultima volta dall'autostrada, Rachel fece un respiro profondo, trattenne il fiato e poi si lasciò andare in un forte sospiro. Non riusciva a credere che la sua famiglia si stesse trasferendo proprio in quel momento, proprio al suo secondo anno di liceo!

Rachel non riusciva a fare a meno di pensare a tutte le cose che la spaventavano. Che cosa sarebbe accaduto se non fosse riuscita a fare nuove amicizie? E se le persone l'avessero presa in giro? E se non si fosse trovata a proprio agio, o se i vestiti che indossava fossero risultati strani? Era preoccupata che sua sorella la prendesse in giro nei corridoi, e suo fratello la mettesse in imbarazzo: ancora di più, Rachel era preoccupata dal fatto che i suoi genitori, con il loro atteggiamento autoritario ed all'antica, la mettessero in imbarazzo.

Il padre aveva svoltato a sinistra ed ora stavano percorrendo una lunga strada tortuosa.

E' qui? Rachel si chiese.

L'auto proseguì, entrando nel centro della cittadina. Fuori dal finestrino, la ragazza vide una pizzeria, un negozio di noleggio film, un salone estetico per unghie e un negozio Hallmark, con palloncini e bigliettini esposti nella vetrina.

Mentre l'auto proseguiva lentamente all'interno della cittadina, Rachel notò poche persone: una donna che camminava sul marciapiede, spingendo un passeggino e un uomo con i suoi due figli, che indossavano un completo da calcio, con maglia AYSO blu e nera e scarpe. Rachel poi vide anche un gruppo di ragazzini, uno dei quali indossava una felpa con una tigre stampata sopra, su cui si leggeva “AHS.”

Rachel riconobbe l'acronimo stampato sulla lettera di benvenuto che aveva ricevuto poche settimane prima dall'Apache High School. Sospirò e si chiese se questi potessero essere i suoi nuovi amici.

Rachel guardò i ragazzi molto attentamente e sentì un vuoto allo stomaco. Vederli l'aveva fatta sentire ancora più nervosa per il primo giorno di scuola, che l'indomani avrebbe dovuto affrontare.

Era imbarazzata per quanto il padre guidasse piano in città. Non sa quanto sia fuori moda andare come lumache in città? Rachel pensò. Nascose la testa tra le gambe, mentre sentì che l'auto acquistava velocità.

La famiglia viaggiò per altri cinque minuti, lungo una strada suburbana. La ragazza osservava ogni casa davanti alla quale passavano e rimase sorpresa da ciò che vide. Quelle case erano molto diverse da quelle della sua vecchia città: erano grandi e sfarzose, avevano larghi vialetti d'accesso circolari e alcune avevano persino delle colonne che fiancheggiavano l'accesso al vialetto.

Dove siamo?

Mentre si avvicinavano alla fine della strada, il padre di Rachel frenò. Sarah si tolse le cuffie, e si guardò intorno, forse per la prima volta.

Mark indicò e chiese: “E' questa?”

Il vuoto allo stomaco di Rachel aumentò, mentre si preparava a vedere la sua nuova casa per la prima volta. Si chiese come fosse, come sarebbe stata la sua camera e se avrebbe dovuto dividerla di nuovo con Sarah.

“42 di Pine Road!” il padre di Rachel annunciò ansiosamente.

I pensieri di Rachel furono bruscamente interrotti, mentre entravano nel loro nuovo vialetto d'ingresso.

Siamo a casa.

Rachel esaminò la casa mentre vi entrarono. L'abitazione era diversa dalle altre sulla strada: si trattava di una casa bianca con imposte nere, un edificio più modesto, senza alcuna colonna d'accesso e nessun vialetto d'accesso circolare. Aveva invece, una porta d'entrata rossa, con un grande battente di ottone, a forma di leone.

Rachel uscì dall'auto, fece un altro respiro profondo e afferrò la sua valigia. Corse all'interno, insieme a Sarah e Mark, per vedere le loro camere. Sarah, con una gomitata, superò Rachel, mentre si precipitavano alla porta d'entrata.

“Io prendo la camera più grande!” Sarah gridò.

Sarah corse al piano di sopra, attraversò il corridoio e chiuse dietro di sé la porta della prima camera. Mark superò a sua volta Rachel, facendole cadere la valigia dalle mani, e si precipitò in una delle camere, chiudendo la porta.

Quando Rachel fu in cima alle scale, vide una porta aperta, l'unica porta di una camera rimasta: vi entrò e mise giù il bagaglio. La stanza era piccola, ma almeno le apparteneva. Era contenta di non dover affrontare Sarah e le sue ossessioni musicali.

Pochi istanti dopo, Rachel sentì qualcuno bussare alla porta.

“Sbrigati, è pesante,” la voce della madre di Rachel era soffocata.

“Rachel!”

Rachel aprì la porta e vide sulla soglia sua madre che reggeva una grossa scatola di cartone, su cui era stato scritto Cose di Rachel con un grosso pennarello nero. La madre poggiò la scatola al centro della camera, poi rivolse lo sguardo a Rachel e disse: “Non preoccuparti tesoro, imparerai ad apprezzare questo posto, te lo prometto.”

Rachel scrollò le spalle ed esclamò: “Pazienza.”

La ragazza era andata giù di morale, sin da quando, alcune settimane prima, i suoi le avevano annunciato il trasloco. Era accaduto una sera, mentre trascorreva con la sua famiglia le vacanze estive a Virginia Beach. I genitori erano stati alquanto strani per l'intera durata del viaggio e Rachel aveva avuto la sensazione che stessero nascondendo qualcosa. Inizialmente, aveva creduto che la madre fosse di nuovo incinta, ma non avrebbe mai potuto immaginare che, invece, si trattava di un imminente trasferimento.

Rachel aveva vissuto in Pennsylvania per tutta la vita, nella stessa cittadina, nella stessa casa, e nella stessa camera sin da quando era piccola. Non si era mai aspettata di doversi trasferire, specialmente durante gli anni di liceo.

“Vedremo,” Rachel rispose a sua madre.

La donna uscì dalla camera e chiuse la porta dietro di sé.

BIP BIP BIP.

Rachel guardò fuori dalla finestra e vide un grosso camion bianco, fare retromarcia nel loro vialetto d'accesso; aveva la scritta “Traslochi e Deposito AL” stampata su una fiancata. Il bip cessò, e due uomini vennero fuori dal camion, e aprirono lo sportello posteriore.

Rachel vide uscire scatolone dopo scatolone. Le sembrava che tutta la sua vita fosse stata bruscamente rinchiusa in quegli scatoloni, tutto perché suo padre aveva ottenuto il trasferimento.

Rachel vide i suoi genitori parlare con i traslocatori ed etichettare ciascuno scatolone con adesivi Post-it, così che sapessero esattamente in quale stanza portarli.

Sebbene Rachel fosse furiosa per il trasferimento, era anche ansiosa di vedere la sua nuova casa. Uscì tranquillamente dalla sua camera, e scese le scale. Non voleva che la sua famiglia si accorgesse della sua curiosità e sapesse che sbirciava in giro.

Arrivata in fondo alle scale, girò a sinistra e si diresse nel soggiorno. Vide un camino e due grandi finestre. La mente di Rachel cominciò a vagare, pensando a come festeggiare il Natale in quella stanza, e a come mettere l'albero proprio nell'angolo e infine decorarlo. La stanza ora appariva molto spoglia, tranne per pochi scatoloni disposti lungo la parete.

Rachel continuò a vagare per il soggiorno, che era unito ad un'altra stanza molto luminosa, con un bovindo che si affacciava sul giardino anteriore. Rachel immaginò che si trattasse della camera da pranzo, ma non ne era sicura. Le pareti della stanza erano dipinte di un orrendo marrone.

Superata l'orribile stanza marrone, entrò in cucina. Accese la luce e si guardò intorno. Si sentì depressa alla vista dei mobiletti neri in formica e dei pavimenti scuri di linoleum. C'era un odore di stantio in quella cucina, che acuì ancora di più la mancanza della sua vecchia casa.

Rachel proseguì l'esplorazione delle stanze e dei bagni e sentì un forte senso di vuoto: non avrebbe mai pensato di provare attaccamento nei confronti di una casa. Non si era mai resa conto di quanto fosse attaccata alla sua vecchia casa in Pennsylvania.

Rachel sentì i traslocatori entrare dalla porta d'ingresso, le voci dei genitori che li guidavano con scatoloni, mobilio, sedie, cornici, tv e computer. Aveva visto abbastanza e salì di sopra prima che qualcuno la notasse.

Chiuse la porta della sua camera e si sedette sul pavimento accanto allo scatolone che conteneva le sue cose. Frugò nel suo zaino Kipling, color blu navy, per trovare il suo portachiavi: sapeva di avere un piccolo paio di forbici. Aprì il nastro adesivo sullo scatolone, ansiosa di scoprire come avrebbe trovato il contenuto.

Rachel ricordò quanto fosse stata furiosa di dover impacchettare tutta la sua stanza, e aveva semplicemente gettato le sue cose nello scatolone, senza alcun ordine o attenzione. Quando aprì i lembi di cartone, non fu sorpresa di trovare una grande confusione ad attenderla. Era come se tutta la sua vita fosse stata stipata all'interno di uno scatolone di cartone.

In cima, c'erano alcune fotografie impolverate di lei e del suo gruppo di amici della Pennsylvania. Le mancavano i suoi amici e non riusciva ad immaginare di essersi separata da loro. Non era nel gruppo dei più popolari della scuola, e non lo era mai stata, ma Rachel voleva comunque bene ai suoi amici. Erano semplici, senza grilli per la testa, non facevano drammi.

La foto più in alto, in particolare, non era una delle preferite di Rachel: era stata scattata alla Fiera Olandese la scorsa primavera, un carnevale con giostre e giochi, e le persone indossavano abiti coloniali. Era un evento abbastanza stravagante, ma Rachel lo aspettava ogni anno.

La ragazza estrasse un'altra foto e cominciò a venirle un nodo alla gola. Erano lei e la sua migliore amica Dana, che si abbracciavano sorridenti. Erano inseparabili da anni, e si conoscevano sin dalla quinta elementare. Erano state nelle stesse squadre di pallavolo, tennis e calcio per anni, e stavano sperando di entrare nel gruppo delle cheerleader nell'autunno. Adoravano andare a fare shopping al centro commerciale in Pennsylvania. I loro negozi preferiti erano JCPenney, Aeropostale, Gap e American Eagle. Adoravano anche fare shopping al Wal-Mart, e riuscivano sempre a trovare degli accessori carini lì.

Una lacrima cadde sulla foto. Rachel l'asciugò in fretta, ma lasciò una macchia proprio al centro della foto.

Rachel la mise giù e cominciò a piangere. Odiava quella casa, le mancavano gli amici, era infuriata con i suoi genitori, e non riusciva a immaginare che l'indomani sarebbe stato il suo primo giorno all'Apache High School.

I pensieri di Rachel furono interrotti da una canzone di Britney Spears a tutto volume, che rimbombava attraverso le pareti della sua camera.

Accidenti, non la sopporto.

Rachel si alzò e si diresse verso una porta della stanza, che aveva pensato fosse il suo armadio, lo aprì e vide Sarah lì, che cantava e ballava a ritmo della musica. Il cuore di Rachel crollò davanti a quella scena: avevano un bagno in comune.

“Shame on me, to need release, un-uncontrollably… I I I wanna go o o all the way ay ay takin’ out my freak tonight.”

Rachel non riusciva a crederci; avevano davvero un bagno in comune? Come se le cose potessero andare peggio di così.

Rachel chiuse la porta con violenza. Sarah era l'antitesi di Rachel. Era una ragazza femminile, popolare e amata da tutti. Aveva un bellissimo ragazzo più grande al college, e i due parlavano di sposarsi. Sarah era magra, bionda, con gli occhi azzurri e aveva sempre le unghie perfettamente smaltate. Amava la musica pop, ballare e cantare, e non osava praticare uno sport in cui si prevede il contatto. Sarah era carina e composta, caratteristiche che non definivano affatto Rachel.

No, Rachel era intelligente, con i capelli castani, di peso medio (non magrissima, ma neanche grassa). Era di aspetto decente, ma non si era mai considerata bella. Rachel amava lo sport e stare all'aperto, a contatto con la natura. Era una brava ragazza e rispettava sempre le regole. Aveva un bel gruppo di buoni amici, ma non era in quello popolare. Non aveva mai avuto un ragazzo, sebbene avesse preso svariate cotte.

Per così dire, sostenere che le due non si comprendevano sarebbe stato il minimo. Rachel tornò al suo scatolone e vi frugò all'interno, alla ricerca del suo diario. Scriveva una pagina ogni sera sin dalla seconda media, e quella sera non era intenzionata a interrompere tale abitudine.

Rachel lo trovò stipato in fondo allo scatolone e gli tolse la polvere. Quell'oggetto era la sua vita. Rosso porpora, con un teschio sulla copertina, era spesso e pesante, colmo di note degli amici, matrici di biglietti e immagini attaccate con il nastro adesivo. Rachel portava al collo la chiave per aprire il diario e non la toglieva mai. Era una ragazza molto introversa, e sarebbe morta piuttosto che lasciare che chiunque leggesse il suo diario.

Rachel sollevò il diario, avvicinandolo alla sua collana, e poi lo aprì dopo aver inserito la chiavetta nella serratura a forma di cuore. Era diventata un'esperta nell'aprirla, mentre indossava ancora la chiave.

Estrasse la sua penna preferita dallo scatolone, e si preparò a scrivere:

Caro Diario,

Oggi è stato il giorno peggiore della mia vita. Sono seduta qui, nella mia nuova stanza, frugando tra le foto dei miei amici e mi rendo conto di non averne qui a Westchester. Nessuno. La scuola comincerà domani e io ho paura. Scommetto che nessuno mi rivolgerà la parola. Ho parlato con Dana e tutti andranno alla festa dell'ultimo giorno d'estate stasera, mentre sono seduta qui in questa stanza vuota e fredda. Accidenti, le cose potrebbero andare peggio di così? Scriverò di più domani, per farti sapere come è andata a scuola – se me la sarò cavata.

Con tanto affetto,

Rachel

Rachel mise giù il diario e crollò sul suo morbido letto. Poggiò la testa sul cuscino di piume, e si coprì fino alla testa con la coperta a strisce rosse e bianche. Rachel era troppo stanca per piangere, ma troppo ansiosa di addormentarsi. Restò sveglia, facendo varie ipotesi su come sarebbe potuto andare il giorno successivo. Ogni scenario era peggiore dell'altro.

Circa all'una del mattino, Rachel si addormentò.

Capitolo Due

Rachel balzò fuori dal letto al sussultare della musica latina proveniente dalla sua radiosveglia. Scendendo, cadde sopra vestiti, foto e fogli che aveva accumulato sul pavimento, tentando di organizzare la propria vita. Quando finalmente raggiunse il tasto, la sveglia si azzittì misteriosamente.

Ora che Rachel era stata svegliata così bruscamente, si diresse alla porta del bagno e afferrò la maniglia: chiusa. Rachel bussò, sentendo il rumore della doccia in funzione, e la voce di Sarah, che cantava una canzone di Demi Lovato. La ragazza bussò più forte, sperando che la sorella sentisse.

“Che vuoi? Non senti che sono sotto la doccia?” Sarah disse.

“Per quanto ancora ci starai? Lo sai, devo prepararmi anch'io!” Rachel disse a voce alta, mettendo la faccia sulla fessura della porta.

Rachel aspettò, ma Sarah non rispose.

Rachel tornò alla confusione degli abiti sparpagliati sul suo pavimento. Niente era organizzato: calze spaiate, maglioni, gilé, pantaloncini, jeans e la sua t-shirt preferita dei Rolling Stones, tutto giaceva sparso ai suoi piedi.

Rachel tirò su le tende e aprì la finestra circa a metà, per calibrare la temperatura. Era l'8 settembre, e già poteva sentire la fresca brezza autunnale. Le foglie si muovevano sui grossi alberi fuori dalla sua finestra, e lei fece un profondo respiro nell'aria frizzantina. Fuori dalla finestra, vide un lungo prato con qualche albero situato ai margini. Uno degli alberi aveva un vecchio copertone pendente dai rami e Rachel pensò che fosse opera dei proprietari precedenti. Il prato era di un lieve verde con macchie di marrone ovunque. C'era un piccolo giardino a sinistra, con fiori spontanei ed erbacce. Rachel stette a fissarlo per un istante, poi chiuse la finestra con un grande colpo.

Che cosa indossare? Pensò Rachel.

All'improvviso, ricordò una visita da JCPenney insieme a Dana un mese prima. Quel negozio aveva sempre le cose più carine per l'autunno, alla fine dell'estate, e Rachel e Dana erano andate a fare acquisti in anticipo per la stagione. Rachel ricordò di aver acquistato un bel paio di jeans consumati, con rattoppi e strappi sulle ginocchia. Sapeva che si sarebbero sposati bene con la sua t-shirt degli Stones.

La ragazza sollevò borse e cinture, e le mise nel grosso scatolone delle sue cose. Quei jeans non si trovavano da nessuna parte.

Lei aprì la porta della sua camera e urlò alla madre; “Mamma, dove sono finiti i miei jeans?”

Si mise sull'uscio e aspettò la risposta della madre.

“Come potrei sapere che cosa ne hai fatto dei tuoi vestiti, secondo te? Non prendertela con me, se non riesci a trovarli. Sei l'unica che ha preparato le sue cose sbuffando, non io, tesoro,” la donna le rispose urlando allo stesso modo, in un tono irriverente.